Gli studi riportati nei libri di Ladourie , Acot e poi ripresi da Behringer mettono in relazione l’andamento climatico dell’inizio del 300 con il proliferarsi delle carestie che culmineranno con l’esplosione della grande peste. A partire dall’inzio del 1300 le cronache locali parlano di un peggioramento generale delle condizioni climatiche, si pensi all’inverno 1315-16 molto freddo e seguito dall’inverno del 1317-18 dove si registrarono nevicate tardive a giugno a Colonia36. In tutta Europa eventi meteorologici particolarmente avversi caratterizzarono gli anni dal 1314 al 1322, periodo che coincise con la grande carestia europea. Le cause sono da ricercare nell’aumento della popolazione cresciuto piu in fretta della produzione agricola che in un contesto di continue guerre e di condizioni climatiche sfavorevoli produsse un accentuata carenza di cibo. L'aumento di popolazione aveva provocato il maggior sfruttamento delle terre anche quelle marginali che una volta esaurita la fertilità accumulata nel lungo periodo in cui erano state a riposo avevano visto un notevole calo della produttività.
“Nel 1313-1316 è stato calcolato per la Francia e L'Inghilterra un aumento dei prezzi intorno al 300% rispetto agli anni immediatamente precedenti. La conseguenza fu un aumento generale del tasso di mortalità, al quale probabilmente segui un calo del tasso di natalità.” 37
Alla malnutrizione subentrarono le malattie che grazie alle bassissime difese immunitarie trasformarono interi villaggi in cimiteri. Le crisi del 300 sono testimonianza dell'importanza e delle pericolosità di una forte variazione climatica su un breve lasso di tempo che può generare condizioni catastrofiche se il contesto sociale è favorevole al propagarsi di carestie e malattie. Secondo Acot nel 1317 il 10/15% della popolazione terrestre scomparve, e per resgistrare un aumento della popolazione
36 Wolfang Behringer, Storia culturale del clima, p 146
bisognerà attendere il 132538. Nel 1335 dopo dieci anni di relativa calma tornano inondazioni accompagnate da inverni rigidi. Inondazioni che nel 1342 potarono alla piena di quasi tutti i fiumi dell’Europa centrale, il meno, l’Elba, il Danubio, mentre l’anno successivo il lago di Costanza tracimò ben tre volte39. Riscontri del peggioramento climatico e delle condizioni di vita si ritrovano anche in Italia dove nelle cronache meteorologiche fiorentine raccolte dal dottor Giovanni Targioni Tozzetti40 si parla di una città messa a dura prova; Il caro pane affliggeva gli strati piu poveri della città e in centinaia morivano a causa della fame.” Cosi venne descritto il 1340:
“Di Marzo fu in Firenze , e nel Distretto, grandissimo Caro di Pane , e ‘Mortalità di Gente , che cadeano morti per Fame , che non ve ne trovava per danari; e per Firenze , e fuori delle porte, per li Cittadini li feciono in più luogora Canove di Pane a vendere per lo Comune e Popolo , e faceali Pane inferigno a ragione di soldi 50 lo Stato , e non se ne potea avere più che due Pani per persona , avendo danari in mano; e nota che la Compagnia della Misericordia ne sotterò in quello mese di Marzo 300 Poveri . Le Fave valse lo Staio soldi 9. lo Staio dell’ Orzo soldi 8., la Spelda 16., la Saggina soldi 8.e tutti Poveri e Infermi delle circostanze tralsono, e d’ Aprile tutta la Città di Firenze li commosse , rammaricandoli di quella Fame , perocchè le genti cascavano per la via quasi come morti, onde i Mercanti di Firenze ebbono paura di non esser messi a sacco: pure si acchetò il fatto, e non fu nulla . E di Maggio fue si gran Mortalità , che 80 se n’ erano sotterrati per un di , e allora s’ ordinò , che perché la gente non si isbigottisse , non andasse Chiamatore a Morti, e non sonasse Campane , e non si stesse all' Ufizio de’ Morti)41 .
Ulteriori riscontri della situazione toscana è rappresentato dal dipinto di Buffalmacco , Il trionfo della morte. Ovviamente non possiamo considerare i dipinti come prova di una situazione sociale , ma sicuramente attualizzando il dipinto in un contesto storico può sicuramente fornire delle informazioni importanti, che lo diventano ancora di piu
38 Pascal Acot, Storia del Clima , Donzelli Editore 2011, p 110 39 Wolfang Behringer, Storia culturale del clima, p 149
40 Giovanni Targioni Tozzetti ( Firenze 11 settembre 1712-Firenze 7 gennaio 1783) è stato un medico e naturalista italiano
41 Alimurgia osia modo di render meno gravi le carestie proposto per sollievo dei poveri, Giovanni Targioni Tozzetti, Firenze, Moucke 1767 p 45
quando si riscontrano dipinti simili in una stessa area databili nello stesso periodo. Un caso evidente si trova in toscana dove in molti dipinti databili attorno alla metà del 300 si ritrova il tema del trionfo della morte, segno di un tema molto ricorrente. Nel dipinto situato nel Camposanto di Pisa, sotto la morte vi è un ammasso di persone appartenenti ad ogni ceto sociale , come a testimoniare l'equità della morte di prendersi la sue anime, tradotto nel contesto storico rappresenta l'orrore suscitato da una mortalità tanto alta che poteva colpire chiunque. (Figura 3)
Questa era la situazione in europea prima dell’arrivo della grande peste nel 1346 nella città di Caffa, scalo marittimo Genovese , che seguendo ,le rotte commerciali arrivò sul continente europeo. La peste si diffuse rapidamente in Europa. da Marsiglia ad Amburgo. Le città italiane di venezia e Firenze persero quasi metà della popolazione. Stime recenti calcolano che le vittime della peste si attestarono al 30 % della popolazione globale. Non si può certo asserire che l’avvento della grande peste sia da attribuire alle condizioni meteorologiche che hanno preceduto il suo avvento, però quest ultime hanno contribuito a diminuire le difese immunitarie ed economiche di un Europa che si è trovata a fronteggiare uno dei nemici più ostili in uno dei momenti di massima debolezza. La peste ha trovato cosi un terreno fertile che portò alla scomparsa del 30% Il Figura 3: Il trionfo della morte, Questa scena è la più emblematica del ciclo del Campo Santo di Pisat realizzato da Buonamico Buffalmacco tra il 1336 ed il 1341, quindi molto prima dell’arrivo della grande peste, indicando che probabilmente le condizioni di vita erano già molto dure prima ancora della peste.
del genere umano. Come sostiene De Vries restare ancorati alla valutazione del danno significa fissarsi sullo studio di crisi di breve termini mentre invece occorrerebbe cogliere i meccanismi di adattamento posti in atto su periodi più lunghi.