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5. Interpretazione giuridica: il ruolo della Corte Suprema nell’interpretazione dell’articolo

5.1 Il caso Sunakawa

La prima decisione della Corte Suprema in relazione all’articolo 9 è stato il caso Sunakawa del 1959, quando la Corte fu chiamata a decidere riguardo alla costituzionalità del Trattato di Sicurezza nippo-americano del 1951. Questa è stata la prima decisione giudiziaria dopo la fine dell’occupazione che riguardava l’implementazione delle basi americane sotto il Trattato di Sicurezza .

Il caso era scoppiato quando sette manifestanti giapponesi si erano introdotti illegalmente nella base americana in stanza a Sunakawa per protestare contro l’espansione della base stessa. Nel 1959 il tribunale distrettuale di Tokyo aveva giudicato anticostituzionale la presenza di forze militari americane sul territorio giapponese, in quanto in contrasto con il paragrafo 2 dell’articolo 9. Il caso arrivò fino

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alla Corte Suprema, che in ultima istanza però ribaltò il giudizio. Le motivazioni alla base della decisione, che vengono esposte e giustificate nel documento in cui viene illustrata la decisione finale della corte78 è riconducibile, già nel 1959, a quello che sarà il nucleo delle motivazioni addotte alla necessità di modifica nella costituzione dei decenni successivi. Il Giappone si impegna a non voler ripetere l’orrore della guerra appena passata rinunciando al mantenimento di potenziale di guerra. Tuttavia, in linea con lo spirito della volontà di cooperazione internazionale, come espresso nel Preambolo e nell’articolo 9879 della costituzione, nulla nega il naturale diritto di autodifesa come Stato sovrano. Per adempiere un ruolo concreto nella comunità internazionale e soprattutto per poter garantire il benessere e la felicità dei cittadini, che non devono vivere nella paura della guerra, il Giappone è libero di scegliere i metodi o i mezzi che ritiene appropriati alla luce dell’attuale situazione internazionale, nel limite in cui queste misure siano appunto prese con l’obiettivo di preservare la pace e la sicurezza del Paese. Viene sostenuto inoltre che l’articolo 9 non proibisce al Giappone di cercare l’appoggio o la garanzia di un altro Paese al fine di raggiungere questi obiettivi. L’articolo vieta il possesso di una forza militare propria del Paese su cui esso può esercitare controllo e comando: deve essere quindi inteso che esso non include forze armate straniere anche se queste sono presenti sul territorio nipponico, in quanto il Giappone non ha nessun comando su di esse.

78Judgment upon case of the so-called "Sunakawa case [Violation of the Special Criminal Law enacted in

consequence of the Administrative Agreement under Article III of the Security Treaty between Japan and the United States of America] Disponibile a: http://www.courts.go.jp/app/hanrei_en/detail?id=13

79 第九十八条 この憲法は、国の最高法規であつて、その条規に反する法律、命令、詔勅及び国

務に関するその他の行為の全部又は一部は、その効力を有しない。

Article 98. This Constitution shall be the supreme law of the nation and no law, ordinance, imperial rescript or other act of government, or part thereof, contrary to the provisions hereof, shall have legal force or validity.

日本国が締結した条約及び確立された国際法規は、これを誠実に遵守することを必要とする。 The treaties concluded by Japan and established laws of nations shall be faithfully observed.

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A supporto della decisione viene presentato anche l’articolo 6 del Trattato di San Francisco80 , che, pur prevedendo che tutte le forze di occupazione si ritirino dal Giappone, allo stesso tempo non impedisce il mantenimento o la dislocazione di militari delle potenze alleate in territorio giapponese nel caso in cui siano stati stipulati accordi bilaterali o multilaterali. In questo particolare caso l’accordo bilaterale che il Giappone si trova a dover rispettare è il Trattato di Mutua Sicurezza nippo-americano firmato nel settembre 1951 che prevede appunto la dislocazione di forze militari americane in territorio giapponese. Avendo rinunciato al mantenimento di potenziale bellico, il Giappone non possiede mezzi effettivi per poter esercitare il legittimo diritto all’autodifesa e si rende necessaria la dipendenza da forza militare esterna per poter affrontare il crescente militarismo dell’area, firmando accordi di sicurezza collettiva. Conseguentemente viene quindi sostenuto che il Trattato di Sicurezza nella sua essenza ha una relazione intrinseca con la pace e la sicurezza e con la vera e propria esistenza del Giappone come Stato sovrano.

In conclusione, l’interpretazione che viene data nel caso Sunagawa è che le Forze di Sicurezza stanziate in Giappone sono truppe straniere e quindi non devono essere considerate come potenziale di guerra giapponese. L’autorità del controllo e della supervisione di queste truppe è affidata agli Stati Uniti e in nessun modo il Giappone ha voce in capitolo sulla loro azione.

80 L’articolo 6 del trattato di San Francisco (8 settembre 1951) recita:

(a) All occupation forces of the Allied Powers shall be withdrawn from Japan as soon as possible after the coming into force of the present Treaty, and in any case not later than 90 days thereafter. Nothing in this provision shall, however, prevent the stationing or retention of foreign armed forces in Japanese territory under or in consequence of any bilateral or multilateral agreements which have been or may be made between one or more of the Allied Powers, on the one hand, and Japan on the other. (b) The provisions of Article 9 of the Potsdam Proclamation of July 26, 1945, dealing with the return of Japanese military forces to their homes, to the extent not already completed, will be carried out. (c) All Japanese property for which compensation has not already been paid, which was supplied for the use of the occupation forces and which remains in the No.' 1832 54 United Nations — Treaty Series 1952 possession of those forces at the time of the coming into force of the present Treaty, shall be returned to the Japanese Government within the same 90 days unless other arrangements are made by mutual agreement.

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