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Concertazione e nuovi attori della trasformazione

5. CONCLUSIONI CONCLUSIONS

5.3 Concertazione e nuovi attori della trasformazione

partecipative, che associano diverse categorie di attori, sia pubblici che privati, comporta elementi di novità nei processi di trasformazione dei siti deindustrializzati.

Il cambiamento della percezione di queste aree mette in luce nuove potenzialità che vengono dalle comunità locali, dalla presenza di soggetti che operano per il cambiamento, da forme di progettualità diffusa, da risorse che puntano a sollecitare processi ed esperienze di sviluppo locale.

Gli interventi di recupero coinvolgono una pluralità di attori, economici e sociali, pubblici e privati:10 i proprietari delle aree; i soggetti istituzionali, che hanno il ruolo di previsione e di controllo (decisori); gli utenti, che a loro volta possono essere di- stinti in diretti ed indiretti.

Nella molteplicità di interessi in gioco, quelli particolari sono legati all'utilità economica, in termini di rendita e di profitto, e tendono ad entrare in conflitto con il beneficio generale, sociale e pubblico.

Tale è il motivo per cui gli obiettivi delle politiche di recupero e di risanamento richiedono una ricerca di consenso basata sulla strutturazione di processi negoziali, capaci di risolvere il conflitto e di esplicitare il beneficio sociale collettivo, trasformando la contrapposizione in logica competitiva e convertendo il contrasto in coazione e cooperazione, a vantaggio della trasparenza e della flessibilità del processo, ma anche dell'efficacia della previsione.

La chiave con la quale si possono far emergere attori, progettualità e potenzialità è quella dell’esistenza e promozione di pratiche di cooperazione e partecipazione, secondo un tipo di approccio già definito auto-sostenibile.

Non più solo la lettura del territorio in chiave urbanistica, secondo indicatori socio-economici, non più solo attenzione agli indicatori relativi ad una possibile valorizzazione, di cui sono portatori di soggetti economici. Il processo di trasformazione delle aree industriali deve portare in campo interessi legati alle compatibilità ambientali, ponendo questioni sul rapporto tra investimenti e qualità di vita delle reti sociali.

Un tratto che caratterizza i diversi modelli di sviluppo, è l’importanza che ricopre la mobilitazione degli attori locali, poiché il coinvolgimento della comunità locale è strategico per generare proposte, per valorizzare le risorse e per sfruttare la conoscenza del contesto.

10 Gli attori pubblici, direttamente coinvolti, comprendono le istituzioni regionali

provinciali e locali. Gli attori economici e sociali comprendono i lavoratori, i sindacati, gli imprenditori, le università ed il mondo della formazione e gli attori del Terzo Settore.

5_CONCLUSIONI

5.3 CONCERTAZIONE E NUOVI ATTORI DELLA TRASFORMAZIONE

Le politiche di sviluppo locale permettono agli attori di agire come catalizzatori per lo sviluppo, di attrarre idee ed energie del tessuto locale.

In breve, la qualità delle trasformazioni delle operazioni di recupero e riqualificazione rimanda allora sempre più ad una corretta impostazione dei rapporti negoziali; ciò non soltanto perché possa formarsi il consenso attorno ad ipotesi redistributive e trasformative dell'esistente, ma anche perché il rapporto pubblico-privato possa generare modelli di cooperazione e di azione concertata.

Tale processo di interazione non annulla la dimensione del con-

flitto, ma ne riconosce un valore costruttivo, quale risorsa/opportunità per ridefinire i problemi e per giungere a

soluzioni legittimate e condivise.

L'approccio negoziale richiede al soggetto pubblico di svolgere un ruolo importante nell'agevolare l'interazione tra le parti, orientando la comunicazione e facilitando la mediazione tra aspettative contrapposte, a partire dall'elaborazione di prime visioni concrete di trasformazione da sottoporre a negoziazione con gli attori del processo.

Il soggetto pubblico deve svolgere il ruolo di sollecitatore delle progettualità locali, aggregando le diverse forme endogene di azione attorno a proposte di sviluppo che si propongono come opzioni di base per l'avvio del confronto, ma anche quale

processo sociale per la progressiva accumulazione di consenso

attorno alle diverse azioni avviate.

C’è la necessità, dunque, di stabilire una più stretta ed efficace interazione tra le forme della progettualità locale e le modalità di costruzione di politiche di rigenerazione urbana. Tale interconnessione dipende, in larga parte, dalla capacità delle amministrazioni pubbliche di innescare un sostanziale processo di cambiamento e riorganizzazione dei processi di trasformazioni delle aree dismesse, consentendo di svolgere un’azione realmente innovativa nella elaborazione di progetti di riconversione, sollecitando le progettualità locali e facilitando visioni condivise di riqualificazione tra soggetti pubblici e privati. Questo tipo di ruolo del soggetto pubblico attribuisce al processo di elaborazione dei programmi di trasformazione non soltanto il compito di allocare le risorse, ma anche quello di mobilitazione delle stesse, con il fine di tramutarle nel corso dell’interazione sociale in precise e condivise opportunità di sviluppo locale auto-sostenibile.

Nell’ambito degli interventi di trasformazione sulle aree dismesse, i soggetti pubblici devono allora confrontarsi con schemi e processi di rigenerazione non convenzionali, che riconoscano e valorizzino il ruolo svolto da reti di interazione di attori locali, e, dall’altro lato, portare avanti una politica di negoziazione tra i diversi soggetti interessati alla trasformazione (attori sociali e attori privati portatori di interessi economici).

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5.3 CONCERTAZIONE E NUOVI ATTORI DELLA TRASFORMAZIONE

L'approccio collaborativo che si va configurando per effetto dell'evoluzione del clima sociale e del riconoscimento delle aree industriali dismesse come risorsa implica, quindi, una serie di innovazioni dal punto di vista organizzativo.

In primo luogo, è necessario che la pubblica amministrazione provveda al rafforzamento tecnico e professionale per le sue funzioni irrinunciabili di indirizzo, di promozione e di controllo: occorre creare nuovi meccanismi, procedure amministrative che favoriscano la collaborazione e la partecipazione, che assicurino regole oggettive di gestione, obiettivi e responsabilità.

Come detto, il processo di concertazione fa leva su una duplice strategia di comunicazione: la prima è rivolta all'utenza, la seconda al mondo imprenditoriale. Le Amministrazioni cercano di rispondere a una domanda composta da un lato da obiettivi per il raggiungimento di una elevata qualità urbana, e dall'altro dalle necessità espresse dalla competitività economica della città nel mercato delle aree.

Il fattore profitto non può essere in nessun modo tralasciato in una funzionale progettazione di intervento per la valorizzazione di aree urbane dismesse, poiché la convivenza conflittuale tra il pubblico e il privato deriva in larga misura dall'assenza dei profitti nelle operazioni di recupero e riqualificazione di queste aree.

In tali condizioni di intervento, la logica della concertazione è l'unica che consente di operare il recupero e la riqualificazione delle aree dismesse, e al tempo stesso di creare un mercato di questi interventi11.

L'integrazione tra pubblico e privato è una necessità, perché è essa che deve garantire l'attenzione per i fattori extra- immobiliari. Del resto, oggi, una integrazione che non tenesse conto di questi fattori sarebbe fallimentare anche dal punto di vista del mercato, perché oggi la dimensione qualitativa e sociale ha rilevanza anche come requisito di mercato.

Gli interventi di qualità, ben integrati con l'identità locale, sono un volano per l'economia di una società in trasformazione, e, in tale direzione, gli investimenti pubblici diventano un

catalizzatore per veicolare investimenti privati in aree altrimenti

poco appetibile.

11 Un esempio di trasformazione che si basa su tale logica è quello operato a

Napoli dalla Fondazione Idis (Istituto per la diffusione e la valorizzazione della cultura scientifica) attiva dal 1989 ed organizzata per funzionare come una e vera e propria impresa, sfruttando cioè le opportunità offerte dallo Stato e dal Mercato, ma senza perdere di vista i propri obiettivi. Dal 1994 la Fondazione ha avviato la realizzazione della “Città della Scienza”, scegliendo come sede un complesso di edilizia industriale dismesso della zona di Cordoglio-Banogli. Una parte degli edifici è stata recuperata con fondi pubblici, ma l’individuazione di funzioni economiche alternative ha consentito nel giro di pochi anni il completamento ed una completa autogestione, con la creazione di una struttura operativa destinata ad attrarre una media annuale di un milione di visitatori e un’occupazione stabile di almeno 550 persone.

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5.3 CONCERTAZIONE E NUOVI ATTORI DELLA TRASFORMAZIONE

In linea di massima, la concertazione non è solo una forma di approvazione delle scelte pubbliche, ma anche una forma di intesa. La collaborazione pubblico-privata diventa effettiva solo quando dalla conoscenza e dalla comprensione degli obiettivi si raccolgono consensi, generando fiducia nell'ente promotore e giungendo alla formulazione di una domanda di mercato effettiva e condivisa.

La natura essenzialmente pubblica o di pubblico interesse di questi interventi, sottolineata dal fatto di coinvolgere molti soggetti privati e pubblici, rende l'intervento diretto dell'ente locale ormai insostituibile: i soggetti istituzionali devono perciò essere in grado di orientare il processo di interazione e gli attori della trasformazione a definire i problemi e le poste in gioco, di assumere cioè il ruolo di coordinatore nel processo di concertazione tra i diversi soggetti, pubblici e privati.

Gli interventi di riconversione di aree dismesse richiedono che l'amministrazione comunale si faccia carico di funzioni che possiamo definire funzioni imprenditoriali.

È chiaro infatti che le difficoltà e le sfide che oggi si presentano nella programmazione e realizzazione delle politiche sociali e dei servizi richiedono dei modelli operativi, gestionali e di funzionamento degli Enti locali profondamente innovativi. La mancanza di una regia svolta da un soggetto pubblico che, in presenza di deboli reti relazionali tra i soggetti locali sia in grado di valorizzare le azioni frammentate e disperse di progettualità locale in atto, è un aspetto che rimanda all'esigenza di un reale intervento innovativo dell'attore pubblico capace di stimolare la comunicazione trai soggetti locali e di favorirne gli intrecci reciproci attorno ad una prospettiva di cambiamento, che richiede cooperazione tra tali soggetti.

Il processo di interazione sociale, che unisce pratiche di partecipazione, di negoziazione e di costruzione del consenso, sollecita i diversi soggetti, pubblici e privati, a riconoscersi e prendere parte alla costruzione di visioni, producendo un effetto di socializzazione.

Si pone la necessità di stabilire una più stretta ed efficace interazione tra le diverse forme ed i diversi attori della progettualità locale e le modalità di costruzione di politiche

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