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I media multiculturali sono dei prodotti editoriali, o radiotelevisivi che nascono dall’esigenza, da parte di alcune realtà associative e sociali, di far sentire la propria voce e dare spazio ad eventi che vengono ignorati dai media generalisti. Questi ultimi infatti tendono ancora a riflettere, una visione della società come monoculturale, ciechi verso le grandi trasformazioni in atto attualmente.

Le nuove iniziative mediatiche, promosse e rivolte prevalentemente alle minoranze etniche, sono una risorsa per il sistema informativo perché offrono programmi di qualità, innovativi e pluralisti. Sono perciò un servizio di interesse pubblico. Hanno un ruolo di supporto ai media tradizionali perché agiscono come mediatori fra le comunità di minoranza e maggioranza; dando un contributo al processo di emancipazione dei migranti. I contenuti di questi programmi dimostrano una particolare attenzione sia verso la società di origine, sia quella ospitante, favorendo le relazioni interculturali, la lotta alla discriminazione e portando avanti la richiesta dei diritti di cittadinanza.

Queste nuove strategie di comunicazione permettono di mettere nelle mani dei migranti il potere di decidere che cosa raccontare e come, quale linguaggio usare, dire la propria opinione e far conoscere la propria verità. Lo strumento privilegiato attraverso il quale diffondere le notizie è la radio. In funzione dei costi di produzione ridotti e del carattere locale del sistema radiofonico, la presenza di questi media è più capillare e facilmente raggiungibile. Invece la televisione si dimostra il più ostico, perché richiede alti costi di gestione e professionalità diversificate.

Dall’analisi statistica (Censis, 2002), per quanto riguarda radio e tv in Italia, è emersa una descrizione di questi programmi: la maggior parte ha una durata di un’ora circa, è collocata nella fascia serale (27% dei casi) ha

frequenza settimanale (52,2%), e il programma è della tipologia “contenitore” (34%).

Il programma, spesso, è composto da una parte prevalente di tipo informativo. Al suo interno sono presenti sottocategorie che vanno dalle news vere e proprie (notizie nazionali e internazionali) al documentario, fino al dibattito. L’altro grande genere è quello dei programmi culturali che danno spazio ad approfondimenti sulla cultura d’origine, all’interno della quale acquisiscono grande importanza elementi come la cucina, la musica, la letteratura. Per quanto riguarda la stampa, la produzione di materiali creati da minoranze, o a loro indirizzata, si rivela molto diversificata: pubblicazioni scientifiche, riviste di comunità o guide alla legislazione. Questi materiali hanno una tiratura media di qualche migliaio di copie e non hanno cadenza di pubblicazione ravvicinata (per questo possiamo dire che nello scenario italiano non si possa parlare di giornali quotidiani multiculturali).

I destinatari privilegiati delle iniziative analizzate sono principalmente i migranti, sebbene non sia raro che il target di riferimento sia rappresentato dalla popolazione italiana. In particolare appartengono a questa categoria molte trasmissioni che perseguono la finalità di far conoscere agli italiani le culture dei popoli, nella logica di promozione della reciproca conoscenza e di sensibilizzazione della popolazione al tema della multiculturalità e dell’immigrazione. In funzione del target di riferimento, si utilizzano lingue diverse. L’analisi dei dati rivela che il 29,91% delle iniziative utilizza l’italiano come unica lingua, il 20,51% un’unica lingua straniera, il 18,8% è bilingue (italiano e una lingua straniera) e nel 29,05% è multilingue, suggerendo un’offerta abbastanza ricca e articolata.

Nel caso dei programmi in lingua italiana, si tratta in parte dei prodotti indirizzati alla popolazione italiana, ma anche di prodotti indirizzati ad un pubblico generalizzato di immigrati – composto da varie nazionalità - in funzione del fatto che l’apprendimento della lingua italiana è considerato un obiettivo primario per la vita quotidiana nel nostro Paese e, successivamente, per una possibile integrazione. I programmi stranieri monolingue invece, indirizzati a singole comunità linguistiche, si legano

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spesso ad iniziative di comunità, in un’ottica di mantenimento della memoria e della cultura originaria. Infine, i programmi multilingue rivelano un orientamento alla multiculturalità, o più semplicemente si muovono in un’ottica di pari opportunità linguistica. E’ questo il caso dei notiziari multilingue o bilingue, in cui le notizie, tradotte in diversi idiomi, si affiancano senza una specificità nelle tematizzazioni e nei contenuti.

I promotori delle iniziative sono spesso le stesse comunità di migranti residenti da più tempo nel nostro Paese. Le iniziative che propongono sono incentrate sulla promozione culturale o sui servizi, ad esempio, svolgono una funzione di prima informazione ai nuovi venuti (come si ottiene il permesso di soggiorno, dove trovare alloggio, come accedere al servizio sanitario, ecc.), supplendo ad una carenza dei servizi italiani. Si crea, così, una sorta di “mutuo soccorso” tra connazionali, capace di ridurre il senso di spaesamento e di isolamento con cui si trovano a fare i conti tutti i neoimmigrati. I programmi per e degli immigrati rispondono efficacemente al bisogno di riaffermare la propria identità che coglie tutti coloro che si trovano lontani “da casa”. Ascoltare o leggere la lingua del Paese d’origine, ascoltarne la musica, sentirne parlare diventa un rituale piacevole e un efficace espediente identitario.

Accanto all’iniziativa delle comunità, è il mondo dell’associazionismo a promuovere molte delle iniziative analizzate. In questi casi, la realizzazione di prodotti per immigrati rientra in un progetto politico/culturale più ampio, che si lega ai settori di azione delle associazioni coinvolte (la promozione culturale, la multiculturalità, la solidarietà sociale ecc.) e vede la presenza di soggetti eterogenei, composti da italiani oppure stranieri: dall’associazione culturale legata ad una singola nazionalità, al volontariato sociale, dall’associazione di comunità, ai movimenti di sinistra, dal volontariato cattolico all’associazione sindacale.

Il fatto che questi prodotti siano indirizzati agli immigrati non significa che questi non debbano essere pensati in un’ottica di mercato. In questo contesto gli immigrati diventano il pubblico di riferimento e sono percepiti non tanto come soggetti svantaggiati da tutelare, ma come soggetti sociali e potenziali consumatori di un prodotto culturale a loro indirizzato. Lo

dimostra il fatto che Metropoli, l’inserto multiculturale di informazione dei migranti, porta al suo interno numerose pubblicità rivolte a questo target: come ad esempio quelle delle compagnie telefoniche, che offrono tariffe vantaggiose per parlare con i paesi di appartenenza oppure quelle di Poste Italiane che gestisce il flusso delle rimesse alle famiglie.

Una motivata critica ai media etnici viene proposta da un report sui media interculturali curato da Cook, Hurrle e Canek (n.d.)28. Gli studiosi che lo hanno elaborato denunciano il fatto che i programmi che sono trasmessi solamente nella lingua della comunità di riferimento, non comprensibile al resto della popolazione, spingerebbe questi gruppi ad isolarsi più che a cercare il dialogo con chi è diverso. Per questo motivo, secondo gli studiosi, è necessario che i media siano interculturali più che etnici o monoculturali, cioè che siano il frutto dell’impegno di due o più culture nella ricerca della reciproca conoscenza. Questa, quindi, è un’importante questione che andrebbe approfondita. I promotori del progetto Mediam’rad, rispondono a questa problematica, sostenendo che se si guarda alle tendenze europee, questo problema non ha ragione di esistere perché, seppure esistano dei media monolingue, questi tenderanno a scomparire nel breve periodo a causa dell’aumentare del numero delle seconde generazioni. I figli degli immigrati di prima generazione, infatti, a malapena conoscono la lingua di origine dei padri, ma saranno comunque interessati a fruire dei media che parlano delle loro origini. Per venire incontro quindi alla fascia di audience rappresentata dalle nuove generazioni, i media che prima erano monolingue tenderanno a trasmettere sia nella lingua del gruppo etnico di riferimento sia nella lingua del paese ospitante, creando quindi in questo caso dei veri e propri ponti cultuali (Mediam’rad, 2007).

Elenco di media multiculturali in Europa

Il nome adottato in Italia per definire questi media è dunque media multiculturali, ma non c’è unanimità in Europa nel definirli. Si usano invece nomi diversi a seconda dei paesi: nel Regno Unito si preferisce il termine

28 http://www.interculturemap.org/IT/media/report_media.php?report_id=2. COOK, HURRLE, CANEK. All’interno di Interculture map. Azioni interculturali in Europa. Introduzione

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ethnic media, mentre in Belgio community media. In Francia invece si è

deciso di adottare la definizione di “media della diversità”, mentre in Olanda si preferisce “media dei nuovi europei” (Ivi, 2006)

La lista proposta riguarda i media multiculturali, e i programmi con un contenuto multiculturale che vengono proposti all’interno di media

mainstream. Mi è sembrato interessante, oltre al nome del programma

multiculturale, fare una divisione in base al tipo di media creato, al paese in cui questo media viene ospitato e al gruppo etnico cui il programma si rivolge. C’è una grande differenza fra i media multiculturali e i programmi con un contenuto multiculturale presenti nei media mainstream. Mentre i primi hanno quasi sempre un gruppo etnico specifico di riferimento, i programmi dei media mainstream hanno sempre un target generico, sono infatti rivolti a tutte le minoranze etniche e ai migranti in generale. Per questo motivo nel secondo elenco non ho riportato la colonna che si riferisce al gruppo etnico di riferimento.

Nell’elenco dei media multiculturali, invece, il dato che riguarda le comunità di riferimento è interessante, perché a seconda del paese cambiano molto i gruppi, ad esempio in Italia è nato un giornale per la comunità albanese, che è attualmente la più numerosa dopo quella rumena. Non sempre però c’è una diretta relazione tra numero dei componenti della comunità e la quantità di media multiculturali a questa dedicati. Si può vedere infatti che la comunità Punjabi, non molto numerosa in Italia, ha un giornale a lei dedicato. Questo perché la comunità Punjabi si caratterizza per una forte coesione interna, e, proprio perché unita, è in grado di incidere con più forza nella realtà che la circonda. L’elenco fornito non è da considerarsi esaustivo, ma deve unicamente servire a creare un’idea generale su questi media. Prevalgono infatti nella lista i media inglesi e italiani. In realtà dati statistici evidenziano che in Inghilterra i media multiculturali siano molti, circa 130, in Francia circa 100, mentre in Italia molto meno. In questa griglia quindi sono sottorappresentati i media francesi, ma solo per motivi di reperibilità dei dati.

Nome media multiculturale o gruppo di media Tipo di media Paese o Continente Gruppo etnico di riferimento

NMO- Broadcasting Network dei

Musulmani in Olanda Televisione Olanda Musulmani

WDR - Babylon Programme Televisione Germania Generico

OHM – Broadcasing Network dei Indu in Olanda

Televisione Olanda Indu

Tellus Radio Radio Norvegia Generico

Ràdiò Radio Ungheria Rom

Invandrer TV Televisione Danimarca Generico

Choice FM Radio UK Afro-Caraibici

Sabras Radio Radio UK Indu, Punjabi e

Bengalesi.

MATV Channel6 Televisione UK Asiatici

MTNL – Multicultural Television

Nethertlands Televisione Olanda Turchi, Marocchini

talkGospel.com Radio UK Chiese africane

e caraibiche

Radio Africa (RAI) Radio Austria Africa

Desi Radio Radio UK Punjabi

MIDAS – Associazione Europea di quotidiani in lingue minoritarie o regionali

Giornale Europa Generico

Multiradio 92,9 Mhz Radio Vojvodina Ungheresi,

Rumeni,

Slovacchi, Rom Spektr Casa

Editrice

Finlandia Russi

Metro Eireann News Giornale Irlanda Generico

TV Shutel Televisione Macedonia Generico

Migrapolis Giornale Norvegia Generico

Punjab Express Giornale Italia Indiani - Punjabi

Nasz Swiat Giornale Italia Polacchi

www.etrangersenfrance.com Portale

internet Francia Generico

Al Magherbiya Giornale Italia Magrebini

Azad a Ako ay Pilipino Giornale Italia Pakistani e

filippini

Bota Shquiptare Giornale Italia Albanesi

Tab. 2.2 Tabella di media multiculturali in Europa. Fonti: nostra elaborazione, siti di riferimento: www.stranieriinitalia.ite Ercomer (2002).

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Media mainstream che ospitano al loro interno programmi multiculturali

Tipo di media Paese o

Continente NPS – Programmazione

multiculturale Televisione Pubblica Olanda EBU TV – Co production Televisione Pubblica Europa EBU TV – Intercultural

Programme Exchange

Televisione Pubblica Europa

Shukran Televisione Pubblica Italia

Un mondo a colori Televisione Pubblica Italia Tg multietnico di Rete

Brescia Televisione Privata Italia

Cittadini Dappertutto Giornale Italia

Permesso di soggiorno:

candid radio Radio pubblica Italia

Tab.2.3 Tabella di programmi multiculturali ospitati in media mainstream. Fonte: nostra elaborazione in base al sito www.stranieriinitalia.it e Ercomer (2002).

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