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Collaborazione tra scuola e mondo del lavoro

Nel documento Cronache Economiche. N.327, Marzo 1970 (pagine 38-41)

Giuseppe Alberghina

Mi sembra inutile affermare, come altri h a n n o già f a t t o prima di me, che l'argomento di questo articolo, per vari motivi, sia della massima importanza, come è inutile ripetere che, solo nel caso di una vera e propria colla-borazione a t t u a t a sotto t u t t i gli aspetti, ne 2^otranno derivare dei notevoli vantaggi per i giovani e per le aziende, vantaggi che diretta-mente o indirettadiretta-mente, si rifletteranno su t u t t a la vita economica e sociale della nazione.

Vediamo invece come è s t a t a realizzata fin o ad oggi questa collaborazione t r a la Scuola ed il m o n d o del lavoro. È spiacente dire che, malgrado uomini politici, esponenti della scuola, dirigenti di aziende ed anche r a p p r e s e n t a n t i di un certo settore dell'ojnnione pubblica ab-biano a f f e r m a t o in discorsi, incontri, interviste, programmi che questa collaborazione sia ne-cessaria, per la verità non molto nel campo dell'attuazione pratica è s t a t o f a t t o . C o n s t a t a t o che, q u a n d o l'incontro t r a la Scuola e il m o n d o economico è a v v e n u t o in modo completo — per l ' i n t r a p r e n d e n z a e lo spirito di iniziativa di alcuni capi d ' I s t i t u t o o dirigenti d'azienda — esso ha d a t o ottimi risultati, bisogna fare in modo che questo incontro non sia l i m i t a t o a casi sporadici, m a si realizzi nella sua comple-tezza con disinteressata partecipazione sia da p a r t e della Scuola che da p a r t e delle aziende, onde ottenere i migliori f r u t t i .

Non credo di essere in errore se affermo che oggi la Scuola ed il m o n d o economico cammi-n a cammi-n o su due strade diverse. Sia l'ucammi-na che l'altro cercano di risolvere i loro problemi nel modo che credono più o p p o r t u n o . L a Scuola si dà le sue s t r u t t u r e ed i suoi p r o g r a m m i — e qui ci sarebbe da dire q u a n t o , sia le une che gli altri, siano rispondenti alle nuove esigenze —, f o r m a i suoi insegnanti sottoponendoli, alcuni a concorsi, i cui p r o g r a m m i sono superati dalle n u o v e necessità, altri, almeno fino ad oggi, sia pure abilitati all'insegnamento, li i m m e t t e in gran massa nei ruoli, con concorsi per soli titoli. Dall'altra p a r t e le aziende, specie le maggiori, sotto l'incalzare di u n a c o n t i n u a e r a p i d a evoluzione, cercano di formarsi il loro personale con le loro scuole e con a t t r e z z a t u r e

che adeguano con immediatezza alle mutevoli esigenze del progresso tecnologico.

Mi guarderei bene, a questo punto, dall'af-fermare che la Scuola debba essere in grado di preparare il personale a d a t t o ad aziende di questo o quel d e t e r m i n a t o settore, ma credo sia giusto che essa dia ai giovani una buona e moderna preparazione di base polivalente, sulla quale si possano agevolmente e nel minor t e m p o possibile inserire t u t t e quelle cognizioni specifiche che costituiscono le caratteristiche di u n lavoro di una azienda di un d e t e r m i n a t o settore.

In un'indagine svolta circa un anno e mezzo fa dalla Camera di commercio di Roma, inda-gine p r e p a r a t a e condotta a termine con ocu-latezza e precisione, era emerso che ogni anno uscivano dagli I s t i t u t i e Scuole dell'ordine tec-nico e professionale della provincia all'incirca 25.000 giovani che p o t e v a n o a m p i a m e n t e sod-disfare i bisogni di quella provincia in quel settore. In quel n u m e r o erano compresi i giovani degli I s t i t u t i tecnici e professionali statali e non statali, quelli che f r e q u e n t a v a n o i corsi organizzati dal Ministero del lavoro e quelli dei corsi autorizzati dal Consorzio pro-vinciale per l'Istruzione tecnica. Molti opera-tori economici della provincia di R o m a , inter-pellati, non a v e v a n o m o s t r a t o di essere soddi-sfatti per q u a n t o r i g u a r d a v a il livello di pre-parazione dei giovani, prepre-parazione che non era confacente alle esigenze delle aziende per un rapido inserimento dei diplomati e dei qualificati nel ciclo p r o d u t t i v o .

Le cause di questa situazione, che più o meno può considerarsi generale, sono varie; non u l t i m a quella di un carente aggiornamento di u n a b u o n a p a r t e degli insegnanti sulle diverse tecniche applicate alla produzione in r a p p o r t o anche alle a t t u a l i condizioni delle a t t r e z z a t u r e didattiche, le quali, malgrado gli sforzi sempre crescenti del Ministero per potenziarle, sono in r i t a r d o rispetto alla r a p i d a evoluzione tec-nologica.

In tal senso credo che anche negli I s t i t u t i della provincia di Torino, pur d o t a t i di o t t i m e a t t r e z z a t u r e , queste non siano del t u t t o

ade-guate alle mutevoli e rapide esigenze del mondo della produzione.

Per q u a n t o riguarda l'aggiornamento degli insegnanti, il Ministero della pubblica istruzione, consapevole di questa fondamentale esigenza, fa di tutto, nei limiti consentiti dal bilancio, per soddisfare i bisogni del mondo economico e organizza ogni anno parecchi corsi; però, non sarebbe inopportuno cercare di studiare con i dirigenti delle aziende la possibilità di effet-tuare per gli insegnanti, non soltanto delle rapide visite alle aziende medesime, che di solito avvengono d u r a n t e lo svolgimento dei corsi, ma favorire periodici soggiorni nelle aziende stesse affinché i docenti possano com-piervi una preziosa esperienza, in relazione alla specializzazione di loro competenza. Non sa-rebbe inutile inoltre che esperti potessero in-t r a in-t in-t e n e r e di in-t a n in-t o in in-t a n in-t o gli insegnanin-ti su argomenti di specifica pertinenza, al fine di interessarli alla vita aziendale, alle sue s t r u t -ture e alla sua organizzazione. D ' a l t r a p a r t e i responsabili delle aziende dovrebbero seguire più da vicino, cosa che molte volte non fanno, lo svolgersi della vita scolastica, e non solo criticarne le manchevolezze, m a dare apjjro-priati ed opportuni suggerimenti per eventuali modifiche, sia per q u a n t o riguarda le attrez-zature tecnico-scientifiche, sia per q u a n t o ri-g u a r d a l'ari-gri-giornamento dei p r o ri-g r a m m i . U n a f o r m a di collaborazione che p o t r e b b e invece essere a t t u a t a nei riguardi degli alunni sarebbe quella di fare i m p a r t i r e ai giovani delle ultime classi, da p a r t e di esperti, lezioni intese ad integrare la loro preparazione scolastica, al fine di collegarla alle concrete esperienze della vita operativa onde creare le premesse per u n più facile e rapido inserimento nel m o n d o del lavoro. Visite o p p o r t u n a m e n t e p r e p a r a t e ad uffici ed impianti, premi di studio per t u r n i estivi di esercitazioni presso banche ed aziende di ogni settore ed altre iniziative p o t r e b b e r o senza dubbio favorire e rendere più efficace la collaborazione t r a la Scuola ed il m o n d o del lavoro.

Gli I s t i t u t i tecnici e professionali statali, oggi t u t t i d o t a t i di a u t o n o m i a a m m i n i s t r a t i v a da u n a recentissima legge, sono r e t t i da Con-sigli di Amministrazione nei quali, oltre ai m e m b r i di diritto (Presidente, vicepresidente, r a p p r e s e n t a n t i dell'amministrazione provincia-le, comunale e della Camera di commercio) possono essere r a p p r e s e n t a t i E n t i o persone che contribuiscono al m a n t e n i m e n t o degli Isti-t u Isti-t i con noIsti-tevoli elargizioni di n a Isti-t u r a Isti-tecnica o economica. Questi organismi sono apposita-m e n t e voluti dal Ministero al fine di stabilire e f f e t t i v a m e n t e u n efficace e proficuo c o n t a t t o

tra la Scuola ed il mondo del lavoro. All'atto pratico, però, la loro attività, tranne qualche caso, per u n complesso di circostanze (disposi-zioni limitate, assenteismo di alcuni compo-nenti) è circoscritta soltanto all'ordinaria ammi-nistrazione. Bisogna fare in modo, invece, che i Consigli di Amministrazione sentano piena-mente la responsabilità della loro funzione e contribuiscano in modo sempre più determi-n a determi-n t e alla efficiedetermi-nza degli Istituti che ammi-nistrano ed operino una sempre maggiore col-laborazione col mondo economico.

A questo p u n t o credo sia opportuno fare u n accenno specifico al settore dell'Istruzione pro-fessionale che è uno di quelli in cui potrebbe venire realizzata una più efficiente collabora-zione tra Scuola e mondo operativo.

Le aziende dei vari r a m i — industriale, commerciale ed anche agrario — h a n n o un sempre più elevato bisogno di personale lificato e le richieste, specie per alcune qua-lifiche del settore industriale, sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle che possono essere soddisfatte dagli Istituti.

Anche nel corrente anno scolastico 1 969-70, grazie all'intensa e capillare opera di propa-ganda, il n u m e r o degli iscritti negli I s t i t u t i professionali è ulteriormente a u m e n t a t o , ma siamo ancora al di sotto di quelle che sono le esigenze delle varie aziende.

Quali le cause della scarsezza di f r e q u e n z a di questo tipo di scuola rispetto ad altri ? Sono molteplici: non ultima la misconoscenza degli I s t i t u t i professionali da p a r t e delle famiglie e dei giovani che lasciano la Scuola Media. I n questo senso l'opera dei presidi delle scuole medie può essere oltremodo utile. U n a causa non certo trascurabile è d o v u t a al f a t t o che ancora oggi, a distanza di 18-20 anni dall'isti-tuzione dei primi I s t i t u t i professionali, m a n c a u n a legislazione organica. Quindi ci t r o v i a m o di f r o n t e ad u n a constatazione che p o t r e m m o quasi definire assurda. I n Italia funzionano oggi oltre 500 I s t i t u t i professionali, molti dei quali con diverse sezioni staccate o come più p r o p r i a m e n t e si c h i a m a n o « scuole coordinate », m a non esiste u n a legge che li disciplini. Questa carenza legislativa senza d u b b i o influisce nega-t i v a m e n nega-t e sul f u n z i o n a m e n nega-t o degli I s nega-t i nega-t u nega-t i ; in primo luogo per q u a n t o r i g u a r d a il recluta-m e n t o del personale insegnante, inoltre a n c h e per q u a n t o si riferisce ai p r o g r a m m i didattici, alle qualifiche professionali, alla d u r a t a dei corsi.

In Torino a b b i a m o oggi I s t i t u t i professio-nali con non più del 5 % di insegnanti di ruolo e questi provengono dalle cessate Scuole di a v v i a m e n t o annesse alle ex Scuole tecniche, che h a n n o d a t o origine proprio agli I s t i t u t i

professionali. Anche per q u a n t o riguarda i programmi e la d u r a t a dei corsi sono stati f a t t i continui m u t a m e n t i e non è da escludere che altri siano effettuati; cose, queste, che non sono molto favorevoli all'affermazione di questo tipo di scuola e d a n n o luogo a riserve e per-plessità sia da p a r t e dei dirigenti delle aziende sia da p a r t e dei giovani e delle loro famiglie. Inoltre, u n esperimento che ha a v u t o inizio nel dicembre dello scorso anno e viene a t t u a t o anche in alcuni I s t i t u t i della provincia di Torino, mira a dare il titolo di m a t u r i t à profes-sionale ai giovani che h a n n o conseguito il diploma di qualifica, m e d i a n t e la f r e q u e n z a di corsi, generalmente della d u r a t a di due anni. Tale titolo, evidentemente, darà ai giovani la possibilità di accedere all'Università.

E t r o p p o presto per dare u n giudizio sulla validità di tali corsi, m a le impressioni raccolte in alcuni ambienti interessati non sono da con-siderarsi positive. I corsi, invece di essere u n periodo di ulteriore perfezionamento e specia-lizzazione per i giovani qualificati, mirano a dare a questi u n titolo che, sotto molti aspetti, p o t r à considerarsi simile alla m a t u r i t à tecnica. I n ogni modo solo il t e m p o ed i risultati che si p o t r a n n o acquisire diranno la parola defi-n i t i v a sulla validità di tali corsi.

I n d i p e n d e n t e m e n t e però dal loro esito e da eventuali ulteriori c a m b i a m e n t i da a p p o r t a r e ai vigenti p r o g r a m m i degli I s t i t u t i professionali, è auspicabile che l ' a t t u a l e legislatura affronti con sollecitudine l ' i m p o r t a n t e p r o b l e m a di dare u n assetto chiaro e definitivo a questo tipo di scuola che deve fornire il personale qualificato che costituisce l'ossatura principale sulla quale poggia l'azienda.

A b b i a m o fiducia che gli I s t i t u t i professio-nali p o t r a n n o rispondere p i e n a m e n t e alle esi-genze delle nuove tecniche p r o d u t t i v e e riscuo-t e r a n n o c e r riscuo-t a m e n riscuo-t e il più compleriscuo-to appoggio e la massima fiducia da p a r t e degli operatori economici.

Possiamo concludere dicendo che l'esigenza di u n a maggiore e migliore intesa t r a la Scuola

e mondo del lavoro è sentita da t u t t i . Il Mini-stero della pubblica istruzione da p a r t e sua, interpretando questa necessità, si è f a t t o pro-motore di parecchi incontri; ultimi in ordine di tempo: quello di Rapallo nel febbraio 1966 sull'Istruzione tecnica, quello di P a d o v a nel dicembre dello stesso anno sull'Istruzione pro-fessionale ed infine quello di R o m a nel feb-braio 1968 « Istruzione Tecnica anni '70 ». Le conferenze, i discorsi, gli interventi, i problemi t r a t t a t i sono stati in questi ultimi convegni molteplici e di varia n a t u r a : dall'edilizia ai programmi ed alle attrezzature, dall'autonomia didattica e a m m i n i s t r a t i v a al reperimento del personale insegnante e tecnico-pratico, dall'as-sistenza agli alunni ai corsi di specializzazione post-diploma.

Come si può vedere c'è t a n t o materiale per u n intenso lavoro. L a nostra speranza è che t u t t i i problemi i m p o s t a t i siano risolti con oculatezza, serietà e, ove occorra, con tempe-stività. I n questi incontri, infine, sia da p a r t e degli uomini della scuola che degli esponenti del m o n d o economico u n a necessità è s t a t a evidenziata: t r a i due campi è indispensabile u n a migliore e f a t t i v a collaborazione, perché nella società moderna, in continua e rapida evoluzione, la Scuola ed il m o n d o del lavoro non possono percorrere due strade completa-m e n t e diverse, completa-m a debbono c a completa-m completa-m i n a r e di pari passo, consultarsi periodicamente e sistemati-camente, darsi reciproci suggerimenti e con-sigli per preparare sempre meglio e più ade-g u a t a m e n t e le nuove leve dei ade-giovani tecnici e dei lavoratori specializzati. Questa collabo-razione è maggiormente necessaria oltre che per il f a t t o di avere u n a scuola moderna, effi-ciente ed a d e g u a t a ai tempi, anche per soddi-sfare i bisogni sempre m u t a n t i del m o n d o del lavoro e per realizzare t r a la Scuola e la società quella completa u n i t à di propositi e di finalità, cioè quell'impegno comune che deve essere raggiunto da p a r t e degli uomini della Scuola e da p a r t e dei responsabili della vita economica del paese.

Nel documento Cronache Economiche. N.327, Marzo 1970 (pagine 38-41)