• Non ci sono risultati.

Percorsi  sperimentati  nella  scuola  per  l’infanzia   Scuola  materna  di  Ciconia  (Circolo  Sette  Martiri)

Come docenti siamo sempre più convinti che la scuola dell’infanzia, nonostante i tiepidi riconoscimenti del mondo politico, sia un ambiente dove si avvia e/o si consolida un percorso/processo per la realizzazione di una vita di buona qualità. Per questo motivo le scelte in ambito didattico (tematiche, strumenti, strategie) sono sempre collegate alle risorse del contesto (scuola, territorio, altri) e alla formazione/riqualificazione del personale educativo.

I docenti, pur mantenendo l’autonomia rispetto alla scelta delle attività e all’organizzazione dei singoli percorsi, condividono il Piano dell’offerta formativa e l’individuazione dei nuclei tematici attraverso incontri collegiali con cadenza mensile. Intervenire intenzionalmente sui punti di debolezza rilevati è stato sicuramente un obiettivo prioritario per tutto il team.

L’aver constatato che:

• sono le abilità sociali ad essere messe in causa nel momento del passaggio all’ordine di scuola successivo;

• il bambino è il soggetto dell’azione educativa ma è generalmente quest’ultima sotto il riflettore quando si verifica il funzionamento di sistema; ci ha convinti della necessità di proseguire la formazione e la ricerca-azione avviata nell’anno scolastico 1999/2000, dalla Scuola di specializzazione in psicologia della salute dell’Università “La Sapienza” di Roma proprio sul tema della Life  Skills  Education.  

Poiché la scuola dell’infanzia, insieme agli altri ordini dell’istruzione, ha come finalità:

• la formazione dei soggetti a cui si rivolge, nel rispetto del Dettato costituzionale

e delle Carte internazionali dei diritti dei bambini e delle bambine;

• la prima alfabetizzazione culturale e dell’educazione alla convivenza democratica;

il nostro compito è di sostenere gli alunni nel raggiungimento dei traguardi di sviluppo in ordine:

all’identità   (il radicamento nel bambino dei necessari atteggiamenti di sicurezza, di stima di sé, di fiducia nelle proprie capacità, motivazione alla curiosità);

all’autonomia   (capacità di orientarsi e di compiere scelte autonome in contesti relazionali e normativi diversi, disponibilità all’interazione costruttiva con il diverso da sé e con il nuovo);

• alle competenze  (intuizione, immaginazione e intelligenza creativa).

Abbiamo gradualmente abbandonato un modello progettuale che teneva conto essenzialmente di obiettivi propri di ogni campo di esperienza, privilegiando sempre più obiettivi trasversali, e abbiamo organizzato un contesto di relazione e di apprendimento per  stare  bene,  dove  si  sta  bene.  

Tenuto conto che la scuola di Ciconia è costituita da sei sezioni, miste per età e sesso e che ogni anno frequentano oltre 140 bambini con vissuti estremamente eterogenei e differenti capacità e potenzialità, abbiamo deciso di articolare il nostro intervento secondo questa progressione:

Primo livello: Costituzione  del  gruppo  di  riferimento   Conoscenza dei compagni

Conoscenza degli insegnanti

Conoscenza di tutto il personale che opera nella scuola Tutoraggio dei più grandi verso i più piccoli

Secondo livello: Conoscenza  dell’ambiente  scuola  e  organizzazione   funzionale  ai  propri  bisogni  

Conoscenza dell’aula

Conoscenza degli spazi comuni Personalizzazione degli spazi Personalizzazione degli strumenti Conoscenza dei materiali

Conoscenza del percorso di esodo

Terzo livello: Definizione   e   rispetto   di   regole   funzionali,   familiarizzazionecon   modalità   comportamentali   sostenute   dal   senso   civico  e  dalla  legalità  

Rispetto ed uso corretto dell’ambiente Rispetto ed uso corretto dei materiali Costituzione di un regolamento interno alla sezione

Conoscenza e rispetto delle regole del vivere civile riferite alla convivenza e all’uso delle risorse scolastiche ed extra scolastiche comuni

Quarto livello: Consapevolezza  di  sé  e  dei  propri  bisogni   Conoscenza del sé corporeo

Rappresentazione mentale di sé

Sviluppo delle capacità senso-percettive

Sperimentazione dei concetti temporali e topologici Conoscenza delle differenze somatiche

Conoscenza delle differenze sessuali

Accettazione, rispetto e valorizzazione delle diversità Ricerca e comunicazione dei propri bisogni e desideri Comunicazione e rappresentazione di esperienze, vissuti, emozioni e sentimenti

Quinto livello: Partecipazione  attiva  e  positiva  

L’interazione  che  si  realizza  tra  le  seguenti  componenti:  

Relazioni interpersonali

Uso aperto e creativo del materiale Sperimentazione diretta

Ricerca, condotta talvolta in modo ludico, altre volte con il rigore che la ricerca richiede costituisce una rete complessa, a maglie modulabili, che consentirà il raggiungimento degli obiettivi di campo e trasversali.

Il percorso che ogni bambino potrà compiere per sistematizzare le conoscenze e avviare una efficace organizzazione del processo culturale, diventa quindi un volo   libero   all’interno di uno spazio consapevolmente definito e organizzato, passando per   e tra   i campi di esperienza e le educazioni trasversali.

Schede  SPSC  di  riferimento  

• Costruire una caring  classroom  

• Io sono unico

• Costruire la fiducia in sé

• Crescita e cambiamento

• Riconoscere ed esprimere sentimenti

• Risolvere pacificamente i conflitti

• Posti meravigliosi

Valutazione   del   lavoro   e   risultati   raggiunti. Per valutare l’efficacia dei percorsi proposti nel corso di questi anni, ci siamo servite dell’osservazione attenta e scrupolosa dell’atteggiamento dei bambini durante le attività di rielaborazione delle esperienze effettuate e dell’analisi dei loro prodotti. Abbiamo potuto constatate che la condivisione dei pensieri, dei sentimenti e delle nuove conoscenze hanno determinato un affiatamento evidente tra i membri del gruppo/sezione.

Le attività proposte - in modo particolare quelle all’aria aperta- hanno canalizzato bene la “voglia di fare” di ognuno, riuscendo a contenere l’esuberanza, talvolta eccessiva fino a diventare un ostacolo dei più vivaci.

Tutti i bambini hanno dimostrato di aver interiorizzato comportamenti adeguati al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente naturale e di vita.

L’osservazione ci ha reso più consapevoli rispetto a certi comportamenti scorretti dei bambini e ci ha portato non tanto a giudicare e impedire certi comportamenti, quanto a comprendere e riflettere sulla complessità delle relazioni nella società attuale e sui rischi di condizionamento a cui i bambini

sono sottoposti.

Abbiamo quindi ripensato l’organizzazione scolastica aumentando il tempo del gioco libero e della riflessione aiutando i bambini a comprendere la necessità del rispetto delle regole;

Abbiamo valorizzato il gioco e chiesto la collaborazione delle famiglie sia per proporre attività alternative alla visione della televisione sia per concordare comportamenti;

Alla fine del percorso i bambini risultano più rispettosi delle regole, meno aggressivi, più creativi e meglio organizzati nel gioco; le famiglie hanno dimostrato di aver condiviso le scelte mettendo in campo una progettualità e una cooperazione insperata;

Scuola  materna  “Regina  Margherita”  Circolo  “Orvieto  capoluogo”  

Il corso di aggiornamento/formazione sulle Life   Skills   ha avuto come diretta conseguenza quella di stimolare l’attenzione e la sensibilità delle insegnanti sulla necessità di motivare il bambino all’apprendimento, partendo dalla sua esperienza personale e dal suo vissuto emotivo. E stato osservato infatti che un eccesso di didatticismo, presente anche nelle attività della nostra scuola materna, ha provocato un calo nella motivazione e nell’interesse dei bambini, con una ricaduta evidente sul comportamento e sul rapporto insegnante/alunno. Inoltre abbiamo notato la difficoltà, da parte di alcuni bambini, ad esprimere i loro stati d’animo,

soprattutto quelli negativi, anche in maniera semplice, sostituendo spesso l’azione alla parola.

La prima parte dell’intervento, che ha coinciso con l’avvio del corso, durante l’anno scolastico 1999/2000, ha visto le insegnanti riflettere sulla loro esperienza scolastica quotidiana allo scopo di individuare i bisogni emergenti e le strategie con cui rispondere agli stessi; ciò ha richiesto una fase di osservazione più accurata dei comportamenti dei bambini, sorretta anche dalle indicazioni e dagli strumenti forniti dai docenti del corso, che ha condotto le insegnanti a valorizzare momenti purtroppo sottovalutati dell’esperienza scolastica nella scuola materna, in particolare il gioco libero.

Nella seconda fase, più operativa, le conoscenze derivate dall’osservazione dei bambini e dalla discussione all’interno del gruppo hanno permesso la costruzione di due percorsi educativo-didattici, aventi come oggetto rispettivamente i sentimenti e le emozioni e la formazione dell’autostima e del senso di sé. Basandosi sugli spunti offerti dalle schede del modello SPSC, presentate nel corso degli incontri, i contenuti proposti sono stati adattati alla situazione specifica della nostra scuola, considerando da una parte materiali, spazi e tempi a disposizione, dall’altra il numero dei docenti e il numero complessivo dei bambini coinvolti nel progetto.

Quindi si è scelto, di comune accordo, di rivolgere in particolar modo le proposte didattiche ai bambini dell’ultimo anno, che hanno già ampiamente superato il problema del distacco e dell’inserimento nel contesto della scuola e della sezione e sono perciò entrati a far parte di una rete di relazioni sociali e affettive per loro significative, sulle quali possono essere portati a riflettere in termini adeguati alla loro età e ai loro interessi. Tutto ciò senza escludere l’acquisita consapevolezza che questo nuovo approccio alla didattica può sicuramente influire, in maniera determinante, anche sul lavoro con le altre fasce d’età, soprattutto sui contenuti e sull’attenzione da prestare ai bisogni e al coinvolgimento emotivo del bambino nelle attività quotidiane.

Valutazione   del   lavoro   sulle   classi   e   risultati   raggiunti. Anche se inizialmente abbiamo notato qualche difficoltà da parte di alcuni bambini a raccontare il proprio vissuto corporeo e ad affrontare il campo delle emozioni nel complesso le attività li hanno stimolati e coinvolti e hanno suscitato in noi stesse ulteriori riflessioni e considerazioni di cui abbiamo tenuto conto nelle progettazioni successive.

Abbiamo osservato infatti che il lavoro sulle emozioni, soprattutto il racconto e il vissuto corporeo, ha facilitato il superamento di certe difficoltà di espressione e ha in parte modificato il comportamento dei

bambini fra di loro e con gli insegnanti. La crescente partecipazione registrata nelle attività successive è una conferma della validità della proposta.

 

Scuola materna di Canonica (Circolo Orvieto capoluogo) Anno scolastico 2002/2003 – Bambini di 4/5 anni

Bisogni individuati ed accertati degli alunni. Difficoltà di darsi e di riferirsi a norme di comportamento e di relazione necessarie per migliorare la nostra scuola; maggiore conoscenza di se stessi e degli altri al fine di superare gradualmente ansie e conflitti.

Scopi del percorso. Cominciare a comprendere quanto i rapporti interpersonali, basati sul rispetto dell’altro, aiutino a migliorare la nostra scuola; vedersi come unici e speciali scoprendo i propri punti di forza, le abilità e le caratteristiche personali; cominciare a costruire l’autostima e la fiducia in sé prendendo in considerazione le proprie competenze e i risultati raggiunti.

Schede SPSC di riferimento

• Costruire una caring classroom (dalla quale sono stati mutuati alcuni passaggi)

• Io sono unico

• Campi di esperienza coinvolti

• I discorsi e le parole

• Il sé e l’altro

• Le cose, il tempo e la natura

• Lo spazio, l’ordine e la misura

• Messaggi, forme e media Tempi di realizzazione. 4 mesi.

Valutazione del lavoro e risultati raggiunti. I bambini, superata qualche perplessità iniziale, si sono lasciati coinvolgere nel processo autocostruttivo sollecitato con le diverse attività. Attratti dagli elementi magici proposti (conchiglia, scatola), hanno osservato le regole concordate sviluppando maggiore attenzione per sé e una capacità di ascolto degli altri.

 

Percorsi  nelle  scuole  elementari  

Scuola  elementare  di  Orvieto  Scalo  (Circolo  Sette  Martiri)  

Classe Quarta A – Anno scolastico 1999/20006

Noi insegnanti, come adulti ed educatori, siamo convinti che le emozioni   –   come già diceva Aristotele – hanno stretta relazione con l’apparato   cognitivo.   Riteniamo che chi non riesce a riconoscere le proprie reazioni emozionali, chi non sa ascoltarle e, quindi, gestirle, può arrivare ad avere paura  dell’altro  e potrebbe essere portato, anche, a percepire l’altro,  come un potenziale  nemico.  

Da qui scaturisce la necessità di una educazione   alle   emozioni   che può aiutare il bambino a star bene con se stesso ed a saper stabilire positive, sane ed equilibrate relazioni interpersonali.

II lavoro, iniziato quest’anno con i docenti universitari, relativo alle Life   Skills   Education   ha permesso di sviluppare, con attività specifiche e mirate, un percorso volto a far prendere coscienza agli alunni della propria e dell’altrui emotività,   di essere capace di parlarne con un linguaggio chiaro ed appropriato e di gestirla in modo corretto.

Questo, anche, per aiutare a superare nella classe l’imbarazzo  e la  scarsa   spontaneità  con cui i gruppi dei bambini  e delle bambine,  in questa fase preadolescenziale, vengono a rapportarsi.

Bisogni   individuati   e   accertati. Rafforzare e mantenere relazioni amichevoli attraverso la conoscenza, l’accettazione di sé e dell’altro nella sua uguaglianza/diversità.

Scopi   del   percorso. Aiutare i bambini ad identificare una gamma di sentimenti frequenti nella loro fascia di età.

– Capire che l’espressione facciale è solo una parte dell’espressione emozionale.

– Diventare più abili a riconoscere ed esprimere i propri sentimenti.

Scheda  SPSC  

• Riconoscere ed esprimere sentimenti.

Discipline   coinvolte. lingua italiana, studi sociali, educazione all’immagine, educazione motoria, educazione al suono e alla musica.

Tempi  di  realizzazione. febbraio/aprile 2000.

Valutazione   del   lavoro   e   risultati   raggiunti. Gli alunni alla fine del percorso, sono riusciti a modificare i loro atteggiamenti

6 In questo caso gli insegnanti hanno avviato precocemente la sperimentazione sulle classi, nel contesto della fase iniziale di formazione.

Riguardo al modo di rapportarsi con i compagni nelle diverse situazioni, controllando le proprie reazioni emotive e avendo maggiore coscienza della sensibilità altrui. Questa presa di coscienza ha fatto maturare in loro, più o meno chiaramente, meccanismi comportamentali più corretti, in particolare nei confronti dei compagni con maggiore fragilità emotiva. Il lavoro dell’insegnante è stato notevolmente facilitato dalle schede TACADE e dalla consulenza dei docenti universitari che hanno sostenuto lo sviluppo del lavoro, dando un taglio scientifico ad un tipo di attività, prima svolta in maniera più approssimata. Bisogna anche dire che le attività del percorso sono state facilmente inserite come contenuti degli obiettivi previsti dalla programmazione curricolare.

 

Scuole   elementari   di   Piazza   Marconi   e   Sferracavallo   (Circolo   Orvieto   capoluogo)  

Dall’anno scolastico 1999/2000 al 2002/2003

Nel presentare i percorsi della nostra scuola è necessario fare riferimento alle caratteristiche affettive ed ai bisogni specifici dei nostri alunni che si sono andati evolvendo nel corso degli anni; solamente così il progetto esplicitato nelle varie unità didattiche apparirà coerente e univoco al di là della apparente frammentarietà delle schede-percorso proposte.

Ovviamente nel 1999, anno in cui abbiamo iniziato la nostra avventura con la Life  Skills  Education,  la mappa delle azioni pedagogico-didattiche non era chiara e ben delineata, in quanto essa si è  andata sviluppando a seconda dei bisogni che nel corso degli anni i bambini hanno manifestato e continuano a manifestare. Tuttavia se si riflette sulle varie proposte appaiono subito chiari i nessi logici e sequenziali che hanno caratterizzato il nostro agire. La formazione iniziale che si è svolta con i professori/docenti/formatori della Fondazione della Scuola di specializzazione di psicologia della salute, ha coinvolto tutte le insegnanti responsabili delle stesse classi; questo nel corso degli anni ha favorito la condivisione di un medesimo linguaggio e di una comune filosofia di lavoro.

Nell’anno scol. 1999/00 sono state coinvolte tutte le classi prime dei plessi di Piazza Marconi e di Sferracavallo. All’epoca, il disagio che andava assolutamente ascoltato   e indagato   era la fatica dell’inserimento nella nuova realtà scolastica, forse poco accogliente e rispettosa di questo bambino che immediatamente considerato scolaro, aveva ancora nella sua memoria i giochi e gli ambienti della scuola materna; ambienti e giochi che non dovevano essere necessariamente riproposti e riattuati ma

quantomeno valorizzati e ritenuti forti elementi di partenza per andare oltre. Di qui la riflessione e l’aiuto offerto dalla SPSC (Life   Skills   Education) con la quale stavamo iniziando il nostro viaggio. In effetti, puntare l’attenzione sulla crescita   e   il   cambiamento,   significava per gli alunni prendere coscienza che con la crescita si ottengono vantaggi e svantaggi e che il filo conduttore che ci lega al passato deve contribuire a farci comprendere che spesso le nuove realtà che andiamo esperendo contribuiscono a promuovere la nostra crescita.

Di conseguenza noi adulti educatori, ci trovavamo in una situazione conflittuale nella quale, pur avendo la consapevolezza che ci trovavamo di fronte a bambini, che dovevano gradualmente inserirsi in un contesto educativo nuovo, premevano su di noi anche le esigenze strettamente disciplinari.

La nostra ansia di conciliare il disciplinare con l’affettivo è stata la molla che da quel momento in poi ha caratterizzato gran parte del nostro fare scuola,  e ha trasformato il nostro disagio in energia positiva e proposi-tiva.

Infatti, sempre tenendo presente quest’ottica di non separare i contenuti disciplinari da quelli affettivi, sono stati costruiti i percorsi per gli anni successivi, cercando di conciliare gli obiettivi sociali con quelli più strettamente contenutistici. La scelta delle abilità sociali sulle quali lavorare è stata sempre dettata dai bisogni  che gli alunni manifestavano e che può riassumersi in uno schema di questo tipo.

Classi prime I bambini hanno difficoltà di inserimento e di sentirsi gruppo classe

Scheda TACADE di riferimento:

Crescita  e  cambiamento  

Classi seconde Il gruppo classe è ormai formato, necessita di potenziare l’ascolto di se stessi, dei propri sentimenti e l’ascolto dell’altro

Schede SPSC di riferimento:

Ascoltare  efficacemente  

Riconoscere  ed  esprimere  sentimenti  

Classi terza “Ascoltare” l’altro può significare anche entrare in conflitto Scheda SPSC di riferimento:

Risolvere  pacificamente  i  conflitti  

Classe quarta9 Per superare il conflitto, il gruppo deve considerare e prendere atto anche dei sentimenti degli altri

Scheda SPSC di riferimento:

Anche  gli  altri  hanno  sentimenti  

Valutazione  del  lavoro  e  risultati  raggiunti. Il nostro gruppo docente nell’affrontare insieme i vari problemi che si presentavano ha avuto l’opportunità di crescere professionalmente, infatti la continua riflessione sui bisogni espressi dai bambini e i nostri tentativi di intervento hanno favorito una maggiore coesione all’interno del nostro team. Difatti affrontare collettivamente questioni affettive, piuttosto che esclusivamente disciplinari ci ha messo maggiormente in gioco come persone, favorendo riflessioni specifiche sia sul nostro modo di relazionare con la classe sia sull’opportunità di scegliere specifiche strategie metodologiche che potevano talvolta richiedere una diversa organizzazione della classe. Agire con l’intento di superare i conflitti, attivando l’ascolto e portando alla luce i sentimenti ha spesso significato promuovere negli alunni modalità attive di lavoro (lavoro di gruppo, a coppia, ecc., di organizzazione diversa degli spazi e dei contenuti didattici, spesso contrattati anche con i bambini, e questo ha spesso contribuito a rendere l’apprendimento più piacevole e più significativo, perché legato a istanze affettive  specifiche.

Per concludere vogliamo specificare che non abbiamo assolutamente la presunzione di dire che siamo riusciti a superare ogni conflitto e ogni problema che ci si presentava, infatti è ancora lungo il cammino da fare;

tuttavia come gruppo di lavoro ci è chiaro che continuare a lavorare con una siffatta impostazione si può avere la garanzia che il sapere non cada nel vuoto ma si traduca anche i comportamenti e in relazioni significative dei soggetti che sono coinvolti nell’apprendimento.

 

Scuola  elementare  di  Ciconia  (Circolo  Sette  Martiri)  

Percorso di una classe dall’anno scolastico 2000/2001 al 2002/2003 Analisi  del  contesto  e  costruzione  del  percorso  –  Precisazione  sul   contesto   o   della   proposta. Già in prima classe si era evidenziata una situazione problematica sia dal punto di vista comportamentale che didattico, per cui avevamo deciso di dedicare una attenzione particolare agli aspetti affettivi del processo educativo, volti soprattutto a creare un clima collaborativo tra gli alunni. All’inizio della terza la situazione della classe si è modificata solo parzialmente; permane un alto grado di conflittualità legato alla mancanza di serenità di diversi bambini e perciò alloro bisogno di essere continuamente al centro dell’attenzione di insegnanti e compagni, alla personalità forte   di molti che li porta a non accettare facilmente di non essere sempre leader, di essere corretti, di poter sbagliare senza per questo perdere la stima degli altri.

Abbiamo pertanto deciso di ribadire e approfondire il lavoro svolto negli anni precedenti integrandolo con le schede TACADE relative a: lo  e  la  mia   scuola,  lo,  una  persona  speciale,  Apprendere  nuove  competenze  e con il progetto di educazione ambientale previsto nel Piano dell’offerta formativa del Circolo. Nello stesso progetto sono inoltre confluiti aspetti della normale attività didattica e dei progetti Lettura,   sportello   d’ascolto   e Musica  insieme.  

Schede  SPSC:  

• Costruire una caring school

• Io una persona speciale

• Io sono unico

• Costruire la fiducia in sé

• Crescita e cambiamento

Valutazione  del  lavoro  e  risultati  raggiunti. Le diversità come fonte di arricchimento sono state sperimentate dai bambini nei lavori di gruppo e le tematiche relative alla “classe che si fa carico”, più volte affrontate nel tempo del cerchio, anche in collegamento con il progetto sportello di ascolto. I problemi evidenziati all’inizio non sono stai certo completamente superati, le attività proposte non sono una panacea valida per ogni occasione, né una bacchetta magica che faccia superare in breve

Valutazione  del  lavoro  e  risultati  raggiunti. Le diversità come fonte di arricchimento sono state sperimentate dai bambini nei lavori di gruppo e le tematiche relative alla “classe che si fa carico”, più volte affrontate nel tempo del cerchio, anche in collegamento con il progetto sportello di ascolto. I problemi evidenziati all’inizio non sono stai certo completamente superati, le attività proposte non sono una panacea valida per ogni occasione, né una bacchetta magica che faccia superare in breve