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Case di moda e fondazioni italiane

Il mecenatismo delle case di moda

2. Case di moda e fondazioni italiane

Alcune fondazioni derivano dal campo della moda, grazie ad alcuni personaggi del settore del fashion italiano, collezionisti e appassionati d’arte e delle forme artistiche più contemporanee. Le più note sono certamente Fondazione Prada, Fondazione Biagiotti- Cigna, Fondazione Nicola Trussardi, Fondazione Gianfranco Ferré, Fondazione Emilio Pucci, Fondazione Furla, Collezione Maramotti.

La Fondazione Prada è tra i precursori di questo fenomeno in Italia, essendo stata fondata nel 1993 da Miuccia Prada e Fabrizio Bertelli. Per questa fondazione l’arte è il mezzo necessario per indagare sulla contemporaneità, sui cambiamenti della società e sul mondo che ci circonda. I due collezionisti testimoniano nel corso di questi anni, attraverso le iniziative e le attività dell’ente, la loro volontà di interagire con tutti i campi artistici e con le varie forme d’arte, dall’architettura al cinema, dalla letteratura all’arte contemporanea.77 Dalla nascita della Fondazione Prada al 2016 si segnalano ventiquattro esposizioni personali nelle sedi di Milano e Venezia con collaborazioni di artisti italiani e internazionali. Durante il primo anno di attività, nel 1993, Eliseo Mattiacci e Nino Franchina; nel 1995 David Smith e Anish Kapoor; nel 1996 Michael Heizer; nel 1997 Louise Bourgeois e Dan Flavin; nel 1998 Laurie Anderson e Sam Taylor-Wood; nel 1999 Mariko Mori e Walter De Maria. Nel 2000 gli artisti Marc Quinn e Carsten Höller, nel 2001 Enrico Castellani, nel 2002 Barry McGee e Tom Friedman, nel 2003 Andreas Slominski e Giulio Paolini, nel 2004 Francesco Vezzoli, nel 2005 Steve McQueen, nel 2006 Tom Sachs, nel 2007 Tobias Rehberger, nel 2008 Nathalie Djurberg; infine nel 2010 John Baldessari. Per la città di Milano, prima sede della fondazione, tra il 1997 e il 1998 si organizzano rispettivamente due progetti “speciali”: l’opera di Dan Flavin, un’installazione

76 Cfr. A. Marchesani, M. Remotti, Fondazioni d’arte, la sfida del fundraising, in “Art Economy24” il “Sole 24

Ore”, 23 febbraio 2009.

77 Cfr. Fondazione Prada, Ca’ Corner della Regina, catalogo della mostra a cura di G. Celant (Venezia, Ca’

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permanente presso la Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa e l’opera di Laurie Anderson in cooperazione alla Chiesa Circondariale a Milano San Vittore. Tra il 2001 e il 2011 presso lo spazio milanese si realizzano tre progetti di architettura: nel 2001 “Herzog & de Meuron, OMA/AMO Rem Koolhaas. Projects for Prada. Works in Progress”; nel 2008 “Unveiling the Prada Foundation”; nel 2011 “Rotor: Ex Limbo”. Dal 1995 al 2009 si contano quattro esposizioni personali nella città di Venezia: nel 1995 Mark di Suvero a Venezia”; mentre presso la Fondazione Giorgio Cini nel 2005 “Francesco Vezzoli. Trilogia della morte”, nel 2007 Thomas Demand “Processo Grottesco” e “Yellowcake” e infine nel 2009 “John Wesley”. Dopo l’inaugurazione della spazio veneziano, Ca’ Corner della Regina nel 2011, avvengono cinque mostre collettive: nel 2011 “Fondazione Prada_Ca’ Corner”, nel 2012 “The Small Utopia. Ars multiplicata”, nel 2013 “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013”, nel 2014 “Art or Sound”, nel 2015 “Portable Classic”. In seguito all’apertura della nuova sede di Milano, nel maggio 2015, la Fondazione Prada organizza sette esposizioni temporanee (“Serial Classic”, “An Introduction”, “In Part”, “Trittico”, “Gianni Piacentino”, “Recto Verso”, e nel 2016 “Goshka Macuga: To the Son of Man Who Ate the Scroll”) e quattro programmi permanenti nei nuovi spazi dell’istituto: Robert Gober / Louise Bourgeois, “Processo grottesco”, Accademia dei Bambini, Bar Luce. Dal 1995 al 2014 l’istituzione Prada presenta sei progetti speciali che coinvolgono varie città internazionali: nel 1995 “Angelo Savelli” presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato; nel 2003 “Foujita. Un artista giapponese alla Scala” nel Prada Aoyama Epicenter a Tokyo, tra il 2008 e il 2009 Carsten Höller, “The Double Club” a Londra, nel 2009 Nathalie Djurberg, “Turn into Me”, Prada Trasformer a Seul, nel 2012 Francesco Vezzoli “24h Museum”, Palais d’Iéna di Parigi, infine tra il 2013 e il 2014 “Auguste Perret, Huit Chefs d’œuvre !/?”, Palais d’Iéna di Parigi. Nel corso del suo percorso la Fondazione Prada prende parte a dodici progetti cinematografici tra il 2004 e il 2015: “Tribeca Film Festival alla Fondazione Prada”, Milano, (2004); “Italian Kings of the Bs. Storia segreta del Cinema Italiano 1949-1976”, Milano (2004); “Italian Kings of the Bs. Storia Segreta del Cinema Italiano”, 61. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, La Biennale di Venezia, Venezia (2004); “Italian Kings of the Bs”, Tokyo FILMeX, Tokyo (2004); “Storia Segreta del Cinema Asiatico”, Milano (2005); “Italian Kings of the Bs. Storia segreta del Cinema Italiano 1949-1976” e “Storia Segreta del Cinema Asiatico”, 62. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, La Biennale di Venezia, Fondazione Giorgio Cini e

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Lido, Venezia (2005); “A Centenary of Chinese Film”, Film Society of Lincoln Center, New York (2005); “Italian Kings of the Bs. Storia segreta del Cinema Italiano 1949- 1981”, Tate Modern, Londra (2006); “Storia Segreta del Cinema Russo”, 63. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, La Biennale di Venezia, Venezia (2006); “Storia Segreta del Cinema Russo”, Milano (2007); “Roman Polanski: My Inspirations” (2015); “SPIRITI” di Ila Bêka e Louise Lemoine (2015); “Flesh, Mind and Spirit” (2016). Sempre nel 2015 l’istituzione Prada collabora al progetto performativo di Virgilio Sieni dal titolo “Atlante del Gesto”. I lavori di questa istituzione si sviluppano anche all’estero con l’organizzazione di tre esposizioni personali tra il 2000 e il 2002: nel 2000 “Mariko Mori Dream Temple”, Rooseum, Malmö; nel 2002 “Mariko Mori Pure Land”, Museum of Contemporary Art, a Tokyo e “Enrico Castellani”, Kettle’s Yard, a Cambridge. Per quanto riguarda l’attività formativa e seminariale, la Fondazione Prada organizza dal 2002 al 2006 due convegni internazionali multidisciplinari: nel 2002 “La sfida” in collaborazione con la Casa Circondariale – Milano San Vittore e nel 2006 “Art and Icon”. Inoltre nel 2005 tre conferenze di ambito filosofico con l’Università Vita-Salute San Raffaele: “La Filosofia di fronte alla Storia: ripensando l’11 settembre”, “Arte e Terrore”e “Dialogo filosofico sul pensiero del XX secolo tra Europa e Giappone” con la collaborazione del Centro di Filosofia dell’Università di Tokyo.

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Fig. 11: “Marc Quinn”, Fondazione Prada Milano, 5 maggio-10 giugno 2000.

Fig. 12: Mostra “Art or Sound”, Fondazione Prada Venezia, 7 giugno-3 novembre 2014

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Nel maggio 2015 c’è l’apertura al pubblico della nuova sede di Milano, all’interno di un’ ex distilleria del 1910; questo spazio assembla edifici già esistenti e nuove costruzioni. Il progetto è creato e eseguito dallo studio d’architetti OMA sotto la guida di Rem Koolhaas. Al suo interno è esposta la collezione d’arte della Fondazione Prada composta da opere appartenenti per la maggior parte al XX e XXI secolo. Questa raccolta rappresenta per Prada uno strumento importante, in quanto produce stimoli e idee su come investire nella promozione e nella diffusione delle espressioni artistiche contemporanee. Accanto alla collezione privata nella nuova sede sono presenti spazi interamente predisposti per esposizioni temporanee e un bar, chiamato Bar Luce, ideato dal regista Web Anderson. Questo locale ripropone il tipico caffè milanese: l’arredamento e i colori utilizzati si rifanno alla cultura popolare milanese degli anni Cinquanta e Sessanta mentre nelle pareti e nei soffitti sono visibili richiami decorativi legati alla Galleria Vittorio Emanuele. Lo spazio è un luogo di ritrovo e di incontro aperto al pubblico e l’ingresso può avvenire non solo dalla Fondazione ma anche dall’esterno. Altra novità della nuova ubicazione di Fondazione Prada è l’Accademia dei Bambini, un’area didattica dedicata al mondo dell’infanzia, dove sviluppare attività libere o di laboratorio basate sulla sperimentazione della creatività e sull’apprendimento con lo scopo di incentivare il confronto e la comunicazione tra i piccoli partecipanti. L’attività di laboratorio è curata da Marta Motterlini, mentre l’intero progetto è seguito dalla neuro pediatra Giannetta Ottilia Latis. L’Accademia dei Bambini lavora su progetti e programmi sempre differenti reinventandosi grazie alla collaborazione di artisti, architetti, pedagoghi, registi e scienziati.

La Fondazione Prada è sinonimo di contemporaneità e innovazione, un’istituzione in sintonia con il mondo dell’arte e aperta alla costante ricerca per soddisfare e rispondere all’evoluzione dei bisogni sociali e culturali della società. La genialità di realizzare un contenitore dove le discipline artistiche coesistono in armonia dando l’opportunità al pubblico di fruire l’arte in modo del tutto originale e moderno, porta a grandi successi. La maison rappresenta anche nel campo dell’arte un esempio a cui poi altre case di moda italiane, e non solo, si possono ispirare.

La Fondazione Biagiotti-Cigna nasce come fondazione privata no-profit nel 1996, in memoria del marito di Laura Biagiotti, Gianni Cigna, venuto a mancare improvvisamente

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lo stesso anno. Nella primavera del 2014 viene inaugura la sede ufficiale presso il Castello Marco Simone a Guidonia, nelle vicinanze di Roma. L’approdo alla fondazione viene dalla passione per l’arte, Laura Biagiotti e il marito iniziano a studiare e collezionare opere futuriste andando via via a costituire una ricca collezione, con più di duecento opere di Giacomo Balla.78 Dopo vari prestiti per esposizioni nei più importanti musei internazionali, nasce il desiderio di cercare un luogo dove rendere visibile la raccolta, e nel quale valorizzare l’arte in tutte le sue forme. Alla vigilia dell’apertura della sede a Castello Marco Simone sono significative alcune dichiarazioni fatte da Laura Biagiotti nell’intervista rilasciata alla rivista online “Milano Finanza” nella sezione “Fashion Luxury Made in Italy”. La stilista racconta come il suo amore per l’arte e per le diverse espressioni artistiche dal cinema alla musica, dalla pittura all’architettura sia nato da bambina all’interno dell’ambiente familiare. Inoltre Biagiotti sottolinea la sua affinità con il movimento Futurista, che vede come “il movimento culturale italiano più genuino e determinante del secolo. E ha , senza dubbio, influenzato la mia moda”. La regina del

cashmere prende in prestito da questa corrente artistica i giochi di colore, le linee e lo

stile che riflette la velocità e il dinamismo tipico della società contemporanea. Biagiotti dichiara come “più di tutti, poi, mi interessa la sua idea di abito dinamico, pensarlo come espressione comportamentale del nostro modo di essere per esprimerci al meglio o, al contrario, per nasconderci, proteggerci e camuffarci sotto la maschera dell’abito”.79

Le correnti artistiche, in particolar modo l’avanguardia futurista e i vari movimenti del primo Novecento, sono anche oggi una straordinaria fonte di ispirazione per questa

maison, come testimoniato nel comunicato stampa della collezione Primavera Estate

2015 nel quale si sottolinea come: “Laura Biagiotti fonde la passione per l’arte con incursioni nella geometria multidimensionale, trovando nuove soluzioni estetiche fatte di energie che si compenetrano, per una collezione ‘da collezione’. L’armadio della donna dell’estate 15 diventa una ‘wunderkammer’, una stanza delle meraviglie, una vera e propria galleria per abiti che contengono originalità e valore senza paura di concorrenza. ARTE e artigianalità, questo è il binomio vincente del Made in Italy che Laura Biagiotti sublima nel concetto di ART-APP, sintesi di arte applicata, quale la moda rappresenta.

78 Cfr. Balla: futurismo tra arte e moda: opere della Fondazione Biagiotti Cigna, catalogo della mostra a cura

di F. Benzi (Roma, Chiostro del Bramante), Milano 1998.

79 A. Ruggeri, Biagiotti apre la fondazione, in “Milano Finanza” Fashion e Luxury Made in Italy, 20 maggio

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Nascono così gli intarsi futuristi e le impunture agilizzanti riprese dalle opere di Giacomo Balla, i pannelli dipinti a mano come se fossero tele con i decori floreali di Raul Dufy, i tagli al laser che, bruciando il tessuto, creano fiori come origami, con petali in rilievo.”80

Le attività principali di questo organismo si fondono sull’interazione continua dell’espressioni artistiche, come la pittura o le arti decorative, con la creatività e la ricerca sul campo della moda. L’istituzione è la realizzazione di un sogno della famiglia Biagiotti- Cigna che da tempo sostiene e appoggia il binomio arte e moda tramite diverse iniziative, non facendo mai mancare il suo supporto all’arte e al patrimonio storico artistico italiano. Con la fondazione Biagiotti-Cigna si costituisce un nuovo punto d’incontro tra il mondo dell’arte e il mondo della moda.

La maison Trussardi è tra i precursori insieme a Prada nella creazione di una fondazione con finalità di promozione culturale, di diffusione dell’arte contemporanea e di riqualifica di territori abbandonati. Istituzione no-profit, Fondazione Nicola Trussardi nasce nel 1996 a Milano, città dal quale partono le attività e le iniziative promosse dall’ente. Inizialmente la sede espositiva della fondazione è Palazzo Marino alla Scala poi con l’arrivo alla presidenza della figlia Beatrice Trussardi gli spazi dell’istituzione iniziano a toccare diversi luoghi prima di allora non considerati. Nel 2002 Beatrice Trussardi chiama alla direzione artistica della fondazione Massimiliano Gioni e dal 2003 il percorso dell’istituzione Trussardi progredisce con programmi che si svolgono in posti insoliti o grandi spazi del passato con l’obiettivo principale di coinvolgere la comunità e far conoscere l’arte contemporanea ad un vasto pubblico. Tra i luoghi che hanno ospitato alcuni progetti della Fondazione Trussardi ci sono: i sotterranei di Palazzo Citterio nel 2001 con Pig Island-

L’isola dei porci di Paul McCarthy, la Galleria Vittorio Emanuele nel 2003 con Short Cut

realizzata da Elmgreen&Dragset, l’installazione della roulotte che ‘esce’ dal pavimento, Porta Ticinese nel 2004 con Untitle di Maurizio Cattelan dove sono installati i famosi ‘bimbi impiccati’.81

Grazie all’incontro con Gioni, Beatrice Trussardi avvia un nuovo processo che esplora un concetto di arte contemporanea a partire dalle zone di una città, in questo caso Milano.

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Comunicato stampa della collezione Laura Biagiotti Primavera Estate 2015 www.laurabiagiotti.com#laurabiagiottiPE15

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L’istituzione in esame si impegna alla realizzazione di occasioni uniche, eventi veloci ma incisivi con i quali l’utente può entrare in contatto con l’opera semplicemente passandoci accanto, andando al lavoro. Gioni dichiara più volte come la fondazione rappresenti “un museo itinerante che porta l’arte contemporanea in città”.82

La semplicità e il caso, il contesto di quotidianità nella quale vengono inserite le installazioni, i progetti che vengono ideati, rendono il lavoro dell’ente esclusivo. Il pubblico fruisce in modo nuovo anche inconsapevolmente con quello che incontra in una giornata qualunque. Inoltre la mancanza di un luogo fisico fisso offre al visitatore esperienze sempre diverse e inaspettate che lo portano alla riscoperta di bellezze dimenticate e riportate alla luce grazie alle iniziative dell’istituzione. L’utente oltre a vivere in maniera del tutto inconsueta un territorio all’aperto legato a una città metropolitana, come i vecchi magazzini della Stazione di Porta Genova, ha l’opportunità di fare un’esperienza artistica e culturale contemporanea dentro ai palazzi storici di Milano, come Palazzo Litta e Palazzo Dugnani. Grazie alle iniziative fatte in questi anni l’istituzione Trussardi vanta di cooperazioni e progetti con artisti italiani e internazionali, e collabora attivamente con numerosi musei e biennali tra cui la Tate Modern di Londra, la Biennale di Venezia, la Kunsthaus di Zurigo. Oltre all’organizzazione di mostre, progetti speciali, interventi realizzati in monumenti storici e in spazi pubblici, la fondazione ha promosso i giovani artisti italiani con progetto Cover. Nato nel 2003 e attivo fino al 2010, i creativi hanno realizzato le copertine del sito internet della fondazione e hanno scelto dieci link con i quali approfondire il mondo della rete.

Ogni manifestazione ideata dall’istituzione Trussardi ha la forza di lasciare un’impronta all’interno di una città come Milano. Il legame costruito negli anni con il capoluogo è testimoniato da due eventi organizzati dall’ente, durante l’Expo di Milano, lo scorso 2015. All’idea di nutrizione l’istituzione Trussardi unisce la promozione dell’arte contemporanea con la mostra “La Grande Madre” curata dal direttore artistico Gioni e allestita a Palazzo Reale. Nell’articolo L’Expo va di moda nella rivista “Il Giornale dell’Arte” Panzarin sottolinea: “Con questa mostra per la prima volta Fondazione Trussardi avvia un progetto di collaborazione pubblico-privato con il Comune di Milano (che mette a disposizione il prestigioso spazio di Palazzo Reale) e BNL Gruppo BNL Paribas (main sponsor).”83

82 F. Panzarin, L’Expo va di moda, in “Il Giornale dell’Arte” sezione Arte e Imprese, 5 marzo 2015. 83 Ibidem

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L’esposizione presenta la raffigurazione della maternità nelle avanguardie del Novecento fino all’arte contemporanea con opere di artisti internazionali. Il secondo progetto realizzato per Expo 2015 è un’opera d’arte ambientale, Wheatfield, ideata da Agnes Denes con il supporto della Fondazione Riccardo Catella e Confagricoltura. Il Campo di Grano di Denes si estendeva in cinque ettari nell’area di Porta Nuova: l’opera ha avuto un impatto molto forte nella struttura architettonica e metropolitana all’ingresso del capoluogo lombardo.

In modo innovativo la fondazione diffonde l’arte contemporanea per mezzo di performance, installazioni, video usufruendo della tecnologia e delle nuove modalità di fruire l’arte stessa. Le esposizioni concepite da Fondazione Trussardi hanno il potere di far riflettere sul contemporaneo e sul passato reinterpretando in maniera nuova l’idea di arte con una proiezione verso il futuro ma con un occhio sempre al passato.

La Fondazione Gianfranco Ferré, costituita nel 2008, ha sede a Milano in via Tortona 37. L’istituzione ha l’obiettivo di conservare e rendere fruibile al pubblico, attraverso un archivio digitale, tutta l’attività creativa di Gianfranco Ferré, di avviare progetti e eventi in linea con l’estetica, la cultura, l’amore per la moda e l’arte di Ferré. All’interno dell’archivio digitale sono presenti fotografie, comunicati stampa, lezioni, disegni, riviste, appunti, bozzetti del fondatore della maison milanese. Come riportato all’interno del sito internet della fondazione, l’archivio gode di 65.000 documenti. Grazie a tale strumento, il pubblico può scoprire la storia di questa grande maison italiana e può conoscere il percorso stilistico e professionale dell’architetto della moda italiana. Il patrimonio culturale e storico presente in archivio ha consentito la realizzazione di mostre, la pubblicazione di libri, l’organizzazione di eventi e di convegni sul lavoro e sulla storia della

maison Ferré. Tra le mostre ideate dalla fondazione grazie all’archivio della maison c’è “La

camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”, presso il Museo del Tessuto di Prato nel 2014. Il percorso espositivo è un viaggio itinerante che mette in luce il percorso e la carriera di Gianfranco Ferré attraverso il suo capo icona.84 Dopo il successo raggiunto nel 2015 l’esposizione viene riproposta presso la Sala della Cariatidi a Palazzo Reale a Milano.

84 Cfr. La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré, catalogo a cura della Fondazione Gianfranco Ferré e

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Inoltre l’istituzione in esame ha intrapreso negli anni una proficua rete di rapporti con le università e con gli istituti di Milano che si occupano di educare e avviare i giovani del settore. Infatti uno strumento importante sono le borse di studio che formano i nuovi talenti, per i quali è a disposizione, oltre all’archivio digitale, un archivio vestimentario che contiene tutte le collezioni Gianfranco Ferré dalla nascita della maison. Tra le iniziative più recenti ospitate all’interno della Fondazione Gianfranco Ferré e che coinvolge alcuni artisti italiani e internazionali, come Michelangelo Pistoletto, Lucy Orta e Claudia Losi, c’è Out of Fashion.85 Questo corso, organizzato da Connecting Cultures, propone di studiare e approfondire il concetto di una moda etica e sostenibile. Significative sono le parole pronunciate dalla Direttrice della Fondazione Ferré in merito a questo progetto promosso dalla Connecting Culteres. La direttrice, Rita Airaghi86, spiega come la sfida del Master Out of Fashion sia un percorso in linea con gli obiettivi della fondazione Ferré. Inoltre la direttrice sottolinea l’importanza di questa iniziativa, che permette di fare moda in maniera innovativa e aperta rispecchiando la valenza estetica e stilistica di Gianfranco Ferré. Infine Airaghi rivela come dall’archivio digitale dell’ente sia emerso il cammino parallelo della storia creativa di Ferré e la sua curiosità per l’arte, in particolar modo negli ultimi anni per quella contemporanea.87

Le attività della Fondazione Gianfranco Ferré sono orientate in particolar modo alla conservazione e alla valorizzazione della storia del marchio, che diventa così un patrimonio storico da trasmettere ai giovani che si formano attraverso l’eredità storica e culturale lasciata da Ferré. Con gli strumenti che la fondazione ha costituito nel tempo è possibile indagare sull’estetica e sull’arte sartoriale di uno dei più grandi personaggi della moda italiana e internazionale.

Emilio Pucci di Barsento nasce nel 1914 a Napoli da una nobile famiglia di origini fiorentine. Fin da giovane intraprende la carriera nello sci, sport che lo porta fino in

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Cfr. H. Marsala, Out of Fashion, quando la moda è sostenibile. Connecting Cultures e Fondazione Ferré: a

Milano un corso di formazione, puntando su etica e ricerca, in “Artribune”, 3 agosto 2014.