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I clitici

Nel documento La nascita degli articoli nello sloveno (pagine 116-120)

3.2 La cliticizzazione

3.2.1 I clitici

Rimane ancora aperta la questione se i clitici siano in realtà affissi oppure forme sintattiche indipendenti. Secondo van Riemsdijk (1994) ogni nostro tentativo di classificarli non può che dare l‟impressione che i clitici costituiscano

109 una categoria ibrida. Cerchiamo a questo punto di definirli e classificarli in base al loro status prosodico e morfosintattico.

I clitici sono elementi lessicali dipendenti, a metà strada tra parole e affissi, che devono legarsi a qualche elemento adiacente per ragioni di dipendenza prosodica. Questo accade perché sono forme atone e non possono portare l‟accento che automaticamente ricade su qualche altro elemento; essi devono agganciarsi ai non-clitici, denominati anche parole ospiti. A seconda delle convenzioni ortografiche possono essere scritti come parole indipendenti (ti vedo), come un‟unica parola, univerbati alla parola ospite (volendoci) o tramite un segno di interpunzione quale una lineetta o un apostrofo (l’amico). Se sono prosodicamente dipendenti da un‟ospite che sta alla loro destra, parliamo di posizione proclitica; se invece l‟ospite li precede, ovvero si trova alla loro sinistra, parliamo di posizione enclitica. Come tali, i proclitici non possono avere la posizione finale e similmente gli enclitici non possono avere la posizione iniziale nel loro sintagma prosodico. Esiste anche la possibilità che tali particelle rimangano neutrali rispetto alla direzione di cliticizzazione; in questo caso possono essere collocate liberamente a destra o a sinistra dell‟ospite. In alcune lingue ci sono due forme, una clitica e una non-clitica, come per esempio in italiano nelle frasi Mi vedi? e Vedi me?, in cui il pronome personale all‟accusativo ha due forme; la forma tonica „me‟ e quella atona „mi‟. In alcuni casi queste coppie di parole si differenziano nella struttura fonologica, in altri casi sono omofone e omografe. In ogni caso la differenza tra le due parole consiste in una diversa valenza prosodica e distribuzione sintattica.

Dal punto di vista sintattico, alcuni clitici, definiti clitici „semplici‟

(simple clitics, Zwicky 1977) si comportano esattamente come la loro controparte

non-clitica e non mostrano particolari differenze distribuzionali all‟interno della frase Altri clitici, descritti come clitici „speciali‟ (special clitics, Zwicky 1977) hanno una distribuzione sintattica decisamente diversa. . “Molti clitici slavi sono „clitici speciali‟. [… A causa dell‟ordine di parole libero, nelle lingue slave i SN e i pronomi possono apparire praticamente in qualsiasi posizione nella frase”

110 (Franks e King 2000: 6). Anche i clitici sloveni oggetto del presente lavoro appartengono a questo gruppo.

Rispetto ai pronomi essi hanno una distribuzione sintattica fissa, quindi limitata, mentre i pronomi possono assumere diverse posizioni all‟interno della proposizione. I clitici costituiscono una sorta di fase intermedia tra le forme forti e gli affissi, differenziandosi da questi per l‟ordine sintattico fisso; al pari degli affissi anch‟essi sono forme legate come gli affissi, ma a differenza di questi ultimi mostranomeno coesione sintattica e fonologica con le parole ospiti (Franks e King 2000). Inoltre gli affissi si legano solamente a determinate classi di parole,mentre i clitici tipicamente si attaccano a qualsiasi tipo di elemento lessicale. Allo stesso tempo gli affissi sono molto più soggetti alla variazione allomorfica e a processi lessicali fonologici. Pur avendo a disposizione questi test, risulta talvolta ancora difficile determinare se, esaminando un elemento lessicale, ci si trovi di fronte a un clitico o a un affisso. A differenza delle loro forme forti i clitici pronominali hanno una posizione limitata nella proposizione e non possono avere un significato o enfasi aggiuntiva.

Un contributo interessante alla teoria dei clitici pronominali viene da Cardinaletti e Starke (1999) che propongono una distinzione tripartita: se all‟inizio la teoria si limitava a pronomi e clitici, gli autori aggiungono che i pronomi hanno una forma forte e una non forte. Quest‟ultima si può ulteriormente dividere nella forma debole e in clitici, come rappresentato dallo Schema 1. Una tale divisione non presenta più alcun dubbio e risolve i problemi legati alla classificazione dei clitici rispetto alle forme deboli dei pronomi.

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Schema1: Divisione tripartita dei clitici (Cardinaletti e Starke, 1999)

pronomi personali

forti non forti

deboli clitici

Le forme non forti condividono molte delle proprietà tradizionalmente attribuite ai pronomi clitici: sono usate solo come elementi anaforici, mentre le forme forti possono introdurre un nuovo referente nel discorso e possono essere usate in una serie di contesti sintattici, per esempio nella coordinazione, nella modificazione e nella focalizzazione, in cui i clitici e i pronomi deboli sono esclusi per ragioni sintattiche. Inoltre i pronomi forti possono occupare posizioni sintattiche occupate da SN, mentre i clitici si appoggiano ad altre parole. Questa posizione non è possibile per i SN.

Secondo Franks e King (2000) i clitici si classificano in quattro gruppi: i clitici verbali ausiliari, i clitici pronominali, i clitici frasali (interrogativi, modali, condizionali, di negazione) e altri elementi simili ai clitici57. Di particolare rilevanza per la nostra ricerca sono i clitici appartenenti all‟ultimo gruppo, ovvero quelli all‟interno di un SN che caratterizzano, tra le lingue slave, soltanto il bulgaro e il macedone. Queste ultime sono anche le uniche due lingue slave che hanno sviluppato l‟articolo come clitico o morfema determinativo, anche se “possiamo sostenere che la sua allomorfia suggerisce che in realtà si tratta di un affisso” (Franks e King 2000: 11). Questo fatto rende plausibile un paragone con la situazione slovena in quanto, come abbiamo visto finora, sia ta sia en

57 Verbal auxiliary clitics, pronominal clitics, other clausal domain clitics, other clitic-like elements (Franks e Holloway 2000).

112 appartengono alla categoria dei determinativi sviluppatisi come affissi nel bulgaro e nel macedone. Si tratta ora di decidere se en e ta si prestano a una classificazione come clitici o come affissi. Riprenderemo questo discorso in 3.2.3.

Nel documento La nascita degli articoli nello sloveno (pagine 116-120)