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CAPITOLO II

Fase 2. Confronto generazionale

5.5. Il confronto tra i gruppi generazionali

La scelta effettuata è stata quella di confrontare i gruppi generazionali rispetto a due dei temi comuni a tutte le coppie, divisione dei compiti domestici e decisione di convivenza, in quanto questi temi più degli altri, ci consentono di delineare differenze significative nei significati attribuiti agli eventi salienti comuni a tutte le coppie.

5.5.1. Divisione dei compiti domestici

Le tre generazioni sono accomunate da una divisione del carico domestico di tipo asimmetrico, anche se, esclusivamente nella generazione dei giovani adulti, alcune delle coppie partecipanti, abbracciano una divisione delle mansioni di tipo paritario.

Tuttavia ogni generazione “spiega” la propria organizzazione domestica in modo differente.

Ciò che emerge dalle narrazioni delle coppie anziane, rispetto alla loro modalità organizzativa, è l’assenza di alternative possibili. Nello specifico, i partecipanti raccontano la loro vita domestica come se non riuscissero a prefigurare una gestione differente, in una visione di famiglia e di ruoli familiari rigidi, statici, ma soprattutto dati per scontati, che caratterizza specificatamente questa generazione.

Nella generazione adulta, a differenza della generazione anziana, la divisione di tipo asimmetrico non viene più data per scontata. I ruoli di genere non sono più vissuti dalle coppie come rigidi e statici, ma come il risultato di una scelta razionale da parte dei partner, dove ognuno mette in gioco le sue competenze e il suo tempo al fine di portare avanti un progetto comune, che consiste nel costruire la famiglia prima e nel garantirne il mantenimento del benessere successivamente (cooperazione finalizzata al benessere della famiglia).

I giovani adulti si differenziano invece rispetto a tre distinte modalità organizzative. Dal punto di vista della distribuzione del carico domestico, una parte delle coppie (gli “asimmetrici tipizzati”) posseggono una organizzazione uguale a quella delle precedenti generazioni -se pur retta da ordini di spiegazioni diverse- mentre le altre presentano una divisione del carico domestico di tipo paritario (“aspiranti paritari” e “paritari”).

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 “Asimmetrici tipizzati”: nonostante queste coppie siano caratterizzate da una strutturazione del lavoro domestico di tipo asimmetrico, esattamente come la generazione adulta, il principio che sta alla base di questa organizzazione è differente. Se per gli adulti il principio è quello della cooperazione finalizzata al benessere della famiglia, per i giovani adulti si tratta di un principio pragmatico. Poiché sia lui che lei considerano la donna maggiormente competente nelle mansioni domestiche e con maggiore tempo libero rispetto al partner, allora risulta essere più immediato e funzionale che sia lei ad occuparsene.

 “Aspiranti paritari”: la suddivisione paritaria delle mansioni passa attraverso un processo di apprendimento da parte del partner maschile. La donna è ritenuta, consensualmente dai partner, maggiormente competente. Quindi il principio che sta alla base di questa modalità organizzativa è quello pedagogico.

 “Paritari”: I partner condividono le mansioni domestiche a partire da una posizione paritetica, dove lei non si pone in una posizione di insegnante come avviene nel modello “aspirante egualitario”, ma i partner posseggono le stesse competenze. Il principio su cui si regge tale modalità organizzativa può essere definito egualitario.

Anziani, adulti e giovani adulti sono confrontati dunque non soltanto in relazione alla divisione del carico domestico tra i partner, ma anche rispetto del significato che tale organizzazione assume nella vita della coppia (“principio organizzativo”) come riassunto nella Figura 1.

Figura 1. Confronto generazionale: divisio

5.5.2. Decisione di convivenza

La decisione di andare a convivere e le attese rispetto al partner nella convivenza attengono sia per i giovani adulti che per gli adulti all’ambito della

differenze tra le due generazioni nel modo in cui la relazione viene considerata.

In particolare i giovani adulti parlano di relazione in termini di “

della coppia. Infatti fanno riferimento al desiderio di stare insieme e di concretiz

svolta al rapporto dal punto di vista dell’autonomia e indipendenza dai genitori, ma anche ai benefici che derivano dal potere trascorrere maggiore tempo insieme.

Inoltre queste motivazioni vengono riportate sempre nell’ottica di una reali

immanente, che trova il suo significato e la sua giustificazione nel presente e non nella progettualità 144

Figura 1. Confronto generazionale: divisione dei compiti domestici

La decisione di andare a convivere e le attese rispetto al partner nella convivenza attengono sia per i giovani adulti che per gli adulti all’ambito della relazione. Tuttavia, vi sono delle

nze tra le due generazioni nel modo in cui la relazione viene considerata.

In particolare i giovani adulti parlano di relazione in termini di “desiderio”

della coppia. Infatti fanno riferimento al desiderio di stare insieme e di concretiz

svolta al rapporto dal punto di vista dell’autonomia e indipendenza dai genitori, ma anche ai benefici che derivano dal potere trascorrere maggiore tempo insieme.

Inoltre queste motivazioni vengono riportate sempre nell’ottica di una reali

immanente, che trova il suo significato e la sua giustificazione nel presente e non nella progettualità La decisione di andare a convivere e le attese rispetto al partner nella convivenza attengono . Tuttavia, vi sono delle nze tra le due generazioni nel modo in cui la relazione viene considerata.

desiderio” e di “benessere”

della coppia. Infatti fanno riferimento al desiderio di stare insieme e di concretizzare o dare una svolta al rapporto dal punto di vista dell’autonomia e indipendenza dai genitori, ma anche ai

Inoltre queste motivazioni vengono riportate sempre nell’ottica di una realizzazione immanente, che trova il suo significato e la sua giustificazione nel presente e non nella progettualità

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futura, quale potrebbe essere la costruzione di una famiglia. In questo senso, protagonista della convivenza è la coppia in quanto tale.

Rispetto alla tempistica emerge in più casi che il momento “giusto” per andare a vivere insieme è dettato dal raggiungimento di una certa sicurezza di tipo economico/lavorativo, connotando la scelta come “strategica, ragionata”.

Per quanto concerne gli adulti invece quasi consensualmente viene riportato l’aspetto della

“naturalità” che caratterizzava questa scelta per la coppia, che si oppone quindi nettamente alla

“strategia” evocata dai giovani. Infatti per gli adulti arrivati ad avere una certa età il matrimonio diviene un passaggio scontato, come una naturale evoluzione del fidanzamento, attraverso scelte che si collocano al di fuori del ragionamento, poiché tutte le coppie parlano di decisioni prese in fretta, senza troppi pensieri e riflessioni. Spesso questo passaggio avveniva anche se non erano presenti un lavoro sicuro o le condizioni economiche stabili, considerati come elementi non indispensabili e necessari per affrontare la scelta, quando invece i giovani parlano di “attesa del momento giusto”.

A questo si unisce una condizione contingente riportata da più coppie dell’essersi sposati perché lei incinta, anche se dai racconti si coglie questo evento come un fatto che si colloca anch’esso nella “naturalità”, perché l’eventualità di avere un figlio si situava in un quadro coerente nel progetto in atto fin dal fidanzamento. In ogni caso la motivazione e l’attesa dominante che caratterizza la decisione di convivenza della generazione degli adulti è la costruzione della famiglia.

In questo senso protagonista di tale passaggio non è la coppia, come nel caso dei giovani, ma la famiglia, in una ottica di progettualità futura.

Inoltre, a differenza degli adulti, la generazione dei giovani fa riferimento, in alcuni casi, anche ad aspetti connessi non alla relazione ma al lato organizzativo dell’esistente.

Gli anziani invece portano una attenzione particolare agli aspetti lavorativi. Infatti tutti i discorsi di queste coppie sono organizzati attorno al tema del lavoro e dell’impegno, che ritroviamo come un “filo rosso” nelle loro narrazioni. Motivazioni e attese connesse alla convivenza di questi partner fanno riferimento alla possibilità di lavorare, di mandare avanti le attività lavorative e di farlo insieme. Questo viene spiegato come un principio incontrastato perché legato alla cultura, alla mentalità, ad un principio che ci si porta avanti fin da bambini e in questo senso ritorniamo a quel principio di ineluttabilità che caratterizza le spiegazioni di queste coppie.

Notiamo quindi come la generazione degli anziani si differenzi sostanzialmente dalla generazione dei giovani adulti e degli adulti. Il fatto che gli anziani facciano in misura minore riferimento alla relazione (solo una donna anziana ne parla) può essere spiegato con i cambiamenti avvenuti in ambito sociale alla dimensione relazionale della coppia. Infatti, come conferma la

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letteratura la relazione di coppia ha subito profondi cambiamenti nel corso del tempo, in particolar modo perché oggi l’attesa principale che i partner condividono nell’unione è l’amore romantico (Regan, et al., 1998; Graber, et al., 1999; Delevi, Bugay, 2010). All’interno dell’ideologia dell’amore, l’innamoramento e l’esperienza di fidanzamento che ne consegue diviene lo spazio di mediazione e di scelta, di contrattazione più e meno esplicita tra richieste e aspettative dei due partner. Sempre di più la coppia si configura come un patto fiduciario tra due individui, e quello della coppia diviene così uno spazio sempre più privato dove questa deve rispondere solo a se stessa. In questo senso la coppia sembra avere sempre più preminenza sulla “coniugalità” intesa come dovere; per questo al centro dell’unione viene oggi posta la cura della relazione di coppia (Cramer, 2001). Tale ridefinizione delle priorità porta ad una inevitabile idealizzazione del rapporto di coppia come spazio dove esprimere e trovare risposta ai propri bisogni (Scabini, Cigoli, 2000;

Gambini, 2007).

In questo senso le aspettative delle coppie giovani, ancor più che quelle adulte, attengono tutte alla cura della coppia e non viene fatto riferimento in modo esplicito alla formazione della famiglia o alla procreazione dei figli, nemmeno dalle donne che, al momento dell’intervista, sono in attesa di un figlio.

La decisione di convivenza, per le tre generazioni, si differenzia rispetto alle motivazioni, alle spiegazioni, al tipo di progetto, ai tempi che hanno guidato la scelta, al tema che domina questo importante momento di passaggio nella vita della coppia (Figura 2).

147 Figura 2. Confronto generazionale: la decisione di convivenza