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conspirat geminus… orbis: il verbo assimila le due parti dell’Impero d’Occidente (Europa e Africa) a due esseri viventi che respirano all’unisono e anticipa l’immagine della concordia fratrum

(v. 4); cf. ancora in Eutr. I 398… ne toto conspiret corpore regnum; II 545-546 Fraterno coniungi

coeperat orbis / imperio. Sulla valenza politica del verbo, cf. Hellegouarc’h 1963, p. 98-99. La metafora ribadisce il motivo dell’unità del geminus… orbis, governato da un medesimo reggitore (rectore sub uno) e sottoposto alle stesse leggi (frenis communibus). Sembrerebbe qui realizzata da Onorio l’imitazione dell’armonia dell’universo alla quale Teodosio lo esorta nel suo discorso sul governo ideale, di matrice platonica, di Hon. IV cos. 214-352 (cf. soprattutto 284-286) per il quale cf. Fargues 1936 ad loc. e Barr 1981 ad loc. Per geminus nel senso di gemello cf. Cic. S. Rosc. XL 118; ancora Hon. IV cos. 131; Stil. I cos. 274. L’unità che Claudiano vuole propagandare (cf. uno al

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v. 2) è sottolineata anche dall’allitterazione conspirat… communibus (cf. concordia al v. 4), frenis…

/… fratrum. La giuntura geminus orbis è attestata in Ou. am. I 8, 16; Nemes. cyn. 65; Plin. nat. XVIII 349; Auson. ecl. X 7; Anth. Lat. 423, 50 Riese; ICUR II, p. 257, 2, 4; Drac. laud. dei II 662; III 701.

frenis communibus: l’uso di frenum come metafora dell’esercizio del potere ricorre ancora in

Prob. et Olyb. coss. 59 per il quale cf. Taegert 1988 ad loc. e risale a Ou. fast. I 532 hanc fas

imperii frena tenere domum; trist. II 42; in Lucan. II 145-146 è riferito alle leggi (resolutaque

legum / frenis ira ruit) vd. Campen 1991 ad loc.; cf. anche Prud. c. Symm. 500 iussit Romuleis

addictam uiuere frenis. Il nesso potrebbe riecheggiare l’immagine dei quattro cavalli aggiogati che procedono concordi in Verg. Aen. III 542 quadrupedes et frena iugo concordia ferre.

4. iunximus: in posizione incipitaria anche in Verg. Aen. XI 165. Per iungere nel senso di sottomettere cf. ancora in Stil. I cos. 183 regunt (sc. Arcadius et Honorius) iunctas… gentes.

Europen Libyae: il nesso, che ha valenza iconica, individuato dalla cesura pentemimere ed eftemimere indica l’unità (iunximus) dell’Occidente, contro la tradizione letteraria dove compare come una realtà separata: Enn. ann. 302 Vahlen2=201 Skutsch Europam Libyamque rapax ubi

diuidit unda, Hor. carm. III 3, 47, Verg. Aen. I 1-22; soprattutto 12-14; IV 628-629 [cf. ancora Lucan. IX 415; Auien. orb. ter. 107; Prud. c. Symm. II 490-491]. L’unione dell’Europa con l’Africa potrebbe essere lontana reminiscenza oraziana: carm. II 2, 10-11 si Libyam remotis / Gadibus

iungas (in riferimento all’espansione cartaginese) per il quale cf. Nisbet-Hubbard 1978 ad loc. Cf. ancora Hon. VI cos. 104 Europae Libyaeque hostes dove il nesso designa i territori da cui provenivano i nemici Alarico e Gildone. Libya (10 volte in Gild.) è qui ancora metonimia per Africa (cf. 1 Auster); Africa è usata solo 7 volte. Sui due continenti cf. GGM II 495 Müller; GLM 71 Riese; Sall. Iug. XVII 3; Oros. hist. I 2,1.

4-5. Concordia fratrum / plena redit: è motivo dominante della poesia claudianea che s’ispira al programma politico e ideologico di Stilicone, per il quale le due parti dell’Impero sono una realtà unitaria (cf. Mazzarino 1942, pp. 94-97; Lvov 1958, pp. 156 ss.; Nolan 1973; Zarini 2002, pp. 525-538). La pacificazione non è una realtà effettiva, ma piuttosto un auspicio per il futuro: concordia ha infatti il valore ingressivo di ‘mettere d’accordo’ e una nuance passionale e affettiva (Varro ling. V 74 concordia a corde congruente; Ernout 1952, p. 159: “Consensus relève de l’intelligence (animus, mens), concordia de l’affectivité sentimentale; et concordia c’est «l’harmonie des

43 coeurs»”; Jal 1961, p. 219). Cf. ancora praef. in Ruf. I 17-18; Hon. III cos. 189 unanimi fratres;

fesc. II 36-37. Sulla valenza politica di concordia cf. ThlL IV coll. 83-85; Amit 1962, p. 147; Hellegouarc’h 1963, pp. 125-127. Il tema della concordia Augustorum, garanzia di pace e sicurezza dell’impero, è documentato anche nella monetazione (cf. Daremberg-Saglio 1964, 243-244; Béranger 1973, pp. 367-382; Jones 1990, pp. 65-66). In poesia il nesso concordia fratrum è unicum (cf. Vet. Lat. Sirach XXV 2 oJmovnoia ajdelfw`n); in prosa cf. Hist. Aug. Carac. VIII 3. Il motivo della ritrovata concordia formalmente riecheggia Ou. am. II 6, 13 Plena fuit… concordia (cf. Gratt. 246 plena… rediit uictoria) ed è antifrastico a Lucan. IX 1097-1098 concordia mundo / nostra

perit, dove Cesare si rammarica che la morte di Pompeo non abbia ristabilito la pace nel mondo (Intr., pp. LXXXVII ss.).

5. plena redit: stesso incipit esametrico di Lucan. IV 122 (in riferimento alla Fortuna). L’agg.

plena (con redire, ancora in Get. 639 riferito alla vendetta) lascia trasparire l’incrinatura tra i due reggitori, alla quale comunque Claudiano non fa allusione nelle opere precedenti l’in Gildonem; soltanto nell’in Eutr. II 539-540 parla di un aperto conflitto tra Occidente e Oriente (geminas inter

discordia partes / hoc autore fuit). A questo conflitto fanno riferimento le parole di Teodosio rivolte in sogno al figlio Arcadio perché abbandoni il traditore Gildone e ripristini l’alleanza con il fratello Onorio (Gild. 235-320 cf. ad loc.). La figura etimologica con Redditus del v. 1 salda in unità i primi cinque versi del prologo con il motivo del ripristino dell’ordine e della concordia (lo stesso verbo compare in Get. 437 che celebra la vittoria di Stilicone su Alarico… uiuusque redit color urbibus

aegris!).

Patriis… armis: cf. ancora Hon. IV cos. 638 patriis… successibus; VI 91 patrio… Marte; Verg.

ecl. IV 17 (patriis uirtutibus). Arma è metonimia per bella (cf. Cic. de orat. III 167; Att. VIII 3; Seru. ad Aen. I 1). Il riferimento è alla lotta contro gli usurpatori (nel 388 Teodosio sconfisse Massimo, nel settembre del 394 Eugenio [nt. 6 cf. ad loc.]), su cui Claudiano ritornerà a più riprese: qui ancora 376-377; in Ruf. II 387-390; Hon. IV cos. 70-110; Get. 284; Hon. VI cos. 91. Per Claudiano la guerra contro Gildone si inserisce a pieno nella politica di ripristino dell’autorità imperiale condotta da Teodosio e proseguita da Onorio che, sotto la guida di Stilicone, cercò di riaffermare la propria autorità imperiale nella pars Occidentis, vv. 253-254 (cf. ad loc.). L’elogio di Teodosio prepara la lode encomiastica di Onorio.

solum quod defuit armis: l’emistichio finale riecheggia ancora Lucan. IX 1017 Emathiis quod

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guerra civile in cui l’impero sarebbe stato coinvolto se Gildone non fosse stato sconfitto dalla virtù di Onorio.