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Definizione di “sacrificio umano” e sepolture sacrifical

Pratiche di sepoltura

2.7 Definizione di “sacrificio umano” e sepolture sacrifical

Una descrizione delle sepolture sacrificali necessita dapprima di una spiegazione di come venisse considerato il sacrificio umano all’epoca Shang. Dare una definizione di “sacrificio umano” comporta considerevoli ambiguità e difficoltà, in quanto l'esatto significato del termine è in realtà ancora soggetto a interpretazione. Il modello sacrificale interpretato da E. B. Tylor, prevede il sacrificio come un dono offerto a esseri soprannaturali con lo scopo di chiedere in cambio favori e

159

KEIGHTLEY, “The Shang: China’s…”, cit., pp. 267-268. 160 THOTE, “Shang and Zhou Funeral Practices…”, cit., pp. 103-141. 161

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appoggio.162 In accordo alla lettura di Tylor e ad altri teorici come W. R. Smith, che sostiene anch’egli l’atto del sacrificio come offerta fatta da umani a divinità superiori163, Keightley asserisce che le pratiche sacrificali religiose della dinastia Shang si basassero sulla credenza do ut des (frase latina dal significato letterale “io do affinché tu dia”), ossia su una sorta di “scambio” tra due parti, segnato dall'accettazione dell'offerta del primo da parte del secondo, che si impegna dunque a consegnare quanto definito. Riportando un esempio in riferimento ai rituali sacrificali Shang, si può parlare della buona riuscita della procedura rituale grazie alla benevolenza conferita da Shangdi.164

In accordo all’opinione di Keightley, Poo Mu-chou sostiene una lettura simile del sacrificio Shang:

In the inscriptions one senses that the diviner addressed the deities, or ancestors, as if they were immediately accessible. In fact, since man believed so firmly that the deities and ancestor actually extended care and power to the propitiator directly, the world of extra-human powers in the conception of the Shang diviners should be seen as having been either conterminous with the human world or a continuous extension of it.165

Keightley e Poo Mu-chou affermano l’importanza del sacrificio come mezzo per porre antenati, divinità e individui umani sullo stesso piano, basato su una relazione burocratica del principio dare e ricevere (do ut des).166 Lo scopo della comunicazione tra antenati e umani era principalmente pragmatico, riguardante gli affari del mondo, volto quindi a risolvere problemi reali come guerra, malattia, raccolto o per interpretare disastri naturali o eventi astronomici premonitori, che potevano causare enormi conseguenze alla società umana.

L’interpretazione di Henri Hubert e Marcel Mauss, contrariamente alle ipotesi precedenti, contiene molto più di una discussione del sacrificio come dono. Il sacrificio viene visto come:

162

Edward B. TYLOR, Primitive Culture: Researches in the Development of Mythology, Philosophy, Religion,

Language, Arts, and Custom, New York: Brentano’s Books, 1871, pp. 375-410. 163

William R. SMITH, Lectures on the Religion of the Semites: the Fundamental Institutions, New York: Ktav Pub. House, 1969.

164

KEIGHTLEY, “The Religious Commitment: Shang Theology…”, cit., pp. 211-225. 165

POO Mu-Chou, In Search of Personal Welfare, Albany: State University of New York, 1998, cit. p. 28. 166 Ibid.

51 a religious act which, through the consecration of a victim, modifies

the condition of the moral person who accomplish it or that of certain objects with which he is concerned.167

Con il termine “consacrazione” si intende:

sacrifice always implies a consecration; in every sacrifice an object passes from the common into the religious domain; it is consecrated.168

When a king is consecrated, his religious personality alone is modified; apart from this, nothing is changed.169

L’idea principale di questa interpretazione vede il sacrificio come un atto in trasformazione, in cui sono implicati sacrifier170 (colui a cui interessa il beneficio derivante dall’atto del sacrificio e che

subisce i suoi effetti), la vittima e i poteri divini a cui viene rivolto il rituale.

A seguito di queste interpretazioni del sacrificio, si deducono due concetti importanti per le indagini archeologiche sui sacrifici umani: dono e separazione. L’azione “dono” coinvolgeva una rigida selezione delle vittime offerte nel sacrificio: posizione sociale all’interno della società, sesso, età, mansione o funzione svolta sembravano dati necessari per determinare quali membri della comunità fossero probabili candidati all’atto sacrificale. Queste vittime solitamente venivano denominate nelle iscrizioni oracolari con il termine collettivo Qiang 羌 171, che si riferiva a prigionieri di guerra di stati nemici e individui emarginati dalla società. Questi candidati rappresentavano una fonte primaria di vittime per il sacrificio umano. Per quanto riguarda il secondo concetto, l’azione “separazione” suggeriva una trasformazione della vittima per condurla

167

Henri HUBERT, Marcel MAUSS, Sacrifice: Its Nature and Function, Chicago: University of Chicago Press, 1964, cit. p. 13. 168 Ibid., cit. p. 9. 169 Ibid. 170 Ibid., p. 10. 171

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dal mondo terreno al regno del sacro e comportava una trasformazione a livello fisico come la decapitazione, lo smembramento o il fatto di essere sepolti vivi.172

La necropoli reale di Xibeigang è archeologicamente ricca di dati riferiti alle pratiche sacrificali. L’area in prossimità di queste ricche e grandi tombe rivela la presenza di un’enorme distesa dedicata ai sacrifici umani, con più di 2500 sepolture sacrificali, riservate per lo più a vittime umane.173 Centinaia di scheletri decapitati, smembrati, o con il corpo integro sono stati rinvenuti in file di fosse insieme a beni funebri, utensili, armi e sacrifici di natura animale – cavalli, scimmie, uccelli, elefanti e cani; queste sepolture richiamano offerte e cerimonie rivolte agli antenati e ai reali defunti. K.C. Chang ha ipotizzato una connessione tra le fondazioni di templi con annesse fosse sacrificali rinvenuti a Xiaotun e gli enormi complessi tombali di Xibeigang, che rafforzerebbe l’ipotesi secondo la quale i siti di Anyang erano per la maggior parte una necropoli basata su un centro cultuale.174

I sacrifici umani, sia individui femminili e maschili sia bambini, potevano essere di varia natura e celebrati in diversi periodi, ossia prima, durante o dopo la cerimonia funebre nelle aree in prossimità della tomba e i corpi sistemati poi all’interno di fosse. File di sepolture potevano anche essere il risultato di un singolo sacrificio.175

Il metodo della decapitazione costituiva un’usuale forma di sacrificio, tuttavia potevano essere presenti altre forme come smembramento del corpo, privazione di parti fisiche, legatura degli arti o sepoltura da vivo. Tutte le vittime, come testimoniato dai ritrovamenti, sono state sepolte a diversi livelli del terreno e all’interno di fosse collettive o individuali; presumibilmente rappresentavano offerte sacrificali donate in differenti periodi di tempo in accordo a differenti riti funerari.176