Cap III. Romeo Musa: l’artista e la collezione
III. 3 La collezione
La collezione, donata alla nostra regione, è composta da 2.333 opere, fra fotografie, dipinti, xilografie e cartoline (Tabella 2) che ritraggono scorci e paesaggi di molte parti d‟Italia. Riconosciamo, in xilografie e fotografie, luoghi dell‟Emilia Romagna, tra cui: il castello di Compiano, i pascoli di Riosalto San Mauro, la chiesa di Santa Eufemia, la Chiesa di Polenta a Ravenna, la Cascata di Fontanino a Parma, le case di montagna nella Val di Taro, i paesaggi di Calice di Bedonia. Ancora, disegni di abitazioni della Carnia in Friuli Venezia Giulia; xilografie che ritraggono il Duomo di Monza, vedute di Cividale, il castello di Cividale, una veduta della conca di Caporetto, una di Paestum e rovine antiche di Velleia a Piacenza. Una parte della collezione ha, però, per soggetto il territorio molisano. Sono state selezionate circa 318 opere tra fotografie, disegni, dipinti ad acquerello o ad olio su tela o su compensato, con scorci del paesaggio locale, bellezze architettoniche e archeologiche.
L‟elemento cardine che accomuna, queste opere è la volontà di documentare i paesaggi storici di questa terra, legata al mondo contadino e alle attività agro-pastorali.
Attualmente la collezione Romeo Musa è esposta presso il Museo Nazionale del Molise a Castello Pandone, Venafro (Figure 12-13); il Castello di Capua, Gambatesa; il Palazzo Japoce e il Museo di Palazzo Pistilli, Campobasso. L‟erede del pittore parmigiano voleva, con questa donazione, non solo contribuire alla conoscenza e valorizzazione dell‟opera paterna, ma rendere fruibile la collezione da parte di un pubblico più vasto e soprattutto da parte di chi, in modo diretto o indiretto, era stato fonte di ispirazione per l‟artista.
Tale motivazione è ben espressa nel racconto personalissimo della figlia, intitolato “Mio Padre ed io”, redatto per il catalogo “Donazione Giovanna Musa. Paesaggi del Molise nell’opera di Romeo Musa”, in cui vengono spiegate appunto le ragioni di questa donazione e come esse riflettesse il testamento spirituale dell‟artista”102.
102
G. Musa, Mio padre e io, in D. Ferrara (a cura di), Paesaggi del Molise nell’opera di Romeo Musa (1924-
88
1002 FOTOGRAFIE
884 XILOGRAFIE
316 CARTOLINE
52 DISEGNI
12 DIPINTI OLIO SU COMPENSATO
41 DIPINTI IN ACQUERELLO
3 DIPINTI A TEMPERA
32 DIPINTI OLIO SU CARTONE
1 OLIO SU TELA
1 DISEGNO/ACQUERELLO
1 FOTO CON DISEGNO
2 DISEGNO INCHIOSTRO SU CARTA LUCIDA
1 LETTERA CON DISEGNO
1 LUCIDO
2 MATITA SU CARTA LUCIDA
7 PIEGHEVOLI
1 PUBBLICAZIONE
2 RITAGLI DI GIORNALE
1 STAMPA
TOTALE: 2333 OPERE.
Tabella 2. Suddivisione per tecnica dell’intera donazione della Collezione Musa
Attualmente la collezione Romeo Musa è esposta presso il Museo Nazionale del Molise a Castello Pandone, Venafro (Figure 12-13); il Castello di Capua, Gambatesa; il Palazzo Japoce e il Museo di Palazzo Pistilli, Campobasso. L‟erede del pittore parmigiano voleva, con questa donazione, non solo contribuire alla conoscenza e valorizzazione dell‟opera paterna, ma rendere fruibile la collezione da parte di un pubblico più vasto e soprattutto da parte di chi, in modo diretto o indiretto, era stato fonte di ispirazione per l‟artista.
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Tale motivazione è ben espressa nel racconto personalissimo della figlia, intitolato “Mio Padre ed io”, redatto per il catalogo “Donazione Giovanna Musa. Paesaggi del Molise nell’opera di Romeo Musa”, in vengono spiegate appunto le ragioni di questa donazione e come esse riflettesse il testamento spirituale dell‟artista”103.
Le opere sono oggi esposte a rotazione, seguendo possibilmente un criterio tematico, per esigenze sia conservative che di spazio. La prima esposizione fu allestita a Venafro presso il Museo Nazionale del Molise a Castello Pandone poco dopo la donazione ed fu dedicata ai “Paesaggi del Molise (1924-1933). Natura, Storia, Identità Memoria, tra perdite e riscoperte”. Successivamente, tra dicembre 2014 e febbraio 2015 fu realizzata una nuova mostra, dal titolo “Scatti della memoria. Paesaggi archeologici nelle immagini di Romeo Musa 1923-1933”, presso il Museo Sannitico di Campobasso, dedicata invece ai paesaggi archeologici molisani104.
Di particolare rilievo ed interesse sono gli studi per gli affreschi realizzati nella Cattedrale di Campobasso (Figure 14-15) e di Boiano, dai quali si evince un‟iconografia religiosa (Figure 16-17), frutto del solido impianto di tipo quattrocentesco. Nel ciclo di Boiano, notiamo anche, però, un avvicinamento alla propaganda fascista attraverso l‟esposizione del racconto storico con episodi che rappresentano le crociate, e quindi il rapporto tra potere religioso e potere civile.
Di notevolissimo spessore artistico anche il ciclo di undici tele conservate presso il Convitto
Nazionale Mario Pagano a Campobasso (Schede dalla n. 185 alla 205). Il Musa, nei suoi dieci anni di soggiorno in Molise, ha raccolto con grande sensibilità non solo
immagini, “scatti” d‟autore dei paesaggi naturali della regione, ma ha anche documentato aspetti suggestivi delle sue tradizioni demo-etnoantropologiche. Le feste, le processioni religiose e gli altri riti (Schede n. 82-84-98-142-143-144-145-204-213-214-215-242-264-294) appartenenti alla cultura popolare molisana trovano spazio in questa collezione, aggiungendo spessore e complessità a questa documentazione105.
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G. Musa, Mio padre e io, in D. Ferrara (a cura di), Paesaggi del Molise nell’opera di Romeo Musa (1924-
1933). cit., pp. 5-10.
104 Ivi, pp. 13-43. 105
E. Petrocelli, Romeo Musa. Un artista molisano adottivo, in “Il bene comune: arte cultura e civiltà per il Molise del terzo millennio”, fascicolo a. 9:n.1, Gennaio 2009, pp. 34-45.
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Figura 14. Abside della Cattedrale della Santissima Trinità, Campobasso. Collezione Musa
Figura 15. Lavori di innalzamento della navata centrale e costruzione dell’abside della Cattedrale della Santissima Trinità, Campobasso (1927/1933)
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Figura 16. R. Musa, Affresco, particolare, La pentecoste, 1932. Collezione Musa
Figura 17. R. Musa, Disegno preparatorio dell’affresco dell’abside della cattedrale Santissima Trinità, Campobasso, 1927. Collezione Musa
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