i"a-dici più profondein
mezzo
allaTiolenza de' ventichespiranodaldeserto.Quanto
isonomaggiorileavversità, tanto èmag-<^ore r erobmo
delsuo carattere. Supe-riore atutti gli arvenimenti, convinta
-della debolezzadel consiglio
delVuomo,
•studia iconsigli dellaProvvidenza, ado-ralesuevieimpenetrabilijriconosceche
•deve sottomettersi a quella
mano
irresi-stibileche reggetutto, cui tuito obbedi-sce^ eda
coinon può
sottrarla chela sola virtùispiratadallaReUgiohe,
sulla qualenullapossonogli uominiela sorte.,
Oh come
è dolce cosa, inmezzo
alfra-gor
delletempèsteed
alle scossedelladis^grazia,inchioarsieriposare inpieno
ab-bandono
nel seno ddl'Eterno!In mezzo
a tante provedifermezza e di rassegnazione, giunta in
Palermo non
obblia diessereregina e diesser ma-dre.Instancabileyardentedella gloriadelRe,
de'vantaggi dellasuafiuniglia,della prosperitàde'suoi popoli, sollecitaasuo j^ro i più grandiMonarchi
delia terra) aóoelera laformazionediun
esercitoca^pace di mettere quell' isola al sicuro di qualuncpieinsidia
nemica
^ collocaunà
delle sue figlienella casa anticadi Sax^degna
,dàl'altraadun
prìncipe di quel-ladi Francia, rende utilitante migUaja di Napoletani, iquali,menò
ascoltando levoci delsanguechequelle dell'onove^jond'eranchiamatiariunirsiintornoallo stendardo di
Ruggero, da Ferdinando
4*
innalcato sullespondedellaSicilia,
aTea-no
ivi portate le loro braccia, il loro ingegno, lelorovirtùj cosi infondendo in quella nazionenuovo
spirito c vite novella, leprocuratuttiibcneBcj della pace,mentre
ilresto delmondo
è deso-latoda
tutti gli orrori della guerra.Ma
era iltempo
delle avversità,ed
ella.dovea bere fino all'estremastilla il calicedeiramarezza.Grcondata
da quelV Illustredrappellodi generosiNapoletani, a cuinon
era rimasto altrobene
sulla terrache il loro onore elaloro costan-ca, Carolina vedemancare
Talìmento al-la suagenerositàed
allesuebeneficenze,quando
ne avea maggioreilbisogno. Co-lei cbe potè mirarecon animo
intrepido la perditadiuna
gran partedei suoi Stati ela desolazione della sua famiglia,sem-<brò vacillarealledisgrazie di quegliesuli
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Tolontarj', quanto illustri altrettanto ia*
felici.
A
queltristospettacolo delle rÌTo-Ittzioni e deiringiustisià degliuoinim^
ella senteperla
prima
volta tuttoilri-goredellesue sveuturoj e
dopo
aver de-statarammirasione
dell'Europa colsuo coraggio, ella pagaun
tributo alla de-bolezzadellanaturaumana
yellaè tratta Ticinoa morte.Chi mi
daràlo scalpello cheGiobbe
desiderava, per incidere hi l)ronzo e sulmarnio
le parole uscite allora dallesue labbra?Nel momento
in cuinon
vede cke l'orrore diun
sepolcro chesispalanca^
e
r
eternitàchesiavvicina, ella innalza quasimoribonda
lesuemani
tremanti, e favoti alcieloperla felicitàdelsuo spo-so e dellasuafamiglia,perla prosperità de' suoi popoli. Riunitiintomo
asèipiù44
rispettabili esuli napoletani,oraricorda al
Re
iloro antichi senrigj, inobili e*sémpjdelle loro TÌrt&^ i loro sacrifici; ora
raccomanda
ad essi la loro unione perladifesadelTrono,
di cuilichiama r ornamento ed
ilsostegno, la loro fe-deltàperilmigliore de'5oTTani,il loroamore
peri suoi tìgli,laloro caritàper la Patria infelice!Alle lagrime,che a questo
nome inon-dano
i suoi occhi,e cheannunziano
tut-talacommozione
delsuo cuore, la sua fede si scaole, ilsuo coraggio e lasua fermezzariprendonoilloro rigore,ela suaanima
par che si slancitutta intera coldesiderione'cieli. Religione! ecco iltuotrionfo:ReligioneItuseitutto sulla terra,per tuo
mezzo
la forzadell'Eter-no
diventanostra, allorché lapreghiera lachiama
innostroajuto! Felice chi al»lo splendoredellatua luce
non
vede nel-roniTerso che lasuaanima
eDiciMa
iltempo
delle prorenon
era finito; ed 11 Signore chetiene nellesuemani
la vita c la morte,prolungando
ancoraisuoi giorni> lariserbaantcore 8yentm*e.Eccola abbandonataairkicertezza dei
enti
ede'mari) spogliatadituttiibeni della terra e tutta piena solo diDio:
colma
ranima
di amarezza per ilRe
suo sposo, per i suoi figli, per i suoi Napoletani che lascia in preda a tutte le Tioende diuna
guerra infelice, col cuore laceratoda
mille tratti didolore per il giorine Prìncipe checonduce
se-co^ e che seco diyide le sue penejla sua costanza, le sue amarezze.Angelitutelari delle Sicilie^ vegliate
mtomo
all'augustaDonna,
ora che il46
cielo rigoroso suscita contro di essa lo spirito delle procelle! Io
temo
al solo racconto diq[aella ond'lèin balia lasuanave
inun mare
burrascoso', rinomato pertauti naulìagi. I fortideimare
sono spaventati^ il loro ardimento yacilla;Maria
Carolinasolaè tanto piùimpavida perquanto leonde sono piùcommosse
j
élla sola rassicura tutti
con
la suafer-mezza;
ella sola eccita tutti a sperare nel Signore, sua fìducia esub scndo;edil Signore al fine, salva guidandola di periglio in perìglio, la
conduce
àCo-stantinopoli, edilà attravierso deirUi»-garia lino a Vienna.
Giunta in quella reggia ove splendè la sua
cuna
, edove
"nelle sue disgrazie poteva dire col profeta: il Signore de-:gli eserciti
ha
fatto ciò per umiliare il fa$todellegrandezze umaine,Maria
Ca-47
rollila penetra con la suavoce intuttii consiglidei
Re^
intenerisce tuttiicuori,arma
tuttelebraccia.Ilsangue diMaria AntonicUa
e delnipote diS.Luigi, an-corfumante
sullatciTa ingrata, già tea-tro delle loro glorie, delle Loro bene^ficenze e del loro martirio; Teredità decloro figlij divenuta il patrimonio di
un
aTTcnturìcre fortunato;la discenden-zaimmortale
de*Borìbonio prigioniera, oraminga
, ospogliata diuna
parte de*suoi Stati,
0
minacciata nelFaltra^rUn*
to del Signore strascinato in
dura
cat-tivitàcome Ncemia
; i popoli vittime della forza che estendeda
per tutto le catene dell'oppressione; la desolazione di tanta parte del globoche
presentar immagine
dellecatastrofipiù terribili^danno
alsuo linguaggio quella persua-sioneefficacecbe vienesolada Dio
opera*48
torde'iÀiracoli,e chepoteràsolaaccen*
dere più vivo ne'petti de'Sovrani della terrail desiderio dicompiere la libera-zione di tante nazioni. Iddio, che
non
confondemai
la speranza di chi riposa in lui nel giorno dell'avversità, esaudi-sce dall'alto isuoi voti.La
santa lega^la più gloriosadiquante
ne
Tiderotutte l'età, e già stretta: colui che sospende sulla terra le grandini e le nevi, e le serbaperilgiórnod^
suoi giudizj, ver*sa nelle pianure di
Mosca
le procelle e lamorte
sulleimmense
falangi delnuo-vo
Antioco^labattagliadi Lipsia, lapiù grande, la più gloriosa diquantesene
diedero in questo secolo funesto,dona
la libertàall'Europa
jl'uomo
che,come
Sennacherìbboha
troppolungamente
ser-vito alle vendette delDio
degli eserciti, è dbtrutto^ Luigi è sulTrono
diCar-49
lomagno
jed
ilgiorno in cuiMaria Ca^rolina dee vedere Ferdinando restituito
a
quellodi CarloIH
^ è Ticino.Vani
sogni della vita c|uaaloinai la*pidi vi dileguatecoli' istantechevi pro-^
dusse!
Era
scaritto neldelo
che ella ,simile a
Mosè,
cui fu negatodi entrare nella terra promessa^non
dovesse rive-dere questo suolo,qiumdo
rovesciato iltrono deirusDu'paKione
dovea
rialzarsi quello della giustìzia, della sapienza,
dell'amore.