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8. Dalla mappatura dei progetti alla definizione dei casi di studio

8.2. Caso di studio 2 – “Ospitare l’Infanzia” (Milano)

Periodo della rilevazione Gennaio 2009 – giugno

2009

Numero delle interviste effettuate 3

Incontri documentati dal diario di bordo 3

L’impegno nella scolarizzazione dei rom dell’associazione cattolica Casa della Carità420 è iniziato nel giugno 2005, quando vengono sgomberati una settantina di rom dal campo di via Capo Rizzuto a Milano, che vengono dunque ospitati nei locali della Casa della Carità. Il progetto di scolarizzazione e inserimento scolastico denominato

420 La Casa della carità è una fondazione che persegue finalità sociali e culturali. La

struttura dove hanno sede la maggior parte delle nostre attività è vissuta come una vera e propria Casa: le persone che accogliamo sono ospiti con cui instauriamo una relazione. L'ospitalità che offriamo alle persone in difficoltà è gratuita e, in gran parte, non convenzionata con gli enti pubblici. L'obiettivo è aiutare i nostri ospiti a riconquistare l'autonomia. Ci prendiamo cura dei loro bisogni e li assistiamo sul piano sanitario e della tutela dei diritti. Li aiutiamo a trovare un lavoro e una casa. La fondazione promuove e realizza iniziative culturali e formative. Per un approfondimento si veda la scheda posta in allegato alla presente ricerca.

“Ospitare l’infanzia”, ha preso nel 2006 le mosse senza alcun tipo di finanziamento pubblico. Autofinanziatosi per la fase di avvio ha poi ricevuto i fondi necessari dal Ministero della Pubblica Istruzione (relativamente ai 2 anni successivi) che ha scelto “Ospitare l’infanzia” come iniziativa-pilota e innovativa per l’educazione dei bambini rom nel territorio milanese. Il territorio in cui si sviluppa il progetto è quello metropolitano di Milano. Obiettivo del progetto è quello di accompagnare i rom romeni e rom Harvata, che risiedono nel campo di Via Idro lungo un percorso capace di garantire loro l’integrazione scolastica e promuovere la cultura rom.

Spiega Donatella De Vito, una delle operatrici del progetto:

“LA NOSTRA STRATEGIA DI INTERVENTO S’INCENTRÒ SOPRATTUTTO SULLE TEMATICHE LEGATE ALL’INFANZIA, LA

FANCIULLEZZA E L’ADOLESCENZA. A PARTIRE DAL 2006 ABBIAMO SEGUITO I RAGAZZI NEI RISPETTIVI PERCORSI DI INSERIMENTO SCOLASTICO, OTTENENDO – LO DICIAMO SENZA FALSA MODESTIA – RISULTATI DI UN CERTO RILIEVO. DI 34 MINORI: SEI DI LORO HANNO FREQUENTATO LA SCUOLA PER L’INFANZIA, DIECI LE ELEMENTARI, NOVE LE MEDIE E SEI IL CTP (MODULO FORMATIVO DI 150 ORE PER ADOLESCENTI)”421.

Le problematiche incontrate e alle quali il progetto ha tentato di dare una risposta, tratte dalle conversazioni effettuate con Don Massimo Mapelli, uno dei responsabili della Casa della Carità, sono:

• Coinvolgimento delle famiglie nelle attività scolastiche ed extra-scolastiche; • Accoglienza abitativa dei minori e delle famiglie;

• Superare la problematica relativa all’assenza di una scolarizzazione pregressa; • Italiano L2 – problema linguistico;

• Gravi problemi di socializzazione con il mondo gagé; • Analfabetismo, a volte totale, delle famiglie;

• Problema abitativo dovuto ai continui sgomberi.

Il progetto ha visto la creazione di laboratori ludico-creativi aperti a tutti e l’inserimento di 25 bambini nelle scuole primarie e secondarie. I bambini sono inseriti nelle classi corrispondenti alla loro età anagrafica. Alcuni di loro non hanno scolarità pregressa e quindi è necessario prevedere un supporto che integri le necessità didattiche di prima alfabetizzazione con i bisogni di mediazione e facilitazione

linguistica e culturale. Gli insegnanti hanno il compito di elaborare per ogni alunno un programma di apprendimento personalizzato, che viene seguito e supportato, in classe o all’esterno della classe, da un operatore che ha il compito di affiancare il bambino nell’apprendimento. Per far fronte a questa necessità, la Casa della Carità offre alle scuole la possibilità di usufruire, per alcune ore settimanali, degli educatori incaricati di seguire i bambini e gli adolescenti.

L’intervento extra-scolastico è articolato in varie iniziative: il progetto “Dopo la scuola” è uno spazio pensato per i bambini e per gli adolescenti, dove è possibile non solo fare i compiti con l’aiuto di un educatore ma anche sviluppare, attraverso il gioco e alcuni laboratori, diverse abilità e capacità. E’ un luogo dove la necessità di approfondire le materie trattate a scuola si incontra con l’esigenza di giocare, sperimentare, relazionarsi con gli altri. Per i bambini iscritti alla scuola elementare, e che hanno dunque la necessità di esercitarsi nella lettura è stato pensato “L’angolo della lettura”, uno spazio circondato da cuscini e da una piccola biblioteca, dove poter leggere e prendere in prestito i libri. Con cadenza bisettimanale viene organizzato “il tempo del racconto”, attività che promuove l’espressività dei bambini, la loro capacità di comunicare in italiano attraverso la raccolta di scritti o disegni che possano raccontare storie e racconti della loro tradizione. Settimanalmente vengono organizzati dei laboratori “Ricreativi”, alcuni tenuti da specialisti del settore, realizzati per dare la possibilità ai bambini di sperimentare la pittura, il disegno, i colori.

Nonostante gli ottimi risultati ottenuti, “Ospitare l’infanzia” ha rischiato di non venire riproposto per l’anno scolastico 2008-2009 a causa della mancanza di fondi disponibili. La sovvenzione statale è terminata con l’anno scolastico 2007-2008. La somma, circa 30 mila euro all’anno, serviva per coprire i costi dei sei operatori coinvolti quotidianamente nel sostegno dei bambini nelle classi e nelle attività di doposcuola. Questo a fronte di un numero di alunni coinvolti in costante crescita, anche perché, oltre ai minori del campo rom di via Idro, sono stati inseriti nel progetto anche quelli delle famiglie accolte dalla Casa della Carità a seguito degli sgomberi dei campi di via Ripamonti (novembre 2006) e di via San Dionigi (settembre 2007). Nel progetto sono rientrate anche le attività formative e di qualificazione professionale svolte con gli adolescenti. Quattro ragazzi rom lavorano regolarmente dopo che sono stati seguiti nei corsi per conseguire la licenza media e in quelli di avviamento al lavoro.

Afferma in proposito, con un velo di amarezza, Licia Brunello, responsabile del progetto:

“LA CASA DELLA CARITÀ - HA PRESENTATO UNA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO AL COMUNE DI MILANO PER L’ANNO SCOLASTICO APPENA INIZIATO. QUALORA QUESTO NON DOVESSE ARRIVARE IL PROGETTO SI FARÀ LO STESSO ATTINGENDO ALLE RISORSE DELLA FONDAZIONE, MA IN MISURA MOLTO RIDOTTA. SCEGLIEREMO I BAMBINI PIÙ IN DIFFICOLTÀ E PIÙ IN RITARDO E PRIVILEGEREMO COLORO CHE DOVRANNO SOSTENERE GLI ESAMI DI TERZA MEDIA. NUMERI PICCOLI RISPETTO ALL’UTENZA CHE ABBIAMO. È UN PECCATO CONSTATARE COME INVECE DI IMPLEMENTARE I FONDI PER AIUTARE I BAMBINI STRANIERI A INTEGRARSI NELLE SCUOLE, SI VADA NELLA DIREZIONE OPPOSTA”422.