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Considerazioni preliminari a) Premessa.

Capitolo IV: le investigazioni digital

4.1 Considerazioni preliminari a) Premessa.

Come si è sottolineato più volte in precedenza, lo sviluppo delle reti - ed in particolare di Internet - ha determinato grandi opportunità di crescita in campo sociale, economico, politico, culturale e scientifico, fino a ridisegnare gli scenari del nostro vivere quotidiano. La rivoluzione informatica e telematica peraltro ha investito (com’è naturale) anche il mondo giuridico richiedendo ripetutamente l'intervento del legislatore in ogni suo settore, dal diritto civile a quello amministrativo, dal diritto del lavoro a quello - qui di precipuo interesse - penale.

Se però la globalizzazione delle nuove forme di comunicazione ha comportato significativi e tangibili benefici per la società, allo stesso tempo, ha manifestato potenzialità negative altrettanto ampie: la Rete, in tutte le sue possibili applicazioni e forme di utilizzo, è infatti strumento di particolare efficacia per la commissione di condotte criminali alcune delle quali, solo pochi anni fa, del tutto sconosciute ed inimmaginabili.

Con quest'ultimo capitolo, si cercherà quindi di completare la ricerca spostando l'indagine su un piano diverso: si abbandonerà cioè la teoria dei testi in favore di un approccio quasi esclusivamente “empirico” tentando, quindi, di rielaborare e di dare sistemazione logica, oltreché giuridica, ai tanti dati ed alla variegata casistica frutto della lunga esperienza maturata sul campo dagli operatori di polizia198 nella loro quotidiana attività di prevenzione e repressione del crimine informatico.

4.1.b) Prevenzione e repressione del crimine informatico: gli organi di polizia. Tutte le volte in cui si fa riferimento al concetto di "criminalità informatica" si ricorre inevitabilmente ad un’immagine dai contorni assai sfumati e non meglio definiti, indicando, con una sola espressione, una molteplicità di condotte criminose

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lesive dei più diversi beni giuridici: reati contro il patrimonio, contro la riservatezza e la libertà individuale, contro la proprietà intellettuale e via discorrendo. Probabilmente ciò avviene in quanto la tecnologia rimane pur sempre un mezzo neutro, uno strumento cioè che, in quanto tale, può essere orientato tanto allo sviluppo ed al progresso quanto all'offesa e alla lesione delle più disparate posizioni giuridiche altrui.

Alla luce dei pericoli e dei rischi che la Rete e, più in generale, i nuovi sistemi di comunicazione portavano con sé, già all’inizio degli anni ’80, si è provveduto ad adeguare convenientemente le strutture investigative degli organi di polizia conformandole alle mutate esigenze e creando, nel corso degli anni, unità sempre più specializzate nel contrasto dei fenomeni criminali caratterizzati dall'utilizzo di apparecchiature ad alto contenuto tecnologico e di avanguardia.

Nacque così nel 1981, con la legge di riforma della Polizia di Stato, la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, originariamente deputata alla tutela del servizio postale e dei servizi di telecomunicazione, ma che negli anni ha visto orientare il proprio campo di azione anche nei settori delle comunicazioni radio, televisive, telefoniche, telematiche e satellitari, così connotandosi sempre più come una vera e propria Polizia delle Comunicazioni.

In realtà, già a partire dai primi anni '90, si erano ben comprese le potenzialità che gli strumenti di alta tecnologia potevano offrire alle organizzazioni criminali, tanto che presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale fu creato, proprio in quel periodo, un team di specialisti con compiti di studio ed analisi dei fenomeni criminali legati al settore delle comunicazioni con particolare riguardo alle attività illecite svolte in seno alle grandi associazioni di stampo mafioso.

Nel 1996 l'attività di questa equipe di esperti è stata allargata e generalizzate estendendola al più ampio settore del contrasto ai crimini commessi nel settore delle telecomunicazioni, dando vita al Nucleo Operativo di Polizia delle Telecomunicazioni. La creazione di questo Ufficio è stato il preludio di una vasta riorganizzazione di tutta la Specialità: con decreto del Ministro dell'Interno del 31 marzo 1998, è stato creato il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni199 all'interno del quale sono confluite le risorse del N.O.P.T. e della Divisione Polizia Postale. L'articolazione attuale prevede

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In relazione all'elevato tecnicismo richiesto dalle attività nella rete Internet e per evitare confusioni e duplicazioni di indagini in una materia così delicata e complessa come quella della pedofilia online, la legge n. 269 del 1998 ("Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del

turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù") affida, in via

esclusiva, rispetto ad ogni altro ufficio o servizio di Polizia Giudiziaria, al Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale organo del Ministero dell'Interno deputato alla sicurezza delle comunicazioni ed al contrasto dei crimini informatici, alcuni specifici poteri e strumenti investigativi. In analogia con quanto stabilito dalle normative a contrasto del traffico di droga e di armi, per la repressione della diffusione di immagini pedopornografiche su Internet e del turismo sessuale, il Servizio ha facoltà esclusiva (previa autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria): 1) di effettuare acquisti simulati di materiale pedopornografico; 2) di "navigare" nella rete Internet con agenti sottocopertura; c) di realizzare siti di copertura (c.d civetta); d) di organizzare operazioni con agenti infiltrati, partecipando ad iniziative di turismo sessuale. Vengono, inoltre, previsti, specifici strumenti processuali quali: 1) il differimento dell'esecuzione di atti di polizia giudiziaria altrimenti obbligatori, come il sequestro e l'arresto; 2) la confisca e l'affidamento delle cose sequestrate agli uffici di polizia procedenti.

quindi una struttura centrale, costituita appunto dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, incardinato all'interno della Direzione Centrale della Polizia Criminale (in Roma). Mentre la Direzione Centrale sovrintende ai servizi delle singole Specialità della Polizia di Stato (Stradale, Ferroviaria, Postale, di Frontiera e dell'Immigrazione), il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni presiede al supporto e al coordinamento dell'attività operativa di 19 Compartimenti regionali (localizzati nelle principali città italiane) e 76 Sezioni provinciali, contando su un organico di circa 2000 agenti.

Giusto per avere un’idea di come opera ogni singolo Compartimento, se ne indica, di seguito, la struttura tipo. Esso è generalmente suddiviso in tre squadre ciascuna delle quali svolge la propria attività d'indagine in specifici settori della criminalità informatica. La prima squadra si occupa di hackeraggio, pedofilia, crimini connessi all'utilizzo illecito di carte di credito, reati di diffamazione e truffe. La seconda squadra lavora sul territorio occupandosi di reati comuni e di illeciti legati alla duplicazione abusiva di software, cd musicali o, comunque, a forme di violazione della legge sul diritto d'autore. La terza squadra si dedica alla pirateria satellitare, alla pirateria del software in Rete, verifica licenze ed autorizzazioni radioamatoriali (cosiddetti CB), degli Internet point, delle videoteche e controlla gli esercizi che commercializzano materiali o apparecchiature di telecomunicazione soggette a marcatura o a omologazione.

L'indagine informatica, va debitamente aggiunto, non è peraltro prerogativa esclusiva della Polizia di Stato200, ma è un settore sul quale concentrano le proprie attività anche altre forze dell'ordine, come Carabinieri e Guardia di finanza. In particolare, presso quest'ultimo organismo, è stato istituito nel luglio 2000 (anche se è operativo solo dal gennaio 2001) il Gruppo Anticrimine Tecnologico (GAT). Il Gruppo ha un campo d'azione particolarmente ampio investendo tutti i settori in cui viene impiegata la tecnologia per commettere reati: da Internet al telefono cellulare, fino ad arrivare ai sistemi di pay TV. Il coordinamento delle attività della Polizia delle Comunicazioni col GAT avviene sempre tramite la Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma.

Comun denominatore rispetto a tutte le forze di polizia è la specifica metodologia di reclutamento delle risorse umane. La selezione del personale viene effettuata infatti secondo criteri di particolare rigore che tengono conto dell'esperienza investigativa maturata, dei corsi universitari seguiti e delle provate competenze manifestate nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni. In tal modo si può fare affidamento su personale aggiornato, altamente qualificato ed in possesso di specifiche conoscenze tecnico-giuridiche.

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