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Come molti piccoli mammiferi il cincillà tende a non mostrare situazioni di disagio o malattia finché questa non risulta essere abbastanza conclamata (Bradley Bays et al. 2006, p. 274). I cincillà malati sono meno attivi ed emettono meno vocalizzi di quando sono in salute.

Essendo respiratori nasali obbligati, solo quando la malattia respiratoria è grave manifestano dispnea: mostrare questo sintomo è indice di importante compromissione dell’apparato respiratorio (Bradley Bays et al. 2006, p. 275). Qualsiasi malattia può provocare: depressione del sensorio, anoressia e perdita di peso.

Il cincillà malato tende a effettuare meno grooming e ad avere un’apparenza scomposta e sporca (Bradley Bays et al. 2006, p. 275).

L’anoressia è un comune segno di malessere, spesso è associata a disturbi gastrointestinali (ileo, enterotossiemia e meteorismo), malocclusione dentale, crescita dentale, polmonite e ogni situazione di grave malattia può essere responsabile di questo sintomo (Bradley Bays et al. 2006, p. 275).

L’anoressia e la stasi gastrointestinale portano rapidamente alla diminuzione della produzione di pellet fecali sia per grandezza che per quantità.

L’appetito e l’eliminazione fecale è più difficile da monitorare quando più esemplari sono tenuti insieme e questo può costituire un ulteriore ritardo nell’identificazione del problema.

La stasi gastrointestinale, come in altre specie erbivore, è una comune presentazione di un problema secondario di un’altra causa come una malattia o dolore; i segni includono letargia, anoressia, diminuzione dell’emissione di feci, distensione addominale e bruxismo (Bradley Bays et al. 2006, p. 275).

Il trattamento include una terapia di supporto con flebo sottocutanea o endovena e/o somministrazione di acqua per via orale, farmaci antimeteorici, analgesici, stimolanti della motilità intestinale e antibiotici se il caso lo richiede (Bradley Bays et al. 2006, p. 275).

Somministrare un’alimentazione assistita con fieno liofilizzato può costituire un buon supporto all’animale e può stimolare la ripresa della corretta motilità intestinale.

Ipersalivazione e anoressia sono comuni segni dei malocclusione dentale, gli animali affetti da questa patologia sono interessati al cibo, si avvicinano lo raccolgono, ma hanno poi estrema difficoltà a mangiarlo: questo atteggiamento viene ripetuto più volte al giorno ed indica un desiderio di mangiare, ma incapacità di farlo (Bradley Bays et al. 2006, p. 276).

Anche la scialorrea è un segno clinico di malocclusione o infezione dentale, le parti che risultano bagnate sono il mento, il muso, il torace e le zampe anteriori (Bradley Bays et al. 2006, p. 276).

Altri segni sono la perdita di peso, la disfagia, l’alitosi e la perdita di appetito.

La sedazione di solito è necessaria per una buona ispezione del cavo orale; per l’eventuale trattamento, è inoltre necessario che il veterinario abbia la strumentazione corretta e apposita per piccoli mammiferi, per eseguire la procedura in sicurezza, efficacia e completezza (Bradley Bays et al. 2006, p. 276). La crescita dentale è un problema abbastanza comune e può essere messo in evidenza solo con una radiografia (Hoefer, 2002).

L’ipersalivazione può essere associata a colpo di calore, i cincillà, come abbiamo già detto, sono originari di zone fresche e secche delle montagne e prolungate esposizioni a temperature superiori a 26 gradi, possono provocare colpi di calore e morte; anche un’alta umidità può aggravare la condizione (Bradley Bays et al. 2006, p. 276).

I sintomi di surriscaldamento sono: ipersalivazione, decubito, polipnea, cianosi, ipertermia, fino ad arrivare a morte.

Anoressia e stasi gastrointestinale, sono evenienze molto probabili dopo un episodio di ipertermia (Bradley Bays et al. 2006, p. 276).

Il “fur chewing” può essere il risultato di stress causato da rumori forti (lavori in casa, abbaio dei cani ecc. ecc.), sovraffollamento, squilibrio ormonale, eccessiva manipolazione e drastici cambiamenti nella routine quotidiana (Bradley Bays et al. 2006, p. 276).

Gli animali che manifestano questo comportamento riescono a masticarsi il pelo sulle spalle e sui fianchi e a masticarlo anche ad eventuali compagni di gabbia. È una manifestazione che ha maggior incidenza nelle femmine (Ponzio et al 2007), durante la notte (Franchi et al 2016) e non è legato alle performance riproduttive (Galeano 2014).

Il “fur chewing” ha anche una componente ereditaria, nei cincillà dell’industria della pelliccia presenta un’incidenza molto alta tra il 15% e il 20%.

Di solito si sviluppa tra i 6 e 8 mesi di età (Tisljar, 2002).

È stato dimostrato che i cincillà che presentano questo atteggiamento hanno cambiamenti patologici di adrenalina e cute perché presentano iperadrenocorticismo (Tisljar, 2002; Lapiński et al. 2012; Ponzio et al 2012).

A oggi non è stata ancora trovata una cura farmacologica efficace per ridurre o curare questo comportamento patologico (Galeano et al. 2013) (Fig. 15).

Movimenti ripetitivi come la corsa avanti e indietro sul fondo della gabbia può essere indicativo che l’ambiente è troppo piccolo o non sono presenti abbastanza ripiani per permettergli di saltare (Bradley Bays et al. 2006, p. 277).

Epifora e blefarospasmo possono indicare abrasioni corneali, corpi estranei nell’occhio, congiuntiviti o problemi alle radici dentali (Bradley Bays et al. 2006, p. 277).

I cincillà sono molto sensibili alla percezione della minaccia, per questo forti rumori e improvvisi cambiamenti nella vita quotidiana possono essere fonti di stress (Bradley Bays et al. 2006, p. 278).

Anche il contatto visivo, il rumore e l’odore di un predatore possono portare a stress l’animale, per questo è sconsigliato alloggiare il cincillà vicino a cani, gatti, furetti o grandi uccelli (come pappagalli) (Bradley Bays et al. 2006, p. 278).

Procedure veterinarie minori, come il prelievo di sangue possono essere eseguite con la contenzione manuale, avvolgendo l’animale in un asciugamano e tenendolo per la base della coda sostenendo il resto del corpo (Bradley Bays et al. 2006, p. 278).

L’anestesia è assolutamente consigliata nel caso di procedure lunghe o dolorose ed è molto importante il controllo del dolore prima, durante e dopo una chirurgia usando diversi protocolli per la terapia del dolore (Bradley Bays et al. 2006, p. 278). La rianimazione cardiopolmonare è possibile in caso di necessità (Fernandez et al 2013).

Normalmente le suture cutanee sono sconsigliate e sono preferibili quelle sottocutanee perché i cincillà tendono a togliersi i punti molto rapidamente.

Non avendo paura dell’altezza, la loro natura attiva li porta spesso a farsi male, ad esempio restando impigliati son le zampe nelle maglie della gabbia, il radio, l’ulna e la tibia sono le ossa più spesso colpite da questi incidenti (Bradley Bays et al. 2006, p. 278).

Molte fratture rispondono bene immobilizzando l’arto o mettendo un fissatore esterno (Johnson, 2014), se poi risulta necessaria l’amputazione importante è eseguire una corretta anestesia.

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