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CAPITOLO 3- DAL “BLACK POWER” ALLA SEPARAZIONE RAZZIALE?

3.4 La chiara opposizione dell'identità bianca ebraica alla comunità nera

L'analisi delle fonti utilizzate da questa ricerca ha evidenziato l'anno 1969 come il momento in cui venne sancita definitivamente la separazione tra la comunità ebraica americana e la comunità nera, sulla base di una netta distinzione costruita attorno al rafforzamento dell'identità etnica e del riconoscimento, da parte di entrambi gli schieramenti, dell'appartenenza degli ebrei alla maggioranza bianca. Commentary inaugura l'anno pubblicando a Gennaio Is White Racism the Problem?540, scritto da

2015.

539 . Cfr. con Bill Kovach, Racist and Anti-Semite Charges Strain Old Negro-Jewish Ties, cit.

540 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, Gennaio 1969, Commentary, New York. Tratto dal sito www.commentarymagazinearchive.com; consultato il 2 Febbraio 2015.

164 Murray Friedman541. In questo articolo l'autore analizza le differenti etnie che abitavano negli Stati Uniti riferendosi alle diverse comunità razziali e religiose: afferma che l'America aveva l'ambizione di identificarsi come una nazione bianca, ma in realtà il suo passato era sempre stato formato da etnie e comunità differenti tra di loro542. Questa

condizione dell'esistenza americana, secondo Friedman, si stava rafforzando in quegli anni all'interno del paese:

“We seem, in fact, to be moving into a phase of American life in which ethnic self-confidence and self-assertion- stemming from a new recognition of group identity patterns both by the groups themselves and by the general community- are becoming more intense. The “Black Power” movement is only one manifestation of this. […] To some degree, each of us is locked into the particular culture and social system of the group from which we come.”543

Friedman cita un'autrice che aveva pubblicato alcuni suoi articoli su Commentary, Dorothy Thompson, la quale aveva criticato la comunità ebraica americana di essere troppo focalizzata sulla propria etnia, sulla madre patria rappresentata da Israele: con questo atteggiamento, concordano Friedman e Thompson, gli ebrei non avrebbero fatto

541 . Murray Friedman (Brooklyn, New York 15 Settembre 1926- Philadelphia, Pennsylvania 18 Maggio 2005): è stato uno dei più acclamati storici e intellettuali della comunità ebraica americana, e direttore per molto tempo della sezione di Philadelphia dell'AJC. Democratico per tutta la sua vita, non abbandonò mai la sua convinzione nell'integrazione delle razze e nella difesa dei diritti civili, ma progressivamente maturò la convinzione che il partito repubblicano costituisse un adeguato contrappeso agli eccessi culturali ed ai fallimenti politici degli anni '60. La sua ambizione più grande era contribuire all'ingresso della comunità ebraica all'interno del “mainstream” americano, in opposizione alla preoccupazione che nutriva per il crescente secolarismo che avrebbe potuto erodere la vita ebraica negli Stati Uniti, molto più grande rispetto a quella che aveva per il crescente coinvolgimento dei cristiani conservatori nella sfera politica americana. Per la bibliografia di questo intellettuale, soprattutto riguardo al tema analizzato dalla ricerca, vedi: What Went Wrong? The Creation & Collapse of the Black-Jewish Alliance, cit.; The

Neoconservative Revolution: Jewish Intellectuals and the Shaping of Public Policy, Cambridge

University Press, New York, 2005; Nancy Isserman, The Tribal Basis of American Life: Racial, Religious,

and Ethnic Groups in Conflict, Praeger, 1998; Overcoming middle class rage, Westminster Press, 1971; New perspectives on school integration, Fortress Press, 1979.

542 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, cit., pagg. 61-62. Riguardo alla reazione e alle risposte che i lettori indirizzarono al magazine, vedi White racism- Letters, Aprile 1969, Commentary, New York. Tratto dal sito www.commentarymagazinearchive.com; consultato il 10 Febbraio 2015.

165 altro che aumentare la loro distanza da altre comunità, e non avrebbero contribuito all'unità nazionale e al miglioramento delle condizioni di tutti i cittadini americani, quali anche loro erano. L'autore cita anche alcune critiche che il New York Times aveva diretto a King e Forman, condividendo l'affermazione che tutti i neri che avessero o avrebbero sostenuto lo sviluppo di un'economia nera parallela a quella nazionale, non si distinguevano dall'egoismo ebraico544. Trattando più specificamente la questione della comunità nera, Friedman afferma che

“But some black leaders have recently emerged with a better understanding that many of their integrationist colleagues of the fact that successful groups in American life must reserve a major portion if their energies for the task of racial or religious separation and communal consolidation.”545

L'autore conclude sottolineando il dato di fatto che non soltanto nell'ambito scolastico, ma in molti altri terreni di scontro della vita sociale americana, la comunità nera stava incontrando la resistenza di gruppi etnici e comunità che non facevano ancora parte pienamente della maggioranza bianca dominante. Ad esempio, Friedman cita l'opposizione che a New York e Boston avevano formato le comunità ebraiche e irlandesi nei confronti della decentralizzazione degli istituti scolastici, per poter finalmente conseguire la definitiva desegregazione: sono casi, secondo l'autore, in cui gruppi minoritari estromettono e allontanano ancora di più un'altra minoranza dall'opportunità dell'integrazione. Ciò che stava trionfando non era quest'ultimo ideale, quanto piuttosto la ricerca della difesa degli interessi propri di ciascuna comunità546.

L'idea che però Friedman ha di quale sarebbe dovuto essere il futuro della società americana concorda con dei concetti già espressi da Danzig, che cita nell'articolo: il problema più importante da risolvere sarebbe dovuto essere far capire a tutti i cittadini americani, di qualsiasi comunità ed etnia fossero, che vivere separati in gruppi era una debolezza e non una forza. E, cosa ancor più importante secondo Friedman, occorreva

544 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, cit., pagg. 63-64. 545 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, cit., pag. 63.

166 far capire che curare gli interessi e soddisfare alcune richieste della comunità nera non avrebbe significato trascurare tutte le altre comunità minoritarie; in questa maniera l'America sarebbe potuta giungere a realizzare l'ultima, e più forte, convinzione di Friedman:

“power has to be shared- in the schools, on the job, in politics, and in every aspect of American life.”547

Earl Raab scrisse un articolo, pubblicato su Commentary, che analizzava molti punti toccati già dal pezzo di Friedman: The Black Revolution & the Jewish Question548, ancora del Gennaio 1969. L'autore esordisce spiegando che negli Stati Uniti, a cavallo tra le due guerre mondiali, era stata vissuta una stagione di antisemitismo, sia politico che calato nella vita reale e concreta dei quartieri urbani: questo sentimento venne però messo a tacere e sconfitto con la seconda guerra mondiale e l'impegno che gli Stati Uniti profusero, in Europa, per salvare la popolazione ebraica549. Quella che Raab identifica con la “questione ebraica” venne quindi soppiantata dalla questione nera: spiega l'autore che tale successione fu provocata dalla crescita delle richieste della comunità nera di ottenere eguali opportunità rispetto alla società bianca, e successivamente eguali mezzi per poterle raggiungere. Questa situazione, secondo Raab, venne provocata volontariamente dall'esclusione che la maggioranza bianca della società operò ai danni della minoranza nera550. Per questo motivo, spiega l'autore, si era arrivati all'esplosione della “Black Revolution”, che coinvolse di nuovo e ripropose la “questione ebraica”:

“The goal of instant parity seemed more desirable and further away than ever. Against the background of such frustrations, and other frustrations provived by society, there has developed a new kind of reactive pattern in the black community, and in the white community as

546 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, cit., pag. 64. 547 . Cfr. con Murray Friedman, Is White Racism the Problem?, cit., pag. 65.

548 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, Gennaio 1969, Commentary, New York. Tratto dal sito www.commentarymagazinearchive.com; consultato il 2 Febbraio 2015.

549 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pagg. 23-25. 550 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pagg. 25-27.

167 well. It is a result of these new patterns that the Jewish Question makes

an abrupt re-entry on the American scene.”551

Raab a questo punto cerca di trovare delle motivazioni alla sua affermazione riguardo al collegamento tra il movimento nero ed il rinvigorimento della questione ebraica negli Stati Uniti. L'autore spiega che la comunità nera stava soffrendo un forte senso di privazione e disaffezione verso le istituzioni che tradizionalmente avevano contribuito a creare l'”American Dream”552. Ma, oltre a questo, secondo Raab un altro problema, di pari gravità, stava sorgendo nelle relazioni con la massa della popolazione nera:

“The relevant fact is that 'the movement' is developing an anti- Semitic ideology. On one coast, there is talk about how the ‘Jewish establishment’ is depressing the education of black students. On the other coast, a black magazine publishes a poem calling, poetically of course, for the crucifying of rabbis. ‘Jew pig’ has become a common variant of the standard expressivist metaphor.”553

Raab suggerisce che tale situazione fosse stata creata anche con il contributo della migrazione di molti neri dalle campagne, e dalle zone più povere del Sud, verso le grandi città e le metropoli del Nord: questo movimento sociale aveva provocato, secondo l'autore, l'”invasione” dei quartieri e delle zone abitate ormai storicamente dagli ebrei da parte di una grande quantità di neri, causando così non soltanto problemi sociali, ma anche economici e politici, in termini di rappresentanza nei consigli cittadini554. Inoltre, conclude Raab, il riequilibrio socio-economico che ne derivò,

provocò la ritirata dal supporto alle richieste del movimento nero non soltanto degli ebrei, ma anche di molti altri bianchi anglosassoni liberal, i quali non approvavano il

551 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pag. 24. Riguardo alla formulazione di questa spiegazione dell'evoluzione della questione razziale negli Stati Uniti, è interessante consultare anche le risposte che i lettori fecero pervenire alla redazione del magazine: Jews,

Black & Wasps- Letters, Aprile 1969, Commentary, New York. Tratto dal sito

www.commentarymagazinearchive.com; consultato il 9 Febbraio 2015.

552 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pagg. 27-29. 553 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pag. 29.

168 trattamento compensatorio riservato alla comunità nera: il pericolo che si stava concretizzando, secondo l'autore, era che tale ritirata si sarebbe saldata in un unico schieramento con gli oppositori bianchi radicali e conservatori dell'integrazione, ebrei e non, causando perciò uno stallo difficile da sbloccare555.

Un approfondimento storico interessante proprio per la migliore comprensione dell'evoluzione che ebbero i rapporti tra la comunità ebraica e la comunità nera sul finire degli anni '60, è The Post-Civil Rights Transformation of the Relationship between Blacks and Jews in the United States556, scritto da Huey Perry e Ruth White e pubblicato da Phylon nel 1986. I due ricercatori confermano che durante gli anni '50 e '60 il movimento della protesta di massa dei neri era stato fortemente supportato dalla comunità ebraica: il passaggio dei Civil Rights Acts del 1957 e del 1964 avevano goduto di una forte e convinta sponsorizzazione da parte delle maggiori organizzazioni ebraiche americane557. Il distacco tra le due comunità iniziò intorno alla metà degli anni '60:

“One reason for the exodus was that some Northern civil rights supporters who applauded the victories in the South had difficulty coping with the social and economic integration of blacks in their region of the country. Another reason for the exodus involved the shift from equal political and legal rights as the centerpiece of the movement to affirmative action as the basic goal.”558

554 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pagg. 29-31. 555 . Cfr. con Earl Raab, The Black Revolution & the Jewish Question, cit., pagg. 30-31.

556 . Cfr. con Huey Perry, Ruth White, The Post-Civil Rights Transformation of the Relationship between

Blacks and Jews in the United States, Phylon, Vol. 47, N° 1, 1986, Clark Atlanta University. Tratto da

JSTOR; consultato il 20 Novembre 2014.

557 . Cfr. con Huey Perry, Ruth White, The Post-Civil Rights Transformation of the Relationship between

Blacks and Jews in the United States, cit., pagg. 51-57.

558 . Il presidente Johnson pronunciò un discorso fortemente schierato a favore dell'”affirmative action”, durante una sua visita alla Howard University nel Giugno 1965: “You do not take a person who for years has been hobbled by chains and liberate him, bring him up to the starting line of a race and say, 'You're free to compete with all others', and still justly believe that you have been completely fair. Thus it is not enough just to open the gates of opportunity. All our citizens must have the ability to walk through those gates, and this is the next and the profound stage of the battle for civil rights.” Cfr. con Huey Perry, Ruth White, The Post-Civil Rights Transformation of the Relationship between Blacks and Jews in the United

169 I due autori dell'articolo confermano questa loro motivazione citando anche Glazer:

“[Glazer] believed that the establishment of affirmative action policies created a sense of 'color consciousness'. […] Glazer saw with the enforcement of affirmative action a division among races and ethnic groups along color lines that would result in emphasis on group difference rather than a fusing of the groups.”559

Il New York Times nella prima parte del 1969 pubblicò alcuni articoli che evidenziarono la crescita della difficoltà e dei problemi nel rapporto tra la comunità ebraica e quella nera. Il 26 Gennaio venne pubblicato un editoriale intitolato molto eloquentemente Black vs. Jews560: vi si trova scritto che il sentimento antinero che si stava diffondendo tra molti ebrei negli Stati Uniti, faceva parte di un più grande sentimento di repulsione che accomunava moltissimi bianchi della “lower middle class” che vedevano crescere in maniera incontrastata l'influenza dei neri nelle grandi città del Nord. Per contro, l'antisemitismo dei neri veniva spiegato con la vicinanza che la comunità ebraica aveva con quella nera nella vita quotidiana nei quartieri urbani più poveri561. L'editoriale cerca di individuare delle motivazioni a questi sviluppi nelle attitudini comunitarie, affermando che

“The Jews replaced the Irish in dominating the city school system, […] and they are fiercely protective of the merit system. Now they find themselves challenged by what striking teachers referred to as 'those people' or 'the minorities' and fear that if Negro communities take over the schools, their jobs will not be safe.”562

559 . Cfr. con Huey Perry, Ruth White, The Post-Civil Rights Transformation of the Relationship between

Blacks and Jews in the United States, cit., pag. 58. Riguardo all'evoluzione che ebbe il movimento di

protesta nero al suo interno, è utile consultare l'articolo scritto da Andrew Kopkind, The Sixties and the

Movement, Febbraio 1973, Ramparts, San Francisco. Tratto dal sito www.unz.org; consultato il 17 Marzo 2015.

560 . Cfr. con Black vs. Jews, 26 Gennaio 1969, New York Times, New York. Tratto dal sito

www.nytimesarchive.com; consultato il 27 Febbraio 2015. 561 . Cfr. con Black vs. Jews, cit.

170 All'opposto dei timori della comunità ebraica, conclude l'editoriale, ci sono quelli della comunità nera, la quale vedeva negli ebrei una casta burocratizzata che mirava a mantenere i neri nelle retrovie della scuola e di conseguenza della società563.

Sempre il 26 Gennaio 1969 comparve un altro articolo incentrato sulla risposta della comunità ebraica all'antisemitismo montante nella comunità nera: Jews Debating Black Anti-Semitism564, scritto da Henry Raymont. L'autore riporta la denuncia che il segretario dell'AJC, Will Maslow, fece riguardo al ritardo con cui le autorità, sia federali, che cristiane, che del movimento nero, si erano rese conto della crescita a livello globale, nella società, di un forte sentimento antisemita565. Il giornalista cita anche l'ipotesi che tale sentimento fosse stato provocato dalla strumentalizzazione che l'“establishment bianco anglosassone” aveva tentato di attuare con la sensazione di privazione e ingiustizia provata dalla comunità nera: d'accordo con questa teoria era il rabbino Rubenstein, attivista del movimento e partecipante della manifestazione di Selma del '65, il quale affermò che

“Jews are the easiest and most convenient group to sacrifice before the pressure of Black Power takeover. The non-Jewish white community has more to gain by satisfying Negro rather than Jewish interests when they conflict.”566

Raymont conclude l'articolo riportando il pensiero di Rustin, storico leader della NAACP e del movimento, il quale si augurò che la comunità nera non commettesse l'errore di distruggere l'alleanza nello schieramento composto da liberals cattolici, ebrei e protestanti, i quali erano stati gli unici bianchi ad aver sostenuto le proteste e le

della decentralizzazione degli istituti all'interno dei quartieri cittadini, vedi The American Jewish Year

Book, Vol. 71, 1970, New York, pagg. 222-225. Tratto dal sito www.ajcarchives.com; consultato il 3 Marzo 2015.

563 . Cfr. con Black vs. Jews, cit.

564 . Cfr. con Henry Raymont, Jews Debating Black Anti-Semitism, 26 Gennaio 1969, New York Times, New York. Tratto dal sito www.nytimesarchive.com; consultato il 27 Febbraio 2015.

565 . Cfr. con Henry Raymont, Jews Debating Black Anti-Semitism, cit.

566 . Cfr. con Henry Raymont, Jews Debating Black Anti-Semitism, cit. Riguardo al malcontento della comunità bianca dominante alla fine degli anni '60 riguardo ai temi dell'integrazione e del bilanciamento del potere politico ed economico con la comunità nera, vedi The American Jewish Year Book, Vol. 71, 1970, cit., pagg. 198-202.

171 richieste dei neri fin dall'inizio del boicottaggio di Montgomery567.

Un terzo, importante articolo pubblicato da Commentary nell'Aprile 1969 riguardo al rapporto tra ebrei e neri americani è Blacks, Jews & the Intellectuals568,

scritto da Nathan Glazer. L'autore si pone tre interrogativi che delineano in maniera evidente la situazione che si era creata negli Stati Uniti in quegli anni: gli ebrei erano realmente minacciati dall'antisemitismo nero? Esisteva concretamente l'alleanza tra l'”establishment bianco anglosassone” e la comunità nera? Come si sarebbe potuta combattere questa minaccia?569 Glazer illustra come

“Studies still show most Negro opinion to be “moderate”; but whatever the case may be with regard to the Negro population as a whole, I would argue that what should concern us is not so much the general level of anti-Semitic feeling in the ghetto as the dramatic increase in expressions of anti-Semitism among some Negroes- or at this point I should say black- leaders.”570

Glazer afferma che questi nuovi leaders abbiano modellato la rivoluzione nera e le richieste per una trasformazione sociale, economica e politica delle istituzioni del paese, caratterizzandole eccessivamente con una forte retorica della militanza, e “l'esaltazione parossistica del 'Black Power'”571. Secondo l'autore tale deriva di una parte del movimento sarebbe dovuta essere combattuta rafforzando la posizione di tutti quei rappresentanti delle comunità nere che erano stati recentemente eletti nei consigli

567 . Cfr. con Henry Raymont, Jews Debating Black Anti-Semitism, cit. Riguardo alla molteplicità di ideali e figure guida all'interno del movimento e della comunità nera, vedi anche Thomas A. Johnson,

Who Speaks for Blacks?, 22 Ottobre 1969, New York Times, New York. Tratto dal sito www.nytimesarchive.com; consultato il 27 Febbraio 2015.

568 . Cfr. con Nathan Glazer, Blacks, Jews & the Intellectuals, Aprile 1969, Commentary, New York. Tratto dal sito www.commentarymagazinearchive.com; consultato il 2 Febbraio 2015.

569 . Cfr. con Nathan Glazer, Blacks, Jews & the Intellectuals, cit., pagg. 33-34. 570 . Cfr. con Nathan Glazer, Blacks, Jews & the Intellectuals, cit., pag. 33.

571 . Cfr. con Nathan Glazer, Blacks, Jews & the Intellectuals, cit., pag. 34. Riguardo all'esaltazione incondizionata da parte di molti attivisti del movimento del nazionalismo nero, e della supposta superiorità della comunità nera nei confronti della società bianca, che periodicamente venne sottolineata