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Questo studio è una proposta di analisi della condizione generale dei pazienti di PTA nei giorni alla vigilia dell’intervento e a 3 e 7 giorni dopo lo stesso. È stata svolta un’indagine completa sullo stato dei protesizzati a livello monolaterale e a livello bilaterale che aveva come obiettivo quello di confrontare gli immediati follow-up dati dai due interventi, evidenziando anche le prime differenze tra il periodo pre-operatorio e quello post- operatorio e verificando se l’intervento bilaterale è sicuro quanto il monolaterale. Si è cercato di interpretare i risultati sulla base di concetti ingegneristici e biomeccanici idonei all’analisi degli elementi considerati. L’originalità del lavoro è stata appunto porre i riflettori sui giorni di degenza per capire anche quali possano essere le giuste strategie di gestione clinica e riabilitativa.

La multidisciplinarietà della sperimentazione ha inglobato: l’Analisi Posturale, i task di Stand to Sit, la Gait Analysis, i test Timed Up and Go, le scale di valutazione clinica Tampa e Numeric Rating Scale.

L’Analisi Posturale è stato l’argomento su cui si è posta maggiore attenzione in quanto è lo strumento più adatto per indagare su soggetti appena sottoposti a interventi invasivi. La scelta di progettare un protocollo di calcolo e il relativo report clinico specifici per lo studio ha permesso di personalizzare l’analisi e di indirizzarla agli argomenti più

significativi. Questi ultimi sono stati: gli angoli cinetici, le differenze di questi angoli tra lato destro e lato sinistro, gli aspetti cinematici come le forze di reazione al terreno e gli andamenti del COP, i tracciati elettromiografici.

Il STS e la Gait Analysis sono stati effettuati per dare completezza allo studio, anche se ci si aspettava di ottenere performances più scarse e risultati meno rilevanti.

Le due scale di valutazione clinica sono state considerate per lo più come misura aggiuntiva.

Per tutti i dati ottenuti sono stati svolti test statistici che, attraverso le differenze significative, hanno evidenziato gli esiti più interessanti ai fini dello studio.

Nelle fasi di esposizione e di interpretazione dei risultati sono stati presentati i punti a favore e a sfavore di ciascuna delle due tecniche chirurgiche, dato che non è emersa una strategia migliore in assoluto e per ogni situazione. È stato evidenziato che l’intervento bilaterale porta nel complesso risultati più vantaggiosi come ad esempio una corretta

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simmetria nell’assetto posturale, una catena cinematica più equilibrata, un ciclo del cammino più omogeneo tra i due lati. Nonostante questo, l’artroplastica di PTA bilaterale non è sempre la scelta migliore. In alcuni casi, come quando i pazienti sono parecchio vulnerabili, hanno le struttura muscoloscheletrica debole oppure hanno un’anca perfettamente sana, è meglio optare per l’intervento monolaterale.

In generale si può dire però che tutti i pazienti, fin dai primi giorni a seguito

dell’intervento, hanno una condizione abbastanza buona. Il risultato fondamentale è che i due tipi di intervento hanno lo stesso livello di sicurezza ed entrambi i tipi di pazienti sono pronti a collaborare attivamente nella fase riabilitativa. Questo pone le basi per il

conseguimento di un’ottima ripresa funzionale dei soggetti e dà la possibilità di gestire i protesizzati di PTA con un impegno ospedaliero di più breve durata e meno costoso rispetto a quanto potesse avvenire qualche anno fa.

6.1 – Sviluppi futuri

Dal momento che questo studio ha preso in considerazione molti argomenti, sono emerse parecchie idee su possibili sviluppi futuri sia di analisi che di gestione clinica e

riabilitativa.

Per quanto riguarda le idee che potrebbero essere conseguite in lavori futuri, la prima proposta è quella di ampliare con una ulteriore fase sperimentale, studi che potrebbero avere un disegno simile a questo. Si potrebbe aggiungere un’ulteriore giornata di

acquisizione dei dati, posta ad almeno un mese di distanza dall’operazione. In questa fase si potrebbero effettuare nuovamente tutti i test svolti al T2, in modo da valutare come cambia la condizione dei pazienti dopo un periodo riabilitativo svolto all’esterno dell’ospedale. Ovviamente far tornare tutti i pazienti nel laboratorio di Analisi del

Movimento a distanza di tanti giorni dalla dimissione non sarebbe una procedura di facile attuazione. Si potrebbe però consigliare fortemente ai protesizzati di tornare a fare una visita di controllo e, durante la stessa giornata, eseguire le prove utili all’analisi funzionale. In questo modo i pazienti avrebbero un riscontro sul loro stato di salute e sulla loro ripresa funzionale, inoltre darebbero un grosso incentivo alla ricerca scientifica.

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Un’altra idea da applicare concretamente sarebbe quella di sviluppare in modo dettagliato l’analisi dell’attività di Sit to Stand sui protesizzati di PTA. Dato che solitamente si studia l’alzata dalla sedia e non le seduta sulla sedia (svolta in questo lavoro), sarebbe

interessante valutare i momenti articolari coinvolti durante l’esecuzione di questo task motorio. Magari servendosi di un protocollo di calcolo specifico per questo tipo di analisi, si potrebbero calcolare le forze, i bracci di leva, i momenti dall’anca e della caviglia e l’angolo di flessione anteriore del bacino durante la fase di spinta e quindi di alzata dalla sedia. Successivamente si potrebbero confrontare i dati ottenuti con quelli relativi a soggetti sani e capire in che modo l’innesto della protesi incide su questo tipo di movimento.

Sarebbe anche utile arricchire tutti i dati relativi alle prove svolte con i segnali

elettromiografici dei muscoli più utilizzati. Questo potrebbe essere svolto non solamente a titolo illustrativo, come è stato fatto per la Stabilometria, ma in modo da trovare relazioni tra l’attività muscolare e gli effetti registrati.

Un’ultima proposta di progetti sperimentali è relativa alle prove di Standing. In questo studio si è discusso largamente sulle cause delle oscillazioni compiute dai protesizzati ed è stato ipotizzato che il sistema vestibolare dei soggetti sia sano. In una sperimentazione futura si potrebbero svolgere dei test di Stabilometria in cui viene stimolato il sistema vestibolare, ad esempio inserendo dell’acqua nell’orecchio del soggetto (stimolazione calorica ad acqua) e si potrebbe dunque valutare se questo può in qualche modo aiutare a limitare le oscillazioni. In caso di esiti positivi a tale quesito, la riabilitazione potrebbe includere delle tecniche mirate a sollecitare e migliorare le prestazioni del sistema vestibolare.

Per quanto riguarda invece i possibili sviluppi futuri sulla gestione clinica dei pazienti di PTA, il primo consiglio è di prevedere durante i giorni di degenza ospedaliera un supporto ai pazienti che li aiuti ad interagire il più possibile nel programma riabilitativo. Questo supporto non deve prevedere solamente le sedute di fisioterapia che vengono effettuate di norma, ma deve includere anche degli strumenti informativi che portino al paziente la consapevolezza di voler migliorare anche da solo. Raggiungere una forma mentis per la quale il soggetto si impegna, in ogni azione della vita quotidiana, a migliorare le proprie capacità funzionali è essenziale per una buona ripresa. Prevenire il rischio di avere pazienti fermi nel letto per intere giornate a seguito dell’intervento è la strada migliore per

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diminuire il più possibile i giorni di degenza e di conseguenza tagliare nettamente i costi di mantenimento del protesizzato in ospedale. In questo modo ci si potrebbe avvicinare il più possibile alla proposta innovativa, ma non ancora realmente attuabile, di performare gli interventi di PTA in day hospital.

In ultimo, per quanto riguarda i programmi riabilitativi, in futuro si potrebbe pensare di definire per ogni singolo paziente degli esercizi graduati e mirati a ristabilire i precisi deficit ottenuti a causa dell’intervento. Si potrebbe quindi eliminare i turni di fisioterapia di gruppo e incrementare invece le sedute individuali, in cui il fisioterapista si dedica

interamente ai problemi della singola persona. In questo modo si potrebbe: incrementare i ROM delle articolazioni indebolite, risolvere fin dai primi giorni post-operatori il problema dell’inibizione muscolare, esercitare il paziente nel mantenimento di una postura molto più simmetrica e allenarlo a tante altre attività motorie.

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Appendice A

Viene riportato un esempio di report clinico dell’Analisi della Postura realizzato con il software Smart Clinic Bts, Italy. Il report contiene i dati calcolati attraverso il protocollo di calcolo creato appositamente per questo studio.

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