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5 CASI CLINICI

5.3 CASO CLINICO 3: FALKO

Falko, meticcio maschio di 5 anni, di proprietà del Nucleo Carabinieri Cinofili, è un cane antidroga.

Svolge quotidianamente un’intensa attività fisica sia durante gli allenamenti che du-rante le operazioni lavorative (v. ill. 56). L’animale vive prevalentemente nel rico-vero a lui adibito, dove spesso esegue salti sulla rete di recinzione.

All’anamnesi recente viene riportata l’insorgenza di una zoppia di III grado a carico dell’arto anteriore sinistro, di tipo continuo, non progressivo, evidente sia al passo che al trotto ed insorta in seguito al salto di una recinzione, nella quale il sog-getto è rimasto incastrato.

L’esame radiografico del carpo ha evidenziato una leggera modificazione dei margini craniali delle ossa carpiche con presenza di un piccolo frammento nella parte craniale extracapsulare dell’articolazione stessa. La diagnosi è stata quindi di frattura a carico dell’osso radiale sinistro, accompagnata da distrazione dell’apparato legamentoso.

Per il trattamento di tali lesioni è stato indicato il riposo dall’attività ed è stato u-tilizzato un bendaggio rigido mantenuto per un periodo di due settimane. In asso-ciazione a ciò, è stata prescritta una terapia antinfiammatoria a base di carprofene somministrata con posologia di 3 mg/kg/SID per i primi sette giorni e di 2 mg/kg/SID per un’ulteriore settimana.

A distanza di due settimane dalla rimozione del bendaggio, il paziente viene con-dotto a visita fisiatrica. Alla visita clinica appare evidente un quadro di zoppia di

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III grado al passo ed al trotto a carico dell’arto anteriore sinistro. Il soggetto ten-de inoltre a scaricare il peso dallo stesso arto, quando si trova in stazione. Duran-te l’esecuzione dei movimenti passivi, si evidenzia un quadro di ectasia dei fondi ciechi articolari ed una diminuzione dell’escursione articolare, soprattutto in fles-sione (ROM 82°-180°), accompagnata da sintomi manifesti di algia. La muscola-tura è generalmente mantenuta.

Il quadro clinico richiede un protocollo fisioterapico volto a ridurre dolore ed ec-tasia a carico dell’articolazione del carpo, a mantenere o migliorare il range di movimento dell’articolazione stessa e a sviluppare la massa muscolare in modo tale da diminuire l’impatto articolare nel momento del carico.

A tale proposito viene impostato un protocollo riabilitativo della durata di nove settimane per un totale di tredici sedute fisioterapiche. Per i primi sette giorni vengono eseguite tre sedute a giorni alterni, che vengono ridotte a due per le suc-cessive tre settimane. Il numero di sedute diminuisce ulteriormente ad uno per le seguenti tre settimane, seguite da un ultimo controllo a distanza di quindici gior-ni. Per la durata dell’intero programma viene indicato il riposo dall’attività. All’interno del protocollo riabilitativo vengono inserite sessioni di TENS, Tecar-terapia ed ultrasuonoTecar-terapia, affiancate dallo svolgimento di esercizi attivi, prima assistiti e poi controllati.

Le sedute di TENS, della durata di 20 minuti, sono mirate all’articolazione del carpo e sono volte al controllo del dolore. Vengono impostate a frequenze di 50-150 Hz per 2-50 microsecondi ad intensità basse per apportare analgesia imme-diata e di breve durata.

La Tecarterapia a livelli energetici medi e bassi si associa alla TENS nel control-lo del docontrol-lore e viene sfruttata, per via delle sue proprietà antinfiammatorie ed an-tiedemigene, al fine di ridurre l’ectasia dei fondi ciechi articolari. Le sedute ven-gono suddivise in due fasi, la prima delle quali prevede sessioni di 10 minuti in modalità capacitiva, volte a preparare i tessuti elasticizzandoli e rilassandoli, ed è seguita da 15 minuti di Tecarterapia in modalità resistiva, nei quali vengono

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temporaneamente eseguiti esercizi passivi di stretching in flessione per mantene-re o aumentamantene-re l’escursione articolamantene-re del carpo.

Al fine di contenere e ridurre il quadro in-fiammatorio, vengono effettuate sedute di quattro minuti di ultrasuonoterapia, impo-state in modalità pulsata a frequenze di 3 Mhz, ad intensità basse (< 0.50 W/ cm²) e con Duty Cycle del 50%.

In aggiunta a ciò, gli esercizi attivi assi-stiti su cuscino propriocettivo vengono eseguiti fin dall’inizio della terapia per stimolare il carico dell’arto.

A partire dalla quinta seduta, non appena controllato il dolore, il programma viene implementato per mezzo di esercizi attivi controllati svolti in acqua e mirati al

po-tenziamento delle masse muscolari. Tali attività consistono in sessioni di nuoto e di camminata su underwater treadmill e variano la loro durata in base ai progressi ottenuti dal paziente, motivo per cui diventano progressivamente più intense con il passare delle settimane.

Alla settima settimana di trattamento Falko presenta una zoppia analoga a carico dell’arto controlaterale, insorta in seguito al salto della recinzione avvenuto acci-dentalmente durante un temporale nel periodo di astensione dall’attività fisica. L’esame radiografico è negativo e l’escursione articolare risulta mantenuta anche se il paziente manifesta algia alla flesso-estensione. La sintomatologia si presenta comunque in forma lieve, con sospetto di distrazione a carico dell’apparato le-gamentoso.

Il protocollo viene quindi prolungato per altre sei sedute effettuate con cadenza settimanale, includendo sessioni di Tecarterapia e laserterapia. La Tecarterapia mantiene le stesse impostazioni del trattamento precedente, mentre la laserterapia

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viene eseguita a 18 MHz, in scansione, per 10 minuti a livello del carpo destro. L’attività in acqua viene sospesa per tre settimane e ripresa quindi, con le mede-sime impostazioni precedenti, rivolgendola al trattamento della nuova lesione. L’attività fisica è stata nuovamente ripresa in maniera graduale a partire dalla quarta seduta.

Il paziente è quindi ritornato alla normale attività lavorativa e la recinzione del box è stata modificata, in modo da evitare il rischio di nuove lesioni.

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5.4 CASO CLINICO 4: VICKY

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