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La   collaborazione   tra   la   Scuola   di   specializzazione   in   psicologia  della  salute  e  i  Circoli  didattici  di  Orvieto  per  una

4.   La   collaborazione   tra   la   Scuola   di   specializzazione   in   psicologia  della  salute  e  i  Circoli  didattici  di  Orvieto  per  una   ricerca  azione  sulla  Life Skills Education nella  scuola

Il progetto che qui viene presentato è orientato a promuovere l’introduzione della Life   Skills   Education   nella scuola Italiana. La realizzazione di questo obiettivo, voluto dalla Scuola di specializzazione in psicologia della salute dell’Università “la Sapienza”, con sede didattica ad Orvieto, richiedeva di avviare la sperimentazione in realtà scolastiche e territoriali sensibili e in sintonia con le nostre prospettive culturali.

La scelta di decentrare le attività della scuola in questa cittadina nasceva dalla riconoscimento della tradizionale attenzione alla qualità della vita che caratterizza la cultura umbra e alla convinzione che ad Orvieto, meglio che altrove, sarebbe stato possibile realizzare un percorso formativo di alto livello in cui l’Università, gli studenti e il territorio potessero costruire una cultura della salute integrata e attenta a tutti i versanti dello sviluppo personale e sociale.

È sembrato importante e significativo cercare quindi la collaborazione innanzitutto delle scuole elementari del territorio orvietano. La collaborazione con le scuole si è rivelata produttiva: i risultati ottenuti

hanno alimentato, nella équipe universitaria, la fiducia nella filosofia e nel metodo della LSE. Le successive iniziative di sperimentazione che, a livello nazionale, sono state promosse nelle scuole medie e superiori, dal Ministero dell’istruzione e dell’università, stanno confermando su ampia scala la validità del modello2.  

L’itinerario  delle  Life  Skills  nei  circoli  didattici  di  Orvieto4  

In questa prospettiva si muove la presente ricerca-intervento di cui di seguito si forniscono alcune linee generali.

Ricerca-­‐azione  

Obiettivo. Avviare presso i Circoli didattici del territorio di Orvieto4 una esperienza pilota sull’applicazione delle procedure di formazione alle Life   Skills  nella scuola materna ed elementare mediante la predisposizione di un programma di intervento che tenga conto dei seguenti aspetti generali:

– possibile contributo della Life   Skills   Education   all’articolazione del piano dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche;

– analisi dei curricoli scolastici e disciplinari come occasione di promozione delle Life  Skills;

– individuazione delle relazioni operative tra metacognizione, stili di apprendimento e Life  Skills;

– le Life   Skills   come possibile ambito di dialogo educativo tra insegnanti e genitori.

La ricognizione della declinabilità delle risorse e degli strumenti ordinari della scuola ai fini di percorsi di promozione, oltre a costituire un tratto specifico della nostra proposta, anche rispetto ai programmi di formazione OMS, rappresenta un modo concreto e coerente per dare piena attuazione a quanto previsto dal DPR 309/90 che, al comma 2 dell’art 104, inserisce l’educazione alla salute nello “svolgimento ordinario dell’attività didattica ed educativa”.

Metodologia. Il programma di ricerca-azione si è ispirato al modello SPSC (Skills  for  the  Primary  School  Child), sviluppato da “TACADE”in

4I Circoli didattici di Orvieto sono due:

a) il Circolo didattico di “Orvieto capoluogo” comprende: la scuola materna ”Regina Margherita”, la scuola elementare “Piazza Marconi”, le scuole materne ed elementari dei Plessi di Sferracavallo, Sugano e Canonica;

b) il Circolo didattico di Orvieto Scalo “Sette Martiri” comprende: la scuola materna ed elementare di Orvieto Scalo, le scuola materne ed elementari dei Plessi di Ciconia e di Porano.

Inghilterra come un elemento di base per l’educazione personale e sociale dei bambini da 5 a 11 anni e per la prevenzione alla droga nelle scuole secondarie.

Anche sulla base di altre esperienze che, come Scuola di specializzazione stiamo conducendo in vari ordini di scuole italiane, abbiamo definito alcune linee metodologiche di carattere generale, che mirano prevalentemente a sollecitare e favorire:

– Una dinamica partecipativa in cui entrambe le componenti -gli psicologi esperti, da una parte, e gli insegnanti dall’altra- lavoreranno insieme nel pieno rispetto della distinzione dei ruoli ma anche nella massima capacità di condividere l’impegno di co-protagonisti dell’iniziativa.

– L’attivazione, il riconoscimento e la rivalutazione delle competenze didattico-disciplinari degli insegnanti.

– L’utilizzazione di costanti e sistematici spazi di riflessione mirati ad un’acquisizione consapevole delle modalità di intervento da realizzare sulle classi.

– L’individuazione di modalità e strumenti in grado di perseguire una valutazione processuale.

È possibile cogliere, in queste linee guida, l’intenzione dei formatori di sperimentare la participatory   learning; la metodologia di formazione utilizzata, mirava a proporre agli insegnanti stessi, sul piano esperenziale, l’acquisizione e l’approfondimento delle principali Life  Skills  per renderle così trasferibili agli alunni e agli altri ambiti del sapere.

Il programma specifico è stato costruito con  gli insegnanti, mediante una dinamica partecipativa, co-costruttiva. Riteniamo che questo cambiamento del ruolo di ricercatore-esperto, rispetto alla gestione tradizionale, costituisca   una   nota   distintiva   e   irrinunciabile   del   nostro   progetto.  

L’obiettivo   che   con   esso   si   vuol   raggiungere,   passa   infatti   attraverso   il   cambiamento  della  relazione  di  insegnamento-­‐apprendimento  in  cui  gli   alunni  e  gli  insegnanti  stessi  si  troveranno  coinvolti.

Nelle differenti realtà dei Circoli didattici, la progettazione ed esecuzione dei programmi di intervento del modello citato, sono state sostenute da attività di tutoring che hanno ben presto alimentato un’autonoma capacità nelle insegnanti di sostenersi reciprocamente, di ricercare altri momenti di incontro e dedicarsi alla progettazione e valutazione in  itinere.

Destinatari. Nel progetto sono stati coinvolti entrambi i circoli didattici di Orvieto, mediante una presentazione, di carattere generale, al Collegio

dei docenti, del modello SPSC. L’adesione formale alla ricerca-intervento da parte dei dirigenti scolastici e di entrambi i Collegi dei docenti, ha favorito il coinvolgimento iniziale di oltre 30 insegnanti che, nel corso dell’anno (1999-2000), hanno partecipato alla prima fase dell’intervento formativo.

Gli insegnanti hanno costituito il gruppo target. Questa scelta di rivolgersi ai docenti, si giustifica per il ruolo centrale che questa componente ha nella scuola; tuttavia l’obiettivo è stato quello di coinvolgere progressivamente, in una visione sistemica, tutte le altre componenti della scuola (studenti dirigenti, famiglie e comunità territoriale).

Fasi  dell’intervento  

1)  Formazione  iniziale  degli  insegnanti  

Questa fase, articolata in una serie incontri, a scadenza quindicinale, in cui si alternavano presentazioni frontali e sessioni di carattere esperienziale, mirava a raggiungere i seguenti obiettivi:

– sensibilizzazione e formazione degli insegnanti rispetto alle strategie di intervento del modello SPCS;

– confronto degli obiettivi e delle metodologie proprie della SPSC con la programmazione didattica ed educativa prevista dagli orientamenti, dai programmi ministeriali e dai piani di lavoro già elaborati dagli insegnanti;

– riflessione sulle scelte didattiche, educative e organizzative alla luce dei suggerimenti del modello di riferimento;

– collaborazione con gli insegnanti nella definizione operativa dell’intervento; nella preparazione specifica degli strumenti educativi e del materiale da utilizzare negli interventi con la classe; nella messa a puntodelle procedure di valutazione di processo.

Questa fase ha occupato tutto il primo anno del nostro intervento e si è conclusa con la definizione di un contratto formativo in cui sono state precisate le finalità, le modalità di attuazione e valutazione della ricerca-azione e le modalità di partecipricerca-azione dei docenti. È stato tenuto costantemente presente inoltre l’obiettivo di coinvolgere le altre componenti scolastiche, in particolare, i genitori.

2)   Interventi   degli   insegnanti   sulle   classi   con   la   supervisione   dei   formatori  

Alla fine del primo anno di sperimentazione si è costituito un “gruppo di progetto” che, con la costante e sistematica supervisione dell’équipe dei formatori, ha sviluppato negli anni successivi, percorsi sperimentali nelle classi, affrontando via via aspetti sempre più specifici del modello

proposto e a privilegiare, come da loro stessi richiesto, una “riflessione   personale   e   critica   della   propria   azione   didattica,   mettendo   talvolta   in   crisi  il  proprio  operato”, piuttosto che limitarsi ad “applicare” la proposta metodologica del modello SPSC.

Gli interventi sulle classi, sono stati condotti direttamente dagli insegnanti sulla base di protocolli elaborati e condivisi in sede di formazione. Come sarà possibile rilevare dalla lettura dei percorsi realizzati e presentati di seguito, le tematiche affrontate dipendevano da un’attenta analisi del contesto, dei bisogni e del livello evolutivo delle singole classi.

3)  La  supervisione  degli  interventi  da  parte  degli  esperti  

Attraverso incontri periodici e sistematici con gli insegnanti, gli esperti     hanno sollecitato l’analisi e la discussione sui differenti aspetti emersi nell’intervento sulle classi, compreso eventuali difficoltà o problemi riscontrati relativi sia al vissuto del docente che alle dinamiche della classe. In tutto l’arco della sperimentazione, gli insegnanti si sono avvalsi di una costante supervisione: lo spazio e le modalità di supervisione hanno costituito innanzitutto un’occasione di riflessione sull’azione con  e  tra  gli insegnanti, ed hanno avviato una consuetudine alla ricerca metodologica e alla intenzionalità riflessiva come tratto sostanziale della professionalità docente.

4)  Restituzione  dei  percorsi  alle  scuole,  ai  genitori,  alla  cittadinanza   L’analisi di processo segnala la disponibilità del gruppo di progetto ad allargare la condivisione all’interno della scuola attraverso restituzioni nelle sedi collegiali appropriate (collegio docenti, consigli di classe e di interclasse). Come ulteriore elemento in questa direzione si segnala la presentazione, alla componente genitori, degli itinerari realizzati dalle due scuole, negli anni scolastici 1999-00, 2000-01, 2001-02 e parte del 2002-03. L’iniziativa, condotta e gestita direttamente dagli insegnanti, in collaborazione con i responsabili della Ricerca e dei dirigenti scolastici, ha suscitato un forte interesse nei genitori, intervenuti all’incontro in numero considerevole ed insolito. Da sottolineare infine il consenso e la condivisione da parte dell’Amministrazione comunale. Di questa esperienza il“gruppo di progetto” si è fatto carico di stendere una documentazione dettagliata.

Il consenso culturale e il contributo economico dell’amministrazione comunale orvietana, ha permesso la pubblicazione in un libretto di circa 70 pagine, corredato da un supporto illustrativo in CD e la relativa diffusione nella cittadinanza. Questo libretto è stato anche presentato all’interno del Congresso internazionale6 Life  Skills  Education, che il MIUR ha tenuto ad

Orvieto nel maggio 2003, per presentare i risultati della ricerca-interventosull’applicazione del modello “Skills for Life” di TACADE in 17 scuole medie di 8 province italiane. La ricerca era stata condotta dalla nostra Scuola di specializzazione. Da questa pubblicazione ritagliamo una sezione che ci consente di riportare, attraverso la testimonianza degli stessi insegnanti, alcuni percorsi del lavoro svolto da loro svolto, all’interno della ricerca intervento. È questo anche un modo di sottolineare e valorizzare la dinamica di co-protagonismo fra “esperti psicologi” ed “esperti insegnanti” alla quale si è ispirato il nostro progetto.  

nelle sedi collegiali appropriate (collegio docenti, consigli di classe e di interclasse). Come ulteriore elemento in questa direzione si segnala la presentazione, alla componente genitori, degli itinerari realizzati dalle due scuole, negli anni scolastici 1999-00, 2000-01, 2001-02 e parte del 2002-03. L’iniziativa, condotta e gestita direttamente dagli insegnanti, in collaborazione con i responsabili della Ricerca e dei dirigenti scolastici, ha suscitato un forte interesse nei genitori, intervenuti all’incontro in numero considerevole ed insolito. Da sottolineare infine il consenso e la condivisione da parte dell’Amministrazione comunale. Di questa esperienza il “gruppo di progetto” si è fatto carico di stendere una documentazione dettagliata. Il consenso culturale e il contributo economico dell’amministrazione comunale orvietana, ha permesso la pubblicazione in un libretto di circa 70 pagine, corredato da un supporto illustrativo in CD e la relativa diffusione nella cittadinanza. Questo libretto è stato anche presentato all’interno del Congresso internazionale6 Life   Skills  Education, che il MIUR ha tenuto ad Orvieto nel maggio 2003, per presentare i risultati della ricercaintervento sull’applicazione del modello

“Skills for Life” di TACADE in 17 scuole medie di 8 province italiane. La ricerca era stata condotta dallanostra Scuola di specializzazione.

Da questa pubblicazione ritagliamo una sezione che ci consente di riportare, attraverso la testimonianza degli stessi insegnanti, alcuni percorsi del lavoro svolto da loro svolto, all’interno della ricerca intervento. È questo anche un modo di sottolineare e valorizzare la dinamica di co-protagonismo fra “esperti psicologi” ed “esperti insegnanti” alla quale si è ispirato il nostro progetto.

 

Percorsi  di  lavoro5  

5redazione a cura delle insegnanti: Liliana Breccolotto, Maria Antonietta Campagnoli, Monica Dalmonte, Valentina Mezzoprete, Silvia Michelangeli, Marcella Pelecca, Simonetta Prosperini, Leda Valentino

I percorsi che qui vengono presentati in ordine temporale, sono solo alcuni dei molti realizzati nei diversi anni scolastici, a partire dal 1999. La modalità seguita da ogni insegnante per la progettazione è stata la seguente: • ha scelto, sulla base dei bisogni dei propri alunni, la competenza psicosociale da sviluppare;

• ha fatto riferimento alle schede SPSC7, ritenute utili per raggiungere lo scopo;

• ha cercato punti di convergenza tra le attività proposte nelle schede e le indicazioni programmatiche.In sostanza ogni insegnante ha progettato un percorso in cui:

- Ha definito in modo specifico e trasversale gli obiettivi e le attività

- Ha individuato le modalità per permettere agli alunni di riflettere sull’esperienza realizzata

- Ha monitorato i risultati raggiunti e l’efficacia del percorso

- Ha informato i genitori e ha individuato strategie per cercare di coinvolgerli nel processo

6.  Percorsi  sperimentati  nella  scuola  per  l’infanzia