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Caso studio: CF del bacino Susqueda

3. Carbon Footprint

3.5. CF degli impianti idroelettrici a bacino

3.5.1. Caso studio: CF del bacino Susqueda

Tra il 2002 e il 2003 Endesa ha condotto uno studio sul bilancio annuale di carbonio del bacino di Susqueda. Si tratta di un bacino di media grandezza, eutrofico e con acqua mediamente mineralizzata, situato nel mezzo del fiume Ter e compreso fra i bacini di Sau e Pasteral (Fig. 18).

Fig. 18.Bacino di Susqueda - Impianto Idroelettrico.

Tale studio, basato su un modello “a scatola nera” (de caja negra) ha previsto la misurazione o la stima dei flussi di carbonio in entrata e in uscita dal bacino, partendo dall’ipotesi che la quantità in entrata fosse uguale a quella in uscita più la quantità di C immagazzinata nel sedimento e nella massa d’ acqua del bacino (per aumento del volume durante il periodo di studio).

46 Fig. 18.Bilancio di Carbonio nel bacino di Susqueda nel periodo di studio (309 giorni).

I risultati hanno rivelato una quantità di C accumulato nel sedimento 7 volte superiore rispetto a quella emessa in atmosfera, pur essendo, entrambe le quantità, irrilevanti rispetto alla quantità di C in entrata al bacino. Inoltre, è apparsa trascurabile la quantità di C emesso in atmosfera sotto forma di CO2 (2kt CO2 eq/Twh) (Palau A. and Alonso M., 2008). Tali risultati suggeriscono quindi una netta prevalenza nel bacino della componente autotrofa (organismi vegetali), conferendo allo stesso la caratteristica di “carbon sink”, mediante fissazione della CO2 atmosferica. Questo in linea con studi precedentemente svolti che hanno rilevato la diversa attitudine dei bacini boreali rispetto a quelli tropicali di sequestrare CO2 dall’atmosfera, anziché emetterla.

Ad ogni modo, nel bilancio delle emissioni di gas serra dei bacini, bisogna tener conto delle emissioni prodotte dall’ ecosistema terrestre prima dell’inondazione ed escluderle dal calcolo, di modo tale da ottenere una stima accurata delle emissioni nette del bacino, ossia dipendenti esclusivamente dal nuovo ecosistema.

In generale, le emissioni di gas serra prodotte dai bacini idroelettrici, siano essi situati in regioni boreali o tropicali, risultano di gran lunga trascurabili rispetto alle emissioni dei combustibili fossili delle centrali termoelettriche. Tuttavia, in casi estremi, di grandi bacini tropicali permanentemente anossici, con conseguente produzione di metano, si possono raggiungere livelli di emissioni molto elevati, comparabili a quelli delle centrali termoelettriche (sempre per unità di energia prodotta). Un esempio è rappresentato dal bacino idroelettrico da 40MW di Curnà-Una in Parà, Brasile, che occupa una superficie pari a 72 km2.La quantità di emissioni

47 rilasciata annualmente in atmosfera è 3.6 volte superiore a quella emessa da un impianto termoelettrico per produrre la stessa quantità di energia (Fearnside, P.M. 2005).

Conclusioni

Il presente documento ha messo in luce alcuni tra i maggiori impatti ambientali connessi all’impiego delle tecnologie rinnovabili e ha sottolineato l’impegno costante di Enel Green Power in azioni di prevenzione, mitigazione e off-setting degli stessi. L’applicazione concreta dei principi di sostenibilità e circolarità a ciascuna attività della propria value chain rappresenta un elemento chiave della Politica Ambientale di EGP. Un esempio è rappresentato dalle numerose azioni di mitigazione applicate ai cantieri sostenibili al fine di ridurre i principali impatti ambientali del core business aziendale, riscontrati nella fase di costruzione degli impianti. Quella del cantiere sostenibile è un’iniziativa in corso d’opera, arricchita ogni giorno da soluzioni di sostenibilità innovative, valide alternative da adottare. Tra queste, l’introduzione nei siti di costruzione di impianti fotovoltaici autonomi ausiliari, l’installazione di pannelli solari termici ausiliari per il riscaldamento dell’acqua nel centro sanitario, sistemi di trattamento e riutilizzo di acque reflue in sito, nonché di moduli fotovoltaici e miniwind in grado di fornire energia ad uffici, centro sanitario, spogliatoi, sala attrezzi, ed altri prefabbricati a servizio dei dipendenti del cantiere. Tali soluzioni risultano perfettamente in linea con il macro obiettivo del Gruppo di decarbonizzazione, da raggiungere entro il 2050. A tal proposito, EGP parte dal tool di calcolo della CO2, così come descritto nel paragrafo 3.4., già integrato nella rendicontazione dei dati ambientali e sociali delle attività del cantiere sostenibile. In questo modo è possibile monitorare continuamente l’impatto ambientale connesso alle emissioni e conoscere con esattezza anche la quantità di CO2 evitata, semplicemente comparando la nuova soluzione sostenibile scelta rispetto a quella tradizionalmente adottata. EGP ha infatti predisposto uno strumento di calcolo worldwide reso pubblico sullo sharepoint aziendale (CKS).

Una completa e corretta valutazione degli impatti ambientali non può prescindere dall’adozione della “Life Cycle Perspective”, approccio olistico che prende in considerazione l’intera catena del valore. In ottica Life Cycle EGP è attenta a considerare non soltanto l’impronta ambientale delle attività costituenti il core business, ma anche quella derivante dai propri suppliers e contractors, ovvero relativa agli upstream e downstream processes. I principali impatti diretti, riscontrati nella fase di costruzione di un impianto di produzione sono pertanto costantemente

48 monitorati e contrastati mediante azioni di prevenzione e mitigazione, quali quelle sopradescritte, così come previsto dal modello SCS. Gli impatti indiretti relativi alla catena di fornitura sono investigati attraverso il progetto “CIRCULAR ECONOMY INITIATIVE FOR ENEL SUPPLIERS ENGAGEMENT”, recentemente avviato dalla funzione Global Procurement allo scopo di approfondire la conoscenza sui processi produttivi delle proprie forniture e orientare gli acquisti verso prodotti sempre più sostenibili. Relativamente alla fase di decommissioning (downstream process), intendendosi con essa l’insieme delle operazioni legate alla gestione degli impianti a fine vita, EGP sta lavorando all’ attuazione di progetti di Circular Economy nel settore delle energie rinnovabili, in particolare dell’eolico e del solare. La 3SUN S.r.l., grande impresa siciliana di proprietà di EGP, specializzata in progettazione e produzione di pannelli fotovoltaici (PV), sta per avviare il progetto “REMO-PV Recycling, recupero e valorizzazione economica di moduli PV a fine vita. Obiettivo specifico di questo progetto è la prototipazione di un impianto pilota per il riciclo di moduli PV a fine vita, il recupero e la valorizzazione economica di materie prime seconde quali Alluminio, Vetro, Argento, Rame e Silicio contenute nei moduli PV giunti a fine vita ed il design contestuale di moduli PV più sostenibili, orientati al riciclo e realizzati con materie prime seconde22. Il progetto si pone in linea con la direttiva 2012/19/EU, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 49/2014 che prescrive per i moduli PV a fine vita (RAEE) il recupero dell'85 %, promuove l'utilizzo di materiali riciclati per la produzione di nuovi moduli PV, nonché la cooperazione tra produttori ed operatori degli impianti di trattamento al fine di favorire progettazione e produzione eco-compatibile di moduli PV. Per quanto riguarda invece l’eolico, EGP ha intenzione di affrontare una delle maggiori sfide legate a tale settore, vale a dire la possibilità di recuperare il legno e i materiali compositi, ovvero i polimeri rinforzati da fibre (FRP) presenti nelle pale degli impianti eolici. Inoltre, le turbine eoliche offrono grandi possibilità di riciclo essendo costituite principalmente da metalli, di cui gran parte (80%) facilmente recuperabili senza alcuna perdita di qualità. Affinché le turbine eoliche siano destinate al recupero dei materiali una volta giunte a fine vita è necessario che si instauri una collaborazione virtuosa tra produttori, consumatori e filiere del riciclo. Il primo passo da compiere in ottica di sostenibilità e circolarità è ripensare alla progettazione delle turbine: un design modulare, infatti, garantisce la sostituzione di alcuni dei componenti delle turbine, grazie alla maggiore facilità di disassemblaggio. In questo modo è possibile effettuare interventi di repowering e revamping

22 Il progetto prevede anche la sostituzione dei pannelli in silicio con pannelli CIS (Copper, Indium, Selenium), che utilizzano Diseleniuro di

49 degli impianti eolici volti ad estenderne la vita utile oltre i 20 anni, evitando il completo smantellamento ed i relativi costi ed impatti. Garantire una maggiore sostenibilità delle forniture, estendere la vita utile degli impianti e favorirne il riuso o riciclo dei componenti giunti al fine vita, contribuirà a rafforzare il concetto di sostenibilità applicato alla gestione dei cantieri, così come previsto dal modello SCS. Sempre in ottica di miglioramento continuo delle proprie prestazioni, EGP sta lavorando attivamente all’applicazione del Protocollo Envision23 ai progetti infrastrutturali, grazie al quale sarà possibile valutare la sostenibilità delle proprie infrastrutture già in fase di progettazione ed identificare eventuali possibilità di miglioramento. Attraverso l’iniziativa “Sustainable Energy for All” (SE4All), lanciata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Governi e stakeholder hanno mostrato il loro impegno a garantire, entro il 2030, l’accesso globale a servizi energetici più moderni, affidabili ed economicamente accessibili, incrementando lo share di energia rinnovabile nel mix energetico globale (UNEP, 2016). Inoltre, gli scenari energetici futuri prevedono un incremento significativo delle rinnovabili nel mix di generazione globale: entro il 2025, esse peseranno per il 30% sulla domanda mondiale e, nel 2040, per il 37%, grazie soprattutto ad eolico, fotovoltaico e idroelettrico (IEA, 2016).

Attraverso il nuovo Piano strategico 2017-2019, EGP intende perseguire obiettivi di crescita ed espansione nel campo delle rinnovabili, investendo ulteriormente nel proprio portafoglio impianti, a oggi già diversificato in termini sia tecnologici che geografici. Tale crescita è supportata dalla consapevolezza del ruolo determinante delle rinnovabili nella lotta ai cambiamenti climatici e, al contempo, da una sempre maggiore conoscenza degli impatti ambientali derivanti dall’impiego di tali tecnologie. Impatti che EGP si propone di investigare in ottica Life Cycle lungo tutta la catena del valore, impegnandosi ad adottare, per ciascuna delle attività del proprio business, l’analisi del ciclo di vita (LCA) quale strumento di misurazione degli stessi.

23 Sistema di rating americano dedicato alla progettazione e realizzazione di infrastrutture sostenibili, nato nel 2012 dalla collaborazione tra Isi (Institute for Sustainable Infrastructure) e lo Zofnass Program for Sustainable Infrastructure presso la Graduate School of Design alla Harvard University.

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