Il Museo Salvatore Ferragamo
4. Il museo aziendale e l’associazione Museimpresa
L’istituzione museale appartiene al macrosettore dell’industria culturale, la quale è composta dall’insieme delle aziende e dei singoli soggetti che producono beni e servizi definiti culturali. Il percorso di produzione si sviluppa con il coinvolgimento degli individui e delle diverse aziende produttrici di beni e servizi utili all’iter produttivo. I prodotti finali sono destinati agli utenti che, come riportato in Economia e management delle produzioni
culturali, esplicitano: “una domanda di acculturazione, spesso parzialmente
inconsapevole, talvolta soddisfatta anche nelle forme e nella sostanza dell’entertainment.”213
Per capire la struttura di un istituto museale possiamo servirci di un modello denominato “Diamante Culturale” (Griswold) che evidenzia la rete di rapporti che interessano un museo e i soggetti coinvolti. I principali attori che definiscono il modello in esame sono: i creatori, vale a dire i soggetti che hanno creato un qualcosa che può definirsi opera d’arte; i fruitori, ossia il pubblico dell’organizzazione e del prodotto museale, i visitatori, i turisti, gli addetti ai lavori, i consumatori di tale prodotto; l’ambiente naturale e sociale in cui opera ed è inserita l’istituzione; il prodotto culturale finale, cioè la sintesi dell’insieme di risorse artistiche, culturale e manageriali che hanno interagito per la formazione di tale prodotto. Questi quattro attori sono legati e governati dall’istituzione museale. Il modello in esame sottolinea le relazioni principali che interessano l’azienda museo e evidenzia tre diversi processi che animano un museo: la fase di produzione, quella di distribuzione e infine la fase del consumo.214
Accanto alla conservazione e alla tutela del materiale in esso contenuto, è sempre più forte la necessità di rispettare e di rispondere a funzioni di carattere organizzativo e gestionale che permettono di far funzionare al meglio una moderna istituzione culturale
213 Economia e management delle aziende di produzione culturale, a cura di G. Brunetti e M. Rispoli,
Bologna 2009, pp. 17-18.
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nel rispetto del principio di economicità215. Tra le finalità principali di un museo ci sono oggi, più che mai, fini economici e scopi di carattere morale, sociale e culturale rispetto ai soggetti che fruiscono e partecipano alle attività e all’esperienza museale. Dall’osservazione dei caratteri insiti di un museo si possono determinare tre peculiarità del prodotto finale erogato da questa categoria di organizzazione culturale: si tratta di un “prodotto di merito” che risponde alle necessità di un pubblico, rappresenta un “prodotto esperienziale” che sviluppa e consente la conoscenza del tipo di prodotto a coloro che vogliono fruire e sperimentare questo, e infine si delinea come un “prodotto multi obiettivo” nel quale sono utilizzate risorse di carattere culturale, politico ed economico.216 L’istituto museale configurato come azienda crea valore ed è fondamentale valutare ed analizzare tutte le funzioni che generano e producono tale qualità. Uno dei principali sistemi per misurare ciò è la “Catena del Valore”, che evidenza le differenti attività classificandole in primarie e di supporto. Le prime creano il prodotto finale mentre le attività di supporto incrementano l’efficienza e l’efficacia delle attività principali.217 Il museo aziendale deve trovare un metodo vincente per raggiungere i propri obiettivi, valorizzando le risorse impiegate e creando dei prodotti che rispondono alle esigenze del vasto pubblico. Per l’istituto in esame è necessario costruire un piano di lavoro nel quale individuare il campo di attività, i target di fruitori, il prodotto culturale finale che si vuole fornire, l’impiego efficiente delle risorse dall’organizzazione fino alla comunicazione. Tra le strategie adottabili da un ente museale, e comune anche all’interno delle imprese, c’è l’analisi swot che pone l’attenzione sul rapporto che si determina tra una prospettiva di posizionamento (dove si cerca un ambiente favorevole per arrivare ad un equilibrio interno che consente di mantenere quella posizione) e una prospettiva delle risorse (che valorizza e incrementa le differenti risorse e competenze in campo). Dall’unione di queste due diverse prospettive si origina la cosiddetta analisi swot che ha lo scopo di bilanciare gli scopi delle due strategie. Da un lato le finalità della strategia di posizionamento evidenziano le opportunità e le minacce che arrivano direttamente dall’ambiente esterno. Dall’altro lato la strategia delle risorse ha l’obiettivo di individuare i punti di forza e di debolezza interni al museo. In questo modo l’istituto museale può placare i suoi punti di
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Per principio di economicità si intende la capacità perseguire le finalità istituzionali con un utilizzo razionale delle risorse a disposizione dell’azienda. Cfr. Lezioni di economia aziendale, a cura di E. Santesso, Milano 2010, pp. 217-218.
216 Cfr. Economia e management delle aziende di produzione culturale, a cura di G. Brunetti e M. Rispoli, op.
cit, p. 29.
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debolezza in rapporto con l’ambiente esterno e parallelamente può valorizzare i suoi punti di forza in relazione all’ambiente che lo circonda.218
Per un museo in una logica aziendale è vitale la costruzione di reti con le altre strutture di questa natura. I benefici finali che si riscontrano da tali operazioni sono: l’aumento delle presenze, il consolidamento della cosiddetta “gestione caratteristica”219, un’immediata riconoscibilità dell’ente interessato all’interno del contesto di riferimento, l’incremento degli scambi tra le organizzazioni museali coinvolte, il potenziamento dell’immagine del singolo istituto, la possibilità di rinviare il pubblico da un museo all’altro, l’ideazione di progetti con altre istituzioni museali, l’avvio di riduzioni tariffarie con il biglietto unico per l’ingresso nei musei che fanno parte della rete.220
L’ente museale in genere sollecita il visitatore a ripensare e a riflettere sul percorso e sul prodotto culturale erogato producendo immaterialità. Quest’ultima caratterizza l’esperienza partecipata e coinvolgente al museo, e da un punto di vista economico genera esternalità positive221. Infatti il museo come istituzione culturale accresce il dialogo tra l’ambiente interno (azienda) e esterno (società) promuovendo uno sviluppo sostenibile del territorio in cui è insediato.
Il museo d’impresa esprime ciò che l’azienda rappresenta nel tessuto sociale dove è inserita e si pone come uno strumento in grado di dare riconoscibilità a tale impresa. Oltre ad affascinare per i suoi contenuti il museo aziendale favorisce la fidelizzazione, è un elemento di identificazione, celebra la tradizione della realtà aziendale, conferisce credibilità ad essa, rafforza la sua l’immagine, promuove il brand, valorizza i prodotti erogati. Queste istituzioni comunicano il DNA dell’impresa raccontando ad un pubblico più vasto dai dipendenti agli addetti del settore, dal territorio in cui è nata ai turisti, l’evoluzione, le idee e i prodotti che le contraddistinguono. In questo modo l’azienda viene conosciuta grazie ad un’esperienza culturale differente che punta sull’essenza e sui principi guida del’impresa. Il museo aziendale diviene luogo di memoria ma contemporaneamente di riflessione per il futuro, un laboratorio nel quale prendono vita
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Cfr. Ibidem, p. 138.
219 La gestione caratteristica rappresenta le attività che riflettono l’azienda stessa, e per le quali essa viene
istituita. Cfr. Strumenti di informazione contabile per le aziende minori, a cura di P. Ferrarese, Venezia 2012.
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Cfr. S. Bagdadli, Il museo come azienda. Management e organizzazione al servizio della cultura, Milano 1997.
221 Per esternalità positiva si intende quando si verificano degli effetti positivi dovuti all’azione di un
soggetto sul benessere di un altro soggetto, senza che quest’ultimo paghi un prezzo per tale effetto. Cfr.
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nuovi progetti. Uno spazio vitale in cui l’heritage dell’impresa viene rivissuto e reinterpretato.
Il Museo Salvatore Ferragamo si identifica all’interno di questa categoria come racconta la direttrice Ricci in un articolo di “Artribune”: “Fin dagli inizi del nostro percorso è stato fondamentale far capire all’azienda che l’archivio e il museo hanno le potenzialità per diventare un efficace strumento di comunicazione della capacità produttiva dell’azienda e dei suoi contenuti, e che costituiscono un potente veicolo per la propagazione della sua immagine. In un momento di rarefazione delle risorse economiche, il museo d’impresa esprime la concretezza di quell’impresa, la sua cultura, i suoi valori, che sono i soli elementi che contano se si vuole avere un futuro.”222
Nel 2001 nasce a Milano l’associazione nazionale che riunisce gli archivi e i musei d’impresa. L’associazione chiamata Museimpresa viene ideata da Confindustria e Assolombarda. In particolare il vicepresidente di Assolombarda, Carlo Camerana ha lavorato e contribuito fortemente alla creazione di questo istituto, per giungere alla definitiva costituzione nel 2001. Lo scopo primario per il quale si decide di istituirla è incrementare e attivare le collaborazioni e i confronti tra tutte le imprese che hanno voluto inserire, all’interno del loro piano aziendale di comunicazione, la promozione e valorizzazione della loro storia e del loro prezioso patrimonio aziendale. Il 15 settembre 2001 viene firmato il Manifesto di Intenti che contiene tutti gli obiettivi dell’associazione italiana Museimpresa.
La mission di questa istituzione può essere sintetizzata in alcuni punti principali: far conoscere la storia delle imprese grazie agli archivi e ai musei, valorizzare la tradizione imprenditoriale italiana, promuovere le differenti realtà aziendali presenti in Italia, incrementare le relazioni tra le aziende che investono in percorsi museali e d’archivio, favorire il dialogo all’interno del sistema museale (tra le imprese, la collettività, e le istituzioni culturali), incentivare nuove iniziative per lo studio e la ricerca nel settore museale e archivistico delle imprese, stimolare nuove sinergie tra aziende e sistema d’archivio nazionale e internazionale per collaborazioni più frequenti, coinvolgere attivamente le istituzioni pubbliche nazionali e internazionale per evitare la perdita del patrimonio storico e culturale di un’azienda.
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S. Nastro, Presente e futuro dei musei d’impresa, vol.I, in “Artribune”, 18 aprile 2014. www.artribune.com (consultazione 01/07/2016).
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Le imprese coinvolte nel progetto, e appartenenti all’associazione, si raccontano alla collettività attraverso il materiale e la documentazione conservata negli anni, grazie ai prodotti, agli oggetti, ai macchinari che hanno disegnato la loro storia e il loro percorso, che ora fanno parte dell’archivio e del museo dell’impresa. I soggetti interessati all’associazione definiscono il sistema della produzione italiana valorizzando tutti gli aspetti da quello ideativo e progettuale fino all’aspetto culturale ricoperto dall’azienda. Tra i vantaggi che l’associazione garantisce ci sono: una comunicazione costante all’interno di una rete di aziende che condividono gli stessi valori e intenti di valorizzazione, il confronto tra le diverse esperienze delle imprese su questo tema e sul progetto di un archivio e di un museo, la maggior visibilità e notorietà dei soggetti coinvolti nell’associazione a livello nazionale e internazionale, la costruzione di nuove relazioni con gli attori pubblici e gli istituti culturali, l’ideazione di attività che permettono lo scambio di competenze nel settore museale e d’archivio, il coinvolgimento dell’impresa nella Settimana della Cultura D’Impresa. Possono aderire all’associazione Museimpresa persone fisiche, fondazioni, associazioni, enti, istituzioni, musei aziendali, archivi d’impresa, musei civici, accademie e istituzioni pubbliche che si riconoscono negli intenti e nella mission dell’associazione. Gli associati hanno il compito di rispettare lo statuto, versare una quota stabilita, e contribuire allo sviluppo di questa realtà.
I musei e gli archivi d’impresa traducono l’attività economica, produttiva, organizzativa di un’impresa evidenziando il tessuto culturale che la governa, e sottolineando il legame che l’azienda costruito con il territorio circostante. Attraverso gli strumenti di cui dispone un museo e un archivio, le imprese investono per raccontare alla collettività il loro percorso e il loro heritage. I settori in cui operano le imprese dell’associazione sono: la moda, il design, i motori, l’economia, la ricerca, il cibo. Tra queste categorie spicca il settore moda che vede tra gli associati le seguenti realtà: il Museo Salvatore Ferragamo, il Museo del Gioiello, la Fondazione Fila Museaum, l’Archivio Aziendale Rubelli, il Museo della Calzatura Villa Foscarini Rossi, Casazegna.
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