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A nostro giudizio l’influenza delle politiche europee, motivate dal fatto che l’integrazione risulta un requisito fondamentale per la società odierna, e gli interessi economici dei broadcaster, spinti a creare politiche più rispettose della diversità a causa del declino degli ascolti, possono condurre a dei miglioramenti nella rappresentazione mediatica delle minoranze. Per quanto riguarda l’influenza degli altri attori, pensiamo che siano importati tutte le dichiarazioni di interesse verso l’argomento, ma che l’impegno di alcuni di questi potrebbe essere più chiaro e esplicito. Per quanto riguarda l’Unesco, ad esempio, si può notare un interesse un po’ generico verso questa tematica, quando invece un impegno più esplicito potrebbe servire anche da stimolo per future iniziative e attività, e favorire una sorta di legittimazione

agli altri attori che si occupano di questo tema; data anche la rilevanza di questa determinata questione per la società e per le future relazioni fra i paesi e i continenti.

I broadcaster interessati al cambiamento sembra si stiano muovendo nella giusta direzione, chi in un modo, chi in un altro, intervenendo nella dimensione dei contenuti, attraverso conferenze, corsi di formazione, manuali e incontri diretti tra giornalisti e migranti, come fa France Tèlèvision. Oppure agendo nella dimensione dell’accesso al mercato del lavoro nel settore dei media, assumendo cioè una percentuale sempre maggiore di operatori dei media e giornalisti provenienti da diversi

background culturali, come sta facendo la Bbc. L’elemento problematico che

possiamo individuare però è che spesso manca la consapevolezza che assumere personale di diversa origine etnica non è sufficiente. Per giungere a dei risultati concreti e a dei cambiamenti radicali sarebbe necessario aprire le porte alla diversità anche nei settori dirigenziali delle emittenti, questo però fatica ad essere realizzato.

Anche le attività portate avanti dalle diverse Ong risultano essere incisive e determinanti per il cambiamento, anche se a volte un po’ frammentarie e non continuative. Per raggiungere un maggior grado di coesione e avere la possibilità di diffondere più efficacemente le buone pratiche, queste organizzazioni si stanno muovendo verso il rafforzamento di reti di collaborazioni e partnership transnazionali.

Veniamo ora ai giornalisti, principali indiziati quando si parla di rappresentazione scorretta delle minoranze. Questi, consapevoli dell’importante ruolo che rivestono nella copertura mediatica degli eventi, dimostrano attenzione verso i temi della diversità, e verso l’obiettivo di accrescere il livello degli standard professionali. Spiegano, però quanto sia complicato il loro lavoro di reporter, e quante siano le pressioni che quotidianamente devono subire. Senza dubbio, infatti, la situazione di precarietà in cui versano i giornalisti, in particolar modo i freelance, insieme alle limitazioni della libertà di stampa e all’influenza dalle politiche editoriali, sono le cause di un basso standard qualitativo. Questo comporta di conseguenza minori possibilità di approfondimento degli argomenti, e anche

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minor libertà di scrivere ciò che veramente si pensa. Sono quindi gli editori, in ultima istanza, a decidere se adottare delle politiche attente al tema della diversità o meno. Se si vogliono ottenere dei risultati, quindi, è necessario indirizzare verso questi ultimi gli sforzi futuri, in modo tale da renderli maggiormente consapevoli dell’importanza della questione.

Andando quindi ad aggiungere degli elementi alla griglia interpretativa proposta nel primo capitolo possiamo vedere che la colonna che abbiamo aggiunto, la terza, schematizza le buone pratiche. Abbiamo elaborato il contenuto di questa colonna in base alle proposte delineate nel paragrafo 2.3, in cui avevamo individuato le buone pratiche che possono intervenire a dare soluzioni ai problemi che si verificano.

Nella griglia abbiamo proceduto collocando ciascuna buona pratica in relazione al problema che questa può contribuire a risolvere e in relazione alla dimensione verso cui si indirizza quel determinato tipo di intervento. Fra queste sembra fondamentale soffermarci sull’importanza dei media multiculturali. Attraverso questi media è, infatti, possibile creare delle fonti alternative di informazione che permettano anche ai migranti e alle minoranze di far sentire la propria voce e presentare la propria verità. La creazione di media multiculturali può intervenire a colmare quel deficit di pluralismo che abbiamo visto esserci nei media italiani. I media multiculturali, infatti, possono servire a trasmettere informazioni diversificate e, se hanno una diffusione piuttosto buona, possono raggiungere i media mainstream e cominciare lentamente a modificare la loro “agenda”. Possono, inoltre, ostacolare l’automatica applicazione di routine editoriali che spingono ad affidasi a fonti istituzionali e governative nella produzione di notizie, piuttosto che rivolgersi ai diretti interessati.

Dimensioni Problemi Buone pratiche

Monitoraggi Codici di condotta Corsi di formazione

interculturale per giornalisti ed editori, scambi all’estero Manuali che propongono buone pratiche

Conferenze / seminari Studi

Routine Editoriali (agenda setting, news manufacturing)

Premi e Concorsi

Contenuti

Debolezza funzione critica Educazione ai media Rafforzare le pubbliche relazioni / ufficio stampa Poco spazio nei media per le

opinioni dei migranti.

Diffondere informazioni/ materiali multiculturali/ fare veder una diversa realtà

Accesso ai media e alla produzione di media

Ridotta produzione di notizie dal punto di vista dei migranti

Promuovere i media multiculturali

Scarso numero di giovani appartenenti a minoranze che accede a scuole di giornalismo o per la formazione di operatori dei media

Orientamento alla carriera nei media

Accesso alla formazione

Scarso livello di formazione del

personale Corsi di formazione per migranti come operatori nei media e giornalisti

Orientamento alla carriera nei media

Politiche per il reclutamento di operatori dei media provenienti da minoranze non discriminatorie

Accesso al mercato del lavoro

Scarso numero di personale occupato appartenente a minoranze

Far collimare la domanda e l’offerta

Tab 2.4 Griglia interpretativa del rapporto fra minoranze e media. Fonte: nostra elaborazione in base ai materiali prima citati per l’individuazione delle buone pratiche.

Capitolo 3 L’Unione Europea e la necessità di promuovere

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