• Non ci sono risultati.

2 IL SERVEI DE ATENCIÓ I PREVENCIÓ SOCIO-SANITARIA: UN ESEMPIO

2.1.1 La Città di Barcellona: un modello a sé

Per quanto riguarda la Città di Barcellona, realizzò un modello proprio in risposta alla

diffusione del consumo di eroina: “un approccio pragmatico (….) considerare i

consumatori di droga come vittime della dipendenza, il diffondersi di spazi di

partecipazione, la definizione di una politica della droga per la città (e non solo per i

servizi municipali), con obiettivi espliciti in quattro grandi campi: prevenzione e

dissuasione dal consumo, diminuzione degli effetti contrari della droga, trattamento

terapeutico per la dipendenza, reinserimento e riduzione degli effetti negativi sui

consumatori attivi; la gestione dei centri assistenziali mediante contratto (con obiettivi e

incentivi); la costruzione di un sistema informativo strutturato, con diffusione di indicatori (trimestrali e annuali)”73. Questo approccio ha permesso di affrontare il fenomeno in

72

M. P. Lai Guaita, La Prevenzione delle Tossicodipendenze. Progetti Europei a confronto, Carocci Editore, Roma, 2001, pp. 87-99;

73

55 maniera integrata attraverso un confronto tra politica, professionisti del sociale e società

civile.

Tra il 1986 e il 1988 vi fu una prima fase in cui si approvò il Plán Municipal de Acción

Sobre las Drogodependencia (Piano Municipale di Azione sulle Tossicodipendenze), con

cui si misero in marcia programmi drug free realizzati nei Centros de Atenciòn y

Seguimiento (Centri di Assistenza e Accompagnamento) detti anche semplicemente CAS

municipali, i quali svolgono le stesse attività dei Servizi Tossicodipendenza italiani.

Nel 1987 inizia ad essere somministrato il trattamento con oppiacei nei CAS, con la

creazione di un sistema informativo sanitario comune nel campo della tossicodipendenza.

Nel 1988 inizia il primo programma di intercambio siringhe con unità di strada. Sempre

nel 1988 iniziano anche le attività di raccolta siringhe sotto compenso, dette Reco.Je , nei

vari quartieri in modo da sensibilizzare i consumatori di droghe sulla necessità di tenere il

proprio quartiere pulito e ridurre i rischi di infezione anche ad altre persone. Gli obiettivi

perseguiti erano: la prevenzione, il contatto con i consumatori di droga, l'educazione e una

loro possibile filiazione a servizi.

Tra il 1989 e il 1991 si realizzò in Catalunya il Plà d’acció a les Drogodependencies

(Piano d’azione contro le Tossicodipendenze).

Nel 1991 iniziano i primi trattamenti con Metadone nei CAS attraverso il Programa de

Mantenimiento de Metadona (Programma di Mantenimento con Metadone), che verrà

somministrato anche all‟interno delle carceri.

La necessità di attendere persone che non avevano accesso ai servizi sociali, nasce

heroina: evaluaciòn de diez años de un programa integral en Barcelona, Gac Sanit, 14(1):pp.58-66

56 soprattutto durante il periodo delle Olimpiadi, nel „92, quando nella città di Barcellona,

copiando il modello Olandese, si decide di mettere in moto il primo Metabus, cioè un

dispensatore di metadone che raggiungeva le zone periferiche della Città.

Nel 1993 nasce il Servei d’Atención i Prevención Socio-Sanitaria” (Servizio di Assistenza

e Prevenzione Socio-Sanitaria), primo centro notturno di assistenza per consumatori attivi

di droghe. Intervistando il Medico del SAPS Jordi, questi racconta “Quando iniziammo nel

1993 non conoscevamo molto il tema della tossicodipendenza. In quel periodo c’era anche un grosso problema con la diffusione dell’HIV, in quanto in Spagna non era mai stata realizzata la riduzione del danno. Prima non esisteva la riduzione del danno, si diceva ai genitori di figli tossicodipendenti: “lasciate che cadano fino al fondo, lasciateli vedere cosa significa il fondo che poi risaliranno.” Il problema è che in questa caduta ci stanno l’ epatite, l’Hiv, il carcere. Il primo approccio fu quello sanitario, in quanto questi tipi di utenti non venivano assistiti a livello sanitario. Il centro era anche un modo per avvicinarci a loro”.

I primi anni il SAPS rimaneva aperto tutta la notte in modo da poter adattarsi meglio alle

esigenze degli utenti “il giorno si buscavano la vida (si guadagnavano da vivere) e la notte

avevano bisogno di un posto che li accogliesse. Il Centro si adeguava alle esigenze di chi viveva in strada”.

Tra il 1995 e il 1997 anche le farmacie vengono coinvolte nella distribuzione sia di

siringhe che di metadone per i pazienti già stabilizzati.

In una ricerca pubblicata nel 1999 sull‟evoluzione del piano integrale dal 1986 al 1997 a

Barcellona74 i dati parlano di un aumento di distribuzione di siringhe (PIX) dal 1991 al

1997, passate da un totali di 5.632 fino ad arrivare a 273.939. Sempre negli stessi anni

57 l‟aumento della disponibilità dei posti per il trattamento di metadone passò da 469 a 2.116.

Il numero di casi di AIDS rilevati raggiunse il suo apice tra il 1986 e il 1987, mentre il suo

declino si registrò dopo il 1994. Si ridusse il numero delle infezioni dei consumatori di

oppiacei che entravano in contatto con i Centri di Trattamento, passando da una

percentuale del 5,53% nel 1991, fino ad una percentuale del 2,49% nel 1996. Dal 1995 si

ridussero anche i casi di tubercolosi e i casi assistiti d‟urgenza per overdose da eroina e

astinenza, e in generale, le urgenze legate ai consumatori di eroina erano meno frequenti.

Questa diminuzione fu legata anche al ridursi di consumatori di eroina, mentre aumentò il

consumo di cocaina e crack.

L‟incremento della possibilità di somministrare metadone permise di ridurre l‟astinenza da

eroina, riducendo a sua volta il rischio di overdose “L‟astinenza, la quale riduce il livello di tolleranza dalla droga di una persona, è l‟unico fattore di rischio statisticamente rilevante

per l‟overdose(…). Ogni giorno che una persona rimane astinente prima di rifarsi ancora

crescono le possibilità di avere un‟overdose dell‟ 1,3%”75.

Sulla scia della sperimentazione delle Sale di Consumo Assistito a Madrid, nel settembre

2001 nascerà anche a Barcellona la prima sala di consumo nel quartiere di Can Tunis.

Questo quartiere degradato si trovava in una zona industriale ed era l'esempio di un “esperimento fallito di integrazione sociale”76

, in quanto si concentravano soprattutto le

famiglie di gitani, venditori di droga e i consumatori, creando una sorta di no-man's land

(terra di nessuno).

Il progetto venne realizzato attraverso un contratto di pubblico servizio tra il Comune di

75

M. Anoro, E. Ilundain, O. Santisteban, Barcelona's Safer Injection Facility – EVA: A Harm Reduction

Program Lacking Official Support, Journal of Drug Issues, pp.689-712, Barcelona, 2003, p.695;

76

58 Barcellona e l' Associaciò Benestar i Desenvolipament (Associazione di Benessere e

Sviluppo)77.

Il servizio veniva fornito all'interno di un autobus, venivano garantiti sia assistenza

sanitaria che sociale, educazione alla prevenzione di malattie come l'Hiv, prevenzione di

infezioni, venivano fornite informazioni ma non meno importante era la necessità di

ridurre le morti per overdose. Si trattava di un autobus nel quale si potevano accomodare

fino a cinque consumatori iniettori di droga nello stesso momento.

Sulla scia del progetto di Can Tunis aprono diverse Sale di Consumo. Nel 2003 anche nel SAPS verrà aperto l‟ Espacio de Venopunción Asistida (Spazio di Consumo per via

Endovenosa Assistito).

Attualmente la città di Barcellona offre 12 strutture/servizi legati alla rete REDAN, cioè

servizi che lavorano per la riduzione del danno, e tra questi troviamo anche un‟unità

mobile chiamato Bus Zona Franca.

Tutti questi centri offrono spazi di relax, calore, qualcosa da mangiare, scambio siringhe

(PIX) e la maggior parte anche una Sala di Consumo Assistito. Inoltre, alcuni servizi di

riduzione del danno lavorano adiacenti ai CAS. Tra questi si trovano il CAS Lluis

Companys e il CAS Vall D‟Hebron. In queste strutture, quindi, in due spazi adiacenti si

trovano servizi di riduzione del danno a bassa soglia, mentre dall‟altra servizi a media/alta

soglia che offrono trattamento e disintossicazione.

Il CAS Baluard, invece, offre in un unico edificio la possibilità di assumere metadone e

spazi per fumare e iniettarsi le sostanze. Rosa, l‟assistente sociale del SAPS spiega “In

questo caso il metadone viene dato a persone che non hanno intenzione di iniziare un percorso di riabilitazione o di abbandonare la droga. Anche questa è riduzione del danno,

77

59

perché evitano che la persona sia costretta a cercarsi 80euro di droga al giorno per coprire l’astinenza, invece coprendosi con il metadone gli bastano 5euro o 10 euro al giorno. Si tratta di riduzione del danno anche per la società”. Nel caso in cui, invece, ci

fossero delle vere intenzioni da parte dell‟utente a continuare il trattamento, questi

verrebbe inviato ad un CAS ad alta soglia.

La rete REDAN ha anche un sistema informativo di raccoglimento dati e condivisione di

questi tra tutti i servizi che ne fanno parte.