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Durante la dinastia Shang veniva praticato un culto centrato su un ciclo di cinque rituali, il cui svolgimento ripetuto permette di ricostruire il calendario Shang e la lista di sovrani coinvolti. Rivolto ad antenati reali individuali patrilineari in ordine di successione, andava a formare il cuore del sistema Shang del culto degli antenati.75

Secondo le iscrizioni oracolari, il ciclo, con formule divinatorie e offerte ai destinatari che potevano mutare col tempo, riportava un’organizzazione e una sequenza base lineare, generalmente priva di variazioni, strutturata come segue: dopo un rito iniziale di presentazione della tavoletta,

gong dian 貢典, si cominciava con il rituale yi 翌, seguito da ji 祭, zai e xie eseguiti come unità, per

concludere con il rituale rong 肜, svolto separatamente. Una volta che il ciclo a un particolare antenato era completato con il rituale rong, si iniziava di nuovo con yi.76 Il primo antenato a ricevere culto in questa serie di rituali era Shang Jia, nel giorno jia di quella settimana, seguito poi dagli altri antenati onorati in accordo al programma di culto.

Un ciclo ridotto, composto da quattro invece di cinque rituali, era inoltre offerto alle antenate, spose o madri di sovrani di discendenza diretta, nel loro giorno secondo il nome templare, tuttavia posticipato di una settimana rispetto al culto dei sovrani consorti.77

Crack-making on guiwei (day 20), divined: “His Majesty, performing the hosting ceremony for the zai-ritual to Wu Ding’s consort, Ancestress Gui, will have no fault.78

74

KEIGHTLEY, “The Making of the Ancestors…”, cit., pp. 16-20. 75

KEIGHTLEY, “The Shang: China’s…”, cit., pp. 233-268. 76

KEIGHTLEY, The Ancestral Landscape: Time, Space…, op. cit., pp. 25-29. 77

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L’attenzione e le credenze rivolte al programma rituale sono anche rivelate dall’esecuzione di un culto preparatorio, svolto la sera precedente al giorno di culto dell’antenato.79

Crack-making on bingchen (day 53), divined: “His Majesty, performing the hosting ceremony for the rong-eve-ritual to Zhong Ding, will have no fault.”80 (V. Huang) (Heji 35630; Y1289.1)

Le iscrizioni che ricorrevano ai termini “eve” o “evening” concernevano tutte cerimonie preparatorie, svolte in segno di buon auspicio la vigilia del giorno in cui era fissato il rituale.81

Il ciclo a cinque rituali, rivolto a più di cinquanta antenati e antenate reali, presumibilmente rappresentava una conoscenza dal carattere esoterico che serviva a validare il ruolo del sovrano e dei suoi esperti rituali nelle pratiche religiose e sacrificali.82

1.6 Concetto di ”impersonalization of the dead”

L’attribuzione di nomi templari anziché nomi individuali propri, in aggiunta a un culto che privilegiava caratteristiche impersonali come legame di parentela, sesso e posizione sociale, porta in luce la questione della “impersonalization” della morte, processo cioè che sminuiva o privava il defunto delle caratteristiche individuali e della personalità, rendendolo un individuo stereotipato e comune. Diventare un antenato richiedeva la rinomina, basata su uno dei dieci gan consentiti dal sistema, e le offerte di culto avvenivano nel giorno del proprio nome templare.83

78

KEIGHTLEY, “The Making of the Ancestors…”, cit., cit. p. 22. 79

KEIGHTLEY, “The Shang: China’s…”, cit., pp. 260-261. 80

KEIGHTLEY, “The Making of the Ancestors…”, cit., cit. p. 24. 81

Ibid. 82

Ibid., pp. 20-26. 83

27 Crack-making on jiayin [day 51], Yin divined: “The king hosts Da Jia

(the third king), performs the yong-ritual, no fault.” 84

Crack-making on gengshen [day 57], Yin divined: “The king hosts Da Geng (the fifth king; next on the main line of descent), performs the

yong-ritual, no fault .”85

Da Jia veniva quindi celebrato nel giorno jia, mentre Da Geng nel giorno geng e così via, testimoniando così, attraverso il sistema nome-giorno, il processo di “impersonalization” che tramutava i defunti reali in antenati.

Tuttavia i nomi templari generici non erano l’unico indizio dell’importante ruolo del tratto impersonale riservato ai defunti, ma veniva sottolineato anche dalla classificazione degli antenati, come “Terzo Antenato Ding” o “Quarto Antenato Ding”; dalla notevole ricchezza offerta ai Grandi Antenati (Da Shi 大示); dalla struttura ufficializzata del ciclo a cinque rituali, in cui veniva proposta una sequenza rituale identica a tutti gli antenati, in accordo a un rigido piano, privo di qualsivoglia variazione di rituale, tipo di vittima sacrificale e offerta. Ciò che era ritenuto importante non erano le caratteristiche individuali, bensì il giusto ordine rappresentato dagli antenati.86

Diventare un antenato imponeva anche un grado di distanza generazionale e personale: gli antenati non diventavano tali al momento della morte ma necessitavano di un periodo di tempo per avanzare di grado. Questo è testimoniato dal fatto che i genitori del sovrano in carica non ricevevano pratiche rituali dopo la morte, ma entravano di diritto nel culto dopo il passaggio di due generazioni.87

La tendenza a generalizzare gli antenati è anche dimostrata dagli ambiti di giurisdizione assegnati agli antenati in base a criteri come posizione sociale, sesso, ecc. L’influenza degli antenati era infatti delimitata alla figura del sovrano, a differenza delle entità spiritiche superiori che incidevano sull’intera società dinastica. Le antenate invece giocavano un ruolo dominante nella

84

David N. KEIGHTLEY, “Art, Ancestors, and the Origins of Writing in China”, in Representations, vol. 56, 1996, pp. 68-95, cit. p. 73.

85

Ibid., cit. p. 75. 86

KEIGHTLEY, “The Making of the Ancestors…”, cit., pp. 26-29. 87

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sfera di riproduzione e di fertilità con preghiere e offerte per futuri discendenti e il conseguente successo della dinastia.88

Queste osservazioni e distinzioni rafforzano ancora una volta l’importanza della parentela, della propria posizione sociale e della ricchezza avuti in vita, che risultano determinanti nell’organizzazione e nel trattamento del defunto dopo la morte.

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