4. TERAPIA ANTIRETROVIRALE
5.5 Conclusioni
La profilassi pre-esposizione ha dimostrato di costituire una strategia preventiva molto efficace, utilizzabile nelle popolazioni a forte rischio per impedire l’acquisizione dell’infezione da HIV, ma il suo funzionamento non può prescindere da una corretta aderenza.
L’aderenza alla profilassi è infatti il fattore fondamentale che ne determina il funzionamento, e questo principio vale sia per la PrEP quotidiana che per quella on- demand. Per cui, l’introduzione in Italia della PrEP potrà avere un enorme impatto sull’incidenza dell’infezione da HIV nei soggetti a rischio, ma se verranno istituiti dei programmi di profilassi pre-esposizione, sarà importantissimo assicurare che ci sia la corretta aderenza.
Sarà quindi fondamentale controllare periodicamente i livelli plasmatici di TFV, che hanno dimostrato di essere molto predittivi di quello che è il livello di aderenza al farmaco, e sarà fondamentale anche offrire la PrEP soprattutto a popolazioni adeguatamente edotte sui rischi di trasmissione e quindi molto motivate alla corretta aderenza alla profilassi.
È importante sottolineare che l’utilizzo della PrEP non dovrà inoltre essere esclusivo, ma dovrà essere complementare a quelle che sono le altre strategie di prevenzione dell’infezione da HIV a nostra disposizione, tra cui l’utilizzo del preservativo, i programmi di counseling e l’evitamento dei comportamenti a rischio, le quali rimangono comunque fondamentali.
Gli studi da noi analizzati hanno anche fugato i dubbi sulle possibili problematiche legate alla PrEP, dimostrando l’assenza di importanti tossicità anche a lungo termine,
113 di resistenze ai farmaci e di peggioramenti dei comportamenti a rischio.
Infatti, gli eventi avversi osservati sono stati molto meno frequenti e meno gravi di quello che ci si poteva aspettare, le resistenze insorte sono state pochissime e quasi tutte in soggetti che si sono rivelati già infetti al momento dell’inizio della PrEP. Inoltre, la profilassi pre-esposizione ha anche dimostrato di avere un effetto indiretto: agendo come fattore motivazionale, essa ha permesso di migliorare i comportamenti a rischio, che si sono ridotti nelle popolazioni in cui ha dimostrato efficacia (sia i comportamenti sessuali che l’utilizzo di droghe per via endovenosa).
In tutte le popolazioni di studio che sono state analizzate, la PrEP ha dimostrato quindi di avere un futuro; l’unica popolazione in cui i dati ottenuti non sono stati sufficienti a tracciare un corretto profilo di efficacia sono le donne eterosessuali, in cui saranno necessari nuovi studi con un’aderenza maggiore di quella dimostrata nello studio VOICE.
La PrEP ha anche una serie di indubbi vantaggi rispetto alla terapia antiretrovirale che viene effettuata nei pazienti con infezione da HIV conclamata: è molto meno costosa, in quanto il numero di compresse da assumere è ovviamente ridotto rispetto a quello della HAART; per lo stesso motivo è molto meno tossica e, come già detto, non deve essere necessariamente effettuata tutti i giorni.
È importante sottolineare il vantaggio economico: il costo della PrEP, a livello individuale è certamente inferiore rispetto a quello del trattamento e follow-up di un soggetto infetto lifetime, stimato intorno al milione di euro.
La posologia della PrEP con TDF/FTC che si è rivelata più adeguata è quella con almeno 4 compresse a settimana, la quale ha dimostrato il miglior rapporto costo- beneficio: infatti essa possiede un basso costo, e allo stesso tempo un’ottima efficacia, una bassa tossicità e inoltre aumenta la compliance del paziente, che non essendo costretto ad prendere il farmaco tutti i giorni è più propenso ad assumerlo.
Restringendo il campo alla PrEP con solo Tenofovir, la quale è stata studiata solo nella popolazione dei tossicodipendenti, essa ha dimostrato un’efficacia paragonabile
114 a quella con TDF/FTC, per cui potrebbe essere presa in considerazione per eventuali programmi per questi soggetti a rischio.
In conclusione, la PrEP rappresenta una nuova frontiera nel contesto della prevenzione dell’infezione da HIV, la quale potrà in futuro determinare un miglioramento della situazione epidemiologica della stessa infezione anche in Italia, ma non costituisce una strategia applicabile a tappeto.
115
BIBLIOGRAFIA
1. Moroni M, Lazarin A, Balotta C. Infezioni da HIV e da altri retrovirus. In: Moroni M, Esposito R, Antinori S, eds. Malattie infettive. 8.a ed. Milano: Edra; 2014: 859-913.
2. Fauci AS, Lane HC. Sindrome da virus dell'immunodeficienza umana: AIDS e disturbi associati. In: Longo DL, Fauci AS, Kasper DL, Hauser SL, Jameson JL, Loscalzo J, eds. Harrison Principi di medicina interna. 18.a ed. Milano: CEA; ©2013: 1494-576.
3. UNAIDS. AIDS by the numbers. Geneva: UNAIDS. Joint United Nations Programme on HIV/AIDS; 2016.
4. Sanità ISd. Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2015. Not Ist Super Sanità 2016; 29(9, suppl. 1): 3- 51.
5. Safrin S. Farmaci antivirali. In: Katzung BG, Masters SB, Trevor AJ, eds. Farmacologia generale e clinica. 8.a ed. Padova: Piccin-Nuova Libraria; 2011: 909- 41.
6. Robert M. Grant, Javier R. Lama, Peter L. Anderson, et al. Preexposure Chemoprophylaxis for HIV Prevention in Men Who Have Sex with Men. New
England Journal of Medicine 2010.
7. Baeten JM, Donnell D, Mugo NR, et al. Single-agent tenofovir versus combination emtricitabine plus tenofovir for pre-exposure prophylaxis for HIV-1 acquisition: an update of data from a randomised, double-blind, phase 3 trial. The
Lancet Infectious diseases 2014; 14(11): 1055-64.
8. Anderson PL, Glidden DV, Liu A, et al. Emtricitabine-tenofovir concentrations and pre-exposure prophylaxis efficacy in men who have sex with men. Science translational medicine 2012; 4(151): 151ra25.
9. Choopanya K, Martin M, Suntharasamai P, et al. Antiretroviral prophylaxis for HIV infection in injecting drug users in Bangkok, Thailand (the Bangkok Tenofovir Study): a randomised, double-blind, placebo-controlled phase 3 trial.
Lancet (London, England) 2013; 381(9883): 2083-90.
10. Murnane PM, Brown ER, Donnell D, et al. Estimating efficacy in a randomized trial with product nonadherence: application of multiple methods to a trial of preexposure prophylaxis for HIV prevention. American journal of
epidemiology 2015; 182(10): 848-56.
11. Professor Jared M. Baeten MD, Deborah Donnell, Ph.D., Nelly R. Mugo, M.B., Ch.B., Patrick Ndase, M.B., Ch.B., Katherine K. Thomas, M.S., James D. Campbell, M.D., Jonathan Wangisi, M.B., Ch.B., Jordan W. Tappero, M.D., Elizabeth A. Bukusi, M.B. et al. Single-agent Tenofovir versus combination Emtricitabine/Tenofovir for pre-exposure prophylaxis against HIV-1 acquisition: a randomized trial The Lancet Infectious diseases 2014.
12. McCormack S, Dunn DT, Desai M, et al. Pre-exposure prophylaxis to prevent the acquisition of HIV-1 infection (PROUD): effectiveness results from the pilot phase of a pragmatic open-label randomised trial. Lancet (London, England) 2016;
387(10013): 53-60.
13. Molina JM, Capitant C, Spire B, et al. On-Demand Preexposure Prophylaxis in Men at High Risk for HIV-1 Infection. The New England journal of medicine 2015; 373(23): 2237-46.
14. Marrazzo JM, Ramjee G, Richardson BA, et al. Tenofovir-based preexposure prophylaxis for HIV infection among African women. The New England journal of
116 15. Garcia-Lerma JG, Otten RA, Qari SH, et al. Prevention of rectal SHIV transmission in macaques by daily or intermittent prophylaxis with emtricitabine and tenofovir. PLoS medicine 2008; 5(2): e28.
16. Van Damme L CA, Ahmed K, et al. . Preexposure prophylaxis for HIV infection among African women. New England Journal of Medicine 2012.
17. van der Straten A, Stadler J, Montgomery E, et al. Women's experiences with oral and vaginal pre-exposure prophylaxis: the VOICE-C qualitative study in Johannesburg, South Africa. PloS one 2014; 9(2): e89118.