3 IL TEATRO SIMBOLISTA
3.5 Commento sulla traduzione
Passiamo adesso a una riflessione sui testi di Sologub in base alle difficoltà traduttive incontrate.
La lingua di Sologub non è molto complessa, anche se certi tratti di Dar mudrych pčel fanno eccezione, ma il vocabolario è ampio, spesso
LXV
astratto e di conseguenza variamente interpretabile. All’amore, basata soprattutto sulla lingua comune, sebbene sia quella dei primi del novecento, è abbastanza facilmente traducibile. Dar mudrych pčel invece, dramma basato sulla struttura delle tragedie greche, è caratterizzato da una lingua piuttosto aulica e da periodi lunghi e complessi. La resa in italiano non è stata sempre facile, spesso i periodi risultavano troppo faticosi e mi sono sentita costretta a spezzarli in più frasi, stando attenta però a non danneggiare il registro‖ dell’originale;‖ alcune‖ parole,‖ delle‖ quali non conoscevo il significato, non erano presenti neanche sui dizionari più comuni e sono stata costretta a utilizzare mezzi alternativi per poterne comprendere il senso (come internet o il dizionario di V. Dal’).‖ Molte proposizioni di questa tragedia, con un alto valore simbolico e un poco chiaro valore semantico, hanno richiesto uno studio particolare per essere comprese e quindi rese in italiano, sempre con la speranza di non aver eccessivamente incanalato il testo in una interpretazione univoca. Lo studio della mitologia greca è stato fondamentale per capire gran parte dei riferimenti (es.‖«Dall’aureo‖ autunno al rinverdire della primavera Persefone, priva di colpa, prova angoscia, prova angoscia e piange fino a quando non arriverà all’Ade‖ la‖ gradevole‖ notizia‖ del‖ risveglio‖ della‖ madre‖ Demetra‖ e‖ della dolce e violenta sommossa di Dioniso». In questo caso ovviamente, prima di tradurre, ho dovuto chiarire il motivo per il quale Sologub avesse chiamato in causa Demetra e Dioniso, spiegazioni che ho successivamente aggiunto in nota per permettere una completa comprensione al lettore).
Le problematiche di traduzione, come ho già accennato, sono nate spesso e soprattutto a‖ causa‖ dell’estremo‖ simbolismo‖ di‖ certe‖ battute,‖ poco‖ funzionali‖ all’azione‖ e‖ incredibilmente astratte, di
LXVI
conseguenza interpretabili in vari modi, per portare un esempio riporto una battuta del primo atto, sicuramente la parte di testo più complessa da questo punto di vista:
Ninfa nei giunchi del Lete. Io mi tuffo, io scintillo nella cupa profondità con sorrisi fluttuanti e perlati. Un fruscio eterno e infinito sopra di me. Onde
colme di mortalità. Perla opaca; erano lacrime. Non so. Scintillo.
Questa battuta credo sia molto esemplificativa per mostrare la tipologia di difficoltà che mi si è presentata davanti agli occhi; in questo caso Sologub ripete due volte un verbo, che io ho tradotto come scintillare e che in russo possiede molti e molto diversi significati (играть significa giocare, divertirsi; schiumare, scintillare; suonare, eseguire; influire, approfittarsi; interpretare, recitare; e questo per elencare solo una parte delle sue sfumature). Prima di tradurre una battuta come questa ho dovuto ovviamente darne‖ un’interpretazione‖ personale‖ e‖ il‖ contesto‖ non‖ mi ha aiutata poi molto dato che in questa parte di testo è praticamente del tutto assente uno sviluppo narrativo.‖ La‖ mia‖ scelta,‖ dopo‖ un’analisi‖ del‖ contesto‖ e‖ dell’opera, mi ha portato a scegliere questo termine italiano (scintillare), sempre con la consapevolezza che non sarei riuscita‖ a‖ mantenermi‖ del‖ tutto‖ fedele‖ all’originale;‖ ho‖ scelto‖ come‖ chiave di lavoro generale quella di usare termini che spingono il lettore a corrispondenze intratestuali, a viaggi semantici e fantastici tra detto e non detto, ad aprire porte che non si credeva potessero esistere.
Queste difficoltà, riscontrabili in qualsiasi testo atto a traslare una cultura‖in‖un’altra‖lingua e in un altro paese, sono da aggiungere al fatto che i testi da me tradotti sono opere teatrali, e quindi basati su una‖ fluidità‖ discorsiva‖ che‖ agevoli‖ l’attore‖ nell’enunciazione‖ e‖ lo‖
LXVII
spettatore nella comprensione. Se i periodi lunghi di Sologub sono accettati e apprezzati in un contesto narrativo, in un opera teatrale ho‖dovuto‖porre‖costante‖attenzione‖all’orecchiabilità‖e‖alla‖fluidità‖ delle‖ frasi‖ senza‖ lasciarmi‖ ingannare‖ dall’apparente‖ scorrevolezza, causata sempre dalla profonda conoscenza di questi determinati testi. Ovviamente in questo intento mi sono fatta aiutare dalla lettura a voce alta che mi ha permesso di scovare inciampi là dove una‖lettura‖d’altro‖tipo‖non‖vedeva‖che‖fluidità.‖
In alcune proposizioni ho preferito lasciare un ritmo più pesante onde‖ evitare‖ di‖ violentare‖ il‖ testo‖ di‖ partenza:‖ l’equilibrio‖ che‖ ho‖ trovato è assolutamente personale, il mio orecchio mi ha suggerito quali frasi italiane avessero bisogno di una revisione, di un taglio e quali invece no. Il limite tra la fedeltà al testo e la traduzione ottimale di esso è labile, spero comunque di essere riuscita a trovare un‖giusto‖equilibrio‖tra‖quelle‖che‖erano‖le‖intenzioni‖dell’autore e le necessità linguistiche di una scena teatrale, oltre che della resa in una lingua differente.
LXVIII
4 CONCLUSIONI
Ho deciso di concludere questo lavoro con una citazione tratta da un articolo di Sologub dal titolo Estetika Mečty:
Чего‖хочу‖я,‖зритель,‖приходящий‖в‖театр?‖*...+‖Я‖хочу,‖чтобы‖искусство‖ театра‖отторгло‖меня‖от‖моей‖действительности‖и‖перенесло‖меня,‖
восхищжнного,‖к‖иным‖мирам.‖Я‖хочу‖восторга.
Questo è ciò che Sologub si aspetta dal teatro come spettatore ed è ciò che tenta di offrire come drammaturgo agli spettatori delle sue opere; i mezzi che usa per raggiungere questo scopo non sono sempre i più efficaci ma ognuno di essi è ponderato fin nel particolare.‖ L’aspetto‖ di‖ Sologub‖ meno‖ riflettuto,‖ o‖ quanto‖ meno‖ spesso sottovalutato, ma al contrario che a mio parere è più istintivo e‖ spontaneo,‖ è‖ l’utilizzo‖ di‖ tematiche‖ “scomode”.‖ Continuerò a focalizzarmi‖ sul‖ tema‖ dell’incesto, nonostante Sologub dia spunti anche differenti (sadismo, masochismo) e in parte quello che mi accingo a dire può essere generalizzato a tutte le tematiche scelte dall’autore.‖Come‖ho‖spiegato‖nel‖capitolo‖precedente Sologub, per parlare‖ dell’incesto‖ ma‖ per‖ non‖ parlarne‖ a‖ tutti‖ apertamente‖ imbastisce,‖ all’interno‖ di‖ alcune‖ opere,‖ un‖ gioco‖ di‖ specchi‖ di‖ cui‖ non tutti possono e potevano usufruire; queste scelte stilistiche sono fini rimandi intellettuali intessuti grazie a una profonda ricerca ma credo anche che, nella scelta della tematica, appaia una zona nascosta del Sologub autore, una parte di lui che urla e si dimena per uscire. Non a caso infatti questo tema viene lasciato da parte per anni e solamente dopo la morte‖ della‖ sorella‖ Ol’ga‖ prende il sopravvento sulla sua opera compenetrando molti dei suoi testi fino
LXIX
alla‖morte.‖Senz’altro‖leggendo‖oggi‖le‖opere‖di‖Fedor‖Sologub‖certi‖ tratti si percepiscono come fin troppo decadenti e alcuni dei suoi testi rimangono legati al loro contesto letterario senza riuscire ad avere una reale fruizione nel presente, ma il passare del tempo non può impedirci di gustare l’ingegno‖ letterario di questo autore, soprattutto‖a‖mio‖parere‖in‖una‖forma‖d’espressione‖come‖il‖teatro‖ che, come ho detto, avrebbe bisogno di ricevere, almeno per il momento, una‖boccata‖d’aria fresca.
È ovvio ormai che i geni del calibro di Shakespeare o di Moliere rappresentano la base di tutta la cultura avvenire, di tutta la grandezza che a livello letterario, e non solo teatrale, possiamo aver raggiunto, ma è anche vero che il teatro si trova in questo momento troppo legato a queste individualità che ormai sembrano essersi trasformati in capolinea e non in promotori di novità. Rappresentare, leggere, studiare oggi il teatro simbolista, e ovviamente non solo simbolista, può aiutare a superare determinate barriere che si sono venute a creare e che, peggio, abbiamo creato noi stessi. Per non dilungarmi e per non ampliare troppo il tema del mio lavoro concludo reclamando più attenzione alla scena e alla drammaturgia, le uniche armi che ci possono ancora permettere di collaborare,‖ con‖ l’aiuto‖ della‖ nostra‖ fantasia,‖ alla‖ creazione‖ di‖ una‖ dolce leggenda.
LXX
5 BIBLIOGRAFIA
Edizioni dell’opera:
F. SOLOGUB, Sobranie p’ec, Nav’i‖čary,‖Sankt‖Peterburg‖2001.
F. SOLOGUB, Sobranie cočinenij v šesti tomach, NPK «Intelvak», Moskva 2002.
Testi critici consultati:
AA. VV., Enciclopedia, a cura di Edigeo, Zanichelli, Bologna 2003.
AA. VV., Russkij teatr i dramaturgija načala XX veka, Leningradskij gosudarstvennyj institut teatra, muzyki i kinematografij, Sankt Peterburg 1984. N. ABBAGNANO – G. FORNERO, Filosofi e filosofie nella storia, Paravia, Milano 1986.
J.‖AJCHENBAL’D,‖Siluety russkich pisatelej, Respublika 1994. I. ANNENSKIJ, Kniga otraženij, Nauka, Moskva 1979.
U. ARTIOLI, Teoria della scena dal naturalismo al surrealismo, Sansoni, Firenze 1972. A. BELYJ, Kritika, estetika, teorija simvolizma, Iskusstvo, Moskva 1994.
A. BLOK, Ob iskusstve, Iskusstvo, Moskva, 1980.
A.‖ČEBOTAREVSKAJA, «Tvorimoe» tvorčestvo, in «Zolotoe Runo», Moskva 1908, 11-12.
LXXI
S. GARZONIO, G. CARPI (a cura di), Antologia della poesia russa, la Biblioteca di Repubblica, Firenze 2004.
P. GRIMAL (a cura di), Mitologia, Garzantina 1990.
J.I.‖GUS’KOV,‖Proza F. Sologuba i literaturnyj avangard, Avtoreferat, Moskva 1995. V. IVANOV, predčuvstvija i predvestija, Novaja organičeskaja epocha i teatr budušego, in «Zolotoe runo», 4-6, 1906, p. 68.
G. KRAISKY, Le poetiche russe del novecento dal simbolismo alla poesia proletaria, Editori Laterza, Bari 1968.
M. KUZMIN, Sumerečnaja Dul’cineja,‖ in‖ Sobranie‖ sočinenija‖ Sologuba,‖ Intelvalk,‖ Moskva 2002, vol. 5, p.662.
G.A. LAPKINA, Russkij dramatičeskij teatr konca XIX – načala XX vv., Gitis, Moskva, 2000.
S.V. LOMTEV, Proza russkich simvolistov, interpraks, Moskva 1994.
V.‖MEJERCHOL’D,‖Iz pisem o teatre, in «Zolotoe Runo», Moskva 1908, 7, p. 108. V.‖MEJERCHOL’D,‖La rivoluzione teatrale, tr.it. di G. Crino, Editori riuniti, Roma 1962.
OMERO, Iliade, tr.it. di Vincenzo Monti, Edizione Rizzoli, Milano 1990.
М. PAVLOVA, Pisatel’-Inspektor. Fedor Sologub i F.K. Teternikov, Novoe literaturnoe obozrenie, Moskva 2007.
A. PYMAN, A history of russian symbolism, University Press, Cambridge 1994. D. RIZZI, La rifrazione del simbolo. Teorie del teatro nel simbolismo russo, Edizioni GB, Università degli studi di Venezia 1989.
LXXII
A.B. RUBTSOV, Iz istorij russkoj dramaturgij konca XIX – načala XX veka, Izdatelstvo‖ ministerstva‖ vysšego,‖ srednego‖ special’nogo‖ i‖ professional’nogo‖ obrazovanija BSSR, Minsk 1962.
L.‖SZILARD,‖Antičnaja Lenora v XX v., in Studia Slavica Academiae Scientiarum Hungaricae, Budapest 1982.
А.G. SOKOLOV, Istoria russkoj literatury konca XIX-načala‖ XX‖ veka,‖ Vysšaja‖ škola, Moskva 2006.
F.K. SOLOGUB, Kniga soveršennogo samoutverždenija, in «Zolotoe Runo», Moskva, 1906, 2, pagg.76-79.
F.K. SOLOGUB, Čelovek čeloveku – d’javol’, in «Zolotoe Runo», Moskva 1907, 1, p. 53.
F.K. SOLOGUB, Mečta don’-Kichota, in «Zolotoe Runo», Moskva 1908, 1, pp. 79- 80.
F.K. SOLOGUB, Melkij Bes, Bookking International, Paris 1995. F.K SOLOGUB, Iskusstvo našich dnej, NPK Intelvak 2002, pp. 411-445. F.K. SOLOGUB, Il demone meschino, Garzanti, Milano 2008.
F. ZELINSKIJ, Antičnaja Lenora, in «Vestnik Evropy», Moskva 1906, 3, pp. 167- 193.
Siti internet consultati: it.wikipedia.org
LXXIII
LXXIV
6 RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Claudio e Grazia con la speranza che non mi bastino mai due righe per descriverli.
Ringrazio Renato e Liliana perché principio del mio mondo.
Ringrazio il Fanna, indiscutibile e indescrivibile compagno di viaggio di TUTTE le mie avventure terrene.
Ringrazio Edo, che inconsapevole mi ha reso consapevolmente più felice e che col suo stupore improvviso riesce sempre a strappar via qualsiasi giornata di
pioggia.
Ringrazio via Liguria perché laggiù ho trovato più di quanto avrei mai immaginato.
Ringrazio‖la‖mia‖famiglia‖(Susmy,‖Etta,‖Franco,‖Maurizio<),‖il‖più‖grande‖organo‖ di distribuzione fiducia in se stessi.
Ringrazio Lau perché riesce ad affogare i problemi come nessun altro; ringrazio Ire perché ha immobilizzato armonicamente il mio tempo, campione olimpionico in velocità; ringrazio Cri perché da anni cerca di farmi prendere non so quanti kg;
ringrazio Raffa perché non dubito mai di quello che dice; ringrazio Francesca, compagna di questa nuova elettrizzante quotidianità e molto altro ancora da
scoprire; ringrazio Kastry e Marghina, da poco così vicine, due sorprese sorprendenti.
Ringrazio il Prof. Carpi perché, oltre a essere stato la mia guida durante la stesura della tesi, ha trovato il modo per farmi lavorare al meglio approdando al giusto
LXXV
Ringrazio‖chi‖non‖può‖essere‖presente‖quest’oggi, la persona che più ardentemente avrei voluto.