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7.1 Risposte agli interrogativi di ricerca

In questo capitolo ho formulato le risposte agli interrogativi di ricerca, basandomi sull’analisi dei risultati e ho individuato i limiti, le potenzialità e i possibili sviluppi del progetto di ricerca. Ciò mi permette di elaborare delle conclusioni a bilancio del presente lavoro di tesi.

7.1.1 Domanda 1 – L’evoluzione delle concezioni dei bambini

Tutti i bambini hanno subito una netta evoluzione delle loro concezioni iniziali. Ritengo che quest’ultime siano progredite in modo concatenato e spontaneo fra loro, in quanto gli allievi sono sempre stati sollecitati ad argomentare la propria opinione. Per poter sostenere la propria risposta, essi dovevano considerare più aspetti per costruire un ragionamento basato su delle ipotesi. Così facendo, gli alunni hanno iniziato ad assumere un atteggiamento orientato alla scoperta.

Nel concreto, tutti gli allievi hanno sviluppato una visione corretta di ciò che può accadere alla plastica una volta acquistata, diventando maggiormente consapevoli di quello che può succedere quando si è in possesso di un rifiuto plastico. Questa consapevolezza li ha sicuramente aiutati a scoprire e comprendere nel dettaglio quali fossero le problematiche ambientali legate a questo materiale sintetico. Infatti, la quasi totalità dei bambini ha saputo elencare le conseguenze di un eccessivo utilizzo di plastica a livello ambientale, non solo citando delle ripercussioni a carattere generale come ad inizio itinerario, ma argomentando e approfondendo la propria risposta. La concezione iniziale condivisa da parecchi bambini di dover gettare la plastica nell’indifferenziata per evitare di danneggiare l’ambiente, è stata completamente smontata, lasciando spazio all’idea del riciclo. A questo proposito, le concezioni iniziali riguardanti la riduzione dei problemi legati alla plastica sono anch’esse evolute, perché in tutte le risposte finali erano presenti delle nuove possibilità efficaci di riduzione, quali l’uso di plastiche biodegradabili e/o il riciclo.

In generale, le concezioni dei bambini si sono evolute nell’ottica del pensiero sostenibile, grazie alle numerose discussioni affrontate e attraverso gli esperimenti che hanno permesso loro di formulare delle ipotesi e di verificarle. Gli apprendimenti si sono rivelati essere ricchi di senso, in quanto provenienti da situazioni concrete e sollevate dai bambini stessi. L’approccio sperimentale mi ha permesso di facilitare e concretizzare la costruzione di alcuni saperi e competenze: infatti, anche i

bambini più fragili sono riusciti ad apprendere nuove conoscenze grazie alle esperienze concrete svolte in classe e al relativo coinvolgimento che ne è conseguito. Tutto ciò mi permette anche di affermare che il percorso ha portato i bambini oltre l’idea dei semplici eco-gesti, ovvero quei comportamenti un po’ fini a se stessi che spesso vengono portati nell’ambito di una presunta educazione alla sostenibilità.

7.1.2 Domanda 2 – La consapevolezza sullo sviluppo sostenibile

Penso di poter rispondere in maniera affermativa, in quanto dall’analisi dati si può notare che a seguito dell’itinerario, i bambini abbiano acquisito una maggiore consapevolezza rispetto all’uso della plastica, poiché ne riconoscono i consumi come potenziali fonti di inquinamento. Ciò significa che gli alunni sono coscienti dell’enorme impatto ambientale della plastica e della centralità del loro comportamento per poterlo influenzare.

Ad avvalorare la mia risposta affermativa, sono stati anche i risultati del questionario finale. Questi dimostrano che i bambini hanno attivato spontaneamente il loro pensiero sostenibile in una possibile situazione quotidiana. Davanti a una scelta, si sono dimostrati in grado di compiere quella consapevole e rispettosa dell’ambiente, prediligendo le confezioni biodegradabili e/o riciclabili. Questo loro comportamento sostenibile è segno dell’acquisizione dei saperi e dello sviluppo delle competenze durante l’itinerario. Nelle loro risposte, hanno ulteriormente dimostrato di aver sviluppato una sensibilità all’uso coscienzioso della plastica, perché non solo hanno scelto una confezione rispettosa dell’ambiente, ma hanno saputo argomentare in maniera valida le loro scelte. I dati raccolti al termine dell’itinerario, l’impegno, la presa di coscienza e il forte senso di presa a carico dei bambini dimostrati nelle attività, ma soprattutto la creazione dei mini spot pubblicitari finali, mi consentono di attestare che gli alunni hanno sviluppato una forte sensibilità nei confronti della tematica esposta e un livello di competenze parecchio soddisfacente.

7.1.3 Domanda 3 – L’evoluzione delle competenze scientifiche

Ritengo di poter rispondere in maniera affermativa anche alla terza domanda di ricerca. Identificando un processo chiave per ogni attività proposta, ho cercato di focalizzare in ogni momento didattico una tematica relativa alla metodologia scientifica. In questo modo, ho creato una connessione tra le competenze ESS e i processi chiave con le relative competenze scientifiche, oltre che a promuoverle. Per esempio, quando gli scolari hanno effettuato i tre esperimenti sui vari tipi di plastiche per indagare quali fossero le caratteristiche di ogni tipologia, hanno operato nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

41 Un altro esempio in cui i bambini hanno saputo attivare il processo chiave analizzare, è stato durante l’attività in cui abbiamo dissotterrato le plastiche per il controllo intermedio del loro livello di degradabilità. Essi, infatti, hanno analizzato attentamente i cambiamenti subiti dalle varie plastiche e li hanno confrontati con le loro ipotesi iniziali. Oltre ad aver esercitato i vari processi e sviluppato delle competenze ESS, i bambini hanno anche fatto un enorme passo in vanti sul piano delle loro competenze scientifiche. Le stesse sono evolute nel corso dell’itinerario, attraverso la progettazione, lo svolgimento e l’analisi delle attività di sperimentazione.

7.2 Limiti, potenzialità e possibili sviluppi

Un primo ed enorme limite dell’itinerario è sicuramente costituito dall’improvvisa chiusura delle scuole a causa COVID-19, che non mi ha permesso di continuare e terminare il percorso come preventivato. Nello specifico, mi sarebbe piaciuto approfondire il tema delle microplastiche, cominciato in classe discutendone con i bambini. Inoltre, avrei voluto approfondire molto di più il percorso della plastica una volta che viene gettata nel sacco dell’indifferenziata, permettendo ai bambini di fare un esperimento in cui venivano incenerite delle confezioni di plastica di diversi tipi per poi metterle a confronto. Questa esperienza avrebbe sicuramente aiutato a far evolvere ancora di più le competenze scientifiche dei bambini, progettando e svolgendo l’esperimento e avrebbe permesso loro di affinare l’analisi delle plastiche iniziale da cui erano scaturiti i sei cartelloni. Oltre a ciò, l’esperimento avrebbe aperto anche un altro capitolo: quello delle polveri fini, che è parecchio sentito nella zona del Mendrisiotto, luogo in cui ha sede la classe di pratica. Lo stesso discorso vale anche per il tema del riciclo, il quale sarebbe stato da approfondire maggiormente attraverso delle attività interattive. Proprio a questo riguardo, la scuola a distanza non mi ha permesso di continuare a lavorare con la stessa modalità di scoperta e di indagine in prima persona che ho utilizzato durante la prima parte dell’itinerario e mi ha costretta a ridurre di parecchio le attività e i tempi necessari allo sviluppo del percorso. Un aspetto che mi è davvero spiaciuto dover modificare rispetto alla progettazione iniziale, è stato la realizzazione del video di sensibilizzazione sulla plastica per gli scolari di tutta la Città di Mendrisio. Questa produzione avrebbe sicuramente permesso ai bambini di avere una degna e utile conclusione dell’itinerario affrontato. Ciononostante, i bambini hanno comunque sviluppato e costruito le competenze e i saperi promossi grazie all’itinerario.

Ritengo che la complementarietà degli strumenti utilizzati mi abbia permesso di ottenere dei dati, sia individuali, sia globali, che fossero dettagliati e mirati alla comprensione dell’evoluzione delle

competenze e dei saperi acquisiti dai bambini, oltre alla formulazione delle risposte agli interrogativi iniziali.

Un possibile sviluppo del percorso riguarda l’ampliamento dello sguardo su questa tematica. Vista la necessità dei bambini di dover apprendere come svolgere una ricerca, ho chiesto loro di svolgere delle ricerche che indagassero sulle misure adottate dalle varie multinazionali contro il consumo di plastica.

7.3 Conclusioni personali

Penso che il tema della plastica e delle sue conseguenze ambientali sia un tema di forte attualità che tocchi da vicino i bambini. La logica conseguenza è che la scuola dell’obbligo deve affrontare la questione informando, sensibilizzando e rendendo consapevoli gli scolari affinché loro possano agire in modo responsabile e sostenibile. Per questo motivo ho progettato un itinerario che potesse dare delle risposte alle loro curiosità, accrescendo al contempo le loro competenze soprattutto legate alla dimensione scientifica. Anche quei pochi allievi che inizialmente non presentavano un grande coinvolgimento, si sono incuriositi e attivati durante il percorso, soprattutto grazie alla presenza di attività sperimentali che hanno permesso loro di svolgere indagini autentiche in prima persona. Ritengo che questo aspetto sia stato centrale per la costruzione di competenze e saperi radicati e ricchi di senso, perché basati su aspetti concreti e tangibili.

Questo lavoro mi ha dimostrato, ancora una volta, come la presenza attiva e l’attenzione del docente in classe sia determinante per creare un ambiente nel quale il bambino sia al centro nel processo di insegnamento-apprendimento. In questo senso sono fondamentali la continua raccolta di dettagli significativi che emergono in classe, l’attenta osservazione durante le diverse attività, la capacità di saper fare un “passo indietro” e lasciare che siano i bambini stessi a trovare delle piste di indagine e a contribuire allo sviluppo del proprio apprendimento. Il bambino diventa così l’attore principale nel processo d’apprendimento, agendo in situazioni di senso e sviluppando competenze solide e durature. Questo lavoro mi ha anche permesso di comprendere l’importanza della capacità di riflessione che ogni docente dovrebbe sviluppare nei confronti proprie pratiche di insegnamento.

Concludendo, ritengo che durante i tre anni trascorsi al DFA abbia avuto la possibilità di comprendere in prima persona l’importanza di sviluppare questo senso critico e riflessivo nei confronti delle mie pratiche di insegnamento, che sono fondamentali per permettere agli allievi di avere una crescita sotto più punti di vista.

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