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Commercio interno

Nel documento Rapporto 2020(.pdf) (pagine 69-77)

2.7.1. Le imprese

Al 31 dicembre 2020 le imprese con sede in regione e attive nel complesso del commercio e riparazione di autoveicoli erano 87.680, il 22,0 per cento della base imprenditoriale. Rispetto ad un anno prima la loro consistenza è diminuita dell’1,3 per cento (-1.167 unità), ma negli ultimi cinque anni si è ridotta di 5.991 imprese (-6,4 per cento). Il macro settore aggrega tre realtà abbastanza diverse tra loro. Quella con il maggiore numero di imprese è il commercio al dettaglio. È il settore che ha subito la flessione maggiore del numero delle imprese, sia negli ultimi dodici mesi (-2,0 per cento, -879 unità), sia negli ultimi cinque anni, con una perdita di 4.285 imprese (-9,1 per cento). Le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 42.715 al 31 dicembre 2020. La tendenza alla riduzione della base imprenditoriale del commercio al dettaglio è andata accentuandosi decisamente e progressivamente dalla seconda metà del 2016. Ma il gelo che gli effetti della pandemia e le misure adottate a salvaguardia delle imprese hanno sparso sulla dinamica della demografia delle imprese ha rallentato questa tendenza anche nell’ultimo trimestre del 2020.

La tendenza negativa a livello nazionale è risultata più contenuta anche nel 2020 (-1,2 per cento).

Tav. 2.7.1. Consistenza delle imprese attive del commercio al dettaglio e tasso di variazione tendenziale(1).

Commercio e riparazione di autoveicoli

Commercio all’ingrosso

Commercio al dettaglio

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Infocamere – Movimprese.

0,3

4t11 4t12 4t13 4t14 4t15 4t16 4t17 4t18 4t19 4t20

-0,5

4t11 4t12 4t13 4t14 4t15 4t16 4t17 4t18 4t19 4t20

-3,0

4t11 4t12 4t13 4t14 4t15 4t16 4t17 4t18 4t19 4t20

-3,0

Rapporto sull'economia regionale

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Considerando la forma giuridica delle imprese, l’andamento rilevato in ambito regionale è frutto della composizione tra due tendenze. La prima è data da un vasto movimento negativo, originato da una più veloce diminuzione delle società di persone (-3,9 per cento, -352 unità) e da una più ampia riduzione delle ditte individuali (-660 unità, -2,2 per cento). La seconda è una tendenza positiva, costituita da un incremento assai meno ampio delle società di capitale (+2,9 per cento, +137 unità). L’aumento delle società di capitali e la riduzione di quelle di persone e delle ditte individuali sono favoriti dall’attrattività della normativa relativa alle società a responsabilità limitata, che ha un effetto positivo per le Srl, che costituiscono la gran parte dell’incremento delle società di capitale, e uno negativo per le società di persone. Anche l’insieme assai meno numeroso delle cooperative e dei consorzi è risultato in flessione nel trimestre (-1,9 per cento). Gli effetti sulla demografia delle imprese della pandemia si potranno valutare una volta che gli strumenti di salvaguardia introdotti saranno rimossi.

Il secondo settore per consistenza della base imprenditoriale è quello del commercio all’ingrosso che vede la presenza di 34.061 imprese, pari all’8,6 per cento della base imprenditoriale regionale. Questo settore ha subito una flessione più contenuta, sia negli ultimi dodici mesi (-1,1 per cento, -373 imprese), sia negli ultimi cinque anni (-5,7 per cento, -2.021 imprese). In quest’ambito, alla rapida diminuzione delle società di persone (-3,1 per cento nell’ultimo anno e -15,4 per cento dal 2015) e all’ampia riduzione delle ditte individuali (-343 imprese nell’ultimo anno e -1.747 dal 2015), che rappresentano anche in questo settore la forma giuridica più frequente (60,1 per cento del totale), non ha però corrisposto un aumento sostanzioso delle società di capitale cresciute solo leggermente nell’ultimo anno (+0,9 per cento) e in misura contenuta dal 2015 (+4,7 per cento). Questa forma giuridica è però adottata ora dal 28,8 per cento delle imprese del settore. La piccola classe delle altre forme societarie (cooperative e consorzi) ha subito una perdita più contenuta negli ultimi dodici mesi (-2,3 per cento), ma mostra la più rapida tendenza negativa rispetto al 2015 (-24,4 per cento).

Il settore con la minore consistenza delle imprese è quello del commercio e riparazione di autoveicoli, ove operavano 10.904 imprese alla fine dello scorso anno, pari al 2,7 per cento della base imprenditoriale regionale. Contrariamente ai precedenti, la base imprenditoriale di questo settore è leggermente aumentata sia nell’ultimo anno (+0,8 per cento), sia dal 2015 (+3,0 per cento), con la tendenza a una maggiore motorizzazione. Il settore ha registrato la crescita più rapida delle società di capitale nell’ultimo anno (+4,7 per cento) e dal 2015 (+28,6 per cento, +575 imprese). Le società di persone hanno subito una flessione del 3,1 per cento nell’ultimo anno e del -12,7 per cento, pari a 413 imprese dal 2015. In questo ambito le società di persone hanno ancora un peso molto importante, pari al 26,2 per cento delle imprese del settore, che è dominato dalla presenza artigiana. Le ditte individuali costituiscono la forma giurica più frequente e Tav. 2.7.2. Imprese attive del commercio operanti in Emilia-Romagna e tassi di variazione per settore e forma giuridica

Settore Dicembre 2020 Dicembre 2015

Commercio ingrosso e dettaglio e commercio e riparazione di autoveicoli

87.680 -1.167 -1,3 22,0 93.671 -5.991 -6,4 22,8

Commercio e riparazione di autoveicoli 10.904 85 0,8 2,7 10.589 315 3,0 2,6

- società di capitale 2.587 115 4,7 23,7 2.012 575 28,6 19,0

- società di persone 2.833 -90 -3,1 26,0 3.246 -413 -12,7 30,7

- ditte individuali 5.456 58 1,1 50,0 5.302 154 2,9 50,1

- altre forme societarie 28 2 7,7 0,3 29 -1 -3,4 0,3

Commercio all’ingrosso (escl.autoveic.) 34.061 -373 -1,1 8,6 36.082 -2.021 -5,6 8,8

- società di capitale 9.811 89 0,9 28,8 9.361 450 4,8 25,9

- società di persone 3.516 -113 -3,1 10,3 4.156 -640 -15,4 11,5

- ditte individuali 20.474 -343 -1,6 60,1 22.221 -1.747 -7,9 61,6

- altre forme societarie 260 -6 -2,3 0,8 344 -84 -24,4 1,0

Commercio al dettaglio (escl.autoveic.) 42.715 -879 -2,0 10,7 47.000 -4.285 -9,1 11,5

- società di capitale 4.868 137 2,9 11,4 4.147 721 17,4 8,8

- società di persone 8.613 -352 -3,9 20,2 10.151 -1.538 -15,2 21,6

- ditte individuali 29.032 -660 -2,2 68,0 32.492 -3.460 -10,6 69,1

- altre forme societarie 202 -4 -1,9 0,5 210 -8 -3,8 0,4

(1) Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (2) Composizione tra i settori sul totale delle imprese regionali e per forma giuridica all’interno del settore. (3) Differenza e tasso di variazione a cinque anni.

Fonte: Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati Inps tratti dalla banca dati Stockview di InfoCamere

2.7. Commercio interno

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sono leggermente aumentate negli ultimi dodici mesi (+1,1 per cento) e rispetto al 2015 (+2,9 per cento), mantenedo una quota del 50,0 per cento.

2.7.2. Gli addetti delle localizzazioni

Per avere un punto di osservazione dell’occupazione nel commercio, che permetta di considerare i suoi andamenti anche per i singoli settori, facciamo riferimento ai dati di fonte Inps relativi agli addetti delle localizzazioni di impresa in Emilia-Romagna. Occorre tenere presente che questi dati di fonte amministrativa si riferiscono alla fine del trimestre precedente a quello di diffusione e che gli addetti delle localizzazioni (sedi o unità locali) comprendono gli occupati presenti nelle unità locali situate in regione di imprese con sede fuori regione e escludono gli addetti di unità locali operanti fuori regione di imprese con sede in Emilia-Romagna.

Nella media del 2020 gli addetti del commercio sono risultati 286.917, pari al 16,8 per cento degli occupati in regione. Il settore è stato messo a dura prova dalle restrizioni della pandemia e dai mutamenti di comportamento dei consumatori, con la perdita di 5.991 unità (-2,0 per cento), rispetto alla moderata crescita rilevata nel 2019 (+1,3 per cento). Nonostante ciò gli occupati nel settore sono aumentati del 7,0 per cento dal 2015, un dato comunque inferiore a quello degli addetti del complesso degli altri servizi che hanno avuto un incremento del 19,1 per cento negli ultimi 5 anni.

Il sotto settore con il maggiore numero di addetti è quello del commercio al dettaglio, che nel 2020 ha impiegato 147.553 persone, pari all’8,6 per cento del totale regionale, e ha subito una flessione dell’occupazione del -2,0 per cento rispetto al 2019, pari a 2.947 addetti, anche se gli addetti sono aumentati del 7,8 per cento negli ultimi cinque anni.

Il settore che ha subito la più rapida discesa dell’occupazione lo scorso anno è stato quello del commercio all’ingrosso che occupava 100.870 addetti, pari al 5,9 per cento del totale regionale, che sono diminuiti del 2,7 per cento rispetto a un anno prima, anche se risultano ancora in aumento del 4,6 per cento dal rispetto a cinque anni prima.

Nel più piccolo settore del commercio e riparazione di autoveicoli lo scorso anno l’occupazione ammontava a 38.494 addetti, pari al 2,3 per cento del totale regionale, e ha mostrato sia la migliore tenuta negli ultimi dodici mesi, limitando la riduzione allo 0,6 per cento, sia il più forte incremento a 5 anni (+10,7 per cento).

Tav. 2.7.3. Addetti delle localizzazioni del commercio operanti in Emilia-Romagna, tassi di variazione e composizione per settore

Settore 2020 2015

Commercio ingrosso e dettaglio e commercio e riparazione di autoveicoli

286.917 -5.991 -2,0 16,8 268.116 18.801 7,0 17,5

Commercio e riparazione di autoveicoli 38.494 -233 -0,6 2,3 34.786 3.709 10,7 2,3

Commercio all’ingrosso (escl.autoveic.) 100.870 -2.811 -2,7 5,9 96.424 4.446 4,6 6,3 Commercio al dettaglio (escl.autoveic.) 147.553 -2.947 -2,0 8,6 136.907 10.646 7,8 8,9 (1) Rispetto all'anno precedente. (2) Sul totale degli addetti regionali. (3) Tasso di variazione a cinque anni.

Fonte: Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati Inps tratti dalla banca dati Stockview di InfoCamere

Fig. 2.7.4 Addetti delle localizzazioni del commercio in Emilia-Romagna e tassi di variazione tendenziale per settore

Settori 2020 2015

Stock Variazioni (1) Stock Variazioni (2)

(1) Tasso di variazione sull’anno precedente. (2) Tasso di variazione a cinque anni.

Fonte: Elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati Inps tratti dalla banca dati Stockview di InfoCamere Commercio

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2.7.3. La congiuntura del commercio al dettaglio

Il commercio al dettaglio ha risentito pesantemente degli effetti della pandemia e il 2020 si è chiuso con una riduzione delle vendite del 6,7 per cento. Si tratta della caduta più ampia dall’inizio della rilevazione superiore a quelle subite nel 2012 e 2013 (-5,7 per cento in entrambi gli anni) a seguito della crisi del debito, anche se lo scorso anno la fase di intenso crollo delle vendite si è concentrata in un solo semestre, con una successiva fase di migliore tenuta. Rispetto ad allora, però, la differenza dell’andamento delle vendite tra le tipologie del dettaglio è enormemente superiore. Disaggregando i dati economici in funzione della tipologia del commercio al dettaglio e della classe dimensionale delle imprese appare evidente come l’epidemia di coronavirus abbia decisamente accentuato i processi di cambiamento in corso da anni nel

Tav. 2.7.5. Congiuntura del commercio al dettaglio. Tasso di variazione tendenziale delle vendite

Tav. 2.7.6. Andamento delle quote percentuali delle imprese che giudicano le vendite correnti in aumento, stabili o in calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente

Tav.2.7.7. Andamento delle quote percentuali delle imprese che giudicano le giacenze a fine trimestre scarse, adeguate o eccedenti

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna, Unioncamere

L’indagine congiunturale trimestrale regionale sulle imprese del commercio al dettaglio realizzata dalle Camere di commercio e da Unioncamere Emilia-Romagna si fonda su un campione rappresentativo dell’universo delle imprese regionali e considera anche le imprese di minori dimensioni, a differenza di altre rilevazioni riferite alle imprese con più di 10 o 20 addetti. Le risposte sono ponderate sulla base del numero di addetti di ciascuna unità provinciale di impresa/cluster d’appartenenza, desunto dal Registro Imprese integrato con dati di fonte Inps e Istat. Dal primo trimestre 2015 l’indagine è effettuata con interviste condotte con tecnica mista CAWI-CATI.

Commercio Specializzato alimentare Specializzato non alimentare Iper super grandi mag.

28,4 27,4 33,7 34,6 35,5 32,3 28,5 37,9 38,4

32,0 32,0 27,8 30,3 34,6

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

2.7. Commercio interno

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settore del commercio, introdotto elementi nuovi e ulteriormente accelerato la crescita del commercio elettronico a danno di quello tradizionale.

Le tipologie del dettaglio

Se si considerano le diverse tipologie del dettaglio emerge che le vendite della distribuzione specializzata alimentare hanno contenuto il taglio al 2,1 per cento, mentre quelle delle imprese specializzate non alimentari hanno accusato decisamente gli effetti delle restrizioni imposte e registrato la caduta maggiore tra i settori considerati (-12,4 per cento), che è anche la più ampia mai sperimentata dall’inizio della rilevazione. Al contrario ipermercati, supermercati e grandi magazzini hanno decisamente beneficiato della situazione, grazie a una maggiore capacità organizzativa, di gestione della difficile contingenza e di effettuare consegne a domicilio, realizzando un incremento delle vendite del 7,4 per cento. Per questa tipologia si tratta invece del miglior risultato conseguito dall’inizio della rilevazione nel 2003.

Tav. 2.7.8. Congiuntura del commercio in Emilia-Romagna. Anno 2020

Vendite var. % (1) Vendite var. % (1)

Commercio al dettaglio -6,7

Settori di attività Classe dimensionale

- dettaglio alimentari -2,1 - piccole 1-5 addetti -10,0

- dettaglio non alimentari -12,4 - medie 6-19 addetti -7,8

- iper, super e grandi magazzini 7,4 - grandi 20 addetti e oltre -2,7 (1) Valori correnti. Tasso di variazione sull’anno precedente.

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

Tav. 2.7.9. Tasso di variazione tendenziale delle vendite e giudizi tendenziali sulle vendite del commercio al dettaglio aggregato, per tipologia e per classe dimensionale delle imprese (continua)

Specializzato alimentare

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

Specializzato non alimentare

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

(1) Tasso di variazione tendenziale. (2) Quote percentuali delle imprese che giudicano le vendite correnti in aumento, stabili o in calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e saldo tra le quote in “aumento” e in “calo”. (3) Quote percentuali delle imprese che giudicano le giacenze a fine trimestre scarse, adeguate o eccedenti e saldo tra le quote “ eccedenti ” e in “scarse”.

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20 Spec. Alimentare Dettaglio

28,3 23,3 26,3 30,2 32,6 41,1 42,6 40,0 46,9 42,3 40,8 42,4 41,3 44,3 19,5 17,8 26,6 22,2 29,4 35,9 31,3 28,5 23,1

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20 Spec. non alimentare Dettaglio

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

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Tav. 2.7.9. (segue) Tasso di variazione tendenziale delle vendite e giudizi tendenziali sulle vendite del commercio al dettaglio aggregato, per tipologia e per classe dimensionale delle imprese

iper, supermercati e grandi magazzini

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

Piccole strutture (1-5 dipendenti)

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

Medie strutture (6-19 dipendenti)

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

Grandi strutture (20 dip. e oltre)

Vendite (1) Giudizi sulle vendite (2)

(1) Tasso di variazione tendenziale. (2) Quote percentuali delle imprese che giudicano le vendite correnti in aumento, stabili o in calo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e saldo tra le quote in “aumento” e in “calo”. (3) Quote percentuali delle imprese che giudicano le giacenze a fine trimestre scarse, adeguate o eccedenti e saldo tra le quote “ eccedenti ” e in “scarse”

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20 Iper, supermercati e grandi mag. Dettaglio

24,8 22,0

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

-1,9 -1,8 -1,6 -0,9 -0,5

-13,4 -18,3

-3,9 -4,5

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

1-5 dipendenti Dettaglio

25,3 21,6 25,4 25,9 29,4 17,6 17,1 30,5 31,7 40,6 42,3 35,0 40,1 38,5

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20 6-19 dipendenti Dettaglio

29,0 31,9 20,9 25,0 29,1 23,5 24,1 26,8 32,3 32,8 34,0

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20 20 dipendenti e oltre Dettaglio

31,7 32,2 47,2 47,5 44,4 51,5 42,5 50,0 47,8 22,3 20,0

4t18 1t19 2t19 3t19 4t19 1t20 2t20 3t20 4t20

aumento stabili calo saldo

2.7. Commercio interno

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La dimensione delle imprese

Si conferma l’esistenza di una correlazione positiva tra la dimensione aziendale e l’andamento delle vendite. L’anno si è chiuso con una flessione delle vendite per tutte le classi dimensionali, ma il crollo delle vendite del 10,0 per cento per la piccola distribuzione, si accompagna alla caduta del 7,8 per cento per le imprese distributive di media dimensione, mentre quelle di maggiore dimensione sono riuscite a contenere sensibilmente il risultato negativo (-2,7 per cento).

Nel documento Rapporto 2020(.pdf) (pagine 69-77)