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LE SOLENNI ESEQUIE DI MARIA CAROLINA. )Ogle

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LE SOLENNI ESEQUIE DI

MARIA CAROLINA

)Ogle

(2)
(3)
(4)

9

I

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(5)

I

\^L^lvl Vii':-^- L^^Qi/

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(7)

LE SOLENNI ESEQUIE

DI

MARIA CAROLINA

ARCIDUCHESSA

]»>

AUSTRIA

REGINA DELLE DUE SICILIE

ORAZIONE FUKEBAE

oI

EMMANUELETADD£J.

NAPOLI.

DALLATIFOaSAFIA DtAHOKLOTIAHt.

l8l5.

(8)

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(9)

ALLA MAESTÀ,

DI

-

FERDINANDO IV

RE DELLE DUE SICILIE

-

'

».F.i.

" . "

, >' : ' : ' -

*

».-...•

. .. '•.

:

SIRE,

L'Orazione funebre che io presento a Vostra Maestà^

benché écrittà di vostro co-

(10)

mando e nata sotto

i

vo-

stri augusti auspicj, pur

ti-

mida e mal sicura in sè stessa non avrebbe osato comparire a luce, se Voi, o Sire

5

munificentissirao verso l'oscuro suo autore,

non vi foste sovranamen-

te degnato di ordinarne la

stampa, e prescrivere ad un tempo che venisse fre- giata del vostro nome im- mortale.

Felice! se, nelF impossi-

bilità di potersi per

.

me

(11)

ritrarre con la parola le virtù della Donna incora-, parabile di cui deploria-.

mo la perdita^ fossemi riu-

scito di far chiara almeno

la riconoscenza vivissima che dall'estinto mio padre

ereditai per Voi

,

e che crebbe in me co'benefìcj, di cui la vostra mano ge- nerosa non cessò mai di colmare la mia famiglia!

Men desideroso di con-

seguir gloria di scrittore

eloquente che di suddito

(12)

gratissimo, io avrò tratto largo compenso dalle mie

fatiche, ove esse sieno da Vostra Maestà benigna- mente accolte come testir

monianze di divozione^ di fedeltà^ di rispetto.

Sono con profonda ve-^

nerazione.

DÌV.S.R.M.

Napoli,IOsettambux8i5«

VmUiuimoé ftJélutimtonuUit»

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(13)

ORAZIONE FUNEBRE.

(14)

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(15)

SIRE,

Inulto èyanità nel

lùondo

, tuttoè

un sogno

,

un'ombFa

chepassa. ItuigoU più cari, formati dallanatura o dalla scelta del cuore, si disciolgonoj lo splendore delle grandezze

umane

si eccUssa

^ gli onori diventantitoli perilsepolcro; la gloria sidisperde nel vortice degli anni^

ed

in

mezzo

al torrentecherecaallege-

(16)

IO

nerazioni che sorgono le

•memorie con-

fuse delle generazioni che passano, noi arriviamo aquel

punto

fataleoveiltem-

po

finisce)

ed

ove cominciaTetemità.

Sono

queste leriflessionichedestansi in

mezzo

allelugubri cerimoniediespia- zione,

ed

alla vista dicpiel

monumento

ferale

da morte

innalzato. per rendere più superbo ilsuo trionfo, e più magni-

iìciieletestimonianzedel nostro nulla!

Ecco dimqoe

ciòche

rimane

ditanta gloria e di tanta grandezza:la

rimem-

branza di ciò che più

non

èj ed

uno

Sterileapparato incui cerchiamo invano fino

r

oggettodelnostrodolore!

Questo pensiero,che roidoiide l'or- gogliode'grandi,eche portalo spaven- to in seno affiglidel secolo, è ilfonda-

mento

di ogni speranza per i figli della grazia. Siache vivano, siache

vengano

(17)

colpiti

da morte

, eglino appartengono tutti al Signore clic nella risurrezione acquistò

un dominio

sovrano suiylyenti e su i morti; tuttiùluparte di quella Cihiesachecombattesulla terra e trionfi ne'cieli:dalla

tomba,

oye discendono

a dormire

il

somio

dipace,sorgonoeglino

ad mia nuoya

yita

, per andare

a

rice- vere la

palma

della giustiziadalle

mani

del Vincitorede' secoliedella morte. ^

Agli oracoli.delTApostolo, che con-»

tengonoladottrina consolatricede'premj in

una

yitafutura,

non

cessercni noi di piangere la perdita della figlia dell'im- mortale

Maria

Teresa,di

Maria

Carolina Arciduchessa d'*Austria e Regina delle

Due

Sidlie? Separati dall'augusta

Don-

na

, cheestinta regna ancora suinostri cuori, eche vìvrà

etema

nella

memoria

de'nostri tardinipoti,noi

dobbiam

trarr

(18)

13

re

argomento

diconsolazione dalpensie»

ro di sua felice trasnngrazioiie nel sog- giornodella beatitudinee dellapace: le TO<:idelianatura

debbono

tacereallin->

guagglo infallibile della fede clic ne dà

fondamento

a sperare già couipiuta per essa la retribuzione de' giusti.

Perfetta

immagine

della

donna

forte difficilearinvenirsi, e di cuicilasciò delineato il

modello

ilpiù

sag^o

de'

Ae^

elladiressecostantementeisuoi passiper le viesegnateda (piellalegge eterna,in- variabile, santa,die impera aggrandì

ed

a'piccLoli;cbeper rendere

l'uomo

beato nella patriacelesteilrende yirtuosonella sua passeggicra

dimora

'sulla terraj che

forma

i

buoni Re ed

i

buoni

sudditi;

ed imprimendo

ilcarattere più augusto al*

laregolade'costumi,fondalebasi della felicitàdelgenere

umano. Oinata

difor-

(19)

2a

e di consiglio, rirolu

sempre a

far seryireiyantaggi dellafortuna' al

bene

deipopoli,sposa,

madre

, sovrana, ella pervenne aquella gloriacke ilibrisanti

€Ìadditano

come

ilpatrimoniodi

poche

aiiiiiic prcdllctlc poste sul trono, ontlc rivelino infaccia allegenti

ed

al cospet- to della terra

ima

porzionedellamaestà deir

Etemo.

E

questol'elogio dicuirisuonarono tutti gliangolidellacittànostrané'prì^

Tatiene'pubblicifàgionamenti,

quando

con

un

sorrisomaligno

un

vincitore su- perbo annunziòla sua morte^ sonoque- stele vociche s'innalzarono

da

tutti i

punti del

Regno

alla

nuova

del colpo fatale che toglieva la loro

madre

a'po- poli delle

Due

Siciliej è questo infine l'omaggio chetributò

aUa memoria

dell*

illustredeiuutail

nemico

stesso,alquale

(20)

lasrentora, che portaya la desolazione ne'tenericuoride'Napoletani,

sembraya

accrescere la speranza di più sicura do- minazione.

Igiudizjpronunziati,

quando Tamo*

re per

T

angusta

Donna

era tra noi

un

delitto,

quando

lo stato politico dclVEu-

ropa

ci£ioevaancorapalpitare su ino*

strifuturi destini, possonoconsiderarsi

come

l'espressioneingenua della verità, coi è di raro conceduto il parlarsulla

tomba

de*dominatori del

mondo.

Destinato in circostanza grave

ad

essere 1interprete del pubblico dolore^ io

non ^rò

cheripetere l'elogiogià pro- nunziatodallanazioneintera

con

lasem- plicità e la schiettezza

onde

risuona la voce del Tero; e

contemplando,

tra le tenebredeglianni che passarono,lapro«

spelti>a iumlnosadelle sue azioni, io vi

(21)

disegnerò le vie della

Donnà

Forte

m

seno'alk

prosperitii della pace^ lé vie 4ella

Donna

Forte nel

tumulto

delle sventure delsecolo.

Mio

Dio, che

sempre

rette facestile sue oniu; nel montlo, a teritorna la

lo de

dell'opera tua!

Mio

Dio, che spegni col sofQo lo^irito de*

Re

della terra^ che spezzi

come

fragil canna gli scettri e le corone, e confondi nella polvere la gloria de' troni,-

deh non

fia

mai

che

un

elogio pronunziato innanzi al tahei>

nacolo ili espiazione e di perdono, sia su d' altra base fondato che sulla dote trinadi Gristoesull'umiltà della (^oce!

(22)

i6

Storiadi

Maria

Carolinaìì'Austrìa vìvrà con quella del suo secolo. Iddio nel segreto de'suoi imperscrutabili con- sigli ayeala eletta a grandi cose, e

ad

ofierire al

mondo

il

modello

di grandi virtù.

La

gloriaclieoggi circonda ilsuo sepolcro è il tardo tributo che gli

uo- mini pagano ad una

Principessa,

che

nelcorso di

una

lunga vita riguardòco-

me

imico privilegio del suo grado l'e- semplo cheera obbligata di.darea'suoi popoli; che chiamata sultrono

non

vi portò clic la virtù sola, la tj[uale forma de'principi giusti il

premio

insieme

ed

ilpiù gratospettacoloche

Dio

possada-*

re a'popoli eletti; che, dotata di altis-.

Simo

ingegno , annunziò di buon' ora quello spirito di sapienzache separa la realtà dalle illusioni, e ripone tutte le sue speranze nella Religione, nella

v^

(23)

rìtà dellesuemassime,nellamagnifioen- zadelie suepromesse.

Quanto

è difficileilrìnTenire

anime

di tal

tempra

in

mezzo

alla corruzione de' secoli;

ma

soprattutto quanto è dif- ficile rinvenirletra igrandi! Essesifor-

mano

|ielritiro dellasolitudine, e

non

appariscono che di raro nella yertigine del

mondo

o insenoalla Reggia.

rfataneir augustacasade'Cesari

che da lungo tempo dà

imperatori e

re^ne

ali

Europa

, e che risguarda ]a gloria e la pietà

come

beniereditar], ilsuocuo- re

non

silasciòsedurre

da

tutto ciòche

forma una

ragionedi orgoglioperleani-

me

volgari.

Isella serieluminosade'suoiantenati

'

non

Tederàellaciòchelanohilitayain- nanzi allo sguardodegli

uomini

;

ma

so- logl'impegnisolennichela

stiing^ano

(24)

iS

a seguire le yie del Signore, nel seno del qasle coiittinplaya la sua origine e rìcercayailsuoline.

Iddio, che avea dato in sorte alla sua

anima

felici inclinazioni, la cor- roborò cogli esempi ^^^^

madre

che

una

pietà sincera,

una

tenerezza costante perilsuo sposo,

una

bontà generosa per

ìsuoi sudditiy

un

coraggiovirileed

una tempra d'animo

superiorealledebolifor*

zedellanaturarendevanocaraallavasta monarcliia austriaca di cui era la deli- zia, e rispettata e temuta dallenazioni straniere dicui

formava

rammirazione»

A

quellascuolaCarolina appreseche

iPrincìpi

non

sono da Dio messi sulTro-

no

avivere per sè stessij che ipopoli

han

drittoallelorocure, al lorotempo, alla loro vigilanza5 chese

non debbono

rispondere

ad

alcuno delle loro azioni

(25)

»9

sulla terra,

debbono

eglino

m

contotì«

goroso a quel Giudice eterno,iiinaazia cuisiuguaglianoisudditi

ed

i

Re$

che regnaresul cuore de popoli è il

primo

merito eliquelli cheonoranola sovrani- tà

con

leloro virtù^

come

l'amore è il

primo

titolo cui debliono aspirare, se nobildesiogliaccendedivivere gloriosi nella

memoria

de'posteri. Cosi la gran

Donna

fortificava la sua

anima,

e cre- sceva,

come

virgulto della

palma

diGa- des, alla felicità della nazione cui do-*

veva

un

giornoappartenere.

Voi

quasi per

mano

guidavate^

mio Dio

, questa giovine Principessa,e lacon- ducevate per viesegretea'voti di

un

po- polo

buono,

generoso,leale, ilqualela vide salire sul

Trono

delle

Due

Sicilie,

come

l'Angelo delSignore, coll'arco ba- leno sul capo e col volto raggiante di

(26)

luce, destinata dalFAltìssimo ad essere messaggiera dipace e di novelle fortune a*popoli dell'uno edell'altro Regno.

Qual

fìi ilsuotrionfo allorché

com-

paracili iiK'zzu il noi,

come nuova

ALi- gaille^traleacclamazioniele

pompe

di

^esta

città reale!

Conobbe

laCorte dal

primo

istante il suoarrivo, allo splen- dore di tutte quelle doliche foriaarouo quindil'oggetto delnostrorispetto*edel- lanostra divozioneper l'eccelsa

Donna»

In

una

olà in cuii sensi e leattrat- tive del piacere lianno

impero

più pos- sente di quello della virtù; in

una

etàin cui le sensazioni dirigono quasi tutti i

nostri voleri5 la giovine Regina, dive- nuta

degna

della stima e della fiducia deiraugusto suo sposo, èdestinataase- dere nei consigli del Ile.

Ferdinando

« che aveaalloraassunto

(27)

il governodel

Regno,

volgevain

mcate

il disegno di compiere la grand^ opera dellanostrarìstaurazionepolitica laqua- le, cominciata dal suo

immortai

Geni- tore, ricererpotea dal solo lentocorso del

tempo

ilperfezionamento.

La

giovine Regina, chiamataa dividere ipiù gravi pensieridello Stato, corrispose alla sag- gezzadella scelta delsuoiRe. La.nazio- ne' vide,tosto inessal'erededel,senno e del cuore di

Maria

Teresa. 11 desiderio

di

poter.meritare:

uno

sguardodalla'sag>

già

Donna,

ch'eradivenuta la protettri- ce degliutili talentipresso il

Trono, do

stàl'emulazioneanimatricedegl'ingegni^

il

premio

accrebbe l'emulazióne^ ed-il

merito, dbe

si molUpUcava', moltiplicò le ricompense.

À.qual

.grado;di perfezione

non

ve-

ndemmo

noi giung.erein quei giornife^-

(28)

sa

lieile scienze ele arti? Quali

uomini

e quali opere

non

aocrebl>ero la

glena

di queiranticasapienza che, risortadalT oscurità incui da lungo

tempo

giaceva tra noi) già s'innalzava allasperanza di poter rinnoTareibei giorni) ne' qualidb- larendè la

Magna

Grecia

emula

di

Ro-

ma

e di Atene!

Giovine ancora noi la

Tedemmo

ac- coppiarelesue curea

qudle

del

Re

per rianimare Tagricoltura

, per allontanare dalle nostre

campagne

tante vecchiee»*

gioni

dÌMniptriei delh popolaglie

,per richiamareil

commercio

allalibertà on-

de

tragge alimento, per dare

una

for-

«a* marittima ai

Regno^

pervespingeie dallenostrecoste

Tauiac»

dei herbave- schi, e far rispettare la nostra bandiera dalle

potenn nemidie

del

nome

di Cri*

«to,

per

fir moltiplt<;»re gli asili«ons»-

(29)

Grati alla pietà o all'umanità languente^

perfàrcreare

nuove

accademie) perfon^

dare

huoyì

collegi, permoltiplicare le biblioteche, imusei; per richiamare, in

somma,

leSicilie a quel grado di sape- re,diopulenzay digloria cui

sono

de- stinatedalTOto dellanatura,

ed

innal- jtare la

monarchia

a quel postoeh'ède-

gna

dioccupare nel sistemapoliticodell' Europa.

Iddio che volea coronare iii lei il

merito di concorrere sk possentemente allafelicitàdi

una

nazioneche

amò

sem- preisuoiSoTrani,eeh*è

degna

diaTcre buoni Principi

, perchè

madre

generosa di

buom

sudditi,vollepremiareTeccelsa

Donna con

lebenedizioniaccordatealla progenie di Glacobbr, rendendo sUaor»

dinariamente fecondo il suo talamo.

Qual

cura è

mai

quella di dirigere

(30)

lagioventùdi prìncipiSovrani; diedu- car la loro

anima

albene dellenazioni che

dovranno

essere

un

giornolorosog- gettey di fare acquistare allaloro ragio-

ne un dominio

sullepassionilequali

non dovranno

col

tempo

averealtrofreno

ed

aliiu regola clic iìovo tlcsldcrjj di reci- dere igerminascosi del vizio, e preve- nire così la loroignomìnia e ladisgra- zia di milioni di uomini; di avvezzarli a darealla verità quell'accessoche nelle

coni

èpiù dileggieriusurpatodall' adiip Iasione; dielevareilorosentimentiedi raddolcire ad un

tempo

il lorocarattere;

dicondurliall'

amor

dellavera gloria,e di£airloro detestar quella chejlordadì sangue, è il più funestodeVrio de'

Re

edilpiù crudeleflagello dellaterra;in

una

parola: dipreparare inessi gliami- ci, ipadri, ihene&ttori de'popoli!

(31)

Divenuta

madre

, Carolina

mostra quanto

fosse

degna

diquesto

nuoyo

be*

nefici6delSignore. Ella ègià lamaestra desuoi figli: e, dolce, insinuante, ne-

mica

dellaviolenza,

non ama

oprareche per le vie dellapersuasione$ si applica a

ùr

gustare lesue istruzioni, parlando

sempre

illinguaggiodellaragione edel- la verità; e rende a'giovaniprìncipi la virtìipiùfiMsle,rendendola loro più

ama-

bile.

Le

sue lezioni,checomincianoqua- si

con

la nascita de* figli suoi, crescono

quan

premature

con

essi,gettano profon- deradici, passanodalla

memoria

edallo spiritoalcuore, s

imprimono

di giorno ingiornone'loro costumi

con

la pratica, diventano in essi

una

seconda natura, e reggono leloroanime, segnandoloro in tutto ilcorsodella vita la

ncmna ncura

ideila loro condotta.

(32)

^6

L'Austria^.là

Spagna, k

Francia, il

Piénlonté, la

Toscana

iriderò rinitòrate nelle suefiglie levirtù de'j^coli

^iù

se- veri^ e

k Dae

SicilieVeggono, oggi nel

due

PrincijiiReali, ohe

sonò

ilsostegno più bellodel

Trono

, glioggettipiùcari del loro

amore

e delle loro speranze.

A

si

dok» rimembrante

quùìiapplausi

non

ripercuototio

dalFuno

ali*altro

Re^

gno!

Le

Siciliericonoscenti innalzanole

mani

al cielo per pregare pace e riposo alla

Madre

sapiente, cui

debbono

^il be*

neficio maggiore che possa fare l'Altis-

simo

àlle nazioni, la sicurezza di

una

&uc(!6Sdiòiie'diiPiriìiidpi'-bttOffiSi . . .

Qualie^etnp]iiàtì ngginiue

la'Dòmià

Forteallelezionidigrandezza, di digni*

là, di ^gfe^ata cbie iiòtiieèss^^tkiai di dare àlk*«tia ikutiierósà -^migliati' '

Nulla ^eri grandièpiù raro che

U

(33)

gloria delle virtù domestiche: la yita priyata èspessoil

punto

di yistail

men

lusìnigliieroperessi,edII più ingratoal- lalodedelorooratori.Aldifuori trova-

no

eglino nella

pompa

chelicirconda

un mezzo

acuro,

onde

abbagliare losguaf^

do

dellamòltìtudine;

ma

inseno a'loro palagi, deposta la maestà del paluda-

mento

reale, lapersonafinisce,esi

mt^

•tra

rùomo

spogliato .d'ogni

ornamento non

suo

.

Inoltriamoci nella

Regg^,*

noi là

troveremo

Carolinapiù grande.oyealtri cessan di esserlo : là noi raccoglieremo letestimonianze piùbelle dell'umanità,

dpUa

dolcezza.del suo carattere, della

bontà

del suo cuore. Dimentica della sua grandezza,

ma non mai

della sua dignità, ellaè ivi

sempre

pi&

umana

e più compassionevole di

^egli

stèssi

che

(34)

28

sonnati perol»bcdirla. Senza fasto nel- la gloriay senza ostentazione nella TÌr- tù, intatto ella annunzìaTa la bontà dellasaa

anima

.

La morte

stessade*suoi servitori

non

lespense

mai

nel cuore il

sentimentodellagratitudine»

Le

loroce- nerierano onoratedallesue la^pìme,la loro raenioria dasuoi eloj^j, la loropo- sterità dalle sue benciicenze.

Qual

Ibrza etpialtenerezza insieme di sentimentif

Quale

generosità e quali riguardi!

Ove non

lasciò ella traccelu-

minose

della sua carità? Il suo cuore era

un

fonte inesaurìbUeche provvede*

va

a tulli ibisogni, che sollevava tutte le miserie*

^udrìva

ellal'oriano

ed

il pupillo; stendea la

mano

a soccorrere l'indigenza; togliea quantità di giovinet>

te dalle vie deirinlamia e della colpa

^

era la bene£attrioe

amorosa

di tutti gì'

(35)

^9

' Infelici;

ma

le suegenerosità

non

costaf-

vano

nullaal suo popolo; ciò die ella dava, perseguire

gV

impulsibeneficidel cuore,era ciòchetoglievaa*suoi piaceri.

Nemica

del lusso insolente, sempre in- dizio moii dul>l)lo dcirorgoglio dei

Re

e della miseria delle nazioni« ella

daya

alsuo gradosolo ciòche doyea percon- servare la dignità del

Trono

;

ma

, na- jsoondendoinsiemeladestra beneficaalla sinistra, per inclinazione

donava

il re^

stoad

emendare

l'ingiuria dell'altrui for- tuna: unico

mezzo onde

il profeta in- segnava a'

Re

della terra di fàr preva- lere il loro nulla,sullebilance del Si- gnore.

L'amicizia,

dono preaoso

del cielo

•cherende

men

gravilemiserìe dellavi- ta5

nome

augusto

ma

spesso profanato ne'palagi de'grandi, ebbe peressa tutta

(36)

30

la dolcezza che diffonde insaio a'pri- vati. Ella ne conobbe perfettamente la forza^e

ne adempì

fiedelmenteidoreri:

non mai

alcnno seppe parlarne meglio

iltenerolinguaggio, e conservareinsie'-

me

la maestà del decororeale.

Persuasa che

Dio ha

rindhiosònella pratica dellasua legge tuttociòche

può

rendere gli

uomini

felici, questa dÌTen*

ne

per leila regola del suo cuore^ sa questa misura

ne

corresse le affezioni.

Quali esenipj di pietà

non

ha ella idati allanazione?

Con

qualeprofonda velinone

non

siayvicinaTaregolarmente

a'sacrimisteri?

Quante

volte

non

fuvi- sta, confusa Ira la folladelpopolo,ac|-

«compagnare il

Pane

Eucaristico ne'più infelicitugurj, ove,

mentre

latao, ani»

ma

sispaziava nellacontemplazionedel- lemisericordiedelSignore^ la sua

ma-

(37)

no

aocorreTaa^lnsc^nidell^umanitàlan- guente?

La

Cortela vide tutti glianni, nel dì dellacena chericorda <{uel|a dei dodici Apostoli

9prostrarsiinnanzi

ad

al-^

trattante giovinette, lavare ebaciar loro

ìpiedi, e cosimostrareche^ penetrata dellamaestà'diDio,

dia

noikrìconiosce»

va vera grandezzachein lui,

non

vene- rava altralegge

suprema

che quella del- la carità, in cui poggia tiitto il nustico edificio della Religione.

La

sua

anima

, sostenuta

da

questi principj, siapriva

sempre

più alla ye- rìtà di

una

Religióne cherivolgeisuoi sguardi versoil cielo,cheinvola

Tuomo

asè stesso per conservarlo a'suoi simili, e che

non

reprime

l'amor

proprio se

non

per rendere la carità più attira.

Piena la

mente

ed il cuore della, sublimità e della verità della fede, li^la

(38)

fu

costantemente nemica di quella vana scienea die ha cercato

ia

tutti isecoli àiroTesctame Ifondamenti,coinlNiUèn-

do

1*autorità deìla'rìvelanone; che \n yaniloquj ditenebre e di

conclone

lia osato negare le promessefiutte a'nostri padri, vilipendere la santità de* nostri

misteii

, opporre alla sommissione delV

uomo

fedelelepresunzionidellaragione^

e

dare al sacrificio che

&

de*suoi

Itum

il

nome

di superstizione e di credulità.

Cosi la

Donna

Forte seguiva le vie del Signore insenoalleprosperità della pace, e corroborara intantoilsuoctio- re,

onde non

deviarneneltumultodelle fTentare del secolo.

(39)

33

'Il

tempo

delleavversità è lastagione

•dellaYÌrtù: allora.cade la i&asclieraall'

•ipocrbia:i

momentt

che portanoil ter- rore e rabballlmeiito sulla moltitudine delle

anime

volgari^ assicurano allora

eòn

dura'

ma

certa

prora

l'immortalità di quelle che si

formano

nella scuola della Croce.

A

questofonte

Maria

Carolinaattinse

ìprìndpìdi quella costanza-che la

con-

tennenelfavore della fortuna,e

non

l'ab- lìattènelvortice delle tempeste.

Ma

à qoaldiffìcileesperimento,

mio Dio,

voi serbavate'la sua anima!

La

figlia de'Cesari che contava le prosperità da' giorni dellasuavita,

che

avea veduta lasuadiscendenza benedet- ta da

Dio come

quella di

Àbramo

,che avea data un'Imperatriceall'Austria,

una

GrsLnduchessaalla

Toscana

,

una

sposaali*

(40)

34

erede delvasto

reame

delle

Spagne

, che

formando

tanti

nuovi

legami di sangue

«yeya

assiciirata per

sempre

laprosperi- tà,

r

indipendenza5 la gloria della

mo-

narchia che aveva in certo ipodo

do«

minato

la sorte^

ccm

improyrìsocangia-

mento

vedetxùxì controdi sè rivolgersi gli avvenimenti!

Quelle figlie lequali, frutti di un*

unione

formatadalla tenerezza,eranolà delizia decloro sposi el'amore de'popoli soggetti, lequali facevano la suagloria e la sua consolazione,colpite

da morte

invi^osa,

cadono

nel piùbel vigorede*

glianni,

come

fioriche,schiusi sulmat- tino, Teggonsialmerìggio consunti dal*

rardore di quell'astro

medesimo

che

ne

avea spiegata tutta la

pompa.

'

In mezzo

alla desolazione.della sua casa.

Maria

Carolina

rimane £erma

nella

(41)

35

forza del suo

animo:

la sua vlrlìi

non

piegai a*colpi delle ayversità^ ellaadora la

mano

che

può

egualmente disporre della vita c delle corono de Re.

Ma

Iddio clie Tavea provata feren- dola nel cuore, area determinatodipro- Tarla ancora versando il calice dell* ira sopra il suo popolo, c scuotendo q^uasi da'fondamenti i troni della terra.

Quale

spettacolo per i nostri tardi nipoti, allorchéleggeranno la storia dei nostri ultimi anni!

L'amore

dell*

umanità

era succeduto in

Europa

a quello delle conquiste; le nazioni

godevano

il vigore ela iioridez- asa della pace.

La

Francia, in possesso della gloria che

una

grande nazione'ri-

ceve dallo splendore delle armi e dalla santità della giustizia, vedea sul trono

un

principeil qualey caro a'suoi sud-^

(42)

36

tllti, stimatoJasuoi vicini, senza avere lastoltaambizionediesseresempre pron- to asacrificaFeil sangue degli

nomini,

ayea generosoilcuore

da non

aliban- donare

mi

alleatoinpencolo, e da

non

lasciareinvendicato

un

torto recatoa'suoi popoli.

Gol

terminardellaguerradi

Ame-

rica tutte leanticherivalità

sembravano

spente: TInghilterra e T

Olanda,

sicure del loro

commerdo,

aveano deposto qua- lunrpie pensiero di ostilità: la Russia, le cui armi aveano fatto impallidire il

despotad'Oriente, attendeva a compiere lagrand-opera che, cominciata

da

Pietro il

Grande,

aveafatto sirapidi progressi sotto il governo della

Semiramide

del Settentrione: la

Spagna

ela Prussia co- glievano i frutti della sapienza diCarlo Ili e di Federico II: TAustria, gover- nata

da un prindpe

che avea rinnovate

(43)

37

in Toscana le glorie de'Medici, aveva estinti t

germi

di ogni gelosia politica col più potente de*suoi micini,

quando

avea dato

una

suaarcidachessa

ad un

nipote di S.Luigi*

In

messo a

questa

calma

inganne- vole pr(paravasi

qudla

terrìbile rìrolu- zione che dovca far divampare del più funesto incendio la terra. Softia lo spi-

nto

della ribellione e della

demenza:

le

armi

possenti della sapienza, divenute in

mano

di facinorosi glistrumenti del- la distruzione e del delitto,

rovesdano

ilpiùantico de'troni, abbattono gli al- tari del Signore; e nel delirio dell'em- pietà servono al sacrilego intento diat*

terrarel'edìfiziosociale, e di&bbrìcare le catene dell'universo a

nome

dell'u- manità e dellaragione!

Nembi

diarma-

ti, ciie

rmnovano

le

memorie

delle an-

(44)

38

ticlieincursioni de'barbaiù, inondano lo contradedell'Europa.

Dio

,che vuoleesei'^

citare

con

cfuesto

mezzo

ì suoi terribili giudizj, famarciare lospavento innanzi a*nuOYÌconipiistatori,edIspiraloroTar-

dimento

della yittoria. Il valore delle nazioni più bellicose passa ne'lorocam- pij l'Italia è invasaj i battaglioni dei

!Napoletauiycheaveanotrionfato in

To-

lone enellepianuredi

Lombardia

,sono vinti5 il

numero

prodigioso de'nostri armati

ne

agevola la rotta; ilpopolo è costernato;lacapitaleè minacciata;

Ma*

ria Carolinaè obbligata a ritirarsi nella vicina Sicilia. Liapace che la restituisce a'nostri voti

non

è che

una

tregua in- sidiosa: era già tornato

m

Francia FAt*

tila delle nazioni

moderne

, che dovea formare dellelagrime e del sangue de' X>opoli latrista materia de'suoi trionfl,

(45)

39

che

doveva armare

contro di sé i

Re

e le genti, che dovcatogliere ilriposo al

mondo,

ereadersi celebre

Scendo

ilge- nere

umano

infelice.

Iddio che

domina

tutto, che, per eseguire i suoidisegni dimisericordiao di vendetta siserve delie nostrefollie e

deUa

nostra

prudenza,

de'nostri vizj e delle nostre virtù, avea già detto per bocca delprofeta:

Sono

io il Signore^

io

ho

&tta'ÌSLteira,

ed

io la

metto

nelle

mani

di chi

mi

piace. Egli aveane'suoi

•etemi decreti stabilito chenella sovver- sione generale delle cose, l'augustafiglia di

Maria

Teresa avesse*

nuovamente

pre- sentatolo spettacolo delnulla delle cose

umane, nuovamente

costretta

ad

abban- d,onare la sua Reggia.

Sospintafuoridi

una

partede'suoiStati

^dalle rivolte che sconvolgonoil

mondo,

(46)

filariaCarolina comparisce

maggior

diik stessa e delle sue sventure in

mezzo

agli avanzi di sua antica grandezza.

Nel

de- cadimento e neir

abbandono

della fortu-

na

, lasua

anima

s'innalzae fortifica,

come

i cedri del

Libano

cbe

pongono

i"a-

dici più profondein

mezzo

allaTiolenza de' ventichespiranodaldeserto.

Quanto

isonomaggiorileavversità, tanto èmag-<

^ore r erobmo

delsuo carattere. Supe- riore atutti gli arvenimenti, convinta

-

della debolezzadel consiglio

delVuomo,

•studia iconsigli dellaProvvidenza,ado- ralesuevieimpenetrabilijriconosceche

deve sottomettersi a quella

mano

irresi- stibileche reggetutto, cui tuito obbedi- sce^ e

da

coi

non può

sottrarla chela sola virtùispiratadalla

ReUgiohe,

sulla qualenullapossonogli uominiela sorte.

,

Oh come

è dolce cosa, in

mezzo

al fra-

(47)

gor

delletempèste

ed

alle scossedelladis^

grazia,inchioarsieriposare inpienoab-

bandono

nel seno ddl'Eterno!

In mezzo

a tante provedifermezza e di rassegnazione

, giunta in

Palermo non

obblia diessereregina e diesserma- dre.Instancabileyardentedella gloriadel

Re,

de'vantaggi dellasuafiuniglia,della prosperitàde'suoi popoli, sollecitaasuo j^ro i più grandi

Monarchi

delia terra) aóoelera laformazionedi

un

esercitoca^

pace di mettere quell' isola al sicuro di qualuncpieinsidia

nemica

^ colloca

unà

delle sue figlienella casa anticadi Sax^

degna

,dàl'altraad

un

prìncipe di quel- ladi Francia, rende utilitante migUaja di Napoletani, iquali,

menò

ascoltando levoci delsanguechequelle dell'onove^

jond'eranchiamatiariunirsiintornoallo stendardo di

Ruggero, da Ferdinando

(48)

4*

innalcato sullespondedellaSicilia,aTea-

no

ivi portate le loro braccia, il loro ingegno, lelorovirtùj cosi infondendo in quella nazione

nuovo

spirito c vite novella, leprocuratuttiibcneBcj della pace,

mentre

ilresto del

mondo

è deso- lato

da

tutti gli orrori della guerra.

Ma

era il

tempo

delle avversità,

ed

ella.dovea bere fino all'estremastilla il calicedeiramarezza.

Grcondata

da quelV Illustredrappellodi generosiNapoletani, a cui

non

era rimasto altro

bene

sulla terrache il loro onore elaloro costan- ca, Carolina vede

mancare

Talìmento al- la suagenerosità

ed

allesuebeneficenze,

quando

ne avea maggioreilbisogno.Co- lei cbe potè mirare

con animo

intrepido la perditadi

una

gran partedei suoi Stati ela desolazione della sua famiglia,sem-

<brò vacillarealledisgrazie di quegliesuli

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(49)

43

Tolontarj', quanto illustri altrettanto ia*

felici.

A

queltristospettacolo delle rÌTo- Ittzioni e deiringiustisià degli

uoinim^

ella senteperla

prima

volta tuttoil ri-

goredellesue sveuturoj e

dopo

aver de- stata

rammirasione

dell'Europa colsuo coraggio, ella paga

un

tributo alla de- bolezzadellanatura

umana

yellaè tratta Ticinoa morte.

Chi mi

daràlo scalpello che

Giobbe

desiderava, per incidere hi l)ronzo e sul

marnio

le parole uscite allora dallesue labbra?

Nel momento

in cui

non

vede cke l'orrore di

un

sepolcro chesispalanca

^

e

r

eternitàchesiavvicina, ella innalza quasi

moribonda

lesue

mani

tremanti, e favoti alcieloperla felicitàdelsuospo- so e dellasuafamiglia,perla prosperità de' suoi popoli. Riuniti

intomo

asèipiù

(50)

44

rispettabili esuli napoletani,oraricorda al

Re

iloro antichi senrigj, inobili e*

sémpjdelle loro TÌrt&^ i loro sacrifici; ora

raccomanda

ad essi la loro unione perladifesadel

Trono,

di cuili

chiama r ornamento ed

ilsostegno, la loro fe- deltàperilmigliore de'5oTTani,il loro

amore

peri suoi tìgli,laloro caritàper la Patria infelice!

Alle lagrime,che a questo

nome

inon-

dano

i suoi occhi,e che

annunziano

tut- tala

commozione

delsuo cuore, la sua fede si scaole, ilsuo coraggio e lasua fermezzariprendonoilloro rigore,ela sua

anima

par che si slancitutta intera coldesiderione'cieli. Religione! ecco il

tuotrionfo:ReligioneItuseitutto sulla terra,per tuo

mezzo

la forza dell'Eter-

no

diventanostra, allorché lapreghiera la

chiama

innostroajuto! Felice chi al»

(51)

lo splendoredellatua luce

non

vedenel- roniTerso che lasua

anima

eDici

Ma

il

tempo

delle prore

non

era finito; ed 11 Signore chetiene nellesue

mani

la vita c la morte,

prolungando

ancoraisuoi giorni> lariserbaantcore 8yentm*e.

Eccola abbandonataairkicertezza dei

enti

ede'mari) spogliatadituttiibeni della terra e tutta piena solo di

Dio:

colma

r

anima

di amarezza per il

Re

suo sposo, per i suoi figli, per i suoi Napoletani che lascia in preda a tutte le Tioende di

una

guerra infelice, col cuore lacerato

da

mille tratti didolore per il giorine Prìncipe che

conduce

se- co^ e che seco diyide le sue penejla sua costanza, le sue amarezze.

Angelitutelari delle Sicilie^ vegliate

mtomo

all'augusta

Donna,

ora che il

(52)

46

cielo rigoroso suscita contro di essa lo spirito delle procelle! Io

temo

al solo racconto diq[aella ond'lèin balia lasua

nave

in

un mare

burrascoso', rinomato pertauti naulìagi. I fortidei

mare

sono spaventati^ il loro ardimento yacilla;

Maria

Carolinasolaè tanto piùimpavida perquanto leonde sono più

commosse

j

élla sola rassicura tutti

con

la sua fer-

mezza;

ella sola eccita tutti a sperare nel Signore, sua fìducia esub scndo;ed

il Signore al fine, salva guidandola di periglio in perìglio, la

conduce

à

Co-

stantinopoli, edilà attravierso deirUi»- garia lino a Vienna.

Giunta in quella reggia ove splendè la sua

cuna

, ed

ove

"nelle sue disgrazie poteva dire col profeta: il Signore de-:

gli eserciti

ha

fatto ciò per umiliare il fa$todellegrandezze umaine,

Maria

Ca-

(53)

47

rollila penetra con la suavoce intuttii consiglidei

Re^

intenerisce tuttiicuori,

arma

tuttelebraccia.Ilsangue di

Maria AntonicUa

e delnipote diS.Luigi, an- cor

fumante

sullatciTa ingrata, giàtea- tro delle loro glorie, delle Loro bene^

ficenze e del loro martirio; Teredità decloro figlij divenuta il patrimonio di

un

aTTcnturìcre fortunato;la discenden- za

immortale

de*Borìbonio prigioniera, o

raminga

, ospogliata di

una

parte de*

suoi Stati,

0

minacciata nelFaltra^

rUn*

to del Signore strascinato in

dura

cat- tività

come Ncemia

; i popoli vittime della forza che estende

da

per tutto le catene dell'oppressione; la desolazione di tanta parte del globo

che

presenta

r immagine

dellecatastrofipiù terribili^

danno

alsuo linguaggio quella persua- sioneefficacecbe vienesola

da Dio

opera*

(54)

48

torde'iÀiracoli,e chepoteràsolaaccen*

dere più vivo ne'petti de'Sovrani della terrail desiderio dicompiere lalibera- zione di tante nazioni. Iddio, che

non

confonde

mai

la speranza di chi riposa in lui nel giorno dell'avversità, esaudi- sce dall'alto isuoi voti.

La

santa lega^

la più gloriosadiquante

ne

Tiderotutte l'età, e già stretta: colui che sospende sulla terra le grandini e le nevi, e le serbaperilgiórno

d^

suoi giudizj, ver*

sa nelle pianure di

Mosca

le procelle e la

morte

sulle

immense

falangi del nuo-

vo

Antioco^labattagliadi Lipsia, lapiù grande, la più gloriosa diquantese

ne

diedero in questo secolo funesto,

dona

la libertàall'

Europa

j

l'uomo

che,

come

Sennacherìbbo

ha

troppo

lungamente

ser- vito alle vendette del

Dio

degli eserciti, è dbtrutto^ Luigi è sul

Trono

di Car-

(55)

49

lomagno

j

ed

ilgiorno in cuiMaria Ca^

rolina dee vedere Ferdinando restituito

a

quellodi Carlo

IH

^ è Ticino.

Vani

sogni della vita c|uaaloinai la*

pidi vi dileguatecoli' istantechevi pro-^

dusse!

Era

scaritto nel

delo

che ella ,

simile a

Mosè,

cui fu negatodi entrare nella terra promessa^

non

dovesse rive- dere questo suolo,

qiumdo

rovesciato il

trono deirusDu'paKione

dovea

rialzarsi quello della giustìzia, della sapienza

,

dell'amore.

Suonò

Fora fatale^

Maria

Carolina cessò di vivere; e carica dei trofeiriportati

combattendo

sullaterra, volò in seno a quel

Dio

in cui è ripo- sta la ricompensa de' giusti-

£ morta

la

Donna

Forte9risuonòla pacifica solitudine di Helzendorfe, ed il

grido ferale agghiacciò la parola sulle lablira del figlio prediletto, che

dovea

(56)

5o

ricomparir tra noi

come

l'angelo pre- cursor della pace^ è

morta

1augusta fi- glia di

Maria

Teresa, rispose la Reggia di

Vienna,

e si sparse il dolore nella Simigliade'Cesari; è

mòrta

1*eroinadel- le Sicilie,ripetèl'Istro, 1'

£bro

,la Sen- na, ilSebeto, e

ne

piansero il giostis-

simò Re

e l'affettaoso figlio lontano, ne lagrimarono

amaramente

le pietosis- sime figUe, e si diffiise

U

lutto in

una gran

parte della terrai

Napoletani,

Maria

Carolina

non

è più:

ma

il nostro

amore, ma l'ammi^

razione,

ma

il rispetto dell'Europa yi-

Tono

ancora perlei. Dalla

tomba, ove

ella riposa nelsonno delSignore trala

madre

e lafiglia,sorgono,

come da

quel- lade' giusti, parole di clemenza al

Re,

di sapienza a' figli, di concordia e di pace al popol suo, cui invitaa deporre

(57)

5i

suU'urna materna l'arco insidioso della vendetta.

A

misura cheil

tempo

Invoca sulle ceneri di lei ilgiudizio della

po-

sterità, più manifesta risplende la sua gloria in quel carattere d'immortalità, che la Religiouc

imprime

nelle

anime da Dio

destinate

a

senrire di esempio sulla terra,

ed

in quello spirito di for<

tczza che, in solo desiderio di eternità fermato,nè perprosperità s'innalza,

per avversità si conturba.

La

sua mie-

moria

passerà di generazione in genera- zione nelle benedizioni de'popoli; e,

quando

tacerà la nostra yoce

ed

il

no-

stro dolore, si leggerà ancora ne'cuori del nostri ultimi nipoti indelebilmente impresso il

nome

immortale di

Maria

Carolina d'Austria.

t

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