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Capitolo I: a-am, ib, ú-a, a-ur 4

I.5. Conclusioni

I tre gruppi di personale lavorativo a-am, ib e ú-a sono quasi sempre documentati insieme nei testi amministrativi appartenenti all’archivio L.2712, nei quali sono registrate assegnazioni di razioni alimentari nonché anche, in rari casi, assegnazioni di quantità di oro e argento.

Probabilmente costituitivano, insieme a molte altre categorie di lavoratori, il personale che si curava del fabbisogno basilare di quanti risiedevano o lavoravano all’interno del Palazzo e il fatto che siano quasi sempre registrati insieme porta a supporre che potessero interagire fra di loro.

Anche il personale a-ur4 è registrato in testi amministrativi, tuttavia non è mai menzionato assieme al

personale a-am, ib e ú-a e, molto probabilmente, era attivo presso il territorio della regione eblaita, piuttosto che presso il Palazzo.

Infatti, l’ambito di lavoro degli a-am e degli ú-a è relativo alla gestione dell’acqua, ovvero in specifico al recupero, al trasporto e alla distribuzione del prezioso bene a Palazzo. L’analisi delle attestazioni dei due gruppi di lavoratori ha consentito di proporre per gli ú-a il ruolo di recupero dell’acqua, mentre per gli a-am molto probabilmente il compito di distribuzione della stessa. L’ipotesi nasce in primo luogo dal fatto che tra le due categorie di lavoratori, gli ú-a sono gli unici a essere attestati in connessione con il "pozzo" (púki) nonché con il centro di Má-NEki, centro portuale presso l’Eufrate. Questi elementi spingono logicamente a presupporre che il ruolo degli ú-a fosse quello di attingere l’acqua dalle due fonti e di trasportarla, forse anche in grossi carichi, presso le aree del Palazzo o presso altre aree dove poteva essere necessaria. Questo ruolo, inoltre, non contrasta, anzi si accorda con la traduzione del termine come "approvvigionatore" o, come visto, anche "approvvigionatrice", dal momento che i testi confermano che il personale degli ú-a fosse composto sia da donne che da uomini. Trasportavano, dunque, i carichi di acqua presso il "tempio degli dei" (é dingir-dingir-dingir), dove infatti le attività di alcune donne ú-a sono attestate. Ma in particolare la loro funzione era rivolta al Palazzo (é en) e al quartiere residenziale delle donne del re (é-maḫ), dove molto probabilmente il loro ruolo si intrecciava con le attività degli a-am.

Questi ultimi erano probabilmente i lavoratori addetti alla distribuzione dell’acqua nelle varie zone del Palazzo, sia nelle aree residenziali che in quelle produttive come, ad esempio, le cucine. Come spiegato nel § I.1.2, l’ipotesi di questa attività deriva dal termine am-am, "giara di birra", così che l’espressione na-se11 a-am-am o direttamente a-am è interpretabile come "coloro che sono addetti alle

giare di acqua". Col termine giara si intende un contenitore per il trasporto di liquidi di piccole o medie dimensioni, che potesse, dunque, essere più agilmente trasportato all’interno del Palazzo. Dunque, i gruppi di ú-a portavano a Palazzo grandi quantità di acqua, probabilmente trasportando

52 capienti contenitori, dai quali i gruppi di a-am attingevano le quantità di liquido loro necessarie. Questa catena lavorativa è attestata anche per le aree residenziali delle donne del re (é maḫ) dove ai gruppi misti di lavoratori a-am e ú-a si sostituiscono gruppi composti quasi esclusivamente da donne. In questo caso è probabile che le a-am, in quanto "portatrici di giare di acqua" o "portatrici di brocche di acqua", fossero autorizzate a consegnare la preziosa risorsa, utile sia a scopo alimentare che per la cura personale del corpo, direttamente negli appartamenti delle varie donne della famiglia del re. In questo contesto si inseriscono anche i lavoratori a-ur4, sebbene i testi non portino menzione di una

loro eventuale interazione con gli a-am e gli ú-a. Come detto, anche gli a-ur4 si occupavano

dell'approvvigionamento di acqua, ma i testi non li registrano mai in connessione con ambienti palatini e la loro attività sembra svolgersi solamente presso centri vicini a delle fonti di acqua, come Ì-marki, sull'Eufrate, A-rí-muki, un centro localizzato nella regione dell’Eufrate, vicino a Ì-marki, presso i quali certamente il reperimento dell'acqua era più agevole. Oppure ancora, a Ib-suki, un centro nella regione eblaita, forse a sud-ovest di Ebla verso l’area dell’Oronte, dunque presso aree di steppa, dove certamente saranno stati presenti dei pozzi.

Non è chiaro, dalle attestazioni, se il personale a-ur4 si occupasse dei lavori di costruzione o

mantenimento delle opere idrauliche, come lo scavo di pozzi o di canali, per i quali era necessario impiegare della manodopera specializzata, oppure se, come suggerisce lo stesso termine a-ur4, fossero

addetti unicamente alla raccolta dell’acqua da pozzi, da canali o dal fiume Eufrate. Propendendo maggiormente per quest'ultima attività, in ogni caso non è chiaro se il personale a-ur4 prelevasse

acqua per il Palazzo di Ebla o, piuttosto, essendo impiegato sul territorio, prelevasse acqua al fine di compiere una redistribuzione presso i centri vicini. Inoltre, il personale a-ur4 non appartiene nemmeno

unicamente all'amministrazione eblaita. Infatti, la loro attività era gestita e controllata anche dall’amministrazione del regno indipendente Ì-marki: si è visto come, in base al passo [92], alcuni lavoratori a-ur4 sono definiti "a-"ur4" a-"ur4" del da-mu da-mu che è sotto il controllo" (in 2 šu) di Ti-

ša-li-im, la regina di Ì-marki. Nei testi di Ebla sono numerosi i termini appartenenti al lessico

idrografico in riferimento alla regione di Ì-marki.

Dunque, sembra proprio che, mentre il personale ú-a era connesso unicamente a Ebla, si occupava dell'approvvigionamento dell'acqua solo presso località eblaite al fine di rifornire il Palazzo, componendo una catena lavorativa con il personale a-am incaricato, poi, di redistribuire il prezioso bene nei vari quartieri palatini, il personale a-ur4 fosse coinvolto nell'approvvvigionamento dell'acqua

nelle aree steppiche o fluviali non solo comprese nella regione eblaita, ma poste anche al di fuori del regno, in aree controllate da Ì-marki: di fatti, si tratta di un personale lavorativo certamente anche imariota.

53 al trasporto e alla distribuzione delle materie prime di provenienza, però, agricola, sebbene le loro attività non sembrino interagire con le mansioni degli a-am e degli ú-a. La loro attività è infatti connessa, oltre che al Palazzo, in particolare all’é am, che nell’ipotesi proposta nel § I.2.1, è da identificare possibilmente con un’area di stoccaggio, ovvero con un’area di magazzini dove potevano essere conservati vari beni. Qui, verosimilmente, gli ib portavano le risorse dalle aree coltivate dei villaggi o le prelevavano per poi distribuirle sia a Palazzo, per necessità alimentari, sia in altre aree produttive, come l’é nagar, l’atelier lavorativo dei carpentieri.

Dunque, un’analisi di insieme delle attestazioni relative a queste tre categorie di lavoratori consente di proporre una ricostruzione, sebbene parziale, di una catena lavorativa che stava alla base della distribuzione delle materie prime necessarie al fabbisogno alimentare e produttivo giornaliero del Palazzo.

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