LE SOLENNI ESEQUIE DI
MARIA CAROLINA
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LE SOLENNI ESEQUIE
DI
MARIA CAROLINA
ARCIDUCHESSA
]»>AUSTRIA
REGINA DELLE DUE SICILIE
ORAZIONE FUKEBAE
oI
EMMANUELETADD£J.
NAPOLI.
DALLATIFOaSAFIA DtAHOKLOTIAHt.
l8l5.
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ALLA MAESTÀ,
DI
-FERDINANDO IV
RE DELLE DUE SICILIE
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SIRE,
L'Orazione funebre che io presento a Vostra Maestà^
benché écrittà di vostro co-
mando e nata sotto
ivo-
stri augusti auspicj, pur
ti-mida e mal sicura in sè stessa non avrebbe osato comparire a luce, se Voi, o Sire
5munificentissirao verso l'oscuro suo autore,
non vi foste sovranamen-
te degnato di ordinarne la
stampa, e prescrivere ad un tempo che venisse fre- giata del vostro nome im- mortale.
Felice! se, nelF impossi-
bilità di potersi per
.me
ritrarre con la parola le virtù della Donna incora-, parabile di cui deploria-.
mo la perdita^ fossemi riu-
scito di far chiara almeno
la riconoscenza vivissima che dall'estinto mio padre
ereditai per Voi
,e che crebbe in me co'benefìcj, di cui la vostra mano ge- nerosa non cessò mai di colmare la mia famiglia!
Men desideroso di con-
seguir gloria di scrittore
eloquente che di suddito
gratissimo, io avrò tratto largo compenso dalle mie
fatiche, ove esse sieno da Vostra Maestà benigna- mente accolte come testir
monianze di divozione^ di fedeltà^ di rispetto.
Sono con profonda ve-^
nerazione.
DÌV.S.R.M.
Napoli,IOsettambux8i5«
VmUiuimoé ftJélutimtonuUit»
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ORAZIONE FUNEBRE.
0
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SIRE,
Inulto èyanità nel
lùondo
, tuttoèun sogno
,un'ombFa
chepassa. ItuigoU più cari, formati dallanatura o dalla scelta del cuore, si disciolgonoj lo splendore delle grandezzeumane
si eccUssa^ gli onori diventantitoli perilsepolcro; la gloria sidisperde nel vortice degli anni^
ed
inmezzo
al torrentecherecaallege-IO
nerazioni che sorgono le
•memorie con-
fuse delle generazioni che passano, noi arriviamo aquelpunto
fataleoveiltem-po
finisce)ed
ove cominciaTetemità.Sono
queste leriflessionichedestansi inmezzo
allelugubri cerimoniediespia- zione,ed
alla vista dicpielmonumento
ferale
da morte
innalzato. per rendere più superbo ilsuo trionfo, e più magni-iìciieletestimonianzedel nostro nulla!
Ecco dimqoe
ciòcherimane
ditanta gloria e di tanta grandezza:larimem-
branza di ciò che piùnon
èj eduno
Sterileapparato incui cerchiamo invano fino
r
oggettodelnostrodolore!Questo pensiero,che roidoiide l'or- gogliode'grandi,eche portalo spaven- to in seno affiglidel secolo, è ilfonda-
mento
di ogni speranza per i figli della grazia. Siache vivano, siachevengano
colpiti
da morte
, eglino appartengono tutti al Signore clic nella risurrezione acquistòun dominio
sovrano suiylyenti e su i morti; tuttiùluparte di quella Cihiesachecombattesulla terra e trionfi ne'cieli:dallatomba,
oye discendonoa dormire
ilsomio
dipace,sorgonoeglinoad mia nuoya
yita, per andare
a
rice- vere lapalma
della giustiziadallemani
del Vincitorede' secoliedella morte. ^Agli oracoli.delTApostolo, che con-»
tengonoladottrina consolatricede'premj in
una
yitafutura,non
cessercni noi di piangere la perdita della figlia dell'im- mortaleMaria
Teresa,diMaria
Carolina Arciduchessa d'*Austria e Regina delleDue
Sidlie? Separati dall'augustaDon-
na
, cheestinta regna ancora suinostri cuori, eche vìvràetema
nellamemoria
de'nostri tardinipoti,noidobbiam
trarr13
re
argomento
diconsolazione dalpensie»ro di sua felice trasnngrazioiie nel sog- giornodella beatitudinee dellapace: le TO<:idelianatura
debbono
tacereallin->guagglo infallibile della fede clic ne dà
fondamento
a sperare già couipiuta per essa la retribuzione de' giusti.Perfetta
immagine
delladonna
forte sì difficilearinvenirsi, e di cuicilasciò delineato ilmodello
ilpiùsag^o
de'Ae^
elladiressecostantementeisuoi passiper le viesegnateda (piellalegge eterna,in- variabile, santa,die impera aggrandì
ed
a'piccLoli;cbeper renderel'uomo
beato nella patriacelesteilrende yirtuosonella sua passeggicradimora
'sulla terraj cheforma
ibuoni Re ed
ibuoni
sudditi;ed imprimendo
ilcarattere più augusto al*laregolade'costumi,fondalebasi della felicitàdelgenere
umano. Oinata
difor-2a
e di consiglio, rirolusempre a
far seryireiyantaggi dellafortuna' albene
deipopoli,sposa,madre
, sovrana, ella pervenne aquella gloriacke ilibrisanti€Ìadditano
come
ilpatrimoniodipoche
aiiiiiic prcdllctlc poste sul trono, ontlc rivelino infaccia allegenti
ed
al cospet- to della terraima
porzionedellamaestà deirEtemo.
E
questol'elogio dicuirisuonarono tutti gliangolidellacittànostrané'prì^Tatiene'pubblicifàgionamenti,
quando
conun
sorrisomalignoun
vincitore su- perbo annunziòla sua morte^ sonoque- stele vociche s'innalzaronoda
tutti ipunti del
Regno
allanuova
del colpo fatale che toglieva la loromadre
a'po- poli delleDue
Siciliej è questo infine l'omaggio chetributòaUa memoria
dell*illustredeiuutail
nemico
stesso,alqualelasrentora, che portaya la desolazione ne'tenericuoride'Napoletani,
sembraya
accrescere la speranza di più sicura do- minazione.Igiudizjpronunziati,
quando Tamo*
re per
T
angustaDonna
era tra noiun
delitto,
quando
lo stato politico dclVEu-ropa
ci£ioevaancorapalpitare su ino*strifuturi destini, possonoconsiderarsi
come
l'espressioneingenua della verità, coi è di raro conceduto il parlarsullatomba
de*dominatori delmondo.
Destinato in circostanza sì grave
ad
essere 1interprete del pubblico dolore^ ionon ^rò
cheripetere l'elogiogià pro- nunziatodallanazioneinteracon
lasem- plicità e la schiettezzaonde
risuona la voce del Tero; econtemplando,
tra le tenebredeglianni che passarono,lapro«spelti>a iumlnosadelle sue azioni, io vi
disegnerò le vie della
Donnà
Fortem
seno'alk
prosperitii della pace^ lé vie 4ellaDonna
Forte neltumulto
delle sventure delsecolo.Mio
Dio, chesempre
rette facestile sue oniu; nel montlo, a teritorna lalo de
dell'opera tua!Mio
Dio, che spegni col sofQo lo^irito de*Re
della terra^ che spezzicome
fragil canna gli scettri e le corone, e confondi nella polvere la gloria de' troni,-deh non
fiamai
cheun
elogio pronunziato innanzi al tahei>nacolo ili espiazione e di perdono, sia su d' altra base fondato che sulla dote trinadi Gristoesull'umiltà della (^oce!
i6
Storiadi
Maria
Carolinaìì'Austrìa vìvrà con quella del suo secolo. Iddio nel segreto de'suoi imperscrutabili con- sigli ayeala eletta a grandi cose, ead
ofierire al
mondo
ilmodello
di grandi virtù.La
gloriaclieoggi circonda ilsuo sepolcro è il tardo tributo che gliuo- mini pagano ad una
Principessa,che
nelcorso diuna
lunga vita riguardòco-me
imico privilegio del suo grado l'e- semplo cheera obbligata di.darea'suoi popoli; che chiamata sultrononon
vi portò clic la virtù sola, la tj[uale forma de'principi giusti ilpremio
insiemeed
ilpiù gratospettacoloche
Dio
possada-*re a'popoli eletti; che, dotata di altis-.
Simo
ingegno , annunziò di buon' ora quello spirito di sapienzache separa la realtà dalle illusioni, e ripone tutte le sue speranze nella Religione, nellav^
rìtà dellesuemassime,nellamagnifioen- zadelie suepromesse.
Quanto
è difficileilrìnTenireanime
di taltempra
inmezzo
alla corruzione de' secoli;ma
soprattutto quanto è dif- ficile rinvenirletra igrandi! Essesifor-mano
|ielritiro dellasolitudine, enon
appariscono che di raro nella yertigine delmondo
o insenoalla Reggia.rfataneir augustacasade'Cesari
che da lungo tempo dà
imperatori ere^ne
ali
Europa
, e che risguarda ]a gloria e la pietàcome
beniereditar], ilsuocuo- renon
silasciòsedurreda
tutto ciòcheforma una
ragionedi orgoglioperleani-me
volgari.Isella serieluminosade'suoiantenati
'
non
Tederàellaciòchelanohilitayain- nanzi allo sguardodegliuomini
;ma
so- logl'impegnisolennichelastiing^ano
iS
a seguire le yie del Signore, nel seno del qasle coiittinplaya la sua origine e rìcercayailsuoline.
Iddio, che avea dato in sorte alla sua
anima
sì felici inclinazioni, la cor- roborò cogli esempi ^^^^madre
cheuna
pietà sincera,una
tenerezza costante perilsuo sposo,una
bontà generosa perìsuoi sudditiy
un
coraggiovirileeduna tempra d'animo
superiorealledebolifor*zedellanaturarendevanocaraallavasta monarcliia austriaca di cui era la deli- zia, e rispettata e temuta dallenazioni straniere dicui
formava
rammirazione»A
quellascuolaCarolina appresecheiPrincìpi
non
sono da Dio messi sulTro-no
avivere per sè stessij che ipopolihan
drittoallelorocure, al lorotempo, alla loro vigilanza5 chesenon debbono
risponderead
alcuno delle loro azioni»9
sulla terra,
debbono
eglinom
contotì«goroso a quel Giudice eterno,iiinaazia cuisiuguaglianoisudditi
ed
iRe$
che regnaresul cuore de popoli è ilprimo
merito eliquelli cheonoranola sovrani- tàcon
leloro virtù^come
l'amore è ilprimo
titolo cui debliono aspirare, se nobildesiogliaccendedivivere gloriosi nellamemoria
de'posteri. Cosi la granDonna
fortificava la suaanima,
e cre- sceva,come
virgulto dellapalma
diGa- des, alla felicità della nazione cui do-*veva
un
giornoappartenere.Voi
quasi permano
guidavate^mio Dio
, questa giovine Principessa,e lacon- ducevate per viesegretea'voti diun
po- polobuono,
generoso,leale, ilqualela vide salire sulTrono
delleDue
Sicilie,come
l'Angelo delSignore, coll'arco ba- leno sul capo e col volto raggiante diluce, destinata dalFAltìssimo ad essere messaggiera dipace e di novelle fortune a*popoli dell'uno edell'altro Regno.
Qual
fìi ilsuotrionfo allorchécom-
paracili iiK'zzu il noi,come nuova
ALi- gaille^traleacclamazionielepompe
di^esta
città reale!Conobbe
laCorte dalprimo
istante il suoarrivo, allo splen- dore di tutte quelle doliche foriaarouo quindil'oggetto delnostrorispetto*edel- lanostra divozioneper l'eccelsaDonna»
In
una
olà in cuii sensi e leattrat- tive del piacere liannoimpero
più pos- sente di quello della virtù; inuna
etàin cui le sensazioni dirigono quasi tutti inostri voleri5 la giovine Regina, dive- nuta
degna
della stima e della fiducia deiraugusto suo sposo, èdestinataase- dere nei consigli del Ile.Ferdinando
« che aveaalloraassuntoil governodel
Regno,
volgevainmcate
il disegno di compiere la grand^ opera dellanostrarìstaurazionepolitica laqua- le, cominciata dal suo
immortai
Geni- tore, ricererpotea dal solo lentocorso deltempo
ilperfezionamento.La
giovine Regina, chiamataa dividere ipiù gravi pensieridello Stato, corrispose alla sag- gezzadella scelta delsuoiRe. La.nazio- ne' vide,tosto inessal'erededel,senno e del cuore diMaria
Teresa. 11 desideriodi
poter.meritare:uno
sguardodalla'sag>già
Donna,
ch'eradivenuta la protettri- ce degliutili talentipresso ilTrono, do
stàl'emulazioneanimatricedegl'ingegni^il
premio
accrebbe l'emulazióne^ ed-ilmerito, dbe
si molUpUcava', moltiplicò le ricompense.À.qual
.grado;di perfezionenon
ve-ndemmo
noi giung.erein quei giornife^-sa
lieile scienze ele arti? Quali
uomini
e quali operenon
aocrebl>ero laglena
di queiranticasapienza che, risortadalT oscurità incui da lungotempo
giaceva tra noi) già s'innalzava allasperanza di poter rinnoTareibei giorni) ne' qualidb- larendè laMagna
Greciaemula
diRo-
ma
e di Atene!Giovine ancora noi la
Tedemmo
ac- coppiarelesue cureaqudle
delRe
per rianimare Tagricoltura, per allontanare dalle nostre
campagne
tante vecchiee»*gioni
dÌMniptriei delh popolaglie
,per richiamareilcommercio
allalibertà on-de
tragge alimento, per dareuna
for-«a* marittima ai
Regno^
pervespingeie dallenostrecosteTauiac»
dei herbave- schi, e far rispettare la nostra bandiera dallepotenn nemidie
delnome
di Cri*«to,
per
fir moltiplt<;»re gli asili«ons»-Grati alla pietà o all'umanità languente^
perfàrcreare
nuove
accademie) perfon^dare
huoyì
collegi, permoltiplicare le biblioteche, imusei; per richiamare, insomma,
leSicilie a quel grado di sape- re,diopulenzay digloria cuisono
de- stinatedalTOto dellanatura,ed
innal- jtare lamonarchia
a quel postoeh'ède-gna
dioccupare nel sistemapoliticodell' Europa.Iddio che volea coronare iii lei il
merito di concorrere sk possentemente allafelicitàdi
una
nazionecheamò
sem- preisuoiSoTrani,eeh*èdegna
diaTcre buoni Principi, perchè
madre
generosa dibuom
sudditi,vollepremiareTeccelsaDonna con
lebenedizioniaccordatealla progenie di Glacobbr, rendendo sUaor»dinariamente fecondo il suo talamo.
Qual
cura èmai
quella di dirigerelagioventùdi prìncipiSovrani; diedu- car la loro
anima
albene dellenazioni chedovranno
essereun
giornolorosog- gettey di fare acquistare allaloro ragio-ne un dominio
sullepassionilequalinon dovranno
coltempo
averealtrofrenoed
aliiu regola clic iìovo tlcsldcrjj di reci- dere igerminascosi del vizio, e preve- nire così la loroignomìnia e ladisgra- zia di milioni di uomini; di avvezzarli a darealla verità quell'accessoche nelle
coni
èpiù dileggieriusurpatodall' adiip Iasione; dielevareilorosentimentiedi raddolcire ad untempo
il lorocarattere;dicondurliall'
amor
dellavera gloria,e di£airloro detestar quella chejlordadì sangue, è il più funestodeVrio de'Re
edilpiù crudeleflagello dellaterra;in
una
parola: dipreparare inessi gliami- ci, ipadri, ihene&ttori de'popoli!Divenuta
madre
, Carolinamostra quanto
fossedegna
diquestonuoyo
be*nefici6delSignore. Ella ègià lamaestra desuoi figli: e, dolce, insinuante, ne-
mica
dellaviolenza,non ama
oprareche per le vie dellapersuasione$ si applica aùr
gustare lesue istruzioni, parlandosempre
illinguaggiodellaragione edel- la verità; e rende a'giovaniprìncipi la virtìipiùfiMsle,rendendola loro piùama-
bile.
Le
sue lezioni,checomincianoqua- sicon
la nascita de* figli suoi, cresconoquan
prematurecon
essi,gettano profon- deradici, passanodallamemoria
edallo spiritoalcuore, simprimono
di giorno ingiornone'loro costumicon
la pratica, diventano in essiuna
seconda natura, e reggono leloroanime, segnandoloro in tutto ilcorsodella vita lancmna ncura
ideila loro condotta.
^6
L'Austria^.là
Spagna, k
Francia, ilPiénlonté, la
Toscana
iriderò rinitòrate nelle suefiglie levirtù de'j^coli^iù
se- veri^ ek Dae
SicilieVeggono, oggi neldue
PrincijiiReali, ohesonò
ilsostegno più bellodelTrono
, glioggettipiùcari del loroamore
e delle loro speranze.A
sidok» rimembrante
quùìiapplausinon
ripercuototiodalFuno
ali*altroRe^
gno!
Le
Siciliericonoscenti innalzanolemani
al cielo per pregare pace e riposo allaMadre
sapiente, cuidebbono
^il be*neficio maggiore che possa fare l'Altis-
simo
àlle nazioni, la sicurezza diuna
&uc(!6Sdiòiie'diiPiriìiidpi'-bttOffiSi . . .
Qualie^etnp]iiàtì ngginiue
la'Dòmià
Forteallelezionidigrandezza, di digni*là, di ^gfe^ata cbie iiòtiieèss^^tkiai di dare àlk*«tia ikutiierósà -^migliati' '
Nulla ^eri grandièpiù raro che
U
gloria delle virtù domestiche: la yita priyata èspessoil
punto
di yistailmen
lusìnigliieroperessi,edII più ingratoal- lalodedelorooratori.Aldifuori trova-
no
eglino nellapompa
chelicircondaun mezzo
acuro,onde
abbagliare losguaf^do
dellamòltìtudine;ma
inseno a'loro palagi, deposta la maestà del paluda-mento
reale, lapersonafinisce,esimt^
•tra
rùomo
spogliato .d'ogniornamento non
suo.
Inoltriamoci nella
Regg^,*
noi làtroveremo
Carolinapiù grande.oyealtri cessan di esserlo : là noi raccoglieremo letestimonianze piùbelle dell'umanità,dpUa
dolcezza.del suo carattere, dellabontà
del suo cuore. Dimentica della sua grandezza,ma non mai
della sua dignità, ellaè ivisempre
pi&umana
e più compassionevole di^egli
stèssiche
28
sonnati perol»bcdirla. Senza fasto nel- la gloriay senza ostentazione nella TÌr- tù, intatto ella annunzìaTa la bontà dellasaa
anima
.La morte
stessade*suoi servitorinon
lespensemai
nel cuore ilsentimentodellagratitudine»
Le
loroce- nerierano onoratedallesue la^pìme,la loro raenioria dasuoi eloj^j, la loropo- sterità dalle sue benciicenze.Qual
Ibrza etpialtenerezza insieme di sentimentifQuale
generosità e quali riguardi!Ove non
lasciò ella traccelu-minose
della sua carità? Il suo cuore eraun
fonte inesaurìbUeche provvede*va
a tulli ibisogni, che sollevava tutte le miserie*^udrìva
ellal'orianoed
il pupillo; stendea lamano
a soccorrere l'indigenza; togliea quantità di giovinet>te dalle vie deirinlamia e della colpa
^
era la bene£attrioe
amorosa
di tutti gì'^9
' Infelici;
ma
le suegenerositànon
costaf-vano
nullaal suo popolo; ciò die ella dava, perseguiregV
impulsibeneficidel cuore,era ciòchetoglievaa*suoi piaceri.Nemica
del lusso insolente, sempre in- dizio moii dul>l)lo dcirorgoglio deiRe
e della miseria delle nazioni« elladaya
alsuo gradosolo ciòche doyea percon- servare la dignità delTrono
;ma
, na- jsoondendoinsiemeladestra beneficaalla sinistra, per inclinazionedonava
il re^stoad
emendare
l'ingiuria dell'altrui for- tuna: unicomezzo onde
il profeta in- segnava a'Re
della terra di fàr preva- lere il loro nulla,sullebilance del Si- gnore.L'amicizia,
dono preaoso
del cielo•cherende
men
gravilemiserìe dellavi- ta5nome
augustoma
spesso profanato ne'palagi de'grandi, ebbe peressa tutta30
la dolcezza che diffonde insaio a'pri- vati. Ella ne conobbe perfettamente la forza^e
ne adempì
fiedelmenteidoreri:non mai
alcnno seppe parlarne meglioiltenerolinguaggio, e conservareinsie'-
me
la maestà del decororeale.Persuasa che
Dio ha
rindhiosònella pratica dellasua legge tuttociòchepuò
rendere gliuomini
felici, questa dÌTen*ne
per leila regola del suo cuore^ sa questa misurane
corresse le affezioni.Quali esenipj di pietà
non
ha ella idati allanazione?Con
qualeprofonda velinonenon
siayvicinaTaregolarmentea'sacrimisteri?
Quante
voltenon
fuvi- sta, confusa Ira la folladelpopolo,ac|-«compagnare il
Pane
Eucaristico ne'più infelicitugurj, ove,mentre
latao, ani»ma
sispaziava nellacontemplazionedel- lemisericordiedelSignore^ la suama-
no
aocorreTaa^lnsc^nidell^umanitàlan- guente?La
Cortela vide tutti glianni, nel dì dellacena chericorda <{uel|a dei dodici Apostoli9prostrarsiinnanzi
ad
al-^trattante giovinette, lavare ebaciar loro
ìpiedi, e cosimostrareche^ penetrata dellamaestà'diDio,
dia
noikrìconiosce»va vera grandezzachein lui,
non
vene- rava altraleggesuprema
che quella del- la carità, in cui poggia tiitto il nustico edificio della Religione.La
suaanima
, sostenutada
questi principj, siaprivasempre
più alla ye- rìtà diuna
Religióne cherivolgeisuoi sguardi versoil cielo,cheinvolaTuomo
asè stesso per conservarlo a'suoi simili, e che
non
reprimel'amor
proprio senon
per rendere la carità più attira.Piena la
mente
ed il cuore della, sublimità e della verità della fede, li^la3»
fu
costantemente nemica di quella vana scienea die ha cercatoia
tutti isecoli àiroTesctame Ifondamenti,coinlNiUèn-do
1*autorità deìla'rìvelanone; che \n yaniloquj ditenebre e diconclone
lia osato negare le promessefiutte a'nostri padri, vilipendere la santità de* nostrimisteii
, opporre alla sommissione delV
uomo
fedelelepresunzionidellaragione^e
dare al sacrificio che&
de*suoiItum
il
nome
di superstizione e di credulità.Cosi la
Donna
Forte seguiva le vie del Signore insenoalleprosperità della pace, e corroborara intantoilsuoctio- re,onde non
deviarneneltumultodelle fTentare del secolo.33
'Il
tempo
delleavversità è lastagione•dellaYÌrtù: allora.cade la i&asclieraall'
•ipocrbia:i
momentt
che portanoil ter- rore e rabballlmeiito sulla moltitudine delleanime
volgari^ assicurano alloraeòn
dura'ma
certaprora
l'immortalità di quelle che siformano
nella scuola della Croce.A
questofonteMaria
Carolinaattinseìprìndpìdi quella costanza-che la
con-
tennenelfavore della fortuna,enon
l'ab- lìattènelvortice delle tempeste.Ma
à qoaldiffìcileesperimento,mio Dio,
voi serbavate'la sua anima!La
figlia de'Cesari che contava le prosperità da' giorni dellasuavita,che
avea veduta lasuadiscendenza benedet- ta daDio come
quella diÀbramo
,che avea data un'Imperatriceall'Austria,una
GrsLnduchessaallaToscana
,una
sposaali*34
erede delvasto
reame
delleSpagne
, cheformando
tantinuovi
legami di sangue«yeya
assiciirata persempre
laprosperi- tà,r
indipendenza5 la gloria dellamo-
narchia che aveva in certo ipododo«
minato
la sorte^ccm
improyrìsocangia-mento
vedetxùxì controdi sè rivolgersi gli avvenimenti!Quelle figlie lequali, frutti di un*
unione
formatadalla tenerezza,eranolà delizia decloro sposi el'amore de'popoli soggetti, lequali facevano la suagloria e la sua consolazione,colpiteda morte
invi^osa,cadono
nel piùbel vigorede*glianni,
come
fioriche,schiusi sulmat- tino, Teggonsialmerìggio consunti dal*rardore di quell'astro
medesimo
chene
avea spiegata tutta lapompa.
'
In mezzo
alla desolazione.della sua casa.Maria
Carolinarimane £erma
nella35
forza del suo
animo:
la sua vlrlìinon
piegai a*colpi delle ayversità^ ellaadora la
mano
chepuò
egualmente disporre della vita c delle corono de Re.Ma
Iddio clie Tavea provata feren- dola nel cuore, area determinatodipro- Tarla ancora versando il calice dell* ira sopra il suo popolo, c scuotendo q^uasi da'fondamenti i troni della terra.Quale
spettacolo per i nostri tardi nipoti, allorchéleggeranno la storia dei nostri ultimi anni!L'amore
dell*umanità
era succeduto inEuropa
a quello delle conquiste; le nazionigodevano
il vigore ela iioridez- asa della pace.La
Francia, in possesso della gloria cheuna
grande nazione'ri-ceve dallo splendore delle armi e dalla santità della giustizia, vedea sul trono
un
principeil qualey caro a'suoi sud-^36
tllti, stimatoJasuoi vicini, senza avere lastoltaambizionediesseresempre pron- to asacrificaFeil sangue degli
nomini,
ayea sìgenerosoilcuoreda non
aliban- donaremi
alleatoinpencolo, e danon
lasciareinvendicato
un
torto recatoa'suoi popoli.Gol
terminardellaguerradiAme-
rica tutte leanticherivalità
sembravano
spente: TInghilterra e TOlanda,
sicure del lorocommerdo,
aveano deposto qua- lunrpie pensiero di ostilità: la Russia, le cui armi aveano fatto impallidire ildespotad'Oriente, attendeva a compiere lagrand-opera che, cominciata
da
Pietro ilGrande,
aveafatto sirapidi progressi sotto il governo dellaSemiramide
del Settentrione: laSpagna
ela Prussia co- glievano i frutti della sapienza diCarlo Ili e di Federico II: TAustria, gover- natada un prindpe
che avea rinnovate37
in Toscana le glorie de'Medici, aveva estinti t
germi
di ogni gelosia politica col più potente de*suoi micini,quando
avea datouna
suaarcidachessaad un
nipote di S.Luigi*
In
messo a
questacalma
inganne- vole pr(paravasiqudla
terrìbile rìrolu- zione che dovca far divampare del più funesto incendio la terra. Softia lo spi-nto
della ribellione e dellademenza:
learmi
possenti della sapienza, divenute inmano
di facinorosi glistrumenti del- la distruzione e del delitto,rovesdano
ilpiùantico de'troni, abbattono gli al- tari del Signore; e nel delirio dell'em- pietà servono al sacrilego intento diat*
terrarel'edìfiziosociale, e di&bbrìcare le catene dell'universo a
nome
dell'u- manità e dellaragione!Nembi
diarma-ti, ciie
rmnovano
lememorie
delle an-38
ticlieincursioni de'barbaiù, inondano lo contradedell'Europa.
Dio
,che vuoleesei'^citare
con
cfuestomezzo
ì suoi terribili giudizj, famarciare lospavento innanzi a*nuOYÌconipiistatori,edIspiraloroTar-dimento
della yittoria. Il valore delle nazioni più bellicose passa ne'lorocam- pij l'Italia è invasaj i battaglioni dei!Napoletauiycheaveanotrionfato in
To-
lone enellepianurediLombardia
,sono vinti5 ilnumero
prodigioso de'nostri armatine
agevola la rotta; ilpopolo è costernato;lacapitaleè minacciata;Ma*
ria Carolinaè obbligata a ritirarsi nella vicina Sicilia. Liapace che la restituisce a'nostri voti
non
è cheuna
tregua in- sidiosa: era già tornatom
Francia FAt*tila delle nazioni
moderne
, che dovea formare dellelagrime e del sangue de' X>opoli latrista materia de'suoi trionfl,39
che
doveva armare
contro di sé iRe
e le genti, che dovcatogliere ilriposo almondo,
ereadersi celebreScendo
ilge- nereumano
infelice.Iddio che
domina
tutto, che, per eseguire i suoidisegni dimisericordiao di vendetta siserve delie nostrefollie edeUa
nostraprudenza,
de'nostri vizj e delle nostre virtù, avea già detto per bocca delprofeta:Sono
io il Signore^io
ho
&tta'ÌSLteira,ed
io lametto
nellemani
di chimi
piace. Egli aveane'suoi•etemi decreti stabilito chenella sovver- sione generale delle cose, l'augustafiglia di
Maria
Teresa avesse*nuovamente
pre- sentatolo spettacolo delnulla delle coseumane, nuovamente
costrettaad
abban- d,onare la sua Reggia.Sospintafuoridi
una
partede'suoiStati^dalle rivolte che sconvolgonoil
mondo,
filariaCarolina comparisce
maggior
diik stessa e delle sue sventure inmezzo
agli avanzi di sua antica grandezza.Nel
de- cadimento e neirabbandono
della fortu-na
, lasuaanima
s'innalzae sìfortifica,come
i cedri delLibano
cbepongono
i"a-dici più profondein
mezzo
allaTiolenza de' ventichespiranodaldeserto.Quanto
isonomaggiorileavversità, tanto èmag-<^ore r erobmo
delsuo carattere. Supe- riore atutti gli arvenimenti, convinta-
della debolezzadel consiglio
delVuomo,
•studia iconsigli dellaProvvidenza,ado- ralesuevieimpenetrabilijriconosceche
•deve sottomettersi a quella
mano
irresi- stibileche reggetutto, cui tuito obbedi- sce^ eda
coinon può
sottrarla chela sola virtùispiratadallaReUgiohe,
sulla qualenullapossonogli uominiela sorte.,
Oh come
è dolce cosa, inmezzo
al fra-gor
delletempèsteed
alle scossedelladis^grazia,inchioarsieriposare inpienoab-
bandono
nel seno ddl'Eterno!In mezzo
a tante provedifermezza e di rassegnazione, giunta in
Palermo non
obblia diessereregina e diesserma- dre.Instancabileyardentedella gloriadelRe,
de'vantaggi dellasuafiuniglia,della prosperitàde'suoi popoli, sollecitaasuo j^ro i più grandiMonarchi
delia terra) aóoelera laformazionediun
esercitoca^pace di mettere quell' isola al sicuro di qualuncpieinsidia
nemica
^ collocaunà
delle sue figlienella casa anticadi Sax^degna
,dàl'altraadun
prìncipe di quel- ladi Francia, rende utilitante migUaja di Napoletani, iquali,menò
ascoltando levoci delsanguechequelle dell'onove^jond'eranchiamatiariunirsiintornoallo stendardo di
Ruggero, da Ferdinando
4*
innalcato sullespondedellaSicilia,aTea-
no
ivi portate le loro braccia, il loro ingegno, lelorovirtùj cosi infondendo in quella nazionenuovo
spirito c vite novella, leprocuratuttiibcneBcj della pace,mentre
ilresto delmondo
è deso- latoda
tutti gli orrori della guerra.Ma
era iltempo
delle avversità,ed
ella.dovea bere fino all'estremastilla il calicedeiramarezza.Grcondata
da quelV Illustredrappellodi generosiNapoletani, a cuinon
era rimasto altrobene
sulla terrache il loro onore elaloro costan- ca, Carolina vedemancare
Talìmento al- la suagenerositàed
allesuebeneficenze,quando
ne avea maggioreilbisogno.Co- lei cbe potè mirarecon animo
intrepido la perditadiuna
gran partedei suoi Stati ela desolazione della sua famiglia,sem-<brò vacillarealledisgrazie di quegliesuli
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43
Tolontarj', quanto illustri altrettanto ia*
felici.
A
queltristospettacolo delle rÌTo- Ittzioni e deiringiustisià degliuoinim^
ella senteperla
prima
volta tuttoil ri-goredellesue sveuturoj e
dopo
aver de- statarammirasione
dell'Europa colsuo coraggio, ella pagaun
tributo alla de- bolezzadellanaturaumana
yellaè tratta Ticinoa morte.Chi mi
daràlo scalpello cheGiobbe
desiderava, per incidere hi l)ronzo e sulmarnio
le parole uscite allora dallesue labbra?Nel momento
in cuinon
vede cke l'orrore diun
sepolcro chesispalanca^
e
r
eternitàchesiavvicina, ella innalza quasimoribonda
lesuemani
tremanti, e favoti alcieloperla felicitàdelsuospo- so e dellasuafamiglia,perla prosperità de' suoi popoli. Riunitiintomo
asèipiù44
rispettabili esuli napoletani,oraricorda al
Re
iloro antichi senrigj, inobili e*sémpjdelle loro TÌrt&^ i loro sacrifici; ora
raccomanda
ad essi la loro unione perladifesadelTrono,
di cuilichiama r ornamento ed
ilsostegno, la loro fe- deltàperilmigliore de'5oTTani,il loroamore
peri suoi tìgli,laloro caritàper la Patria infelice!Alle lagrime,che a questo
nome
inon-dano
i suoi occhi,e cheannunziano
tut- talacommozione
delsuo cuore, la sua fede si scaole, ilsuo coraggio e lasua fermezzariprendonoilloro rigore,ela suaanima
par che si slancitutta intera coldesiderione'cieli. Religione! ecco iltuotrionfo:ReligioneItuseitutto sulla terra,per tuo
mezzo
la forza dell'Eter-no
diventanostra, allorché lapreghiera lachiama
innostroajuto! Felice chi al»lo splendoredellatua luce
non
vedenel- roniTerso che lasuaanima
eDiciMa
iltempo
delle prorenon
era finito; ed 11 Signore chetiene nellesuemani
la vita c la morte,prolungando
ancoraisuoi giorni> lariserbaantcore 8yentm*e.Eccola abbandonataairkicertezza dei
enti
ede'mari) spogliatadituttiibeni della terra e tutta piena solo diDio:
colma
ranima
di amarezza per ilRe
suo sposo, per i suoi figli, per i suoi Napoletani che lascia in preda a tutte le Tioende diuna
guerra infelice, col cuore laceratoda
mille tratti didolore per il giorine Prìncipe checonduce
se- co^ e che seco diyide le sue penejla sua costanza, le sue amarezze.Angelitutelari delle Sicilie^ vegliate
mtomo
all'augustaDonna,
ora che il46
cielo rigoroso suscita contro di essa lo spirito delle procelle! Io
temo
al solo racconto diq[aella ond'lèin balia lasuanave
inun mare
burrascoso', rinomato pertauti naulìagi. I fortideimare
sono spaventati^ il loro ardimento yacilla;Maria
Carolinasolaè tanto piùimpavida perquanto leonde sono piùcommosse
j
élla sola rassicura tutti
con
la sua fer-mezza;
ella sola eccita tutti a sperare nel Signore, sua fìducia esub scndo;edil Signore al fine, salva guidandola di periglio in perìglio, la
conduce
àCo-
stantinopoli, edilà attravierso deirUi»- garia lino a Vienna.
Giunta in quella reggia ove splendè la sua
cuna
, edove
"nelle sue disgrazie poteva dire col profeta: il Signore de-:gli eserciti
ha
fatto ciò per umiliare il fa$todellegrandezze umaine,Maria
Ca-47
rollila penetra con la suavoce intuttii consiglidei
Re^
intenerisce tuttiicuori,arma
tuttelebraccia.Ilsangue diMaria AntonicUa
e delnipote diS.Luigi, an- corfumante
sullatciTa ingrata, giàtea- tro delle loro glorie, delle Loro bene^ficenze e del loro martirio; Teredità decloro figlij divenuta il patrimonio di
un
aTTcnturìcre fortunato;la discenden- zaimmortale
de*Borìbonio prigioniera, oraminga
, ospogliata diuna
parte de*suoi Stati,
0
minacciata nelFaltra^rUn*
to del Signore strascinato in
dura
cat- tivitàcome Ncemia
; i popoli vittime della forza che estendeda
per tutto le catene dell'oppressione; la desolazione di tanta parte del globoche
presentar immagine
dellecatastrofipiù terribili^danno
alsuo linguaggio quella persua- sioneefficacecbe vienesolada Dio
opera*48
torde'iÀiracoli,e chepoteràsolaaccen*
dere più vivo ne'petti de'Sovrani della terrail desiderio dicompiere lalibera- zione di tante nazioni. Iddio, che
non
confondemai
la speranza di chi riposa in lui nel giorno dell'avversità, esaudi- sce dall'alto isuoi voti.La
santa lega^la più gloriosadiquante
ne
Tiderotutte l'età, e già stretta: colui che sospende sulla terra le grandini e le nevi, e le serbaperilgiórnod^
suoi giudizj, ver*sa nelle pianure di
Mosca
le procelle e lamorte
sulleimmense
falangi del nuo-vo
Antioco^labattagliadi Lipsia, lapiù grande, la più gloriosa diquantesene
diedero in questo secolo funesto,dona
la libertàall'Europa
jl'uomo
che,come
Sennacherìbboha
troppolungamente
ser- vito alle vendette delDio
degli eserciti, è dbtrutto^ Luigi è sulTrono
di Car-49
lomagno
jed
ilgiorno in cuiMaria Ca^rolina dee vedere Ferdinando restituito
a
quellodi CarloIH
^ è Ticino.Vani
sogni della vita c|uaaloinai la*pidi vi dileguatecoli' istantechevi pro-^
dusse!
Era
scaritto neldelo
che ella ,simile a
Mosè,
cui fu negatodi entrare nella terra promessa^non
dovesse rive- dere questo suolo,qiumdo
rovesciato iltrono deirusDu'paKione
dovea
rialzarsi quello della giustìzia, della sapienza,
dell'amore.
Suonò
Fora fatale^Maria
Carolina cessò di vivere; e carica dei trofeiriportaticombattendo
sullaterra, volò in seno a quelDio
in cui è ripo- sta la ricompensa de' giusti-£ morta
laDonna
Forte9risuonòla pacifica solitudine di Helzendorfe, ed ilgrido ferale agghiacciò la parola sulle lablira del figlio prediletto, che
dovea
5o
ricomparir tra noi
come
l'angelo pre- cursor della pace^ èmorta
1augusta fi- glia diMaria
Teresa, rispose la Reggia diVienna,
e si sparse il dolore nella Simigliade'Cesari; èmòrta
1*eroinadel- le Sicilie,ripetèl'Istro, 1'£bro
,la Sen- na, ilSebeto, ene
piansero il giostis-simò Re
e l'affettaoso figlio lontano, ne lagrimaronoamaramente
le pietosis- sime figUe, e si diffiiseU
lutto inuna gran
parte della terraiNapoletani,
Maria
Carolinanon
è più:ma
il nostroamore, ma l'ammi^
razione,
ma
il rispetto dell'Europa yi-Tono
ancora perlei. Dallatomba, ove
ella riposa nelsonno delSignore trala
madre
e lafiglia,sorgono,come da
quel- lade' giusti, parole di clemenza alRe,
di sapienza a' figli, di concordia e di pace al popol suo, cui invitaa deporre5i
suU'urna materna l'arco insidioso della vendetta.
A
misura cheiltempo
Invoca sulle ceneri di lei ilgiudizio dellapo-
sterità, più manifesta risplende la sua gloria in quel carattere d'immortalità, che la Religiouc
imprime
nelleanime da Dio
destinatea
senrire di esempio sulla terra,ed
in quello spirito di for<tczza che, in solo desiderio di eternità fermato,nè perprosperità s'innalza,
nè
per avversità si conturba.La
sua mie-moria
passerà di generazione in genera- zione nelle benedizioni de'popoli; e,quando
tacerà la nostra yoceed
ilno-
stro dolore, si leggerà ancora ne'cuori del nostri ultimi nipoti indelebilmente impresso ilnome
immortale diMaria
Carolina d'Austria.t
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