Attività corsuale
L’attività invernale più onerosa è stata l’organizzazione, in col- laborazione con i consulenti del settore viticolo e ortofl orofrut- ticolo, dei corsi per l’acquisizione dell’autorizzazione all’acqui- sto dei prodotti fi tosanitari secondo il DPR 290/2001 su mandato dell’Uffi cio fi tosanitario della PAT.
Nel 2009 sono stati organizzati 55 corsi sul territorio, che hanno visto la partecipazione di circa 4900 agricoltori. Inoltre nel cor- so dell’anno, sempre in collaborazione con l’Uffi cio fi tosanitario della PAT, è stato predisposto e pubblicato il nuovo manuale per l’acquisizione delle suddette autorizzazioni.
Attività di campagna
La gestione dell’actinidia non ha presentato particolari criticità. Si è provveduto ad inizio stagione a stilare la lista dei principi attivi eventualmente utilizzabili sulle specifi che avversità e si è provveduto a gestire particolarmente le problematiche agrono- miche quali potatura, concimazione, irrigazione e, da ultima, la raccolta.
sistematico della campagna anche in occasione di altri sopralluoghi tecnici.
▪ ca Phytoplasma mali (Apple Prolifera- tion) del melo: controllo completo di 643 appezzamenti, pari a 360 ettari.
Più problematica la gestione del susino, in particolare in Valle del Sarca. Le malattie fungine non hanno avuto particolari sviluppi, mentre decisamente più impegnativo è stato il controllo della
Grapholita funebrana (cidia del susino), che in alcune situazioni
ha richiesto 6 interventi con prodotti organofosforici (p.a. fo-
smet) con risultati non sempre brillanti. Il problema maggiore in
questo caso è rappresentato dall’assenza di alternative registrate contro questa avversità alla sostanza attiva utilizzata.
Per quanto riguarda il melo, l’annata 2009 è stata caratterizzata da alcune grosse problematiche.
Un primo impegno ha riguardato l’introduzione del disciplinare nazionale di produzione integrata per il melo, che ha comportato obbligatoriamente l’adeguamento del disciplinare di produzione integrata per la Provincia di Trento alle linee guida nazionali, con limitazioni all’uso dei prodotti fi tosanitari sia nella tipologia di prodotto che di numero in rapporto alle singole avversità. La prima criticità tecnica in ordine temporale si è manifestata con la moria di numerose piante su impianti da 3 a 6 anni. Nor- malmente questo fenomeno era collegato ad impianti al primo anno di età o massimo al secondo.
Le valutazioni sul problema non hanno permesso una chiara iden- tifi cazione delle cause e sostanzialmente si è potuto collegare
alle forti nevicate invernali che hanno provocato un microclima locale che, collegato all’assenza di abbassamenti termici autun- nali, ha impedito alle piante stesse di entrare da subito in riposo vegetativo.
FIG. 2 Testimone ticchiolatura 2009 (Golden D. - Volano) FIG. 1 Situazione ticchiolatura Val di Non
Per i funghi si deve segnalare un diffi cile controllo della ticchiolatura. Nelle Valli del Noce già nel 2008 si erano riscontra- te alcuni problematiche legate prevalen- temente alla gestione della modalità dei trattamenti. Comunque, nei controlli di fi ne stagione (autunno 2008) sulla vege- tazione, si erano segnalate presenze di attacchi da ticchiolatura tardiva superiori alla media degli ultimi anni.
L’inverno 2008-2009 è stato caratterizza- to da forti precipitazioni nevose in tutta la provincia, mentre il periodo di inizio pri- mavera è stato tendenzialmente asciutto, con precipitazioni piovose ben distanziate anche se accompagnate da lunghi perio-
… LA CONSULENZA NEL SETTORE FRUTTICOLO – ANNO 2009
476 appezzamenti controllati 0 50 100 150 200 250 0 - 10 % 10 - 30 % > 30 % 233 143 100 8,7 72 100 100 19 68 100 100 98 0 20 40 60 80 100 120 % c o lp ita
legno fiore mele
di di bagnatura e temperatura media più alta (sempre >10°C) rispetto all’anno pre- cedente. Gli accrescimenti fogliari erano in media con gli anni scorsi (1,5-1,7 foglie a settimana).
Il periodo delle infezioni primarie (inizio germogliamento-metà giugno) è stato ca- ratterizzato da 3 grossi periodi piovosi: 28/3-1/4; 16-20/4; 28-30/4 in cui, oltre a lunghe bagnature, si sono anche verifi ca- te piogge dilavanti (superiori a 40 mm di pioggia). Le altre piogge non hanno causa- to infezioni degne di nota. Sui testimoni non trattati delle diverse zone già dopo il secondo periodo infettivo si riscontravano infezioni secondarie e una percentuale di attacco su foglie che si attestava tra l’80 ed il 100% dei germogli e tra il 2 ed il 10% sui frutti.
Alla fi ne delle infezioni primarie si sono controllati in totale circa 800 appezza- menti in tutta la provincia e nelle fi gure 1 e 2 si riportano come esempio la situazio- ne delle Valli del Noce e la situazione di Trento sud (Volano). Visto ciò si è concor- dato di mantenere alta l’attenzione nella stagione estiva, proponendo una gestione dei trattamenti specifi ci diversifi cata a seconda della presenza di attacco, con di-
stanza dei trattamenti variabile fra gli 8 e i 15 giorni. La strategia proposta, aggiunta ad un andamento climatico asciutto della fi ne estate, hanno permesso di arrivare tranquillamente in raccolta contenendo anche le situazioni più gravi, ottenendo una produzione di alta qualità, con grosse pezzature, in particolare in Valle di Non. Per quanto riguarda gli insetti si segnala che gli ettari gestiti in confusione sessuale per la carpocapsa sono ormai più di 5000. Generalmente il controllo di questo inset- to è risultato ottimale abbinando alla con- fusione alcuni trattamenti insetticidi. Va segnalato però un incremento di attacco a partire dal mese di agosto.
Questo fenomeno, che si registra da un paio d’anni, non si è ancora spiegato; le ipotesi plausibili sono legate all’aumento di temperatura del periodo e/o alla ridu- zione di durata della diffusione del fero- mone da parte del dispenser (la seconda ipotesi è in fase di verifi ca con il colleghi dell’U. fi toiatria).
Un altro problema riguarda i ricamatori, sia sulla composizione della popolazione che come diffusione della presenza. In collaborazione con l’U. fi toiatria si è cer- cato di individuare in maniera precisa la
specie presente nelle varie zone.
La novità al riguardo sembra interessi la sostituzione della Adoxophies orana e del- la Pandemis heparana con la Pandemis ce-
rasana, specie tipica delle zone più calde
quali l’Emilia Romagna o il Veneto. Non ci sono segnalazioni degne di nota per le altre avversità.