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Comunicazione e partecipazione dei cittadini per una migliore gestione delle emergenze: l’esperienza delle consultazioni europee in ASSET

Valentina Possenti1,2, Barbara De Mei1,2, Paola Scardetta1,2, Eva C. Appelgren1,3, Arianna Dittami1,2, Lorenzo Fantozzi1,2, Valerio Occhiodoro1,2, Sabrina Sipone1,2, John Haukeland1,4, Anna Kurchatova1,5, Alberto d’Onofrio1,6, Mitra Saadatian1,7, Vanessa Maria Moore1,8, Kjersti Brattekas1,9, Mircea Ioan Popa1,10, Ariel Beresniak1,11, Eva Benelli1,12, Debora Serra1,12, Donato Greco1,12, Alberto Perra1,13

1) Gruppo di lavoro europeo progetto ASSET 2) Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità 3) Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità 4) Fonden Teknologirådet, Copenhagen, Denmark 5) National Center of Infectious and Parasitic Diseases, Sofia, Bulgaria 6) International Prevention Research Institute, Lyon, France 7) Lyonbiopole Health Cluster, Lyon, France 8) European Institute of Women’s Health Limited, Dublin, Ireland 9) Norwegian Defence Research Establishment, Oslo, Norway 10) Universitatea De Medicina Si Farmacie’carol Davila’ Din Bucuresti, Bucharest, Romania 11) Data Mining International Sa, Geneva, Switzerland 12) Zadig Srl, Roma 13) Dipartimento di Prevenzione, ASL Roma 5, Roma

Introduzione: La Decisione europea 1082/2013 riconosce la comunicazione del rischio quale elemento essenziale nella

gestione di emergenze internazionali di salute pubblica, quali epidemie e pandemie. Il progetto europeo ASSET (Action plan in Science in Society in Epidemics and Total pandemics), attraverso la costruzione di un piano di azione di mobilizzazione e apprendimento reciproco e secondo un approccio partecipato, evidenzia aspetti di Scienza in Società (governo, questioni etiche e di genere, scienza aperta e accesso ai dati) nel disegno di strategie efficaci.

Obiettivi: Consultare gruppi di cittadini di 8 paesi europei su: Libertà personale e sicurezza per la salute pubblica; Comunicazione

tra cittadini e autorità sanitarie; Trasparenza in salute pubblica; Accesso alle informazioni.

Metodi: Le consultazioni dei cittadini si sono tenute il 24 Settembre 2016 in simultanea a: Sofia, Copenaghen, Lione, Dublino,

Roma, Oslo, Bucarest, Ginevra. Lo svolgimento di consultazioni multicentriche si è basato su un protocollo operativo e sui medesimi materiali e strumenti, tradotti nella lingua nazionale. I cittadini sono stati selezionati tramite procedure e criteri standard in tutti i paesi, rispettando la distribuzione demografica della popolazione generale con riferimento all’età (>18), al genere, alla zona geografica di residenza, al livello di istruzione, all’occupazione e a eventuali criteri a rilevanza nazionale. Una numerosità di 50 cittadini per paese è stata individuata tale per cui, pur senza una rappresentatività statistica, si potesse fornire un quadro realistico delle tendenze quantitative. Prima di essere consultati sugli argomenti identificati, ai cittadini è stato mostrato un video introduttivo, seguito da discussioni in plenaria e somministrazioni dei questionari. Le risposte sono state elaborate da uno strumento web automatico. I dati presentati sono stati analizzati con EpiInfo7.

Risultati: 430 cittadini europei, di cui 66 italiani, hanno partecipato alle consultazioni ASSET. La percentuale di coloro che ritiene

che dovrebbe essere obbligatoria la vaccinazione per gli operatori sanitari passa dal 55,4% (95%IC: 50,5%-60,2%) in condizioni generali all’84,9% (95%IC: 81,1%-88,1%) in situazioni di rischio epidemico o pandemico. Le persone coinvolte credono che processi di consultazione pubblica debbano essere svolti dalle autorità secondo routine (80%; 95%IC: 75,8%-83,6%) e che processi simili a quelli realizzati in ASSET debbano essere ugualmente praticati (91,5%; 95%IC: 88,4%-93,9%). Allo stesso tempo, a operatori sanitari e medici di medicina generale che rimangono la sorgente informativa più attendibile, i cittadini chiedono informazioni chiare e univoche (71,5%; 95%IC: 66,9%-75,7%).

Conclusioni: Assieme alla fiducia nelle istituzioni, comunicazione trasparente e coinvolgimento della popolazione sono le

questioni cruciali per informare correttamente le politiche di preparazione e risposta alle minacce per la salute pubblica.

Una rete di progetti LIFE per promuovere trasferimento e scambio di conoscenze in ambiente e

salute

Liliana Cori - IFC-CNR; Sandra Baldacci - IFC-CNR Giovanna Berti - ARPA Piemonte; Ennio Cadum - ARPA Piemonte Gemma Calamandrei - Istituto Superiore di Sanità; Annalaura Carducci - Dipartimento di Biologia - Università di Pisa; Luisa Da Ros - ISMAR-CNR; Emilia Di Pace - IPBC -CNR; Gabriele Donzelli - Dipartimento di Biologia - Università di Pisa; Umberto Gelatti - Università di Brescia; Cinzia La Rocca - Istituto Superiore di Sanità; Nunzia Linzalone - IFC-CNR; Sara Maio - IFC-CNR; Federica Manzoli - IFC-CNR; Francesca Natali - Università di Firenze; Maria Rowinski - ARPA Piemonte Stefania Tonin - Iuav, Università di Venezia; Fabrizio Bianchi - IFC-CNR

Introduzione: L’inquinamento ambientale, insieme a disuguaglianze socio-economiche, è tra le principali cause dei determinanti

non individuali che influenzano la salute della popolazione dell’UE. L’OMS stima che il 23% dei decessi globali e il 26% della mortalità nei bambini sotto i cinque anni siano causati da fattori ambientali modificabili e prevenibili con la riduzione dell’inquinamento, nuove tecnologie, campagne di informazione e nuovi servizi per i cittadini: la consapevolezza ambientale diventa strumento politico, che si aggiunge a quelli giuridici ed economici. Trasferimento e scambio di conoscenze scientifiche devono quindi soddisfare esigenze e priorità di una pletora di attori: diverse politiche e programmi dell’UE si sono concentrati sul trasferimento delle conoscenze, Knowledge Transfer and Exchange, KTE, un requisito innovativo per la ricerca.

Obiettivi: Gli strumenti di KTE sviluppati in sanità pubblica possono essere applicati al tema ambiente e salute, per contribuire

al successo del programma ambientale LIFE della UE, aumentando consapevolezza, capacità decisionali e coinvolgimento degli attori tutti.

Metodi: La rete KTE LIFE EnvHealth è una rete di 9 progetti LIFE creata per potenziare lo scambio e il trasferimento delle

conoscenze in ambiente e salute. Un dialogo organizzato e costruttivo e il coinvolgimento di più attori permettono di affrontare i problemi di salute di comunità soggette a pressioni ambientali. Il tema è caratterizzato da: una governance complessa; un elevato livello d’incertezza, ambiguità e complessità dei risultati della ricerca; una percezione pubblica mutevole.

I partecipanti hanno condiviso la loro esperienza per definire canali e strumenti di comunicazione con i soggetti interessati, per promuovere il ruolo di ricercatori e cittadinanza scientifica nell’attuazione delle politiche.

Risultati: MED HISS, CROME e AIS utilizzano i risultati di studi epidemiologici per fornire le conoscenze ed ottimizzare le

politiche di prevenzione. Condurre ricerche che contribuiscano alla pianificazione di programmi concreti è una delle sfide rilevanti dell’epidemiologia ambientale.

GIOCONDA e MAPEC hanno tra gli obiettivi quello di educare, utilizzando le conoscenze epidemiologiche. PERSUADED ha coinvolto i pediatri per sensibilizzare famiglie e bambini per migliorare lo stile di vita.

GHOST e MERMAIDS stimolano la catena produttiva per modificarne le pratiche e migliorarne la sostenibilità.

Conclusioni: Sul tema “ambiente e salute umana”, secondo il rapporto EEA/JRC, la preoccupazione del pubblico rappresenta

un potente motore delle politiche ambientali.

I beneficiari dei progetti LIFE hanno pertanto un ruolo prezioso nel colmare lacune di conoscenza e nel superare ostacoli istituzionali e concettuali esistenti tra ricercatori, innovatori, produttori, utilizzatori finali, responsabili politici e società civile. La rete KTE LIFE EnvHealth esprime questo ruolo in Italia, proponendo l’uso di strumenti condivisi e valutabili.

Social network analysis: studio della pluri-ospedalizzazione nella popolazione assistita del lazio di