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Relazione tra anticipazione diagnostica e terapie: confronto fra donne sottoposte a screening e non screenate

Pamela Mancuso1, Massimo Vicentini1, Francesca Ferrari1, Annamaria Pezzarossi1, Moira Ragazzi2, Stefania Caroli3, Moira Foroni2, Alberto Cavazza2, Simonetta Piana2, Cinzia Campari3, Lucia Mangone1, Giancarlo Bisagni4, Paolo Giorgi Rossi1 - 1 Servizio di Epidemiologia, Azienda USL di Reggio Emilia IRCCS, via Amendola 2, 42122 Reggio Emilia 2 Servizio di Anatomia Patologica, Arcispedale Santa Maria Nuova IRCCS, Reggio Emilia, Italia 3 Centro di Coordinamento Screening, Azienda USL Reggio Emilia IRCCS, Via Monti Urali 74/10, 42122 Reggio Emilia 4 Dipartimento di Oncologia, Arcispedale Santa Maria Nuova IRCCS, Reggio Emilia, Italia

Introduzione: I tumori della mammella screen-detected mostrano una prognosi più favorevole in genere rispetto ai cancri

sintomatici grazie fondamentalmente a uno stadio più precoce alla diagnosi e a un grading più differenziato. Tuttavia, anche aggiustando per stadio, rimangono differenze di sopravvivenza tra tumori screen-detected e non screen-detected, che possono essere dovute ad altri fattori prognostici, come l’immunofenotipo oppure al miglioramento delle terapie e della loro appropriatezza prescrittiva.

Obiettivi: Valutare le prescrizioni di terapie mediche e radioterapiche in base alla storia individuale di screening: popolazione

screenata (S), popolazione non screenata (NS).

Metodi: Dal Registro Tumori Reggiano sono state individuate 500 donne con tumore della mammella incidente nel 2013

e selezionate 366 di età 45-76 anni. Per queste è stato ricostruito lo stato di screening: non screenate e screenate (che comprendono screen-detected e cancri intervallo, questi ultimi definiti come cancri con un test di screening negativo nei 18 mesi antecedenti la diagnosi per la fascia 45-49 anni e 36 mesi per la fascia 50-76 anni); le terapie prescritte chemio-, ormono-, radioterapia e target-therapy. I tumori sono stati classificati in base allo stadio e all’immunofenotipo: Luminal-A, Luminal-B (Her2+, Her2-), Her2+non-Luminal, Triple-negative. Sono stati calcolati gli Odds-Ratio (OR) per ciascuna terapia.

Risultati: Delle 366 donne selezionate, 306 sono screenate e 60 non screenate. 112 donne hanno fatto chemioterapia

(S:87, NS:25), 260 radioterapia (S:223, NS:37), 40 target-therapy (S:31, NS:9) e 286 ormonoterapia (S:244, NSD:42). Le donne screenate fanno significativamente, meno chemioterapia (OR:0,56; IC95%:0,31;0,98), meno target-therapy (OR:0,63; IC95%:0,28;1,14) ma più ormonoterapia (OR:1,68; IC95%:0,88;3,21) e radioterapia (OR:1,62; IC95%:0,89;2,94), anche se gli eccessi sono compatibili con fluttuazioni casuali. Aggiustando per stadio i risultati sono simili per le prescrizioni di radio e target- therapy, mentre si riducono lievemente le differenze per la chemio (OR:0,70; IC95%:0,36;1,37) e ormonoterapia (OR:1,52; IC95%:0,74;3,11) tra il gruppo screening e non-screening. Le classi immunofenotipiche non differiscono tra S e NS (ρ2=1,80; p=0,77) mentre lo stadio è diverso nei due gruppi (in situ e stadio I 71% S vs 57% NS, stadio IV 1% SD vs 10% NS).

Conclusioni: Le donne screenate subiscono un burden di terapie minore rispetto alle non screenate, in particolare si riducono

chemioterapia e target-therapy, mentre aumentano lievemente le prescrizioni di ormono- e radioterapia. Tale fenomeno sembra essere solo in parte conseguente alla distribuzione più favorevole dello stadio alla diagnosi nelle donne che fanno screening e non può essere spiegato da un miglior immunofenotipo.

Gaspare Drago - Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare - Palermo; Alessandro Bisbano - Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone; Antonino Bucolo - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Maria; Lia Contrino - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Lucia Lo Presti - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Anselmo Madeddu - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Bruno Magliarditi - Azienda Sanitaria Provinciale di Messina; Francesco Paravati - Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone; Giuseppe Pirillo - Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone; Giancarlo Quattrone - Azienda Sanitaria Provinciale di Messina; Francesco Tisano - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Antonino Colanino Ziino - Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa; Fabio Cibella - Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare - Palermo

Introduzione: Negli anni recenti sono notevolmente aumentate le conoscenze sulla relazione tra inquinanti e salute umana in

siti contaminati. E’ stato, inoltre, dimostrato come l’esposizione ambientale durante la gravidanza, e quindi la vita fetale, e nella primissima infanzia, unita ai fattori genetici, possa condizionare lo stato di salute in età pediatrica, ma anche nell’adolescenza e nell’età adulta.

Il progetto CISAS (Centro Internazionale di Studi avanzati su Ambiente ed impatti su ecosistema e Salute umana) mira allo sviluppo di una complessa azione di ricerca scientifica volta alla comprensione dei fenomeni di inquinamento ambientale e del loro impatto sull’ecosistema e la salute umana nei tre Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN) di Milazzo, Priolo e Crotone. CISAS, suddiviso in 6 Work Package (WP), è condotto da alcuni Istituti CNR in sinergia con altri Enti di ricerca nazionali, le ASP di Sicilia e Calabria ed il Progetto Piccolipiù. CISAS prevede approfondimenti dedicati alla determinazione della presenza di inquinanti in tutte le matrici ambientali: suolo, aria, acque, catena alimentare.

Obiettivi: Il WP5 di CISAS prevede di approfondire i potenziali rischi associati agli stili di vita adottati in gravidanza in donne

residenti in aree ad elevato impatto ambientale; analizzare il possibile effetto dell’esposizione prenatale ad inquinanti ambientali su numerose condizioni di salute in età pediatrica; investigare il ruolo della placenta nel mediare l’esposizione fetale.

Metodi e Risultati: Si tratta di uno studio epidemiologico longitudinale basato sulla creazione di coorti di nascita composte

da donne in gravidanza residenti nelle aree dei SIN e dai loro bambini (popolazione esposta), insieme ad una popolazione di donne gravide residenti in aree di confronto locale (popolazione non esposta). Saranno arruolate le mamme che afferiscono ai punti nascita di Milazzo (PO G. Fogliani); PPOO di Lentini e di Siracusa (Umberto I) per il SIN di Priolo; Crotone (PO S. Giovanni Di Dio). E’ previsto l’arruolamento di circa 300 soggetti per ciascun SIN. Le volontarie, selezionate seguendo specifici criteri di inclusione, saranno intervistate tramite questionari e sottoposte a prelievi di campioni biologici (sangue materno, sangue cordonale, placenta). Interviste di follow-up sono previste a 6, 12 e 24 mesi. I campioni di sangue materno e cordonale saranno utilizzati per la valutazione dei tossicanti, le porzioni di placenta prelevate saranno utilizzate sia per la valutazione dei tossicanti sia per l’analisi biomolecolare genome wide mRNA analysis. E’ già stata realizzata la struttura per la conservazione del materiale biologico e la sua successiva analisi secondo gli obiettivi del Progetto.

Conclusioni: CISAS si propone di contribuire alla costruzione di sistemi innovativi di sorveglianza epidemiologica, con l’obiettivo

di fornire una corretta misura dei rischi e mirare in modo adeguato gli interventi di bonifica nelle aree ad alto rischio.