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Capitolo II CENTRAL BANK DIGITAL CURRENCY

2.1 Definizione

2.3.2 Caso 2: CBDC simili al denaro

In questo scenario si ipotizza una moneta elettronica che rispecchia completamente il denaro e le sue caratteristiche40. Le CBDC in questo caso possono essere detenute da

chiunque e la verifica effettuata in sede di transazione non riguarda le credenziali dei soggetti ma la validità della moneta scambiata41. Le CBDC, proprio come la detenzione

di denaro fisico, non comportano il pagamento o il fruttare di interessi. Altro aspetto fondamentale è la possibilità per gli utenti di scambiarsi tra loro la moneta senza dover ricorrere all’aiuto di intermediari.

Definendo questa parità tra CBDC e la moneta, si può supporre che questa moneta elettronica rispecchi anche i tre ruoli ricoperti da quella fisica: oggetto di scambio, unità di conto e riserva di valore. Conseguentemente, la CBDC sarà valutata mediante un confronto con il denaro, i depositi bancari e le altre valute.

Grazie alla parità tra la vecchia e la nuova forma di moneta, studiando la casistica del suo utilizzo come unità di conto, si possono definire molte somiglianze tra le due; l’unica differenza degna di nota è la possibilità per la moneta elettronica di essere divisa infinite volte, proprio come nel caso dei bitcoin.

Nel caso delle valute emesse da privati o in termini di valute straniere, la situazione rimarrebbe la medesima, in quanto i rischi legati alle fluttuazioni di valore o di cambio resterebbero invariati.

Maggiori considerazioni vanno fatte se si considera il ruolo di mezzo di scambio: un sistema di questo genere rischia di essere un sostituto imperfetto della moneta attualmente

40 Si ipotizza che ci sia parità 1:1 tra moneta fisica e CBDC.

utilizzata in quanto comporterebbe dei nuovi ostacoli nell’utilizzo. Attualmente è sufficiente avere la disponibilità fisica del contante per poterlo spendere, possibilità che andrebbe a svanire se si considerasse una moneta del tutto dematerializzata. Inoltre, esistono limiti a livello infrastrutturale e tecnologico che renderebbero questa moneta meno agilmente usufruibile, senza considerare il problema legato alla mentalità degli utilizzatori, soprattutto per la fascia più anziana di essi.

Altro punto a sfavore è legato all’anonimato della CBDC: dal momento che questa moneta è di tipo token-based, i possessori non verrebbero identificati, permettendo che questa possa essere spesa per usi illeciti, come già è possibile.

L’utilizzo di questa moneta per i depositi, come si è studiato nel caso precedente, dovrebbe essere accompagnato dall’offerta di servizi aggiuntivi per aumentarne il valore percepito; questo è possibile solo mediante la cooperazione tra il sistema bancario e quello degli operatori che offrono servizi di pagamento. A questi ultimi soggetti, se non inclusi dalle banche, è offerta la possibilità di guadagnare una grande quota del mercato, in quanto sono soprattutto questi ad avere le capacità per sostituire i depositi offrendo prodotti migliori.

L’ingresso di altri soggetti nel sistema fa sorgere una domanda: a che regolamentazione saranno sottoposti questi nuovi competitors? È necessario creare un apparato normativo che stabilisca dei limiti operativi in capo a questi: il rischio principale è che essi vadano a svolgere in toto l’attività bancaria trasgredendo alle norme applicate agli istituti di credito, comportando un’ulteriore perdita per le banche commerciali.

Una delle migliorie che dovrebbero avere i depositi è sicuramente dalla prospettiva della sicurezza: l’anonimato non permetterebbe di rintracciare i soldi ottenuti mediante un eventuale accesso illecito al deposito e il conseguente furto, rischiando che per i depositanti ci sia un danno che attualmente non è previsto.

Secondo Broadbent, “se le CBDC vanno solamente a sostituire il denaro […],

probabilmente le persone continueranno a tenere i propri soldi solo presso le banche commerciali”42. I risultati di uno schema articolato in questo modo sono difficili da

delineare: l’uso del contante continuerà ad essere prediletto nelle società in cui la cultura

42 “If all a CBDC did was to substitute for cash – if it bore no interest and came without any of

digitale è ancora bassa, ma per quelle in cui i pagamenti in contanti sono in costante diminuzione da anni il risultato è opposto. Per i depositi, invece, si suppone che continuerà ad essere prediletta la forma tradizionale.

Per gli utilizzatori, i vantaggi sono sicuramente maggiori rispetto ai costi. Essendo questa forma di CBDC la rappresentazione digitale della moneta fisica, il suo valore non è soggetto a fluttuazioni, quindi a volatilità, come succede invece con le altre criptovalute. Ulteriore parallelo con queste è la velocità delle transazioni: l’utilizzo di un libro mastro distribuito e l’implementazione di un sistema simile alla blockchain renderebbe tutte le operazioni più celeri, diminuendo conseguentemente i costi del sistema.

Per gli utenti, quindi, i costi di questa struttura sarebbero sicuramente superati dai benefici totali. Una delle possibilità più interessanti è rappresentata dall’eventualmente maggiore inclusione finanziaria offerta da questa moneta elettronica: gli abitanti delle zone prive di banche commerciali sarebbero in grado di entrare in possesso di questa moneta emessa direttamente dalla banca centrale dello Stato (Barrdear & Kumhof, 2016).

Il passaggio dalla moneta fisica a quella elettronica comporterebbe dei costi per il sistema. Il primo tra tutti è quello di sostituzione: oltre alle spese legate alla creazione e alla messa in uso di questa nuova moneta elettronica43, è necessario considerare anche il costo che

subirebbe il sistema bancario generale soprattutto a livello di depositi. L’utilizzo di due forme alternative di moneta comporterebbe la diminuzione di quella attualmente in vigore, causando una diminuzione anche della base monetaria a disposizione delle banche commerciali in seguito alla diminuzione dei depositi.

Un secondo costo è legato alla protezione, la quale richiederebbe un aggiornamento pressoché continuo: servendosi della rete, questo sistema potrebbe essere soggetto ad attacchi informatici da parte di hacker, mettendo a repentaglio i risparmi dei consumatori e la sicurezza dei loro dati sensibili. È richiesto quindi il continuo ammodernamento delle linee di protezione.

43 Le banche centrali dovranno sviluppare di pari passo la moneta, il sistema di distribuzione, di

utilizzo e di deposito. Questi comprendono una serie di problemi legati alla sicurezza di queste monete e, se gestiti malamente, rischiano di far collassare il sistema. I soggetti interessati in questo sistema dovranno essere istruiti e dovranno essere fornite loro le competenze necessarie.

Le possibilità offerte da questo sistema sono molte, sia per i consumatori che per le autorità centrali. Nei Paesi emergenti è possibile servirsi di questa nuova moneta per ottenere una maggiore inclusione finanziaria e un controllo più elevato sulle transazioni che vengono registrate nel libro mastro. In periodi segnati da un’elevata inflazione, l’utilizzo di questa valuta andrebbe ad assopire la carenza di liquidità nel sistema, favorendo quindi una diminuzione dei costi generali.

Gli svantaggi principali sarebbero in capo alle banche. L’ingresso di fornitori alternativi di servizi di pagamento potrebbe comportare una diminuzione nel carico di lavoro in capo alle banche commerciali, le quali si vedrebbero private di una fetta considerevole di mercato. Esse subirebbero un danno anche a livello di credito: la possibile sostituzione di parte del denaro con CBDC causerebbe una diminuzione dei depositi gestiti, quindi una riduzione della liquidità a disposizione. Questo effetto collaterale è spiegato dalla disponibilità dei consumatori di una più vasta gamma di strumenti per l’allocazione e la detenzione del denaro, i quali non sono necessariamente gestiti dagli istituti bancari. L’affiancamento delle CBDC alla moneta fisica comporterebbe la maggiore volatilità dei depositi, quindi il complicarsi della gestione delle attività e delle passività da parte delle banche.