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Le Amministrazioni del Comune di Bergamo sono state storicamente impegnate alla complessa evolu-zione del territorio della Città, ac-canto ad aggiornamenti degli stru-menti urbanistici generali, hanno perseguito una politica di tutela idraulico - ambientale tale da mantenere il territorio comunale e le aree contigue al riparo da eventi calamitosi.

Uno sguardo alla situazione idro-grafi ca della Provincia di Bergamo mette immediatamente in evidenza la diffusa presenza della rete di rogge e canali, naturali o artifi ciali, che collegano i corsi d’acqua prin-cipali (fi umi Oglio, Cherio, Serio, Brembo e Adda), determinando un sistema equilibrato e connesso; ac-canto a funzioni irrigue il reticolo superfi ciale minore ha storicamen-te costituito un valido sisstoricamen-tema di smaltimento delle portate determi-nate dagli eventi intensi di pioggia;

si pensi che solo nel territorio del Comune di Bergamo sono presenti 130 km di canali.

Già l’Ing. Fornoni affrontò inoltre il problema della qualità delle ac-que: “Volendosi ora determinare la quantità di terreno necessario per smaltire tutta l’acqua di fogna prodotta, bisognerà tener conto di due elementi: della quantità di acqua occorrente per l’irrigazio-ne e della potenza depuratrice del terreno stesso”; erano i problemi dell’inizio del secolo!

Gli anni ’50 rappresentarono l’ini-zio di un aumento del numero di crisi del sistema drenante della Città, causate dalla nuova realtà sociale ed economica, caratteriz-zata da uno sviluppo urbanistico di vaste aree del territorio cittadino, non sempre ordinato e program-mato ed in sintonia con l’idrogra-fi a, che non fu pareggiata da un al-trettanto rapido adeguamento

del-le strutture idraulico-ambientali a tutela delle nuove urbanizzazioni.

Il “Progetto di massima per la re-golazione generale delle acque di superfi cie e della fognatura della città di Bergamo” (1964), redatto dall’Ing. Isola con la consulenza del Prof. Ing. Marchetti, rappre-sentò un tentativo di adeguamento del sistema di fognature e di otti-mizzazione delle strutture idrauli-che superfi ciali esistenti. L’attività del Comune di Bergamo, testimo-niata dagli interventi progetta-ti negli anni ’80, ha permesso la realizzazione di importanti opere di tutela e difesa delle aree urba-nizzate, dove le carenze idrauliche del territorio di Bergamo trovaro-no defi nitiva soluzione; tra le più importanti vanno ricordati lo scol-matore del T. Morla e lo scaricato-re della Roggia Serio.

Tuttavia, la continua ed intensa at-tività urbanistica, con

conseguen-te impermeabilizzazione di vasconseguen-te porzioni del territorio del Comune di Bergamo, accompagnata da re-gimi di precipitazione, caratteriz-zati da eventi più brevi e più in-tensi, hanno messo sovente in crisi la rete fognaria esistente; questo, sommato ad una maggiore sensi-bilità dei territori intensamente abitati dai cittadini, resa concreta dalla valutazione dei danni pro-vocati da allagamenti, ha porta-to una rinnovata attenzione delle Amministrazioni Comunali verso i problemi idraulici e ambientali del territorio.

È del 1995 “Il Piano generale di ristrutturazione della rete fogna-ria del Comune di Bergamo”, re-datto dal Prof. U. Majone, Prof. A.

Paoletti ed Ing. G. Pasinetti viene proposta una visione provinciale del problema idraulico della Città, indicando la necessità della rea-lizzazione di invasi di laminazione per il controllo di ingenti volumi d’acqua, che non sono più conteni-bili a valle del territorio comunale,

riabilitando le strutture idrauliche esietenti in crisi, introducendo una visione gestionale dei problemi le-gati alla quantità ed alla qualità delle acque.

L’indagine idrologica condotta nel 1995 è stata utilizzata per la de-fi nizione delle portate e dei volumi di piena che pervengono alla sezio-ne dell’opera di derivaziosezio-ne dalla Roggia Serio, uno dei canali irrigui che in tempo di pioggia convoglia, fungendo da recettore, le acque di sfi oro di numerosi scolmatori del sistema misto di drenaggio della città.

Diversi studi predisposti in passa-to dal Comune di Bergamo hanno evidenziato che l’area della Trucca è stata spesso soggetta a fenome-ni di allagamento in concomitanza di eventi meteorici particolarmen-te critici, che colpirono la Città di Bergamo: né i collettori fognari comunali, né i corpi idrici superfi -ciali risultavano in grado di smalti-re le portate di scarico della Città in continua evoluzione.

Gli studi base idrolgici condotti per la determinazione dei colmi attesi all’opera di presa in zona Trucca sono stati fi nalizzati nella identi-fi cazine del reticolo idrograidenti-fi co e della relativa area del bacino ur-bano connesso. Ci si è trovati ad operare in un contesto fortemente antropizzato, dove le

interconnes-sioni idrauliche sono state defi nite dall’azione dell’uomo, e pertanto la ricostruzione delle stesse e la successiva identifi cazione dei rela-tivi bacini scolanti è stata affron-tata con particolare cura. Con la restituzione del rilievo della rete fognaria di oltre 450 Km e della individuazione del reticolo

natura-le ed artifi cianatura-le ad esso connesso con manufatti sfi oratori, elementi geomentrici indispensabili per la ricostruzione dei reali fl ussi e i col-legamenti delle reti fognarie, uti-lizzando modelli matematici idro-logici di trasformazione afl ussi-de-fl ussi si sono individuate le portate di dimensionamento dei manufatti idraulici. A sinistra è rappesenta-to il rilevo della rete fognaria, gli sfi oratori ed il reticolo orografi co.

In primo luogo il reticolo di dre-naggio considerato è riferibile a due tipologie differenti: il retico-lo naturale ed il reticoretico-lo fognario.

Il reticolo naturale è costituito da un complesso sistema di canali e rogge che attraversa, secondo di-versi tracciati, la città di Bergamo per uno sviluppo di oltre 130 km.

Alcuni di questi canali hanno una effettiva origine naturale (si pensi ad esempio al torrente Morla), altri

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