$.1.Suaistituzioneeconvenienza allorchévenga beneeseguito.
li
elfluiredelsecoloVI
sau Gregorio,chiamatoMagno
perlasublimescienza e per le sue alte virtù,appena as-suntoallacattedradisan Pietro,ognisuacurarivolse al maggiordecoro dellaChiesadiGesùCristo.Ed
avendo riformato e a migliorordinecondottolaLiturgia disan Gelasio papa,riformò ancorailcanto ecclesiastico,chela doveanimoltepartirivestire.E
primadiogn'altracosa lovolle stabilito sulleteoriche diAnicioBoezio,che ritor-natodallaGrecia,pubblicòcinquelibrisullamusicadi quellanazione.11dotto ponteficecambiòleletteregreche in latineperservirsenecomedinote,eridusse la scala a settecordesulleprimeletteredell’alfabeto latino. Rac-colsedipoilemelodie piùdevotechegiàesistevano nella Chiesa, altreneriformò,edaltrenuovecompose con for-marnel’antifonario,chefudettoCentonedaglistorici.Stabilipoi la scuola de’cantori,chefulaprimainItalia, dandolepercapounpersonaggio ecclesiastico rivestito di una grandignitàchiamatolo Primicerio, e dotòlascuola
dibastevolirendite,onde mantenersipelserviziodella Chiesa.Talcantosidiffusein brevissimotempoin
In-38
ghilterra,inTspagnaein tuttoilSettentrione.
Una
te-stimonianza di ciò celadàGiovanniDiacono(nellaVitadis.Gregorioalcap. VII, Vili) dicendo,chenellaspedizione dis.Agostinodiscepolo dis.GregorioinInghilterra,sì sparse in tutte le provincie occidentalilasoavitàdelcanto romano:aHujusGregoriitempore
cum
Angustino tunc Britanniasadeunteperoccidentemquoqueromanae institu-tioniscantores disporsi, barbaros insigni terdocuemnt.»La
posterità poisentendogratitudine a cotali fatiche delPon-tefice,bramò chiamareilcanto ecclesiastico col
nome
di lui,cioèadireGregoriano;
eperchèfu stabilitoperla primavoltainRoma, nominossieziandio
Romano.
Noi sul detto cantopubblicammoun’opera nell’anno 1835,co-me
abbiamdettodinelproemio,nellaqualecisfor-zammo
difarconoscerequantooperasseilsanto Ponte-ficeinfavoredelcanto sacro,nefacemmo conoscerele regolesncuifu costituito,elorichiamammoalFantica esecuzione, avendolo ritrovato involto in oscurissime leggi, eneraccomandammo
agli ecclesiasticiildoverosostudio.Per quanto adunqueriguarda l'insegnamento di esso, ri-mettiamocolàillettore,ove troverà senzadispendiodì tempol’essenzialeabenapprenderlo.
Ilcantogregoriano,qualorasiaadovereregolatonei cori, èconvenientissimo,perchèeccitaalraccoglimentoe alladevozione(1).
Nè
sanamidifficileriferirequi, sevo-(ì)Dal gregoriano escludo quel cauto che appellasi oggidì monastico.Conosciamosolper gregoriano quello,che trovasi stampato nelGradualeed Antifonarioromano,nelDirettorio diCorodel Guidetti, edin altri simili libriecodiciche ven-gonocitatidaidotti. Ilmonastico odiernononbasa sopra al-enobuonfondamento, allontanandosi dalle regolecomuni del-lemodulazioni.DopopublicatoilsurriferitomioSaggio sto-ricoec. vidicon piacere abbandonarsitalcanLo invariluoghi, cd adottarsiilgregoriauo puro, ch’èilveromonastico antico.
39 lessi,lelaudiche hariscossoperOgnitempo dachiha conosciute le leggi, leproprietàelebellezzedicuiè fornito;
ma
letralasceròpernonesser lungo.Peraltro a’nostrigiorni, aparlare schiettamente, sen'è trasandato dai piùlostudio,alqualesonoobbligatitutti gliecclesiastici,especialmente quelli addetti al coro,per cui viene eseguito cosimalamente, che noneccitaalla de-vozione,
ma
alladistrazione,edà motivodimormorare aifedeli,cherecansi nellechieseperedificarsi.Mi
sono iostessotrovato in diversiluoghi asentireilcanto della salmodiacosìmalamenteeseguito,che nehoprovatonon lievedispiacere, anziche sperimentarnediletto.E
tanti al-trisonouscitidichiesatostochehannouditoufficiare senzaregolaeconistrapazzo,dicendononservirsiDio insiffattomodo, o prorompendoin altre simili espressioni.Perla qualcosailPonteficeBenedetto
XIV
nellasua dotta epistola dell’anno1749in preparazionealGiubileo di-retta atuttiivescovi dello Stato ecclesiasticosifaa dire:«
La
secondacosa, sopra cui eccitiamo l’attenzione dilei si è,cheleorecanonichesieno cantateo recitate, giusta ciò cheportalapraticadiciascheduna chiesa nel coro,ma a
dovere,daquelliche sono adessoobbligati:non es-sendovicosapiù indicanteLatotaleruma
dell’ecclesiasti-cadisciplina,chel’entrarnellechieseevederee sentireleorecanonichecantateo recitate nel coroconistrapazzo. »
Ma
acotantoabusodi cantaremalamente niun rimedio puòapprestarsi, senon chelostudio dell’ecclesiastico can-to,cuichièaddettoalcoro,èobbligatodi conoscere,come
ora verròdimostrando.§.2.Del dovere degliecclesiasticidistudiare ilCanto Gregoriano.
Finoda’tempipiùrimoti della Chiesadovea ogni
che-ricomettereamemoriailSalterio: difattosanGirolamo
40
scrivendo a Rusticomonacosullaforma datenere di sua vita,dicegliche impariilSalteriodiligentemente
,che
attenda all’orazione,siavigilante enon ammettavani pen-sieri:«Discatur Psalteriumadverbum,oratiosinc in-termissione, vigilsensussit,necvanis cogitationibus pa-tera. »Questaobbligazionedivennepoitalmente rigoro-sa,chechiunqueavesselatrascurata,nonveniva giam-mai promossoalvescovado.InfattisanGregorioMagno, come nescriveadAndreaScolastico,nonvolleordinare vescovoilpreteGiovanni,peraverappuntotrascurato lo studio dellaSalmodiafindalprimoingresso nella
camera
ecclesiastica:«Sed nec Johannein presbyterumPsalmo-rum
nescium praesumpsimusordinare,quia haeceum
res minussui profectohahere studium demonstrahat.»11 cle-rodiBagnoreaaveasielettovescovoildiacono Giovanni:ma
san Gregorio,come nescriveadEchiesiovescovodi Chiusi,nonistimòcosabenfattadiapprovarnela ele-zione,finchénonseppe se colui avesse attesocon assi-duitàall’orazione,eseavesseappresobeneilSalterio:«Gloriosus fibranosterAufridusad nosscripta trans-misit,indicansquodincastroBalneoregis,una
cum
lia-bitatoribuslociipsiussibiJohanneinDiaconumelegerit episcopumordinandum,decujraomninovitabona te-statusest.Sedquiaquaesintcanonica nesciunt,etnos inexpertis,veliucognitisinauratemerenon audemra im-ponere,Fraternitasvostracum
onmisollicitudiueac vi-gilantia,diversisquibuspotueritmodis, devita actibra-queipsiusrequii'erestudeat.Etsinihilestquodei ca-nonicepossit obsistere,requirendum quoqueest, siin ope-reDei studiumhabuit,velpsalmosnovit(lib.X,epis.34).
»Per
aver trascurato RusticoDiaconolostudio della Salmodia,volleilmedesimopontefice escluderlodal ve-scovadodiAncona,comeleggesi nellelett.IIdellib.XIV
aGiovanni Vescovo:«Rusticusautem,Diaconusejusdem
Ecclesiae,quisimiliter electus fuerat, vigilansquidem
ho-41
mo
dicitur,sedquantumasscriturpsalmosignorai.»Aggiunge
poi:«Sed etiam deRusticoDiacono,quanto*psalmos minusteneat,perscrutandumest.»Finalmente
ilprelodato pontefice, resosi vacanteilvescovado di Te-Tamo,avvertìPassivo, vescovo di
Fermo
visitatoredi quel-lacittà,che avrebbeordinatoOpportunopelsommo
suo fervorenella pietà, nellasalmodia e nell’orazione:«Be-ne
novit Fraternitas vestra,quam
longosittempore Apru-tium(iMaurinispieganoTeramo
)pastoralisollicitudi-ne
destitutum:ubidiu quaesivimus quiordinari debuis-set,etnequaquam potuimusinvenire.Sed quia Opportu-nus mihiinmoribussuis,inpsalmodiaestudio,in amo-reorationisvalde laudatus,religiosamvitamomnimodo
ageredicitur;hunc volumusetc.(lib.XII, epis.12).»Oraèa saperechelasalmodiaerasempre accompa-gnatadalcanto,echel’imparare amemoriailSalterio, portavasecochesiapprendesseroancoralemelodiedi cuiveniva rivestito.CosìlapensanoiPadridella Con-gregazione di san
Mauro
nellenote a’citatiluoghidi sanGregorio,ilTomassini edaltrimolti.Lo
studio dun-quedellasalmodiaera unitoall’altrodelcanto: eperchè ognuno,ch’erasidedicatoallamiliziaecclesiastica,dovea essere addettoadunachiesa,in cuicantavansi quotidia-namentegliufficj,senzailsoccorso de’ libriconnote,
quindièchenecessariamenteattenderdoveaalduplice studio.
Questamedesimadisciplinavedesirigorosamente man-tenutane’tempisusseguenti.InfattiiPadridelConcilio NicenoII,alcanone 2,decretaronoche niunodovesse promuoversialvescovado,senzaaverconosciutoil
Salte-rio,alfinediiniziareinsimilguisaisuoicherici: « De-cernimus,quemlibetquidem,quiadepiscopalemgradimi
estprovehendus,Psalterium
omnino
nosse,utexeoomnem
quoquesuum
clericumitainitiarimoneat.»III similguisadecretaronoiPadridelConcilioVili diTo-42
ledoalcan.6colleseguenti parole:«Decrevimns,ut nulluscujusque dignitatis ecclesiasticae deinceps percipiant gradum,qui
non
totanipsalterium,velcanticorum usua -h'uniethjmnorum
,sivebaptizandi, perfecte noverint sup-plementum,qui verojam honore dignitatum fungunlur,ethocignorant,aut spontnsumant intentionem necessa-riampcrdiscendi,aut amajoribusadlectionisexercitia coganturinviti.»
E
finalmente nelle costituzioni di Ri-golfovescovo diSuessonalcan. 5,raccomandasilo stu-dio dellasalmodiacolleseguentiparole:«Monemus
ut unusquisquevestrum psalmosetr.memoriteret veraci-teraccorrectetenere studeat.» Siffattocostumedi can-tareisalmiamemoriae senza libroconnote fu in vi-goie permolti secoli nella Chiesa, esiconservaancheal dìd’oggiinalcuniluoghi,fra’quali,comecivien detto, nella cattedraledi Lione.Dal chebensicomprende che ogniecclesiasticodoveaessereassaiistruitocomenelle parole,cosìnel canto dellasalmodia,non potendo altra-mente adempiereallasuaobbligazione di assistere al coro.Sappiamooltre a ciò dagli statuti de’Padri,cheriportainel mio SaggiosulCanto romano, chenonaramettevansi nei cori,senonquelliche, oltrelascienza nelcanto, avessero unavoce soave,edescludevansi perciòlerozze,ledure,
leoscure, le rugginose eleaspre. « Histrioneas voces, gar-rulas,alpinassivemontanas,tonitruantes,vel sibilan-tes,hinnientesvelutvocalisasina,mugientes,seu lialan-tesquasi pecora, sive foemincas,
omnemque
vocum falsi-tatem,jactantiam,seunovitatemdetestemur, etprohibea-mus
in chorisnostris.»Ma
s’èdecaduta ne’tempi avvenire l’obbligazione di ap-prendereamemoriailSalterioall'introdursiilibridi canto negliufficjdivini,l’altraperòdi addottrinarsi nel-l’arteèrimasesemprenelpieno suo vigore. Infattiil sa-gro Concilio diTrentonellaSessione23,all’art.3 svdla Riforma,mentreordinò l’erezione de’seminarj,volledie43
icheriei giovinetti fossero, fraglialtristudii ecclesiastici,
amm
aestratieziandionel canto,secondol’antica disciplina:«Grammatices,cantus,computiecclesiastici,aliarumque
bonarum
artiumdisciplinam discent.»Ora
perqualmotivotale ordinazionedelConcilio,che venganoigiovinettiistruttieziandionelladottrinadel canto, senon perindicarechequellicheaddiconsi al ser-vigio del santuarione debbanoessere assai pratici, affinchè allefunzioni sacrenon manchiilconvenevolesplendore? Nell’ ultimoConciliotenutosiinRoma
sottoilPontefice BenedettoXIIIl’anno1725inculcossia’cherici lo studiodell’ecclesiasticocanto fragli altrine’qualidebbono istruir-si:«In optimis itaque se studiis, sacrisquelitteris dili-genterexerceant:sacrosritus,rubricas,etcaeremonias calleant:cantum gregorianum addiscant:divinaque
mu-niainecclesiiscum
pietateobeant, et majestate.>.Oltre a ciò nell’istesso Concilioal c.V
sistatui,chenelconferire icanonicatioglialtribenefizi ecclesiastici,attendesseroi vescovi a colorospecialmentechefossero istruiti nel canto, appunto perchèl’officiodiqueicherisiedonoalcoroèdi cantare,aIncanonicatibus vero,utsaprà, conferen-dis,ccterisparibus,sempereospraeferant,quicantum callentgregorianum;etcollationeadsedemapostolicam spedante, de ejusdemcantus peritiamentiofiatin testi-monialibus,quaeconcedentur. »Perultimo,tralasciando tantialtridecreti,nelleCostituzioni dellaChiesapipale lateranese,stampatein
Roma
nel1728altit.IIde
ca-nonici,parteV,s’inculcaa’canonicieaglialtridelcle-rodistudiareilcanto:Addiscantcantum gregorianum
;
ealtit.Ili,part.VIripetesilamedesimacosa: « Offi-cium(nisialiterevidens necessitas suadcat) cantetur quo-tidiesubpoenaamittendidistributionesilliusdiei
;ac
proindequilibetdeclerostudeat addiscerecantum gre-gorianum.»
Nè
bastadire,comeodesispessefiateda certi,nonaver eglinobisognoalcuno di studiarloperes-44
sere dotati dallanatura diunfinoe delicato orecchio, atto ariteneresiffattemelodie:perocchél’orecchiononè ba-stevoleabencantare,
ma
vuoisiancora saperne le dot-trine.E mi
rammentosutalproposito diaver letto nell’o-perasullamusicaattribuitaasanBeda(icritici l’attri-buisconoaGiovanniXXII
),chechicantaquelchenon conosce,viendeffinitounabestia: «Quicanitquodnon sapit,definiturbestia,»e quindièrimasoilleggiadro motto: « Bestianoncantor,quinoncanit arte,sedusu;» ilche addimostra doverciascunochecantaattendere allo studio necessario, altrimentinonpotràconragione esser chiamatocantore.$•3.
Del
rettomodo
di cantare.Affinchèilcanto gregorianoabbiaaconseguireil de-siatoeffettodiconvenireallacasa diDio per venirne ri-svegliatane’ fedelilapietàeladevozione,eper rima-nerneaccesiglianimidiamore perlecosedivine,non èsolamentenecessarioilconoscimentodelle diverse
me-lodiedicuiècomposto,echesi apprendono conlo studio dellemedesime
,
ma
ancora moltealtrecoseche loaccompagnino. Sant’Agobardovescovo diLionenel lib.De
Correctione Antiphonariiriportatonel voi.XIIIdella BibliotecaVet.Patr.Antìq.Eccl.Serip.(
Ve
netiìs1779, pag. 502) ammonisceisuoicantori di evitare la legge-rezzaediseguirelagravità nelle divine lodi,conle se-guenti parole: « Dilectissimis in Christo fratribus, et prae-cipue cantoribus EcclesiaeLugdunensisAgobardusineo-dem
ChristoDomino
et Salvatorenostrosempitemam
sa-luterò.In divinis laudibus exolvendisquantostudio fu-giendasitlevitas,gravitasque sectanda, frequenter dile-ctionivestrae inmutuaconloquutione suggessimus; scili-cetut radonabili consideratione sicutprudentcsEcclesiaefilii,et rationabiliejus laeteabincunabulis enutrid,quod
45
Deo
displicetrefugientes, concordi studio idquodgratuli»acceptumqueei,verbi» sicuti etfactissectaremini. Sienim apudgravesetsapiente»virosnonsolummonini,scd
edam
verbornmlevita»reprehensibilisjudicatur,quanto magis apudDeum
totiussanctaegravitatisacsapientiae auctorem,cuiPsalmisladieit:In populo gravi laudabote,etcuino»Apostolusrationabileobsequiumadmonet cxhibere?»
Con
piùenergia».Bernardo abbatee dot-torenel serra.47sullaCantica(1)inculca a'suoimonaciil rettomodo
dicantaregli ufficidivini. «Secondolaregola nostranon dobbiampreferire alcunacosa all’opera diDio.Colqual
nome
ilnostrosantopadre Benedettohavoluto chiamareledivine lodi,chenellachiesa cantatisi quoti-dianamente, perfarcimegliointendereconqualeatten-zioneeglidesiderachenoi viciapplichiamo.Pelche,o mieidilettissimifratelli,viesortoadassisteresempre
al-l’uffiziodivinopuramente e generosamente. Generosa-mente,affinedimantenerviallapresenza diDio siccome conladovutariverenza,cosiancora contutta l’allegrez-za,senza noja, senza lasciarvi portar via dal sonno, senza sbadigliare,senzarisparmiareallevostrevoci,senza di-mezzareleparole,senzatralasciarealcunasillaba;non convocideboliedeffeminate,
ma
con suono edaffetto, siccome ad uominisiconviene,iqualisimettonoacan-tare leparoledelloSpiritoSanto.Puramentepoi, accioc-chémentrecantate,a niun’nltrncosa pensiate.
Nè
dicovi solamente cheviastenghiatedapensierivaniedoziosi;doveteancoraastenervidaquelli
(solamente peròin quel*
Foraeinquelluogo)a’qualiifratelliimpiegatinegli ufficjdeltacasasonoquasinecessariamentecostrettidi at-tendere, stantelacomunenecessità. Anziiocertamente nonviconsigliereiadarericettoneppurea’pensieridi
(t)DetripliciFloreacilicetVirginitatis,Martyriìetbonae Operationis etde DevotionehabendacircadivinumOtticium.
46
quellecose,cheforsepocoavantisedendonelchiostro avrete lette ne’libri divoti, le qualiancorasonoquelleche direcente inquesta cattedra dello SpiritoSantocol mi-nistero dellamiavoces’imprimononellavostramente.
Ellesonobensalutevoli,
ma
nonperò salutevolmentele raggirateper lamentenelsalmeggiale.Imperciocchéin quell'oraloSpiritoSantononaggradiscequalunquealtra offerta,chevoiglifacciate,trascurando quellachegli do-vete offerire.»(1)Non
dissimilmente,nè con minorforza hannopai-latoe Dottorie Pontefici eConciliieTeologisulladovutamanieradicantareidiviniofficii:eda ra-gione. Conciossiachc chinon comprenderebbeoperare stol-tamentecolui,checoncertasbadataggine e senza
riflet-(i)ExRegulanamquenostra(cioè di s.Benedetto cap.43 Officio divinout assistendum) nihil operiDei praeponerelicet.
Quo
quidem nominelaudani solennità,quaeDeoinoratorio qtiolidiepersolvuntur, paterBenedictusideo voluit appellari, utexhocclarius aperiret,quamnoi operiillivelletesse in-tentos.Undevosmonco,dileclissiini,pure semperacstrenue divinis interesselaudibns.Strenuequidem,ut sicut reverenler, ilaetalacrilerDominoassislatis,nonpigri,nonsomnolenti
,
nonoscilantes,nonparcentes vocibus,nonpraeeidentesverba dimidia,nonintegraUansilientes,nonfraclisetremissis vo-cibusmuliebrequiddambaibade nare sonanles' sedvirili(ut dignumest) etsonitu,etaffectuvoces Sancii Spiritus depro-raentes.Purevero, utnilaliud
dum
psallitis,quam quod psal-litiscogitetis.Necsolasdicovitandascogitalionesvanaset otiosas;vitandae suoiet iilae, illadumtaxathora,et ilioloco, quasofficialesfralrespròcommuninecessitate,quasi necessa-rio,frequenteradmilterecompeliuntur.Sedneillaquidem profecto recipere lune consuluerim,quaefortepaulo ante,in ctauslro sedentes,incodicibuslegeratis,quaiiaetnunc me vi-va voce disserenle ex hoc auditorio Spiritus Sancii recentia re-portatis.Salubri,!sunt,sedminimeillasalubriterinter psal-lendumrevolvitis.SpiritusenimSanctusillaboragiatumnon recipit,quicquid aliudquamdebes,neglecto eoquoddebes,obtuleris.S.Bernard. Ab.voi.i.,Parisiis1719,p.i433.
47
tere aciòch’ènecessario,pretendessecolcantodiuna sua ariettacommuoveregliascoltantioalpiantooalla letizia,oaqualunquealtrapassione?
Non
meriterebbe eglieschemievillanie?Non
avrebberoragionegli udi-toridirimproverargliilsuo operare inchiamandolo uno stupido,perocchénullaesprimenèco’gesti,nècolle in-flessionidi voce ciòchesipropose di Fare?E
non sa-rebbonocostrettigliastanti,pernonpiù sofferirlo, uscir delluogooveritrovatisi,e lasciarlopertalmodo
disono-ratoevilipeso?Insimilguisaavviene a quegli ecclesia-sticichene'lorocorisbadatamente,senza cioèpormente diritrovarsinellacasa del Signore, oveifedeliradnnansi apregare,cantanoledivine lodi, orconcertasonnolenza, orconindoverosa frettaedorconimmoderatoschiamaz-zo,senzacontegnoveruno,nondicopure dovutoagli uo-mini,
ma
allamaestàdiDio?E
nonè ciò,come sciama apropositoilConcilioIIdiTreveridell’anno1549, un ingannaregliuominie beffareIddio?Quid autemest voce quìdempsallere,mente autemdomum
,autforum circumire,nisihominesfallere,etDeinnirridere?E
non
meritanocostoroamaggiordiritto di essere rimpro-verati?E
non sondessiche recano consiffattooperare,schiamaz-zo,senzacontegnoveruno,nondicopure dovutoagli uo-mini,