“Sicuramente il Piano Territoriale degli Orari è una opportunità, bisogna anche capire se è un’opportunità per ottenere quello che è un finanziamento della Regione Lombardia oppure è un’opportunità per far sistema, al di là di quello che è il lavoro che ho riconosciuto essere stato in commissione un lavoro piuttosto dettagliato, soprattutto dal punto di vista ricognitorio, nel senso di raccogliere i dati, di analizzarli, di fare quella che è la cosiddetta analisi swot che adesso nelle pubbliche amministrazioni dovrebbe diventare la regola, soprattutto in fase di programmazione strategica, però alcuni obiettivi, alcune perplessità mi sono venute, la prima cosa è proprio vedere la composizione, perché se questo è un piano che deve servire nell’ottica di programmazione strategica è chiaro che in un ottica di programmazione strategica non si può concepire l’area vasta del nostro territorio se non da un punto di vista di contiguità territoriale, allora io mi chiedo il Comune di Roncoferraro, un po’ meno quello di Quistello per quanto possano anche avere dei buoni rapporti con il Comune di Suzzara per altri rapporti e altre finalità, mi sembra per l’Urp c’era stato un collegamento, però è un Comune quello di Roncoferraro che è alieno dalla realtà della nostra piccola area vasta, si parlava così in Conferenza dei capigruppo delle esperienze che abbiamo vicino a noi, quindi l’Unione dei Comuni del basso reggiano con capofila Guastalla, oppure l’Unione dei Comuni del basso modenese con capofila Mirandola, ecco queste sono realtà che chiaramente si caratterizzano come iniziative di associazionismo tra Comuni e quindi nell’ottica di un’area vasta per la continuità territoriale, qui invece il dato è che abbiamo si il nostro nucleo storico di Suzzara, Pegognaga e Gonzaga ma dopo abbiamo Quistello che normalmente è dall’altra parte del Secchia e da un punto di vista geografico viene visto come una zona diciamo non fratelli ma cugini e poi abbiamo Roncoferraro che invece è una realtà completamente diversa nell’ottica se vogliamo miope, però in un ottica territoriale, mancano invece il Comune di Motteggiana che in un ottica di associazionismo dovrebbe essere il primo più interessato, proprio perché anche in una eventuale prospettiva qui lo dico e qui lo nego di una fusione o comunque di una forte interazione dei servizi con Suzzara, manca San Benedetto, manca Moglia, non voglio fare la questione che San Benedetto e Moglia hanno un colore politico diverso anche se inizialmente ci avevo pensato, però al di là di questo è una opportunità che forse non è stata accolta bene all’inizio, perché avrebbe da un punto di vista ad esempio di una dirigente, di una Regione Lombardia che deve concedere o meno un finanziamento, deve cioè accordare, è chiaro che la prima eccezione che viene sollevata ma scusate la vostra vecchia esperienza di area vasta che possono essere i Comuni dell’ex ASL 49 se non sbaglio, quegli stessi Comuni tra l’altro che all’inizio del Consiglio comunale citava nell’ambito della riunione del distretto sanitario, come mai non sono stati coinvolti questi 6 Comuni che sono quelli che strategicamente per i quali anche noi abbiamo diverse convenzioni e ci legano diversi rapporti, invece siete andati a convenzionarvi, a relazionarvi con Comuni come il Comune di Quistello su cui ci può essere qualche collegamento in più, ma addirittura il Comune di Roncoferraro, qui una prima obiezione che mi viene da dire forse lo si è fatto per ottenere comunque il finanziamento e poi vediamo se in corsa qualcosa si riesce ad aggiustare, quindi diciamo che è nato non molto bene, io mi auguro che comunque venga accolta perché in ogni caso è una opportunità di crescita, sulle esperienze pilota anzi faccio un passo indietro, su alcune analisi è vero c’è qualche inesattezza, al di là del Ducato invece dal Daily, piuttosto che i nominativi dell’Iveco che i nominativi dell’Iveco e della Bondioli e Pavesi c’è tutto un discorso sull’industria del freddo che magari è stato omesso che però forse si poteva anche se attualmente purtroppo la realtà è diversa, in una prospettiva di analisi territoriale, dopo anche quando si fa la storia di Suzzara ci si ferma alla fine del 1900 e si inizia subito nel dopoguerra, Suzzara è stata nominata con Regio Decreto nominata città, è stata nominata città in un’epoca poco felice però non si può rimuovere
completamente certi aspetti storiografici del nostro territorio, quindi al di là di questo però focalizzandomi anche un passaggio sull’analisi swot, forse nell’ambito di quelli che sono i punti dell’analisi swot il principale punto di debolezza è forse la scarsa capacità del nostro territorio di fare sistema, cioè di creare area vasta e questo Piano territoriale ne è un po’
l’esempio, nell’ambito di quelli che sono Comuni che sono abbastanza similari e analoghi nell’ambito di quella che è l’offerta, l’erogazione dei servizi, c’è anche una certa comunanza speriamo non per molto politica diffusa nell’ambito dei colori politici, però c’è la scarsa difficoltà di relazionarsi, di associarsi o di creare delle strutture associative stabili come quella principale che sarà poi con il Testo Unico delle autonomie che tra l’altro qui vedo ancora che non è stato forse recepito perché si parla ancora della 142 del ’90 quando invece c’è già un Testo Unico degli enti locali da almeno 10 anni, però al di là di questo i due progetti pilota sono molto diversi tra loro e questo testimonia quella che è l’eterogeneità diciamo del campo d’azione di questo piano territoriale, è chiaro che mentre il piedibus ha una possibilità di sviluppo a mio modo di vedere non molto elevata, adesso a Gonzaga ha un maggiore successo, a Suzzara un po’ meno, speriamo che risulta a mio modo di vedere spesso condizionata anche dal territorio, dal tessuto territoriale, in questo caso suzzarese quindi che le piste ciclabiliche solo negli ultimi 5 anni e i marciapiedi si posta l’attenzione con una certa sistematicità, però gran parte del territorio è sprovvisto di una rete organica di piste ciclabili e soprattutto di marciapiedi. Discorso a parte quello della Carta regionale dei Servizi che può essere uno strumento che ha degli alti …
finisce lato B 2^ cassetta … inizia lato A 3^ cassetta
… i cittadini ancora, quindi il discorso dell’alfabetizzazione e della digitalizzazione e anche del riconoscimento della titolarità di quelli che sono i cosiddetti diritti digitali, pochi sanno che il cittadino ha dei diritti digitali nel codice dell’amministrazione digitale, non solo no lo sa ma anche se lo sapesse ha serie difficoltà a implementarli, a esercitarli, certo la Carta regionale dei Servizi può essere un primo strumento, vi faccio un esempio, proprio oggi ho presentato un emendamento, ho provato a firmarlo con una firma elettronica, però non ha un valore come quello della firma digitale, tuttavia però la firma elettronica diciamo che è un istituto che non ha delle grandi potenzialità o è la firma digitale e su quello sicuramente si dovrà investire, in questo vedo che c’è la possibilità di implementarla nella CRS, ma la firma elettronica tant’è che quando ho mandato nell’emendamento sul file PDF firmato con firma elettronica mi hanno detto guarda non l’abbiamo riconosciuto, c’è qualcosa che non va, che non funziona evidentemente perché gli uffici sono predisposti per riconoscere una firma digitale, la firma elettronica infatti ha un valore sicuramente più limitato, non è assimilabile infatti come la firma digitale fino a querela di falso. Quindi ci sono delle potenzialità, riassumendo è un quadro di luci, ma ecco qualche ombra, è chiaro che per l’amministrazione comunale male non fa e sicuramente sarà positivo se si riesce ad ottenere il finanziamento, non nascondo però che a mio modo di vedere poteva essere fatto meglio, non tanto nella fase finale che penso sia quella vissuta nell’ultimo momento dalla dottoressa Deavi, ma nella fase della genesi perché nella fase della genesi forse bisognava interrogarsi, coinvolgere maggiormente le realtà territoriali più affini a noi e limitrofi e ripeto Motteggiana, San Benedetto e Moglia, certo se poi anche gli altri Quistello e Roncoferraro voleva associarsi tanto meglio, evidentemente la tempistica ha prevalso, le ragioni dei tempi sono diventate dirimenti e prioritarie rispetto a quella che invece è un’analisi del contenuto e delle opportunità vere e proprie di questo strumento. Lo colgo comunque positivamente da una parte perché è un primo tentativo, se vogliamo non ben riuscito di cercare di interpretare l’azione amministrativa in un ottica sovracomunale che penso sia quello che nel futuro il Comune di Suzzara, ma tutti i Comuni
del basso mantovano dovranno fare o nel bene o anche nel male, questo per far fronte a quello che sarà ed è tuttora una stretta dal punto di vista che vede purtroppo come attori parzialmente loro malgrado vittime i Comuni e quindi l’associazionismo dei Comuni nell’ambito di quella che soprattutto è l’Unione dei Comuni dovrebbe essere una strada che non si può più ignorare ma dovrà in un modo o nell’altro essere percorsa. Questo primo tentativo di concepire un’area vasta che però è anomala può andare in questa direzione, certo poteva essere fatto meglio, comunque l’importante è iniziare da questo punto di vista.
Avevo poi una domanda che non era stata fatta in Commissione, il lavoro è stato svolto se non sbaglio da questo ufficio esterno di cui la dottoressa ci ha appena illustrato eventualmente era per conoscere anche l’entità del finanziamento ………….. si può andare a vedere, magari se l’assessore competente dà al consiglio comunale contezza del finanziamento della stessa in modo da capire, è brutto anche ridurre tutto ad una situazione di entrate e spese, però giusto per capire ecco dal punto di vista di una analisi non swot ma di un’analisi se vogliamo costi/benefici.”.
CONSIGLIERE PAOLO LEALI (INIZIATIVA – LEALI A SUZZARA): “Io credo che una società per potersi definire una società civile debba dotarsi sicuramente di regole e di norme, mi sembra che questo documento vada in questa direzione, per cui non posso fare altro che approvarlo nella sua forma anche se onestamente non ho potuto approfondire bene la lettura per trovare se ci sono delle mancanze o dei difetti che qualcuno ha provato ad individuare prima di me, in ogni caso credo che il lavoro andasse fatto e vada nella direzione di una civiltà moderna.”.
CONSIGLIERE MASSIMO BARBI (LEGA NORD – LEGA LOMBARDA – BOSSI): “Dopo aver sottolineato gli effetti positivi come ha fatto Barbara io invece dico che personalmente ci sono degli aspetti negativi in questo Piano, come per esempio il fatto che si usi spesso le associazioni di volontariato che notoriamente sappiamo controllate dalla sinistra. Poi una cosa che non riesco a capire perché il Comune di Roncoferraro lavori più del Comune di Suzzara, questo proprio non lo riesco a capire e anch’io sono curioso di conoscere cosa è venuto a costare questo Piano.”.
CONSIGLIERE ALESSANDRO GUASTALLI (PARTITO DEMOCRATICO): “Non volevo intervenire perché fin’ora mi stavano quasi rubando il lavoro, visto che questo PTO è stato apprezzato abbastanza in generale, quindi l’intervento di Barbi era doveroso perché altrimenti non c’era più niente da dire. Ho apprezzato il lavoro soprattutto per la mole di documenti e per la mole di dati che era necessario raccogliere e che sono stati raccolti, sicuramente questo rappresenta un punto di partenza e questo è inequivocabile, come è stato detto rappresenta una opportunità, non sono opportunità per far sistema ma io direi anche un’opportunità per lanciare una sorta di laboratorio di idee nella città, perché è un tema che veramente scavalca vari ambiti e sul quale credo che anche i cittadini possano essere chiamati proprio a dare il loro contributo, perché spesso non solo attraverso le interviste ma in futuro con degli incontri, per capire le esigenze del quotidiano, quindi sicuramente faccio un in bocca al lupo sia all’assessore, sia poi alle persone preposte a fare questo lavoro perché su alcuni temi quali ad esempio il problema della mobilità e quindi il problema di decongestionare un attimo il traffico urbano, sul problema degli orari degli sportelli collegati ai problemi degli orari delle scuole e di tutte le strutture comunali, credo che ci sia un bel lavoro da fare, credo che questo qui sia l’inizio, soprattutto la sfida che invito a raccogliere e che è la vera sfida quella di riuscire a recepire i vari finanziamenti che la Regione vorrà dare
in modo veloce cercando di portare dei progetti validi, ma questo sono sicuro che verrà fatto.”.
CONSIGLIERE NICOLA BIANCHERA (PDL – BERLUSCONI PER GUIDUCCI): “Se non ho capito male, è stato detto che questo progetto è stato fatto in qualche modo per attingere a un finanziamento, per fare la domanda presumo di finanziamento, quindi non è garantito, non solo, è ovvio, non solo, perché ci sono tante altre cose, mi interessava questo aspetto perché comunque è legittimo che si faccia un progetto per fare domanda di finanziamento, non discuto di questo, però mi chiedo nel caso in cui il finanziamento non vada buon fine questo lavoro va in qualche modo poi portato avanti comunque e quanto è costato come è stato chiesto anche dagli altri perché appunto che il gioco valga la candela, perché poi se non si ottiene il finanziamento mi verrebbe da pensare che allora è stato fatto tutto per niente, a pensar male. Quindi volevo puntualizzare su questa cosa qui e poi forse di valutare, magari mi sbaglio, se era il caso di poterlo fare solamente anche come Comune di Suzzara, penso che il Comune di Suzzara solamente prima o poi poteva attingere a questo tipo di Piano, invece di allargarlo anche agli altri Comuni, però appunto volevo capire questa cosa, a) se il costo e b) se questo finanziamento che ha in qualche modo portato avanti questo progetto è un finanziamento sicuro, può essere che non ci sia per il Comune.”.
ASSESSORE IVAN ONGARI: “Le domande sono tante, spero di ricordarmele tutte, comunque comincio da Bianchera che sono quelle che ricordo meglio, il fatto di avere rispettato i seguenti steep, ovvero aver realizzato il Piedibus, aver portato avanti l’attività sull’utilizzo della CRS regionale per scopi non specificatamente sanitari, il fatto di aver rendicontato l’avanzamento mensile dell’attività sul PTO e l’approvazione stasera penso del PTO, ci dà automaticamente diritto ad accedere ad ulteriori finanziamenti da parte della Regione, quindi da questo punto di vista siamo tutelati. Poi un’altra questione, è stato chiesto quanto era stato speso, diciamo che la Regione Lombardia ha finanziato 57.500,00 euro di cui circa 28.000 sono andati per la redazione del PTO, i restanti per la realizzazione del Piedibus, anche per la questione della CRS e un po’ per l’informazione, stampa brochure varie ecc.. Vorrei evidenziare anch’io i punti di forza, cosa lo hanno reso speciale, com’è questo progetto, al di là che poi si è sicuramente implementabile, ci sono sicuramente delle lacune, sicuramente potrà essere ampliato, rivisto e migliorato. Sicuramente il fatto che sia intercomunale, il consigliere Coppola comunque lo ha ribadito in ogni circostanza e che ci ha consentito di uscire dalla solita dimensione diciamo nanometrica del solito Comune piccolo e ricorso che ha interessato una popolazione di 50 mila persone, è importate anche ricordare perché sono stati scelti questi 5 Comuni, proprio per un dato di contatti, adesso diciamo che non abbiamo dei documenti che spieghino esattamente cosa è accaduto a fine 2006 quando questi Comuni hanno deciso di associarsi, non sappiamo le ragioni psicologiche per cui siano stati chiesti, diciamo che c’è stata una riunione in Provincia mi è stato comunicato, e chi ha aderito, chi ha detto lo faccio sono stati questi 5 Comuni, perché gli altri non abbiano partecipato questo non mi è dato sapere. Il fatto che sia intercomunale, i Comuni hanno fatto rete, si sono confrontati vicendevolmente, tante persone hanno collaborato coordinate dalla qui presente d.ssa Deavi, insegnanti, genitori, vigili, tecnici, sindaci, consiglieri, anche alcuni consiglieri e anche gli assessori, quindi ha messo in moto una macchina che si solito è molto lenta ed è difficile da avviare. Un secondo dato importante secondo me è stato comunque anche il taglio abbastanza pragmatico, che è dato al documento perché comunque sono stati delineati dei progetti più o meno fattibili anche con un costo non così in gente e inoltre l a questione penso più innovativa di questo progetto risiede nel fatto che per la prima voltarono stata affrontate delle tematiche legate alle questioni temporali e non solo tematiche legate a
questioni spaziali, c’è il fratello maggiore del PGT che è chiaramente il PTO ben più importante per cui sicuramente c’è anche molto più interesse, però siamo passati dalla solita sola dimensione spaziale, siamo andati ad analizzare un’altra dimensione, questa è stata una cosa che ci ha anche appassionato in questo senso. Tra i progetti candidabili ci sarebbe anche la possibilità di acquistare un parco bici e forse anche di finanziare una ciclo-officina, quindi una persona che in stazione, chiaramente va trovata la postazione, che possa quindi diciamo anche vegliare sulle biciclette, aggiustarle, poi si va anche………, anche inerente al tema che si trattava oggi relativamente alla stazione. Nella ciclo-officina è previsto anche il deposito e una persona, poi spero di aver risposto bene o male a tutte le questioni aperte, poi il fatto che tutte le associazioni siano di sinistra non lo so, cioè non mi interessa.”.