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La contaminazione dell’ambiente marino, causata da microinquinanti come i metalli pesanti, negli ultimi anni ha fatto registrare nella cronaca segnali di allarme sempre più preoccupanti. Il nostro studio ha voluto contribuire a mettere in evidenza se il fenomeno dell’inquinamento potessero avere degli effetti sulla biomagnificazione e accumulo all’interno della catena alimentare. Per affrontare lo studio abbiamo ricercato la collaborazione dei pescatori grazie ai quali è stato possibile acquisire i campioni ittici e soprattutto di attestare la zona della loro provenienza al fine di localizzare il campionamento e mettere in relazione i risultati analitici dei campioni, con le caratteristiche delle zone di pesca. Le analisi dei campioni ittici hanno permesso di approfondire la conoscenza delle concentrazioni di questi inquinanti che attraverso la catena alimentare, possono giungere all’uomo. In particolare, pur avendo individuato nei campioni analizzati, un ampio pool di metalli pesanti fonte di inquinamento, il nostro studio di tesi si è focalizzato sul mercurio perché è il fenomeno più conosciuto su cui storicamente si è indagato da più tempo e per il quale esiste una ampia bibliografia scientifica, facilmente accessibile, frutto di passate indagini sulla costa Toscana, consentendo di comparare i risultati ottenuti in riferimento alla presenza di questo elemento, che ha permesso di correlare i relativi fattori di rischio alimentare. Dai dati ottenuti, nel corso del nostro studio di tesi, emerge come il rischio da mercurio per la salute umana, relativo al consumo di pesce e frutti di mare, sia un problema reale. Valutando i risultati delle analisi effettuate con il primo criterio di valutazione a nostra disposizione, ossia il superamento del limite di legge imposto dalla Comunità Europea, fissato a 0,5 ug/kg di peso fresco.

Applicando tali requisiti di legge si osserva come su 46 campioni raccolti, 16 superano il limite imposto, rendendo il prodotto ittico non commerciabile. In seguito, valutando i dati con un secondo criterio a nostra disposizione, relativo al (metodo US-EPA) che consiste nel confrontare la dose media giornaliera di contaminante (ADD) rispetto alla dose di riferimento (RfD), considerata come sicura, i risultati mostrano un indice di rischio (HI) = ADD/RfD superiore al limite di tale rapporto che viene considerato “accettabile” nel “non superamento del valore di 1”.

In particolare, emerge che 3 campioni su 12 superano il limite di legge per le categorie bambini e giovani. Infine, l’ulteriore metodo di valutazione dell’esposizione per il microinquinante Hg, valutato secondo l’approccio armonizzato europeo (EU) dove viene utilizzato il parametro (PTWI), che rappresenta la “Quantità massima di contaminante tollerabile settimanalmente” in funzione del peso corporeo dell’individuo. Attraverso questo metodo di indagine emerge come l'assunzione settimanale stimata di Hg, valutata attraverso (C X IR X 7) di Hg, è sopra al livello di assunzione settimanale provvisoria tollerabile (PTWI), stabilita dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) per le specie ittiche commestibili. Dalla valutazione

del PTWI si nota inoltre come 5 campioni su un totale di 12, superano il limite consentito principalmente nelle due categorie di consumatori maggiormente a rischio quali: bambini e giovani.

In generale, si può affermare che il rischio di un'eccessiva assunzione di mercurio è elevato, sulla base del modello di consumo stimato di pesce e frutti di mare, nella popolazione. In particolare, i pescatori e le loro famiglie, o gli amanti dei frutti di mare, che consumano una dieta ricca di questi alimenti, hanno un rischio maggiore di assunzione di mercurio, soprattutto per: bambini, donne in stato di gravidanza e giovani, quindi, a queste persone maggiormente esposte ai fattori di rischio, è raccomandabile la riduzione del consumo di pesce e frutti di mare, onde evitare potenziali effetti tossici a carico del sistema nervoso e tutti gli effetti dovuti ai danni collaterali che ne conseguono, come gravi ritardi psicomotori nella progenie, forte riduzione dell’attività cerebrale nelle aree della memoria, del linguaggio e del movimento.

In questa prospettiva, è imperativo che il monitoraggio continuo dei livelli di mercurio in tutti gli alimenti, venga svolto come regola imprescindibile, con attenzione particolare per il pesce e i frutti di mare, considerati come vettore primario del mercurio per l'uomo. Allo stato attuale delle informazioni sito-specifiche e dall’insieme delle valutazioni effettuate, appare necessario valutare il problema di intossicazione sotto il profilo della “Gestione del Rischio”. Quindi, prima di arrivare a proclamare soluzioni che in via precauzionale, bloccherebbero cautelativamente, la pesca/raccolta delle specie ittiche più a rischio, si rileva la necessità di approfondire ulteriormente le indagini, allargando il numero di specie e acquisendo un maggior numero di campioni. L’obiettivo è di raccogliere il maggior numero di informazioni possibile che consenta di fare una valutazione del rischio più appropriata, responsabile, accertata e validata. Soprattutto nelle aree più inquinate quali a nostro parere sono risultate Piombino e Cecina, dove la fonte di Mercurio è potenzialmente correlabile oltre che a fenomeni naturali anche alle attività antropiche. Sarebbe pertanto necessario fare un investimento per approfondire la ricerca, estendendo le osservazioni anche ad altri fattori ed elementi tossici e nocivi come da noi osservato nel corso delle analisi dei campioni esaminati, evidenziando aspetti di rischio ambientale per la salute umana (As, U238, Pb, Cs, Cd, Sr, Ni, Cr). La ricerca si svolgerebbe attraverso un monitoraggio

periodico e continuato nel tempo, estendendo il campionamento ad un numero maggiore di specie ittiche, comprendendo sia quelle alimentari dirette per l’uomo, sia altre specie di vertebrati e invertebrati che a loro volta entrano nella catena alimentare dei predatori e rappresentano quindi indicatori “più precoci” della biomagnificazione dei fattori di inquinamento dell’ambiente marino.

A conclusione del nostro studio di tesi rileviamo come il lavoro di base svolto abbia le caratteristiche di indagine preliminare che evidenzia il problema della presenza del

mercurio nell’ambiente marino del litorale Toscano, correlandolo al rischio di bioaccumulo nella catena alimentare. Da questi elementi di criticità tossicologica, basati sui confronti dei limiti di legge, emerge chiaramente come il consumo di pesce contaminato produca in generale, un grave rischio per la salute dell’uomo e soprattutto per alcune categorie particolarmente vulnerabili.

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