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CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI MAGISTRALI A CICLO UNICO MAGISTRALI A CICLO UNICO

Nel documento Condizione occupazionale dei Laureati (pagine 192-195)

90 Hanno risposto 97 occupati su cento

TOTALEPolitico-sociale

6. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI MAGISTRALI A CICLO UNICO MAGISTRALI A CICLO UNICO

Anche i laureati magistrali a ciclo unico hanno subìto la profonda crisi economica degli ultimi anni. Ad un anno dal termine degli studi, in particolare, tasso di occupazione e retribuzioni registrano le contrazioni più rilevanti rispetto alle precedenti rilevazioni. La rilevazione compiuta a cinque anni evidenzia però che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le condizioni lavorative tendenzialmente migliorano. Non si deve tra l’altro dimenticare che i laureati a ciclo unico evidenziano elevati livelli di efficacia del titolo conseguito, fin dal primo anno successivo alla laurea. Tutto ciò nonostante larga parte dei magistrali a ciclo unico scelga di proseguire la propria formazione, in particolare frequentando tirocini e praticantati o scuole di specializzazione: si tratta, naturalmente, di attività necessarie all’avvio della libera professione che coinvolgono, in particolare, i laureati in giurisprudenza e medicina.

ra i laureati magistrali a ciclo unico la percentuale di occupati ad un anno dal conseguimento del titolo è pari al 33%, valore in calo rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti (-3 punti rispetto all’indagine 2012; -12 punti rispetto a quella del 2008). Una quota decisamente consistente (36%, in diminuzione di un punto rispetto alla rilevazione del 2012 e di circa 5 punti rispetto a quella del 2008) è invece composta da laureati che non lavorano né cercano (Fig. 67); come si vedrà meglio in seguito, il collettivo dei laureati magistrali a ciclo unico è decisamente particolare, perché composto da laureati di percorsi di studio95 alcuni dei quali prevedono, al termine degli studi universitari, un ulteriore periodo di formazione (si tratta di tirocini o scuole di specializzazione) necessario all’accesso alla libera professione. Infine, la restante parte, pari al 31% (in aumento di 3,5 punti percentuali rispetto allo scorso anno, +17 rispetto alla rilevazione del 2008), è formata da laureati che non lavorano ma sono alla ricerca attiva di un impiego. L’aumento della quota di chi si dichiara in cerca di lavoro è

95 Si ricorda che si tratta di architettura e ingegneria edile, farmacia e farmacia industriale, giurisprudenza, medicina e chirurgia, medicina veterinaria (che rientra nel gruppo agrario), odontoiatria e protesi dentaria e, per i soli laureati del 2012, della laurea magistrale a ciclo unico in conservazione e restauro dei beni culturali.

influenzato, almeno in parte, dalla composizione per percorso disciplinare: negli ultimi anni, infatti, è aumentato considerevolmente (di quasi 40 punti) il peso dei laureati in giurisprudenza (passati dal 4% nell’indagine del 2008 al 44% delle ultime due indagini), i quali, insieme ai colleghi di architettura, mostrano la più elevata quota di laureati in cerca di lavoro.

Fig. 67 Laureati magistrali a ciclo unico: condizione occupazionale a confronto (valori percentuali)

Indipendentemente dalla condizione lavorativa, il 61,5% degli intervistati dichiara di essere impegnato in un’attività formativa post-laurea (la percentuale sale all’82% se si considerano anche coloro che hanno già terminato la formazione post-laurea): si tratta in prevalenza di tirocini e praticantati (nel 27% dei casi già conclusi, nel 37% ancora in corso al momento dell’intervista) e di specializzazioni (1% concluse, 20% in corso). Il quadro delineato è in linea con quello evidenziato nella scorsa indagine.

Le esperienze lavorative compiute durante gli studi sono piuttosto rare, tanto che, come anche evidenziato nel precedente

63,2 48,5 45,6 57,1 50,3 42,0 50,5 37,1 50,3 36,6 36,0 33,2 27,0 43,7 40,4 34,3 38,2 38,2 34,3 39,3 32,1 37,8 36,6 35,7 0% 20% 40% 60% 80% 100% CINQUE anni TRE anni UN anno CINQUE anni TRE anni UN anno TRE anni UN anno TRE anni UN anno UN anno UN anno lavorano non cercano cercano A n n o d i la u re a 2 0 0 7 2 0 0 9 2 0 0 8 2 0 1 0 2 0 1 1 2 0 1 2

rapporto, solo il 20% dei laureati magistrali a ciclo unico ha dichiarato di lavorare al momento del conseguimento del titolo; per ovvi motivi, all’interno di questo collettivo il tasso di occupazione ad un anno dal conseguimento del titolo è decisamente più elevato e pari al 53%. Visto però il peso assolutamente contenuto di coloro che giungono alla laurea lavorando, il tasso di occupazione complessivo scende di poco se si prendono in esame solo coloro che non lavoravano alla laurea (per questi la percentuale è pari al 28%). Tra i laureati del 2010 intervistati a tre anni dalla laurea, la quota di laureati che si dichiara occupata supera di poco il 50%, +14 punti rispetto alla rilevazione, sulla medesima coorte, ad un anno. Tra uno e tre anni dalla laurea è corrispondentemente diminuita la percentuale di laureati in cerca di un impiego (scesa dal 26 al 18%) e quella di quanti sono dediti ad un’attività formativa e quindi non (ancora) interessati o pronti ad inserirsi nel mercato del lavoro (valore che scende dal 38 al 32%; Fig. 67). Rispetto all’analoga rilevazione dello scorso anno, la quota di occupati a tre anni dal titolo è rimasta invariata; è invece aumentata l’area di chi si dichiara alla ricerca attiva di un impiego (+2 punti percentuali). Anche in questo caso, però, ciò è dovuto in parte al maggior peso assunto dai laureati in giurisprudenza.

Tra i laureati del 2008 contattati a cinque anni si evidenzia un’ulteriore lievitazione della quota di occupati, che sale fino a raggiungere il 57% (ad un anno, sulla medesima coorte, la percentuale era pari al 42; +15 punti percentuali). Valore, questo, sì in aumento rispetto alla rilevazione ad un anno, ma pur sempre decisamente più contenuto rispetto a quanto registrato tra i colleghi biennali magistrali. Anche in tal caso, tra uno e cinque anni dalla laurea è diminuita sia la quota di laureati a ciclo unico impegnata in formazione (dal 38 al 34%; -4 punti), sia la percentuale di coloro che si dichiarano in cerca di un impiego (dal 20 al 9%; -11 punti). Rispetto all’analoga rilevazione dello scorso anno, la quota di occupati è diminuita di 6 punti percentuali, mentre è corrispondentemente aumentata di 7 punti la componente ancora impegnata in formazione retribuita (Fig. 67). Tale risultato dipende in parte dalla mutata composizione dei collettivi qui posti a confronto. In particolare, rispetto ai laureati del 2007, i colleghi del 2008 sono più rappresentati tra i laureati in giurisprudenza, sulle cui performance si renderà conto meglio poco oltre.

Tasso di occupazione, disoccupazione e forze di lavoro secondo la definizione ISTAT

Come già evidenziato più volte, a seconda della definizione di occupato utilizzata, il quadro che si delinea può variare notevolmente. Ciò è vero soprattutto per i laureati a ciclo unico, dal momento che, si ricorda, un’ampia quota di laureati prosegue ulteriormente la formazione una volta conseguito il titolo. Adottando pertanto la definizione ISTAT di occupato delle Forze di Lavoro, che comprende anche i laureati impegnati in formazione retribuita96, il tasso di occupazione ad un anno lievita di ben 24 punti percentuali (Fig. 68), passando dal già citato 33 al 57% (-3 punti percentuali rispetto all’analoga rilevazione di un anno fa). Ma l’incremento è ancora più consistente a tre (la quota di occupati cresce infatti dal 50 al 76%, +26 punti percentuali) e a cinque anni dalla laurea (l’occupazione lievita dal 57 al 90%, +33 punti percentuali). I dati qui mostrati confermano che le attività formative post-laurea, tra l’altro spesso retribuite, impegnano i laureati a ciclo unico per lungo tempo. Si conferma pertanto strategica la scelta di estendere l’arco di rilevazione delle indagini ALMALAUREA fino al primo quinquennio successivo al termine degli studi.

Il tasso di disoccupazione, che costituisce una misura più puntuale della condizione lavorativa dei laureati, poiché neutralizza l’effetto legato a coloro che sul mercato del lavoro neppure si presentano97, è pari ad un anno al 24%; un valore, questo, superiore di 3 punti percentuali rispetto a quanto osservato nell’analoga rilevazione del 2012 ed in continuo aumento negli ultimi anni (era del 9% nel 2008). Non si dimentichi che negli ultimi anni, come si è detto, è aumentato considerevolmente il peso dei laureati in giurisprudenza, ai quali si associano i più alti livelli di disoccupazione. Nonostante larga parte dei laureati magistrali a ciclo unico decida di ritardare l’ingresso nel mercato lavorativo (per dedicarsi alla formazione necessaria alla libera professione), la congiuntura economica ha naturalmente esercitato un effetto rilevante anche su questo collettivo.

Anche a tre anni dal titolo il tasso di disoccupazione risulta in aumento rispetto all’indagine dello scorso anno (+3 punti; +9 punti se il confronto avviene con la rilevazione del 2010): pari al 13%, risulta comunque contratto rispetto a quanto rilevato, sul medesimo collettivo, ad un anno dal titolo (sfiorava infatti il 19%).

Nel documento Condizione occupazionale dei Laureati (pagine 192-195)