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Considerazioni finali

Nel documento DAL LUOGO ALLA PERSONA (pagine 40-43)

2. La biblioteca Salaborsa di Bologna

2.4 Considerazioni finali

La biblioteca può definirsi una risorsa per il territorio? Interviene in qualche misura a determinare il complessivo livello della qualità della vita nel contesto in cui opera? In altri termini, ha un ruolo attivo nel determinare il grado complessivo di benessere della realtà sociale, economica e culturale? Il che, contestualizzando queste doman-de al senso doman-del presente caso di studio, può essere tradotto nella domanda: la biblio-teca della Salaborsa è un valore per la città di Bologna in termini di offerta educati-va, formativa e culturale?

Sono interrogativi più che leciti, ma rispondere a questo tipo di domande presumen-do una linearità causa-effetto tra differenti fattori porta eccessive esemplificazioni e, soprattutto, tende a sottostimare una ampia serie di fattori sociali, culturali, politici ed economici, che invece si muovono in modo strettamente connesso.

Infatti, il concetto stesso di cambiamento e trasformazione del ruolo e delle funzioni delle biblioteche porta a sollevare una serie di interrogativi. Solo a scopo puramente esemplificativo, ci si può interrogare in che misura i cambiamenti delle modalità ge-stionali e di funzionamento delle biblioteche siano indotti dalle contingenze sociali; oppure in che misura alcune scelte di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse che si traducono in una differente erogazione dei servizi, invece, inducono cambia-menti nelle abitudini (e non di rado nelle propensioni) dell’utenza.

Può essere utile gettare uno sguardo tra i molti dati contenuti nella Customer

Sati-sfaction Survey 2015 promossa ogni anno dall’Istituzione biblioteche di Bologna;

uno è particolarmente significativo: il 91,8% degli utenti della biblioteca della Sala-borsa, presumibilmente influenzato dal livello qualitativo dei servizi offerti da quest’ultima, ritiene che ancora oggi le biblioteche siano luoghi di cui si sente il bi-sogno, ovvero che non siano soggetti superati da nuove modalità di offerta. A que-sto si unisce la convinzione espressa dall’84,4% dei rispondenti che le biblioteche siano state in grado di tenere il passo con le nuove tecnologie; è una considerazione pienamente coerente con il grado di digitalizzazione su cui si attesta la Salaborsa. Inoltre, più di nove intervistati su dieci ritengono non solo che l’esistenza di una bi-blioteca sia un fattore che migliora la qualità della vita di una comunità, ma anche che sia un fattore positivo per lo sviluppo del territorio in cui è inserita. Gli utenti della biblioteca sono un “popolo affezionato”, ovvero tendono a frequentare con co-stanza gli spazi della Salaborsa: il 23,7% dei rispondenti vi si reca almeno una volta a settimana, il 42,0% almeno una volta al mese. L’utilizzo degli spazi e delle strutture della biblioteca per studiare è stato dichiarato nel 40,8% dei casi, per fini connessi al lavoro nel 16,5% e per svago e interessi personali nell’83,3%. Un altro elemento che offre spunti di riflessione è il 42,7% di rispondenti che ha dichiarato che la biblioteca gli ha fornito gli strumenti per maturare nuovi interessi e nuove conoscenze.

Come ovvio, la mole di informazioni presente nella Customer Satisfaction Survey è molto più ampia, ma i dati sopra citati sembrano fornire in un certo senso il perime-tro per qualsiasi tipo di considerazione e riflessione sul ruolo della biblioteca della Salaborsa nel contesto sociale di riferimento. In primo luogo si può affermare che la

biblioteca della Salaborsa, con i suoi 54.000 accessi annui, è un punto di riferimento per la cittadinanza bolognese. È vista come una risorsa in grado di offrire un contri-buto inclusivo, che difficilmente si potrebbe reperire altrove o che obbligherebbe l’utenza a (maggiori) esborsi economici; fornisce stimoli e opportunità nel campo dello studio e della professione, oltre che, come si può intuire, del tempo libero e de-gli interessi personali. I due terzi dell’utenza (che si è visto è quantitativamente am-pia) sono assidui, ma i frequentatori della Salaborsa hanno strutturato nel tempo delle modalità di partecipazione estremamente finalizzate.

Non necessariamente il contatto avviene “in presenza”, infatti l’84% dei rispondenti ha dichiarato di navigare nel sito internet della biblioteca (e una metà circa di questi lo fa con una frequenza almeno mensile), soprattutto per consultare il catalogo e in-formazioni sugli orari e le iniziative, ma per la fruizione dei servizi la modalità prefe-rita rimane quella “in loco”. A riprova di quanto detto, solo un utente su dieci segue la biblioteca sui social network e circa i due terzi dichiarano un palese disinteresse per questa formula di socialità, ma non altrettanto avviene per quanto riguarda la lettura della newsletter, maggiormente “popolare” tra gli utenti della biblioteca e, soprattutto, con un ampio bacino di rispondenti che si dichiarano interessati a que-sto mezzo di informazione.

Si può dunque concludere che la platea di riferimento della biblioteca della Salaborsa è piuttosto delineata in quanto a preferenze e tipo di interessi, nondimeno mostra un discreto livello di interazione con l’istituzione, una certa ricettività per quanto at-tiene alle novità introdotte e una predisposizione all’ampliamento dei propri interessi e delle proprie esperienze di apprendimento, anche fuori da forme canoniche e a dif-ferente livello di consapevolezza e volontarietà.

Da quanto detto, è logico osservare che sarebbe interessante poter analizzare con maggior disponibilità di informazioni il ruolo che le strutture delle biblioteche del ti-po della Salaborsa (ma anche delle strutture museali, delle aree monumentali di pubblico accesso, ecc.) svolgono sistematicamente nel processo di ampliamento della partecipazione alla formazione permanente, anche nel quadro della realizzazione di un benessere equo e sostenibile come risorsa di sviluppo sociale, economico e cultu-rale nei territori23.

Affrontare questi temi permetterebbe di dirimere una serie di questioni, non ultima la dimensione che effettivamente pertiene allo sviluppo del ruolo di una istituzione come la Salaborsa: elemento all’interno di una pianificazione sociale e territoriale o azione per il benessere individuale?

È un quesito che merita analisi più approfondite e mirate, perché vi sono sottese di-verse concezioni sia di opportunità formativa e di apprendimento, sia della nozione stessa di valore aggiunto sociale e culturale come risorsa per i territori e per le per-sone.

23 Le biblioteche non sono contemplate tra gli indicatori che compongono la dimensione del benessere “Pae-saggio e patrimonio culturale” all’interno del Progetto BES (benessere equo e sostenibile) i cui dati sono rilevati ed elaborati dall’Istat. Concettualmente, costruire un indicatore di benessere equo e sostenibile implica il tenta-tivo di misurare il progresso sociale non solo dal punto di vista economico, ma anche considerandone gli aspet-ti sociale e ambientali e, dunque, di valutarne le dimensioni di sostenibilità ed equità sociale.

Nel documento DAL LUOGO ALLA PERSONA (pagine 40-43)