5 CASI CLINICI
5.10 CASO CLINICO 10: SYRA
Syra, femmina di razza Dobermann di 3 anni, è un cane sportivo.
Vive in compagnia di altri cani prevalen-temente all’aperto, in un giardino recintato all’interno del quale esegue sessioni di corsa e salti di altezza variabile. È inoltre abituata ad arrampicarsi su di un cancello che funge da recinzione, provocandosi spesso lesioni durante la fase di atterrag-gio. Il soggetto ha un temperamento molto vivace.
L’anamnesi remota riporta un episodio di zoppia di IV grado a livello dell’arto posteriore destro, avvenuto a fine luglio 2011 e trattato inizialmente tramite terapia farmacologica antinfiammatoria, sen-za ottenere alcun miglioramento della sintomatologia. Un’ulteriore visita clinica specialistica permette di diagnosticare una lesione di II grado del tendine d’Achille, trattata chirurgicamente per mezzo di un fissatore esterno, rimosso a metà settembre 2011. In seguito a tale intervento, il soggetto riprende progressi-vamente l’attività fisica quotidiana.
A distanza di tre mesi circa, la paziente manifesta episodi di zoppia a carico dell’arto posteriore sinistro. Per questa ragione, tre giorni dopo l’esordio della sintomatologia, il cane viene condotto a visita clinica. Si evidenzia una zoppia di grado IV accompagnata da sintomi algici alla palpazione del tendine calcaneale comune, a livello d’inserzione distale sulla tuberosità calcaneale. La postura del soggetto è caratterizzata da iperflessione del tarso (v. ill. 60). Viene eseguito un esame radiografico con risultato negativo ed i reperti clinici indirizzano la dia-gnosi verso una distrazione del tendine d’Achille.
Illustrazione 60: Sira, paziente affetto da lesione al tendine calcaneale comune.
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Syra viene quindi condotta a visita fisiatrica: la paziente tende a scaricare l’arto posteriore sinistro durante la stazione e presenta zoppia di IV grado al trotto e III grado al passo, di tipo continuo, cronico e progressivo. La massa muscolare del treno posteriore risulta ipomiotrofica bilateralmente, in particolare a carico dei muscoli gastrocnemio e tibiale craniale dell’arto sinistro, che sono marcatamente diminuiti di tono e trofismo, mentre quelli dell’arto destro lo sono solo modera-tamente. Si evidenzia tumefazione a livello di giunzione muscolotendinea del tendine d’Achille ed il soggetto manifesta sintomi algici alla palpazione di tale distretto anatomico. Si conferma quindi la diagnosi ottenuta dalla precedente vi-sita clinica.
Viene tempestivamente impostato un protocollo riabilitativo, per il quale viene indicato il riposo assoluto dell’animale.
Il programma fisioterapico prevede inizialmente sei sedute di Tecarterapia effet-tuate nell’arco di tempo di due settimane. Tali sedute includono 7 minuti di Te-carterapia in modalità capacitiva ad intensità medio-alta (27%) eseguita a livello di linfonodo inguinale e 25 minuti di Tecarterapia in modalità capacitiva ad in-tensità bassa (9-12%), effettuata tramite un massaggio in senso disto-prossimale sull’intera lunghezza del muscolo gastrocnemio fino al raggiungimento della re-gione della coscia. Le sedute vengono modificate solo in seguito alla riduzione del quadro infiammatorio, al miglioramento della tumefazione dell’arto e alla diminuzione della sintomatologia algica. Ciò avviene a partire dalla terza setti-mana di trattamento, momento in cui vengono impostate altre otto ulteriori sedu-te, da effettuare due volte a settimana fino alla quarta settimana di trattamento e singolarmente per la quinta, sesta e settima. L’ultima seduta avviene a distanza di dieci giorni dalla precedente. Le impostazioni di queste sedute di Tecarterapia prevedono 15 minuti in modalità capacitiva ad intensità media (19%) seguiti da altri 15 minuti in modalità resistiva.
A partire dalla sesta settimana di trattamento vengono inseriti nel programma ri-abilitativo esercizi terapeutici da eseguire in ambiente domestico, volti a stimola-re il progstimola-ressivo carico di peso sull’arto coinvolto da lesione. Tali esercizi
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prendono: passeggiate al guinzaglio a velocità moderata e durata gradualmente crescente, percorsi su dislivelli in salita e discesa con inclinazione moderata e di breve durata ed infine attività libera in giardino all’interno di una zona confinata e priva di accesso al cancello su cui il cane si arrampica.
La paziente recupera la funzionalità dell’arto, ma a distanza di tre mesi riporta una nuova lesione a carico del medesimo. All’esame dell’andatura il soggetto manifesta sempre una zoppia di III-IV grado accompagnata questa volta da un at-teggiamento lievemente plantigrado e di iperflessione delle dita. Alla visita clini-ca si evidenzia la presenza di sintomatologia algiclini-ca all’estensione delle dita ed al-la palpazione del tendine d’Achille a livello di inserzione distale.
Viene quindi impostato un trattamento riabilitativo della durata complessiva di quindici sedute, effettuate nell’arco di tempo di otto settimane: la loro cadenza è stata di tre per le prime due settimane, di due per le seguenti tre settimane e di una per le ultime tre settimane.
Il protocollo include sedute di Tecarterapia con durata delle sessione ed imposta-zioni analoghe al trattamento effettuato per la lesione precedente. In aggiunta a queste, vengono effettuate sedute di laserterapia a 18 Mhz. Le aree interessate da tale terapia sono la porzione dorsale del piede, trattata con laserterapia a freddo, e la porzione flessoria del piede, trattata con laserterapia a caldo.
I sintomi di Syra vengono risolti completamente tramite la terapia riabilitativa ef-fettuata. Tuttavia la paziente riporta una nuova lesione a distanza di quattro mesi dal termine del trattamento fisioterapico.
Viene quindi riconsiderata la diagnosi attraverso un’ulteriore visita clinica, dalla quale emerge il sospetto che la paziente sia affetto da Patologia di Sever, condi-zione ereditaria che altera l’integrità delle strutture tendinee a livello di tuberosità calcaneale. Per il trattamento di tale patologia si consiglia la risoluzione chirurgi-ca.
Si può quindi ipotizzare che i successi ottenuti solo in forma temporanea dal pro-gramma riabilitativo siano dovuti alla presenza di tale condizione patologica.
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