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55 combat lenii, fu udito di sovente proferire il caro nome

Nel documento LA BATTÀGLIA DI SAN MARTINO (pagine 55-89)

d’Adele.

Ma

iamortechesembra semprefuggirechipiù labrama andavalungidaesso.

Eiperò avevadueferite:unaleggieraalbraccio sini-stroel’altrapiùgravealpetto;

ma

non voleva allonta-narsidal

campo

poiché sperava che avrebbe avuto an-cora a combattere.Con amorosacura Enricoglifasciò le feriteeloadagiòil piùcomodamentesulla terra, indigli sisedetteaiato,edopopochiminutiglidisse:«Aroldo, tu fai dellepazzie.>

E

Aroldoglirisposeindicendogli: «Dimmi,è proprio mortoilBcretta ?

<Purtroppo ch’ei è morto.»

«PoveroCeretta!era tantobuono,tanto bravo...»

«

Ma

vedraicheiovendicheremo. LodisseancoGrixoni, eGrixonisainoné

uomo

da dirper burla.>

« Credi tu checibatteremoancora ?

«Eperchèno?è forsefinitalagiornata?Siamonoi violi?Vedi,primadinottes’hadapiantarlà,suquella cima,labandiera del 7* reggimento.»

1dueamicirimasero qualchetempomuti,indiAroldo riprese:«Enrico,qualbarbarieèlaguerra:checifecero qua’ disgraziatichecontantoaccanimentouccidemmo?

E

purFirenzeperuncagnolinofececrudaemortaleguerra a Pisa;enoneraguerraditiranni,

ma

eraun popolo liberochecombattevacontro altropopololibero.»

Enricolointerruppeindicendogli:

Ma

chevaitu filo-sofando. Ti pare chequesto sia

momento

datirarfuori filosofia?»

Aroldopiùnondisse,eidueamicirimaserosilenziosi.

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CAPITOLO

X.

11generale Cucchiariconla5*divisione,alleore6 e mezzodelmattinos’erapostoinmarcia, e costeggiando

ilLago procedevaperlastradapostaleche daRivoltella metteaPeschiera.

Tostoch’eiricevetteilmessaggioinviatoglidal colon-nelloCadorna,e seppeilvivocombattimentoimpegnatosi dallavalorosabrigataCuneo,ordinò cheduesezionidella 1batteriadibattagliaguidate d?lcapitano Balegno, e lullal’8'ond’eracapitanoilSanQuintino andasserodi grantrottoinsoccorso de'combattenti,sperandoche po-tesserogiungereintempod’essere lorodiqualcheefficace aiuto.

Esse arrivaronosul terrenodell’azionequandoidue reggimenti stavano ritirandosi; eilmaggioreRicottiunite alla7*batterialeduesezionicheavevanofattopartedella ricognizione,conlabravuraeprestezza propriediquesto distintoufficiale,lefececollocareinposizioneopportuna per poterefficacementebattere l’austriaco.Allasinistra fecedipoicollocarer8*batteria,che incominciò essapure

ilfuoco controalnemico.

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57 Erano leore10 antimeridiane

,quando il maggiore generaleDe GenovadiPeltinengo giunseconla brigata CasaleovelastradaLuganaincrociaconlaferrata.

LT1°

reggimentofanteriaond'era colonnelloilLeotardi fuilprimo adarrivare.Adessosiuniil4°battaglione, cheavevafattoparte dellaricognizione,csischieròin colonna d’attaccoallasinistradellastradaLugana.Giunse dipoiil12°comandatodalcolonnelloAvenali,chesipose asinistiadell' 11*.

11generaleMollardvedendoilprecipitosoavanzarsi del nemico, credette necessario riprenderelecascineCanova, Armia,SelvettaeMonala,eordinòalmaggioreZinodi recarsi conunbattaglionedel12°fanteriaeconil 10“

battaglione bersaglieri,condotto dal maggioreVivaldi,a discacciarloda quelleposizioni. Dipoiseguironoquesti altriduebattaglioni dello stessoreggimento,comandati daimaggiori

Poma

e Druelti, e’I8°battaglione bersaglieri guidatodalsuo valoroso Volpelandi.

Questetruppeandaronocontuttol’ardireadattaccare

ilnemico. Ed era bello vedere i bersaglieri arrampi-carsi pei muri, sui letti; entrare perle finestre, e senzamailasciargliun istanteditregua, «cacciatoloda una casa inseguirlo nell’altra. Sembrava che fossero ad unacaccia,

ma

nongiàacombattereun nemicotanto piùforte.IvalorosimaggioriVivaldie Volpelandi balza-vanodaunluogoall’altro,einsegnandolavia a’soldati liinfiammavano.Fu inquest’azione cheilcapitano Ca-vagnaro moriva daeroesulcampo.

Isoldatidel 12°reggimentofanteriacoiloroarditi con-dottierinon rimanevr.no certamente addietro, nèsi dimo-stravano

meno

valoroside’bersaglieri:cimaggioriPoma, Zino e Dimettinoncessavanomaidall’eccilarliper affret-tarela vittoria.

Ma

ahi che moltosanguecostavaloro questo ardire!11maggiore

Poma

ferito dipallaedipoi

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dibaionettacaddeestinto allatesta delbattaglioneche tantovalorosamente comandava:eilmaggioreZinoebbe graveferita.

Inbrevetempoquestetruppediscacciarono ilnemico dallepredetteposizioni,erimasero padroneditutte le cascine.

Mentre daquestolatoferveva il combattimento, ri10 reggimentocolcolonnelloLeotardicil4® battaglionedel 12°colmaggioreSircana ecolcolonnelloAvenatis’erano direttiversoilRoccoloe san Martino.Malgradoil più violentofuocodimitragliae dimoschetteriache l’austriaco aveva diretto contro questivalorosi,e la fortezzadelle posizioni,elagrandesuperioritàdel numerode’nemici, questiprodicolpiùgrande impelo e ardore andarono all’assalto

;edopopiù vigorosi e mortaliattacchigiunsero adimpadronirsidelleposizionidelnemico.

IlgeneraleGozanidiTrevilleconlerimanentitruppe della 5* divisionegiunseappuntoquando eranoimpegnati questicombattimenti; e tostofatto porre incolonnadi battaglioneil17®fanteria,ch’eracomandatodalmaggiore Ferrerò, spediduebattaglionid’essocondue compagnie del5°battaglionebersaglieriversosanMartino ela Con-tracania;mentre glialtriduebattaglioniconlealtredue compagniebersaglieriandaronoaCorbùdisotto.Questi soldatinonfurono

meno

valorosi deglialtri

;edopo duro easprocombattere giunsero essi puread impadronirsi delleposizioni.

Ma

mollo sangueerano loro costate;il

valoroso capitano SettodiSettimomoriva da eroe alla testadellasuacompagniachecontantoardireguidava:

epureramorto ilvaloroso capitano Maria;ed erano feritiicapitaniVilla,Alberimi, Cavorelti, Baldi, Formenti, GallettiePallavicinidiPriola.

1118°reggimentofanteria,ond’era colonnelloil Porro

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59 rimase asinistradellaLuganaad attenderegliordini del generale.

Ovunques’avevacombattutocolpiùgrandevalore, econ inaudita pertinaciacinque volterespintiinostrialtrettante ritornaronoall’assalto.

IlgeneraleCucchiari,

uomo

digrandesenno, valentia nell’armi

,prontezza di risoluzionie indomitocoraggio, vigilavaovunqueesitrovavasempreov’era piùdurala difesadelnemico, e più asproilcombattere.

Almezzogiornolavittoriaerasututtalalineaeda pertuttoalgridodi < Savoia1vivailRe!»l’austriaco veniva cacciatoericaccialo;eilterrenocombattuto,con trepezzid’artiglieria,rimaseinpoterede’ nostri.Nonsi arrestaronoperòqueglianimosi,equantunqueilnemico fossecontinuamenterinforzatoda nuovetruppelo inse-guivano eguadagnavanomolto terreno.Perlaquintavolta lacascinadiConlracania, elachiesadisan Martino, eil

Roccolo furono occupatidainostri;©de truppe del 12* reg-gimentomescolale a quelledel17°, eaibersaglieridel5°

battagliones’avanzaronodimoltosullasommitàaldilà dellacascinaConlracania.

1maggiori generaliDe GenovadiPeltinengo e Gozani diTrevillestavanosempreinmezzoalperiglio;egli uffi-cialituttiallatestade’lorosoldaticonleparole econ l’esempioinfondevanol’ardire eilvalore, enon

meno

che

isoldatianimosi eintrepidi si dimostravanoessipure.

Sarebbeingiustiziailnonfareparoladell'artiglieriache tantoaveva contribuito a questobrillanteesito.Icapitani Balegno eCorderòdiSanQuintino dirigevanocolpiùgran sennoevalorela7*e8*batteria:eil Balegnorimaso gravementeferitodovetteritirarsiecedereilcomandoal luogotenenteAccusani.

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CAPITOLO

XI.

IcaseggiatichesitrovanosullealturedisanMartino, eranoabititi,eiloroabitatorinonsospettandodivedere inquelluogoglieserciti,erano rimasitranquilli alleloro dimore;sicchéquandogiunseroletruppe,es'impegnòil

primocombattimento,nonessendo piùintempodi fug-gire,sirinchiuseronellecantine ene’luoghipiùnascosti

esicuri.

. 11rumoreggiarede'cannoni,ilcozzo deH'armi,ilamenti de' feriti,elegridade’comballenti,che giungevanoalle loroorecchieliriempivanodispavento.Làappiattati sta-vanoifanciullipiangenti,ledonneincontinuiaccessidi parossismo,ivecchifebbricitanti;eil continuo tremore dellecasechesembrava semprevolesserocrollare e sep-pellirlisottolelororovine

,portavaloro de’spasimidi morte.

Inunabenriparalaenascosta stanza stavaunagiovane donna abbandonatas’unseggiolone.Benchénelsuo viso siscorgesseroletracciedellospavento edeldolorelasi vedeva bella però.1suoinegriescintillantiocchierano

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ingrossatidalpiantochelungamente dovevaaver versato-Ellaeraincinta,edallostatosuosivedevacome non do-veva essere molto lungi dal parlo.Accantoadessaslava seduto eluttorannicchiatoperlospavento,un vecchio,

ilcuiinstupiditosguardosembrava nonsapessemai stac-carsidacostei.

Ambedue

stavanomuti c parevanon osas-seroneppurfiatare.

Inun

momento

incuilapugnasembravaunpo' cal-mata,ladonna rivoltasialvecchio,disse:» Edelmio Luigiche saràmai?» Contimida e tremante voceil vec-chiorispose:« Einonerafraletruppeche ora qui com-battono; forse saràinPiemonte,o a Milano. »

Luigierailmaritodiquestadonna,ilquale tosto scop-piatalaguerra era partito perimpugnarelearmi, e l’avea lasciataincuraalbuonvecchio ch’erasuo padre.La donna peròsembrava nonl’appagasselarispostadicostui,ead ognicolpodimoschetto,adognilamentodimorenteche udiva,ilsuocuoretrasaliva,cheglipareva sempre, fosse

il suo Luigi che moriva.

Quando tuttoaduntrattos’odonodegli affrettalipassi;

dipoicongranderumorela porlafu spalancata. «Dio salvami!» gridòladonnaecaddeconsmarritiisensi.

Uncacciatoretiroleseeraentralonellastanzaeun ber-sagliereloinseguiva.Ilcacciatorevedendodinonpoter piùfuggirealsuo persecutore,colcoraggio chedàla di-sperazione,siaccinseadifendersi.

Incrocianolebaionette, edopolungalotta albersagliere riescetrafiggereilpettodeltirolese.Questivacilla, faper accostarsialladonnaecaddespentoa’suoipiedi.L'uomo che nasce dalladonnanelmorire cercaladonna.

Aquelladisgraziatalospaventoaveva apportalo un pre-coceparto.Morival’uno,cnasceval’altro;l’unosi con-torcevapeldolore,l’altropeldolorestrillava;l’uno aveva

gliocchibagnatidipianto, e bagnalipurliaveval’altro.

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L’uomonasceemuoreneldolore; enelnascere enel mo-rirebagnagliocchidipianto.

L’ardilobersaglierecorseaipiedidelladonna, etutto affettoecommozione,presentandolela

mano

se1'accostava allabocca dicendole: *Maria!Maria!»

Ma

Marianon l’u-diva.Chiera costui?Erail dileimarito,eraLuigi,che coltoun

momento

ditreguaallapugnaeraaccorsoper abbracciarla.Nellestanzeaveva vecjuto nascostoil cac-ciatoretirolese,chenon avendovolutoarrendersi tentava fuggire;eil’avevainseguitoecolàl’avevamorto.

Ma

ilcombattimento duravaancora e il dovere chia-mavaaltrovel’arditobersagliere.E’baciòinfrontelasua Maria,diedeunabbraccioalvecchio padre, econuna lagrimasul ciglio,ritornòallapugnaovecombattevacome unleone.

\

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CAPITOLO

XII.

Losplendidosuccessodella53divisionenonpotè du-rarelungamente.Allasinistraversole cascineCeresae Veslonecombatteva da solounbattaglione del 12°fanteria, contro imponenti forzenemiche;delche avvedutosi l’au-striacodiressecolàisuoimaggiori sforzi. Invano questi valorosifacevanomiracolidivalore, sottoalpiù vivo fuoco dimitraglia chelidecimava;invano l’intrepido Avenati confusoconessicercavadi porgere loro conforto e d’i-spirareardire:troppieranoinemicichedovevano com-battereperchèpotesserosperaredasolidirespingerli.

L’arditogeneralePettincngovedutoilpericolodiquesti valorosi,raccolselepocheforze circostanti,ccon teme-rarioardire andava con esseaporgere lorosoccorso.

Feritogliilcavalloe’ne discendeva, e a piediconfuso conoi-dalicaricavafieramenteil nemico.

Ma

ahiche tanto va-lorenonavevailmeritatoguiderdone!Semprepiùscarso facendosiilnumerodiquestiprodi,chè nonpochi nel-l’asproefierocombatterecadevanoospenti,oferiti; e semprepiùnumerosoinvece presentandosil’austriaco, essi

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dovetterocedereallaforza; ecombattendo,esoloapalmo apalmo cedendoilcampo, guidatidal Pettinengo che con l’esempio infondevalorol’ardireeilvalore,si riti-rarono.

Giungevaintantoda ltesenzanocRivoltella,labrigata Pinerolo, condottadalmaggiore generale Morozzo della Rocca, ecompostadel13° fanteriacomandatodal colon-nelloCaminali, edel14°onderàcolonnelloilBalegno.il generalelaschieròsullalineadellecascine Prugnoli;il

13° stava in prima fila,e il 14° in seconda. Erano con essala l1ela5* balletta d’artiglieria comandate, laprimadalcapitanoGallidellaLoggia, elasecondadal capitanoBassecourt,equestesiposeroalcentro.

Eracircaun'ora,quandoquestiduereggimentiin co-lonnadibattaglionesiposeroinmarcia perl’assalto;

ma

tostoincominciatoilloromovimento,perlevicendedella 5*divisionefurono obbligatiadarrestarsi.

Come

dissidisoprailbattaglionedel12°,malgradotutto ilvalorede’ soldati,fu costrettoaritirarsi,ed esegui la suaritirataconordine,inmezzo allapiùfitta tempesta dimitraglia,ealfuocodellafanterianemicachelo pren-deva a rovescio.

L’austriaco che combatteva contro il battaglione del 12°,trovandosi libero perlaritirala diquesto,sigettòsopra

iduebattaglionidel17° ch’erano più prossimiad esso,

iqualicolpiùgrandevaloresidifesero;

ma

scopertial fiancosinistrocom'eranorimasi, pernon essere circon-datidal nemico piegarono;eil movimento di ritirata ch’erastatocostrettoadiniziare il battaglione del12°, dovetteesseresecondatodatuttaialinea.

L’intrepidogeneraleCucchiaiaoltremodosconsolalo,in mezzoalfitto fuoco nemico, correvainquainlà cer-cando d’infiammarei soldatiedi rianimarli;econla voceecon gliatti cercava infonderloro l’ardire e il

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65 valore per ricondurlialleoffese. Nonerache mancasse

ilcoraggioaquestianimosi;

ma

ilnenjicocon forze con-siderevoliavevacollocatipiùcheventipezzid’artiglieria, econ essaimpedivaa’nostriil ritornoalleoffese.Invano

ilCucchiarifeceavanzarela9* batteriadibattagliadiretta dalcapitanoVassallo,elafececollocareinposizioneda poter batterel’austriaco.Ilsuo vivo fuoco nonera ba-stanteavincerequellodelnemico.

Il18°fanteriada solo eratroppopocopertentaredi riprendereilterreno controlenumerose fonte austria-che,egliquindisilimitòaproteggere laritirata;nelche ebbeadimostraremoltovalore.

Come

tantovalorosis’eranodimostratiinostri nell’as-salire,altrettantolofurono nelritirarsi.Ilmaggiore d’O-riasieramantenutocolsuo battaglione,perquantofu possibilesottoil piùfittofuocodimitraglia,lasciandosul campopiùdi160 uomini:ealtrettanticircaneaveva la-sciatiilcapitanoMigliazzichecomandavail4°battaglione, echeferitolotennealfuoco finchécaddesfinito.Il luo-gotenente Quaglia avevatenuto lungamentelasua com-pagnia sottoil piùfìttofuocodimitraglia c moschetleria, elasciòsul

campo

un terzo disua forza:e circa un terzone avevanolasciala isottotenenti Pasquinoe Ca-stagno e il furiere Casanovachecomandavanole loro compagnie,rimase senzacapitanielnogotenenti.

Ilgenerale Cucchiarituttomestoeaddolorato; chenon eraeiusoaritirarsidifrontealnemico, chesuicampi dibattaglia aveva sempre valorosamentecombattuto e vinto;fecesostare lesuetruppesullastradaferrala, indi lecondusseariordinarsiinRivoltella.

Ma

nonaddolorarti,oprode! chequestanonè perte unasconfitta,

ma

una lievesosta,cfrapoco vittorioso vedrailaschienadiquelnemicoche ora va baldo, per aver soloperlatantaforza,fugatiituoiprodi.

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Tostoche l'intrepido Mollardricevetti» talenotiziarimase oltremodoperplesso.«Che devoiofare?»pensavaegli,

«dovròda soloconlemie truppe ritentarela fortuna dell’armi?

ma

essetroppe perdile hannoavute, troppo sonostanchepelcombattimentosostenuto, e sfiniteper l’ardore della giornataepel digiuno,perchè io possa speraredaessesienormi sacrifici.Elle abbisognanodi riposo eristoro.s Biffanolevettovaglie noneranostate portatesul

campo

eque’prodi trai tantipatimentido- . velieroanchesoffrirelafame.

LabrigalaPinerolo solarestavaancora fresca;eifieri soldaticogliarditilorocondottieri,ben volentierisi sa-rebberopostiall'impresa.

Ma

perquantofossestatosuo valoree’perònonsarebbe bastatoadiscacciareil nume-rosonemicodallefortisueposizioni;iltentarloera im-presatemeraria.Dopolungo pensare, mollo assennata-menteilMollardrisolsedirimanereco’ suoiin sul ter-reno,inosservazionedelnemico, edinoncedereilcampo cheallaforza.In questo

modo

ei restavadi fronte al-l'austriacocomeminaccia, egl’impedivadiportaresue forzeove dalvaloroso esercito francesesicombattevauna grandebattaglia.

Ilnemicostupefattoper cotanto ardire,e

memore

de’

sanguinosi combattimentidelmattino, stavaperplessonon osando, nèdiritirarsi, nèdi avanzare; ein questa in-certezza perdetteun tempoprezioso,e lasciò

campo

a' nostridi riceveresoccorsi,ea'francesidiriportareuna splendidavittoria.

11Mollardperòaveva presetuttelenecessarie precau-zionipernonesseresorpreso dalnemico.

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CAPITOLO

XIII.

Eranoleduedelpomeriggioedaoltreun’oradurava nelcampol’ansiaaffannosa,lacrudele incertezza.Dimessi eranogliaspetticsconsolatiglianimi, csugliabbronziti efierivoltide’soldatipiùnonsiscorgevachelo scon-fortocildolore. Agli atteggiamentidi ardireedi co-raggio,eranosuccedutiquelli diabbandonoe disperazione;

chimezzoslesoalsuoloconla

mano

sireggevalafronte;

chiconlebracciaposatesulfucileeconlatesta china sopra esse;chicon languidosguardorivolto al cieloquasi implorasseaiuto;echitimorosoallaterra quasitemesse dileggeresulvoltoaltruil’ontasua.

Un

cupoemestosilenzioregaiva nelcampo,che po-polatoda tanta gentesembravaquasi deserto, etuavresti potuto distintamenteudireaqualche distanza,ilpassoe nitrirede’cavalli,olavocediqualche soldatocheinsuono dilamentoripeteva: «Es’hadacedereilcampoal ne-mico?s’hadaritirarsisenzaancoracombattere?

fummo

noiforsevintiedispersi?Ahno,piuttostosimuoia!»

ilgenerale Mollardconlebracciaincrociatesulpetto

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«.0

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econlaIroniechina,scorrevailcampochiaramente pa-lesandoilsuo esternoquanto grandefosse l’angosciadella suaanima;e’diceva: «Ch’iodovessiperlaprimavolta inmiavitabatterearitirata?o questo m’irrita!»

Mentreduravaquesta angoscia,unfocosodestriero,a brigliasciolta,divorandoilterreno,spumanteallabocca, coifianchiinsanguinatipelcontinuoconficcarde’sproni, chealcavalierechesopravislava,sembravachesempre lentofosseilvelocecorrere,enoncessavamaidal per-cuoterlo;comparseinmezzoaquestiprodi.Il cavalleg-giered’AostaCocconitodi Monliglio era desso; etosto presentatosiall’addoloratoMollard,disse: «Generale, il

Revi

manda

labrigata d’Aosta,col1°battaglione bersa-glierie la15n batteria d’artiglieria.IlRe vuolechesi

prendano leposizioni.»

prendano leposizioni.»

Nel documento LA BATTÀGLIA DI SAN MARTINO (pagine 55-89)

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