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Il Colosseo nelle descrizioni delle guide Dai Mirabilae Urbis alla prima guida Touring.

La gloria, che i Romani riportarono colle virtù, e colla potenza loro si è in certa guisa communicata,

III.6 Il Colosseo nelle descrizioni delle guide Dai Mirabilae Urbis alla prima guida Touring.

Fatto abbastanza raro in archeologia, la storia e la cronologia delle vicissitudini riguardanti Anfitetaro Flavio può essere tracciata essenzialmente per intero. Lo stesso vale per le più importanti manipolazioni effettuate sull’edificio - da quando cessano gli usi ludici cui era originariamente preposto - in epoca medievale e moderna e contemporanea. La sua ideazione, la fase costruttiva, la funzione cui era preposto ci vengono descritte già in maniera dettagliata nelle fonti classiche, e da diversi studi monografici di settore archeologico, storiografico, da più autori nel corso dei secoli . Non interessa qui ripercorrere la cronologia completa dell’Anfiteatro (che come dimostrano gli ampi studi effettuati in passato è densa di eventi e percorre quasi interamente la sua storia) quanto piuttosto evidenziare quei peculiari passaggi storici che a più riprese caricano il monumento nuove valenze simboliche.

Autore: Rossi Francesco

Titolo : Il turismo culturale a Roma. Analisi etnografica del contesto turistico Colosseo-Palatino. Dottorato in Antropologia

Università degli Studi di Sassari

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Nel 340 d.C. Tertulliano sancisce la fine dei giochi gladiatorii e poco dopo cessano anche le venationes fra animali. Il circo svolge la sua funzione cui era stato preposto fino alla dissoluzione dell’impero. Fin qui, almeno nelle fonti è solo un circo, e non ancora un monumento, tantomeno un monumento-simbolo. Indirettamente il Colosseo comincia ad essere considerato non per quello che è, ma per ciò che rappresenta, ossia un simbolo, quando dopo un primo periodo di abbandono e di distruzione rischia di essere distrutto dai primi papi che volevano cancellare ogni traccia della Roma pagana, e in un certo qual modo, almeno nelle fonti, viene dimenticato.

L’Anfiteatro Flavio “volgarmente detto Colosseo” è oggi universalmente riconosciuto come il monumento simbolo di Roma. Tali attribuzioni di significato: “Colosseo = monumento simbolo di Roma” sono relativamente recenti e arrivano, secondo i dati rinvenuti in questa fase di ricerca, ad essere esplicitamente esteriorizzate solo nella tarda fase della modernità. Innumerevoli potrebbero essere gli esempi retorici, di immagine, istituzionali, pubblicitari (avremo modo di analizzarne alcuni, sopratutto quelli che riguardano l’erosione “commercializzata” di tale simbolo in un capitolo della ricerca) che insistono sul parallelismo simbolico Roma antica/Colosseo. Ciò che ci interessa qui sottolineare è

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la lenta metamorfosi di attribuzione di significato attraverso però dei tratti stereotipici rinvenibili nelle guide di Roma per oltre cinque secoli.

Un simbolo che nelle varianti possibili di significato che può ricoprire e che ha ricoperto nel corso della storia, è il monumento simbolo di Roma antica, medievale, moderna e contemporanea. Si può facilmente riscontrare un parallellismo evidente fra le nozioni storiche selezionate sul Colosseo dagli estensori delle guide e le caratteristiche fondamentali e stereotipiche che esprimono il genius loci di Roma, almeno quella che racchiude in se la grandezza della storia antica.

Filtrate da secoli di tradizione orale e “leggende erudite” (Zucchetti : 1946, p. 11) le descrizioni dei Mirabiliae si diffondono in Europa fra l’VIII secolo e l’alto medioevo come attestano gli innumerevoli codici che contengono il testo anonimo originariamente in latino poi tradotto in varie lezioni e lingue. Con l’avvento della stampa, alcuni tipografi in Italia, soprattutto a Venezia e Roma, stampano il testo dei Mirabiliae: dal 1474 , anno di cui disponiamo le prime copie, fino a tutto il Cinquecento, e parte del Seicento. Sebbene esistano esempi scritti di descrizione delle antichità di Roma anteriori alla più antica Mirabiliae rinvenuta su incunaboli (D’Onofrio1988.Cfr pp 10-13), è quest’ultima per la sua notevole diffusione e caratteristiche formali che qui propriamente ci

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interessa. Essa continuerà a circolare come guida per i “romei” i pellegrini che visitavano Roma ed essere stampata

Per quanto le Mirabiliae siano scarsamente utili per avere notizie “vere” e descrizioni attendibili circa le cose degne di ammirazione della città di Roma, esse rappresentano in quanto archetipo delle successive guide, un imprescindibile modello, se non contenutistico, almeno formale cui gli estensori dei secoli successivi, anche involontariamente si sono ispirati. Infatti, sebbene l’anonimo autore dei Mirabiliae fosse quasi sempre in errore quanto ad identificazione dei monumenti antichi, “il giro “ la periegesi “logica, costruita con rigore e contiguità topografica” (cfr.Zucchetti : 1946, p. 11) farà da modello alle prime guide basate sulle fonti classiche redatte dagli umanisti topografi quattrocenteschi, i quali corressero gli errori e le descrizioni fantastiche contenute nel testo dei Mirabilia mantenendo però quasi immutata la divisione in itinerari, in “regioni” contigue fra loro. Dal Cinquecento, risalendo nel tempo fino ai giorni nostri le guide, di decennio in decennio, di epoca in epoca verranno corrette in base alle nuove scoperte , ampliate in relazione alla costruzione di nuovi edifici notevoli, aggiornate secondo le necessità contingenti dei viaggiatori, eppure sostanzialmente ricalcheranno nella forma la struttura ad itinerario dei Mirabiliae e nel contenuto ripeteranno,

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rielaborandoli ed interpolandoli, i contenuti tramandati dagli eruditi rinascimentali. L’interesse storico ed estetico per l’antico e una certa modalità di percezione dell’antico vanno formandosi come è noto nel rinascimento italiano segnando una svolta profondonda nella cultura occidentale, a latere di questa straordinaria rivoluzione troviamo una testimonianza parallela, “minore” redatta per i viaggiatori ma anche per chi desiderasse sapere, fosse desideroso di conoscere l’antichtà. L’interesse di questo genere letterario, riguarda a mio avviso la sua ambivalenza, la possibilità di essere letto sia come guida della città sia come guida nella mentalità dei suoi autori e di riflesso in quella dei suoi fruitori.

Autore: Rossi Francesco

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