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𝑒 = 𝑣1+ 𝑣2+ 𝑣3 𝐢1𝑑𝑣1

𝑑𝑑 +𝑣1

𝑅1= 𝐢3𝑑𝑣3 𝑑𝑑 𝐢2𝑑𝑣2

𝑑𝑑 +𝑣2

𝑅2= 𝐢3𝑑𝑣3 𝑑𝑑 Da cui si ricavano le due equazioni di stato:

{

(𝐢1+ 𝐢3)𝑑𝑣1

𝑑𝑑 + 𝐢3𝑑𝑣2 𝑑𝑑 +𝑣1

𝑅1= 𝐢3𝑑𝑒 𝑑𝑑 𝐢3𝑑𝑣1

𝑑𝑑 + (𝐢2+ 𝐢3)𝑑𝑣2 𝑑𝑑 +𝑣2

𝑅2= 𝐢3𝑑𝑒 𝑑𝑑

Equazioni di stato

Come si nota, si perde la forma canonica vista per i circuiti senza condizioni patologiche. In generale compariranno anche le derivate degli ingressi.

Per ricavare lo stato in 0+ integriamo le equazioni di stato tra 0βˆ’ e 0+: {(𝐢1+ 𝐢3)𝑣1(0+) + 𝐢3𝑣2(0+) = 𝐢3𝑒(0+)

𝐢3𝑣1(0+) + (𝐢2+ 𝐢3)𝑣2(0+) = 𝐢3𝑒(0+)

{

𝑣1(0+) = 𝐢2𝐢3

𝐢1𝐢2+ 𝐢1𝐢3+ 𝐢2𝐢3𝑒(0+) 𝑣2(0+) = 𝐢1𝐢3

𝐢1𝐢2+ 𝐢1𝐢3+ 𝐢2𝐢3𝑒(0+) Lo stato non si Γ¨ conservato 0βˆ’ e 0+.

Ricaviamo la relazione I/O:

𝐢1𝐢2+ 𝐢1𝐢3+ 𝐢2𝐢3 𝐢3(𝐢2+ 𝐢3)

𝑑2𝑣1 𝑑𝑑2 + [ 1

𝑅1𝐢3+ 1 𝑅2𝐢3

𝐢1+ 𝐢3 𝐢2+ 𝐢3]𝑑𝑣1

𝑑𝑑 + 1

𝑅1𝑅2𝐢3(𝐢2+ 𝐢3)𝑣1

= 1

𝑅2(𝐢2+ 𝐢3) 𝑑𝑒

𝑑𝑑+ 𝐢2

𝐢2+ 𝐢3 𝑑2𝑒

𝑑𝑑2 n= π‘š

Essa Γ¨ una equazione differenziale del 2Β° ordine, come volevamo dimostrare, con l’ordine di derivazione dell’ingresso uguale a quello dell’uscita π‘š = 𝑛.

β–‘

Esempio 9 Circuito con un co-ciclo L-A

Si consideri il circuito in Figura 53. Il circuito Γ¨ nello stato zero all’istante 𝑑 = 0βˆ’. Supponiamo di applicare un ingresso che presenta una discontinuitΓ  al piΓΉ di 1Β° specie nell’istante 𝑑 = 0:

π‘Ž(𝑑) = 𝑓(𝑑) β‹… π›Ώβˆ’1(𝑑)

Determinare lo stato del circuito in 𝑑 = 0+ e l’andamento delle variabili di stato per 𝑑 > 0 per i seguenti ingressi:

β€’ Ingresso a gradino π‘Ž(𝑑) = π΄π›Ώβˆ’1(𝑑)

β€’ Ingresso sinusoidale π‘Ž(𝑑) = 𝐴 cos(πœ”0𝑑) β‹… π›Ώβˆ’1(𝑑)

β€’ Ingresso a rampa π‘Ž(𝑑) = π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑)

β€’ Ingresso triangolare:

π‘Ž(𝑑) = {π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑) per t < T 0 per t > T

π‘Ž(𝑑) = π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑) βˆ’ 𝐡(𝑑 βˆ’ 𝑇)π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇) βˆ’ π΅π‘‡π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇)

Figura 53. Circuito con un co-ciclo L-A Soluzione

Analizziamo il circuito in Figura 53. In esso Γ¨ presente una condizione patologica, cioΓ¨ un co-ciclo LA. Anche in questo caso sono tre i componenti con memoria ma le variabili di stato effettive sono due e l’ordine del circuito sarΓ  il 2Β°.

Scriviamo le equazioni del circuito:

{

π‘Ž(𝑑) = 𝑖1+ 𝑖2 𝐿1𝑑𝑖1

𝑑𝑑 = 𝑅𝑖2+ 𝐿2𝑑𝑖2 𝑑𝑑 π‘Ž(𝑑) = 𝐢𝑑𝑣𝑐

𝑑𝑑

β‡’

{ 𝑑𝑖1

𝑑𝑑 =π‘‘π‘Ž π‘‘π‘‘βˆ’π‘‘π‘–2

𝑑𝑑 𝐿1𝑑𝑖1

𝑑𝑑 = 𝑅𝑖2+ 𝐿2𝑑𝑖2 𝑑𝑑 π‘Ž(𝑑) = 𝐢𝑑𝑣𝑐

𝑑𝑑

β‡’ { 𝐿1π‘‘π‘Ž

π‘‘π‘‘βˆ’ 𝐿1𝑑𝑖2

𝑑𝑑 = 𝑅𝑖2+ 𝐿2𝑑𝑖2 𝑑𝑑 π‘Ž(𝑑) = 𝐢𝑑𝑣𝑐

𝑑𝑑

β‡’βŠ— {

(𝐿1+ 𝐿1)𝑑𝑖2

𝑑𝑑 + 𝑅𝑖2= 𝐿1

π‘‘π‘Ž 𝑑𝑣𝑐 𝑑𝑑

𝑑𝑑 = 1 πΆπ‘Ž(𝑑)

Le equazioni βŠ— sono sia equazioni di stato che anche relazioni I/O rispettivamente per 𝑖2 e per 𝑣𝑐. Quindi 𝑖2 e 𝑣𝑐 si otterranno integrando le due relazioni I/O del 1Β° ordine. Infatti la configurazione topologica disaccoppia le variabili 𝑣𝑐 e 𝑖2 tra loro. Nota 𝑖2 si ricaverΓ  𝑖1 dalla espressione algebrica ottenuta applicando la LKI al co-ciclo patologico.

Dalle βŠ—, integrando fra 0βˆ’ e 0+ si ottengono le variabili di stato in 0+: {(𝐿1+ 𝐿2)𝑖2(0+) = 𝐿1π‘Ž(0+) = 𝐿1𝑓(0+)

0 = 𝐢𝑣𝑐(0+) β‡’ {𝑖2(0+) = 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2𝑓(0+) 𝑣𝑐(0+) = 0 𝑖1(0+) = π‘Ž(0+) βˆ’ 𝑖2(0+) = 𝑓(0+) [1 βˆ’ 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2] = 𝐿2

𝐿1+ 𝐿2𝑓(0+) Lo stato in 0+ andrΓ  particolarizzato a seconda dell’ingresso considerato.

Caso a) Ingresso a gradino π‘Ž(𝑑) = π΄π›Ώβˆ’1(𝑑)

Supponiamo che l’ingresso sia un gradino nell’origine di ampiezza 𝐴. Integrando la prima delle βŠ—, si ottiene:

(𝐿1+ 𝐿2)𝑑𝑖2

𝑑𝑑 + 𝑅𝑖2= 0 β‡’ 𝑖2𝑝= 0 (𝐿1+ 𝐿2)πœ† + 𝑅 = 0 β‡’ πœ† = βˆ’ 𝑅

𝐿1+ 𝐿2 frequenza libera 𝑖2(𝑑) = πΎπ‘’πœ†π‘‘

C

R L1

vc i2

a(t) L2

i1

Co-ciclo L-A

𝑖2(0+) = 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2𝐴 = 𝐾 β‡’ 𝑖2(𝑑) = 𝐿1 𝐿1+ 𝐿2π΄π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

𝑑 > 0 Integrando la seconda delle βŠ—, si ottiene:

𝑣𝑐(𝑑) =1

𝐢 ∫ 𝐴 β‹… π‘‘πœ

𝑑

0+

+ 𝑣𝑐(0+) =𝐴

𝐢𝑑 𝑑 > 0 Infine, dalle relazione algebrica che lega le due variabili di stato correnti:

𝑖1(𝑑) = π‘Ž(𝑑) βˆ’ 𝑖2(𝑑) = 𝐴 [1 βˆ’ 𝐿1 𝐿1+ 𝐿2π΄π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

] 𝑑 > 0 In Figura 54 sono riportati i grafici delle tre grandezze analizzate.

Figura 54. Grafico delle grandezze 𝑖2(𝑑), 𝑣𝑐(𝑑) 𝑒 𝑖1(𝑑) per ingresso a gradino Caso b) Ingresso sinusoidale π‘Ž(𝑑) = 𝐴 cos(πœ”0𝑑) β‹… π›Ώβˆ’1(𝑑)

Supponiamo ora che l’ingresso sia co-sinusoidale. Anche in questo caso l’ingresso presenta una discontinuitΓ  di I specie (vedi Figura 55).

Figura 55. Ingresso co-sinusoidale Integriamo la prima delle βŠ—. La frequenza libera sarΓ :

πœ† = βˆ’ 𝑅

𝐿1+ 𝐿2

L’integrale particolare sarΓ :

𝑖2𝑝(𝑑) = 𝐻 cos πœ”0𝑑 + 𝐾 sin πœ”0𝑑 da cui:

𝑑𝑖2𝑝

𝑑𝑑 = πœ”0[βˆ’π» sin πœ”0𝑑 + 𝐾 cos πœ”0𝑑]

Sostituendo nella relazione I/O:

2 1

1

L L

AL +

( )

t i2

t

( )

t vC

t

2 1

2

L L

AL +

( )t i1 A

t

A a(t)

t

(𝐿1+ 𝐿2)πœ”0[βˆ’π» sin πœ”0𝑑 + 𝐾 cos πœ”0𝑑] + 𝑅[𝐻 cos πœ”0𝑑 + 𝐾 sin πœ”0𝑑] = 𝐿1𝐴(βˆ’πœ”0sin πœ”0𝑑) Eguagliando i coefficienti dei termini in seno e coseno:

{βˆ’πœ”0(𝐿1+ 𝐿2)𝐻 + 𝑅𝐾 = βˆ’πœ”0𝐿1𝐴

πœ”0(𝐿1+ 𝐿2)𝐾 + 𝑅𝐻 = 0 β‡’ 𝐻 =βˆ’πœ”0(𝐿1+ 𝐿2)𝐾 𝑅

[πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2

𝑅 + 𝑅] 𝐾 = βˆ’πœ”0𝐿1𝐴 β‡’ {

𝐾 = βˆ’πœ”0𝐿1𝐴𝑅 𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2 𝐻 = πœ”02𝐿1(𝐿1+ 𝐿2)𝐴

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2 da cui, l’integrale particolare Γ¨:

𝑖2𝑝= πœ”0𝐿1𝐴

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2[πœ”0(𝐿1+ 𝐿2) cos πœ”0𝑑 βˆ’ 𝑅 sin πœ”0𝑑]

Sostituito nella risposta:

𝑖2(𝑑) = π‘π‘’πœ†π‘‘+ 𝑖2𝑝 = π‘π‘’πœ†π‘‘+ πœ”0𝐿1𝐴

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2[πœ”0(𝐿1+ 𝐿2) π‘π‘œπ‘  πœ”0𝑑 βˆ’ 𝑅 𝑠𝑖𝑛 πœ”0𝑑]

Applichiamo la condizione iniziale per ricavare la costante di integrazione:

𝑖2(0+) = 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2𝐴 = 𝑁 + πœ”0𝐿1𝐴

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2βˆ™ πœ”0(𝐿1+ 𝐿2) β†’ 𝑁 = 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2𝐴 βˆ’ πœ”0𝐿1𝐴

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2βˆ™ πœ”0(𝐿1+ 𝐿2) 𝑖2(𝑑) = 𝐴 βˆ™ [ 𝐿1

𝐿1+ 𝐿2βˆ’ πœ”0𝐿1

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2βˆ™ πœ”0(𝐿1+ 𝐿2)] π‘’πœ†π‘‘

+ 𝐴 πœ”0𝐿1

𝑅2+ πœ”02(𝐿1+ 𝐿2)2[πœ”0(𝐿1+ 𝐿2) cos πœ”0𝑑 βˆ’ 𝑅 sin πœ”0𝑑]

La 𝑖2(𝑑) Γ¨ la somma di un esponenziale decrescente e di una sinusoide.

Integriamo la seconda delle βŠ—:

𝑣𝑐(𝑑) = 𝑣𝑐(0+) +1

𝐢 ∫ π΄π‘π‘œπ‘ (πœ”0𝜏) β‹… π‘‘πœ

𝑑

0+

= 1

πœ”0𝐢𝐴𝑠𝑖𝑛(πœ”0𝑑) La 𝑣𝑐(𝑑) Γ¨ una sinusoide.

In Figura 56 sono riportati i grafici delle due grandezze analizzate.

Figura 56. Grafico delle grandezze 𝑖2(𝑑) 𝑒 𝑣𝑐(𝑑) per ingresso sinusoidale

( ) t v

C

t

C

A



0

t

( ) t

i

2 L A L

L

2 1

1

+

t

( ) t i

2tras

( ) 0

2

( ) 0

2

i

p

i βˆ’

t

( ) t i

2p

( ) 0

i

2 p

Per 𝑑 β†’ ∞, 𝑖2(𝑑) coincide con 𝑖2𝑝(𝑑). Il circuito raggiunge il regime sinusoidale.

Caso c) Ingresso a rampa π‘Ž(𝑑) = π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑)

Supponiamo che l’ingresso sia una rampa di coefficiente angolare B. PoichΓ© il circuito analizzato Γ¨ nello stato zero in 𝑑 = 0βˆ’, possiamo sfruttare le proprietΓ  della risposta nello stato zero. Quindi essendo l’ingresso l’integrale del gradino unitario moltiplicato per 𝐡, anche la risposta sarΓ  l’integrale della risposta al gradino unitario, moltiplicata per 𝐡.

Per un ingresso a gradino π΄π›Ώβˆ’1(𝑑), abbiamo trovato precedentemente le uscite:

{

𝑖2𝑔=𝐴𝐿1π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

𝐿1+ 𝐿2 𝑣𝑐𝑔=𝐴

𝐢𝑑

Per l’ingresso al gradino unitario π›Ώβˆ’1(𝑑), le uscite saranno quelle precedenti divise per 𝐴:

{ 𝑖2𝑔

𝐴 =𝐿1π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

𝐿1+ 𝐿2 𝑣𝑐𝑔

𝐴 = 1 𝐢𝑑 Allora per un ingresso a rampa di coefficiente angolare 𝐡 sarΓ :

{

𝑖2π‘Ÿ = 𝐡𝐿1 𝐿1+ 𝐿2∫ π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝜏 𝑑

0

π‘‘πœ = 𝐡𝐿1

𝐿1+ 𝐿2(βˆ’πΏ1+ 𝐿2

𝑅 ) [π‘’πœ†π‘‘βˆ’ 1]

π‘£π‘π‘Ÿ =𝐡 𝐢∫ 𝜏 β‹… 𝑑

𝑑

0

𝜏 =1 2

𝐡 𝐢𝑑2 In Figura 57 sono riportati i grafici delle due grandezze analizzate.

Figura 57. Grafico delle grandezze 𝑖2(𝑑) 𝑒 𝑣𝑐(𝑑) per ingresso a rampa.

Caso d) Ingresso triangolare π‘Ž(𝑑) = {π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑) per t < T 0 per t > T

Supponiamo di applicare un ingresso triangolare, come quello riportato in Figura 58. Come per tutti i segnali lineari a tratti, esso puΓ² essere scomposto in gradini e rampe:

π‘Ž(𝑑) = π΅π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑) βˆ’ 𝐡(𝑑 βˆ’ 𝑇)π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇) βˆ’ π΅π‘‡π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇)

Figura 58. Ingresso triangolare

t

( ) t v

cr

t

( ) t i

2r

R BL1

a(t)

t BT

T

Sfruttando le proprietΓ  della risposta nello stato zero, e avendo giΓ  calcolato le risposte all’ingresso a gradino e all’ingresso a rampa, la risposta all’ingresso triangolare puΓ² essere ottenuto dalla stessa combinazione lineare delle risposte al gradino unitario:

π›Ώβˆ’1(𝑑) β‡’ 𝑖2𝑔= 𝐿1 𝐿1+ 𝐿2π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

π›Ώβˆ’1(𝑑) Ed alla rampa di coefficiente angolare unitario:

π‘‘π›Ώβˆ’1(𝑑) β‡’ 𝑖2π‘Ÿ =𝐿1

𝑅[1 βˆ’ π‘’βˆ’

𝑅 𝐿1+𝐿2𝑑

] π›Ώβˆ’1(𝑑) Per la variabile 𝑖2(𝑑) si ottiene:

𝑖2(𝑑) = 𝐡𝑖2π‘Ÿπ›Ώβˆ’1(𝑑) βˆ’ 𝐡𝑖2π‘Ÿ(𝑑 βˆ’ 𝑇)π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇) βˆ’ 𝐡𝑇𝑖2𝑔(𝑑 βˆ’ 𝑇)π›Ώβˆ’1(𝑑 βˆ’ 𝑇)

β–‘

Memorizzazione dello stato iniziale

Come visto nell’esempio 8, le proprietΓ  della risposta nello stato zero sono molto utili per analizzare circuiti alimentati da segnali riconducibili a combinazioni lineari di segnali canonici. Se il circuito non Γ¨ nello stato zero queste proprietΓ  non valgono e l’analisi di questi circuiti diventa piΓΉ complessa. Si puΓ² tuttavia ricorrere ad un artificio e ricondurre il circuito nello stato zero introducendo opportune variabili fittizie che hanno valore nullo in un istante iniziale.

In particolare, nel caso del capacitore, se esso presenta un valore di tensione all’istante 0βˆ’ diverso da zero (pari ad esempio a 𝑉0), puΓ² essere rappresentato dalla equazione:

𝑣𝑐(𝑑) = ∫ 1 𝐢𝑖(𝜏)π‘‘πœ

𝑑

0

+ cost ed essendo

𝑣𝑐(𝑑) =π‘ž(𝑑)

L’integrale rappresenta il rapporto fra la carica e la capacitΓ , e cioΓ¨ l’incremento di tensione a partire da 𝑑 = 0 e 𝐢 sarΓ :

𝑣𝑐(𝑑) =1 𝐢∫ π‘–π‘‘πœ

𝑑

0βˆ’

+ 𝑉0 =1

𝐢⋅ π‘ž(𝑑 β‰₯ 0βˆ’) + 𝑉0 dove 𝑉0 Γ¨ la tensione del capacitore all’istante 0βˆ’.

Questa equazione corrisponde ad un equivalente circuitale di Figura 59, costituito da un condensatore scarico in serie con un generatore di tensione a gradino di ampiezza pari proprio alla tensione 𝑉0.

𝑣𝑐′(0βˆ’) = 0 𝑖(𝑑) = 𝐢𝑑𝑣𝑐′

Figura 59. Condensatore carico (a sinistra) ed equivalente con condensatore scaricato (a destra) 𝑑𝑑

La variabile di stato associata a questo nuovo circuito Γ¨ la𝑣′𝑐(𝑑) che gode della proprietΓ  di essere nulla in 0βˆ’. Questa nuova variabile di stato Γ¨ legata alla variabile di stato effettiva dalla relazione:

𝑣𝑐(𝑑) = 𝑣𝑐′(𝑑) + 𝑉0

Una volta determinata la tensione fittizia, si puΓ² risalire a quella effettiva sommando il valore 𝑉0. Quindi lo stato del capacitore puΓ² essere memorizzato mediante un generatore di tensione.

Analogamente, nel caso dell’ induttore, se esso presenta un valore di corrente all’istante 0βˆ’ diverso da zero, esso puΓ² essere rappresentato dall’equazione:

C

v

c

i

C v

c

i

v

c

' V

0

·

-1

(t)

𝑖𝐿(𝑑) = ∫ 1

𝐿𝑣(𝜏)π‘‘πœ

𝑑

0

+ cost ed essendo

𝑖𝐿(𝑑) =πœ™(𝑑) SarΓ : 𝐿

𝑖𝐿(𝑑) =1

𝐿∫ π‘£π‘‘πœ

𝑑

0βˆ’

+ 𝐼0=1

𝐿⋅ πœ™(𝑑 β‰₯ 0βˆ’) + 𝐼0 dove 𝐼0 Γ¨ la corrente dell’induttore all’istante 0βˆ’.

Questa equazione corrisponde ad un equivalente circuitale di Figura 60, costituito da un induttore scarico in parallelo con un generatore di corrente a gradino di ampiezza pari proprio alla corrente 𝐼0.

𝑖𝐿′(0βˆ’) = 0 𝑣(𝑑) = 𝐿𝑑𝑖𝐿′

Figura 60. Induttore carico (a sinistra) ed equivalente con induttore scaricato (a destra) 𝑑𝑑

La variabile di stato associata a questo nuovo circuito Γ¨ la 𝑖′𝐿(𝑑) che gode della proprietΓ  di essere nulla in 0βˆ’. Questa nuova variabile di stato Γ¨ legata alla variabile di stato effettiva dalla relazione:

𝑖𝐿(𝑑) = 𝑖𝐿′(𝑑) + 𝐼0

Una volta determinata la corrente fittizia, si puΓ² risalire a quella effettiva sommando il valore 𝐼0. Quindi lo stato dell’induttore puΓ² essere memorizzato mediante un generatore di corrente.

Operando in questo modo su tutti i componenti con stato Γ¨ possibile risolvere il problema di analisi facendo riferimento al circuito β€œscaricato” utilizzando quindi le proprietΓ  della risposta nello stato zero.

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