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Composizione della frazione volatile presente nell’acqua di distillazione di Salvia officinalis L e identificata mediante la tecnica

RISULTATI E DISCUSSIONE

5.4 Composizione della frazione volatile presente nell’acqua di distillazione di Salvia officinalis L e identificata mediante la tecnica

SPME

I monoterpeni i sesquiterpeni ossigenati si trovano in concentrazione elevata, talora superiore a quella contenuta nell’olio essenziale.

COSTITUENTI % L.r.i. α-pinene 6,4. 940 camphene 3,4 955 β-pinene 3,7 982 myrcene 2,3 991 α-terpinene tr. 1020 p-cymene tr. 1028 limonene tr. 1033 1,8-cineole 15,4 1035 γ-terpinene tr. 1063 linalool tr. 1100 nonanal tr. 1104 camphor 9,2 1145 borneol tr. 1167 4-terpineol tr. 1180 p-cymen-8-ol tr. 1185 α-terpineol tr. 1191 decanal tr. 1206 thymoquinone 3,2 1251 isobornyl acetate 3,2 1286 thymol tr. 1291 carvacrol 7,3 1299 piperitenone tr. 1340 eugenol tr. 1356 β-caryophyllene 2,7 1419 α-humulene tr. 1456 caryophyllene oxide 1,9 1583 guaiol 15,0 1597 humulene epoxide tr. 1608 γ-eudesmol 1,9 1632 β-eusdemol 13,6 1651 burnesol 3,9 1667 Totale 93,1 Tabella 4: composizione delle sostanze volatili di Salvia officinalis

Si osserva (tabella 4) l’elevata concentrazione di 1,8 cineole (15,4%), guaiol (15%), β-eudesmol (13,6%), camphor (9,2%), carvacrol (7,3%).

CONCLUSIONI

Il nostro lavoro ha evidenziato notevoli influenze negative dei prodotti in esame sulla germinazione e lo sviluppo delle malerbe ma anche delle specie coltivate. Trovare un equilibrio tra entità del trattamento ed una crescita agronomicamente accettabile del prodotto vegetale è l’obbiettivo che si dovrebbe perseguire quando si opera in questo tipo di studi. Purtroppo in campo le interazioni tra l’ambiente e l’agrotecnica e le specie coltivate sono tali e tanti che non è possibile giungere a conclusioni definitive e sempre valide. Tra le due specie coltivate il ravanello è quello che senz’altro dimostra di adattarsi meno ai vari trattamenti, mentre il basilico reagisce sia pure con qualche decremento di produzione di biomassa, in maniera migliore.

E’ stato constatato il notevole controllo delle malerbe da parte degli scarti utilizzati con un effetto più marcato di quelli dell’origano. Le dosi da noi utilizzate, alla luce di quanto è emerso dalla sperimentazione, sono da considerarsi eccessive e quindi una loro riduzione potrebbe portare a scoprire un equilibrio che poi rappresenterebbe il successo dello studio stesso. Il problema che noi abbiamo affrontato del ravanello e basilico potrebbe essere esteso anche ad altre specie ortive e non, dove la semina fitta non permette quegli interventi meccanici che possono, controllare in maniera adeguata le malerbe. Tutto questo naturalmente in un contesto di produzioni biologiche. Si potrebbe pensare per esempio allo spinacio, a certe verdure da foglia a taglio ripetuto, dove l’infestante oltre che danneggiare per la competizione con la pianta coltivata può deprezzare il prodotto per una presenza senz’altro non gradita. Un’altra applicazione potrebbe essere quella di una pacciamatura vegetale per l’asparago o cipolle da consumo fresco.

In ultimo è da far notare che esiste un costo di un certo rilievo per lo smaltimento degli scarti di lavorazione anche delle piante aromatico-officinali. Non è certamente un problema così importante come quello che si ha nella lavorazione di altri materiali agricoli come le acque di vegetazione o reflui delle industrie agro-alimentari ma rappresenta un qualcosa che al momento è sottovalutato. Consideriamo infatti che esistono in Italia realtà importanti che lavorano grosse quantità di prodotti aromatici

provenienti dall’estero e che hanno bisogno di lavorazioni prima di essere commercializzati non soltanto nel nostro paese ma anche esportati. L’industri agroalimentare italiana ed europea assorbe quantità non statisticamente ben definite ma sorprendentemente importanti di questi prodotti. Sarebbe non giusto tuttavia cercare nell’agricoltura la destinazione di un qualcosa che non si sa dove gettare.

Purtroppo ciò sta accadendo per molti prodotti di scarto in notevoli settori non soltanto dell’industria agroalimentare che più o meno camuffati vengono venduti magari a caro prezzo all’agricoltore. In questo caso la nostra agricoltura ritenuta da tutti inquinante funziona, pagando, come la pattumiera del nostro mondo industrializzato. Sottolineiamo ancora che nel fare questo l’agricoltura deve anche pagare. Certi scarti di lavorazione come quello delle piante aromatiche da noi affrontato potrebbero invece senza alcun costo di trasformazione magari forniti gratuitamente all’azienda agricola, contribuire in un contesto di agricoltura che sceglie di non usare prodotti offerti dal mercato tradizionale per controllare le infestanti o anche con opportune trasformazioni ad un controllo di determinate fitopatie.

Tutto questo magari senza tralasciare il problema che i principi attivi di queste specie pur naturali potrebbero determinare con la loro persistenza problemi magari non previsti per le colture che seguono nelle necessarie rotazioni agricole.

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RINGRAZIAMENTI:

Per tanti anni ho aspettato questo momento anche se a dire il vero a volte ho dubitato di farcela. Molte erano le cose che immaginavo avrei detto a tutti coloro a cui voglio bene; in realtà adesso non so cosa dire a chi mi ha sempre sostenuto e incoraggiato anche nei momenti più duri, a chi ha avuto sempre una parola gentile e mi ha accompagnato fin qui nonostante tutto e tutti; non ho parole nemmeno per chi invece mi ha rimproverato quando ce ne è stato bisogno, che mi ha criticato e poi mi ha abbracciato con affetto. Grazie a Stefano che mi ha convinto di essere nella facoltà giusta e che mi ha sempre sostenuto nei periodi di insonnia; grazie a Lorella, Enrica e Alessia che non si sono mai stancate di darmi consigli ma soprattutto mi hanno sfamato con le loro leccornie. A Marta, Anna e Alessandro con cui ho condiviso lunghi viaggi in treno e la cui presenza non è mai mancata; a Serena su cui ho sempre potuto contare a qualsiasi ora del giorno e della notte; Grazie anche a Fabio, Danilo, Eva, Chiara, Alessio, Lidia con cui ho passato giornate indimenticabili. Ad Enrico che mi ha sempre spinto a credere in me stessa e mi ha aiutato in tutto quando credevo di non farcela, grazie. A tutti coloro che non ho citato ma che non per questo sono stati meno importanti, grazie. I momenti che ho passato con tutti voi sono stati indimenticabili; mi auguro che siano solo l’inizio.

Ringrazio con sincero affetto anche il professor Macchia, la dottoressa Ceccarini e il professor Cioni, senza i quali niente di quello che qua è scritto sarebbe stato possibile.

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