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Efficacia della laurea nell’attività lavorativa

Nel documento Condizione occupazionale dei Laureati (pagine 119-123)

GRUPPO DISCIPLINARE

TOTALEHanno iniziato a lavorare dopo

4.6. Efficacia della laurea nell’attività lavorativa

Già ad un anno dalla laurea l’efficacia del titolo di primo livello, nella percezione dei laureati, risulta complessivamente discreta (Fig. 37): è almeno efficace (ovvero molto efficace o efficace) per 40 laureati di primo livello su cento (-1 punto rispetto alla rilevazione 2012, -4 punti rispetto alla rilevazione 2010). L’efficacia del titolo si accentua in particolare tra i laureati delle professioni sanitarie (82%) e dei gruppi insegnamento, educazione fisica e scientifico (rispettivamente 56, 55 e 45%).

Fig. 37 Laureati di primo livello occupati ad un anno: efficacia della laurea a confronto (valori percentuali)

Il titolo risulta complessivamente più efficace tra coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento della triennale (è almeno efficace per 52 occupati su cento) rispetto a quanti, invece, proseguono la medesima attività lavorativa (29 su cento).

Come ci si poteva attendere, la natura del lavoro svolto da quanti hanno deciso di coniugare studio e lavoro si ripercuote anche sull’efficacia del titolo, che risulta almeno efficace “solo” per il 27% degli occupati (tra chi lavora esclusivamente la percentuale raggiunge invece il 46%, ben 19 punti percentuali in più; Fig. 38).

Il titolo conseguito risulta almeno efficace per 40 uomini su cento, valore uguale a quello rilevato tra le colleghe (Fig. 38). Le differenze però tendono ad ampliarsi tra coloro che coniugano studio e lavoro (+2 punti a favore degli uomini), tra quanti proseguono l’attività iniziata durante gli studi (+3 punti, sempre a favore degli uomini), nonché a livello di percorso disciplinare. Le uniche eccezioni sono rappresentate dal gruppo educazione fisica, dove il titolo è lievemente più efficace per le donne (lo scarto è di 3

53,2 50,6 49,4 46,7 44,1 42,7 40,7 39,8 0% 20% 40% 60% 80% 100% 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 A n n o d i la u re a molto eff./efficace abb. efficace poco/per nulla eff.

punti percentuali); in quello psicologico non si rilevano invece sostanziali differenze di genere (21% per entrambi).

Box 5. Indice di efficacia della laurea

L’indice sintetizza due aspetti relativi all’utilizzazione delle competenze acquisite durante gli studi e alla necessità formale e sostanziale del titolo acquisito per il lavoro svolto. Cinque sono i livelli di efficacia individuati:

- molto efficace, per gli occupati la cui laurea è richiesta per legge o di fatto necessaria, e che utilizzano le competenze universitarie acquisite in misura elevata;

- efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge ma è comunque utile e che utilizzano le competenze acquisite in misura elevata, oppure il cui titolo è richiesto per legge e che utilizzano le competenze in misura ridotta; - abbastanza efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge, ma, di fatto, è necessaria oppure utile, e che utilizzano le competenze acquisite in misura ridotta; - poco efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso e che utilizzano in misura ridotta le competenze acquisite, oppure il cui titolo non è richiesto ma utile e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite;

- per nulla efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso, e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite.

Le classi sono mutuamente esclusive ma non esaustive, non comprendendo le mancate risposte e gli intervistati che non rientrano nelle categorie definite.

Si ritiene interessante valutare, distintamente, le due componenti dell’indice di efficacia, ovvero utilizzo delle competenze apprese all’università e richiesta, formale e sostanziale, del titolo. Per quanto riguarda il primo elemento si nota che, ad un anno dalla laurea, 34 occupati su cento (valore analogo a quello rilevato nella scorsa rilevazione) utilizzano le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, mentre 36 su cento dichiarano un utilizzo contenuto; ne deriva che il 30% dei laureati di primo livello (in calo di 1 punto rispetto alla precedente rilevazione) ritiene di non valorizzare per nulla le conoscenze apprese nel corso del triennio universitario. Analogamente allo scorso anno, sono in particolare i laureati delle professioni sanitarie, così come quelli di

educazione fisica e del gruppo insegnamento, a sfruttare maggiormente ciò che hanno appreso all’università (le percentuali di quanti dichiarano un utilizzo elevato sono, rispettivamente, 64, 51 e 45,5%); all’estremo opposto, coloro che hanno la sensazione di non usare ciò che hanno studiato all’università appartengono ai gruppi geo-biologico (63%) e letterario (52%).

Fig. 38 Laureati di primo livello del 2012 occupati ad un anno: efficacia della laurea per genere, iscrizione alla magistrale e prosecuzione del lavoro iniziato prima della laurea (valori percentuali)

Per ciò che riguarda la seconda componente dell’indice di efficacia, il 23% (in calo di 1 punto percentuale rispetto alla rilevazione 2012) degli occupati dichiara che la laurea di primo livello è richiesta per legge per l’esercizio della propria attività lavorativa, cui si aggiungono altri 11,5 laureati su cento (valore pressoché immutato rispetto all’anno passato) che ritengono il titolo non richiesto per legge ma di fatto necessario. Ancora, la laurea triennale risulta utile per 37 occupati su cento mentre non viene

39,8 51,8 42,5 28,7 26,8 46,3 39,6 40,0 0% 20% 40% 60% 80% 100% TOTALE Hanno iniziato a lavorare dopo Non proseguono Proseguono Lavorano e iscritti alla magistrale Lavorano solamente Uomini Donne

molto eff./efficace abb. efficace poco/per nulla eff.

considerata né richiesta né tantomeno utile per 29 occupati su cento (+2 punti rispetto all’indagine di un anno fa). Come ci si poteva attendere, sono ancora i laureati delle professioni sanitarie a dichiarare, in misura decisamente più consistente (76,5%), che il titolo di primo livello è richiesto per legge; tra i laureati dei gruppi scientifico, educazione fisica ed ingegneria è relativamente più elevata la quota di laureati che dichiarano che il titolo di studio è necessario per l’esercizio dell’attività lavorativa (rispettivamente 27%, 23% e 18%). All’opposto, analogamente allo scorso anno, i laureati dei gruppi geo-biologico e letterario, più degli altri e nella misura del 56 e 48%, non riconoscono alcuna utilità del titolo di primo livello per la propria attività lavorativa. Si ricorda che si tratta di percorsi formativi con tassi di occupazione contenuti ad un anno e caratterizzati da una certa presenza di intervistati che proseguono la medesima attività lavorativa iniziata prima della laurea.

4.7. Indagine sugli esiti occupazionali dei laureati di primo

Nel documento Condizione occupazionale dei Laureati (pagine 119-123)