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La Contabilità per Centri di Costo

Capitolo 2. Direct costing e Full Costing: due metodi a confronto

2.2 Full Costing

2.2.3 Full Costing a base multipla

2.2.3.1 La Contabilità per Centri di Costo

La contabilità per centri di costo è il più noto e diffuso metodo di determinazione del costo pieno di prodotto. È una contabilità analitica caratterizzata da un processo di determinazione a due stadi: i costi sono localizzati prima ai centri e successivamente ai prodotti.

La contabilità per centri di costo permette di passare dalla logica: prodotti  risorse, ad una logica: prodotti  centri di costo  risorse. In questo modo realizza una più corretta imputazione dei costi ai prodotti, facilitando l’individuazione e la quantificazione del “servizio” prestato dai vari fattori produttivi per la realizzazione dei prodotti. Anche l’applicazione del principio causale risulta favorita ed è osservabile nell’imputazione dei costi ai centri e nel ribaltamento dei costi dei centri ausiliari (e funzionali) sui centri produttivi (e funzionali) e sui prodotti. Inoltre permette di cogliere una relazione diretta nei confronti dei centri anche per i costi indiretti, anche se è più difficile nei confronti dei prodotti.126

I centri di costo127 sono aggregazioni intermedie di calcolo che contribuiscono a rendere più attendibile il calcolo del costo di prodotto e che si identificano con unità organizzative della struttura

126 Brusa, 1995, pag. 46. (Cfr. anche L. Cinquini, 2009, pag. 89 e ss).

127 I centri di costo sono utilizzati per aggregare i costi comuni, prima della loro attribuzione ai prodotti. Possono essere definiti secondo diverse logiche:

- funzionale, i centri di costo sono identificati con le macro - funzioni dell’organizzazione aziendale (avremo centri produttivi, ausiliari, funzionali e virtuali);

- gerarchico - causale per attività, i centri di costo vengono fatti corrispondere alle unità organizzative elementari che consumano risorse.

I principi per individuare i centri di costo sono: - omogeneità delle operazioni compiute,

- omogeneità dotazione di fattori produttivi, cioè composizione dei relativi costi, - significatività dei costi sostenuti presso un dato centro.

Un quarto principio che ispira la formazione del piano del centro di costo è la possibilità di individuare un responsabile di centro, affinchè sia possibile tenere sotto controllo i costi sostenuti presso l’unità. Tale criterio non è preso in considerazione nella contabilità per centri di costo, perché l’obiettivo è individuare il costo pieno di prodotto, non il controllo dell’efficienza dei centri di costo. (L. Cinquini, 2008, pag. 90 e ss.).

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aziendale. I centri di costo, inoltre, sono utili per finalità di controllo di gestione e responsability accounting, poiché permettono l’individuazione e la valutazione dei responsabile dei centri e del loro operato.128

Le fasi in cui si articola il procedimento sono129:

1. imputazione dei costi dei fattori produttivi ai centri in cui sono stati sostenuti i costi stessi; 2. ribaltamento dei costi dei centri ausiliari e, eventualmente, di quelli funzionali, sui centri

produttivi;

3. quantificazione della produzione dei centri produttivi, in base ad un’unità di misura prescelta, e calcolo dei “coefficienti” o “tassi” unitari di costo del centro;

4. imputazione finale ai prodotti dei costi relativi a:

a. materie prime e costi diretti al prodotto, non transitati per i centri, b. centri produttivi,

c. altri centri ancora “aperti”,

d. costi indiretti rispetto ai prodotti, eventualmente non transitati per i centri.

Figura 2.3; Elaborazione personale del processo di imputazione dei costi pieni ai prodotti mediante i centri di costo.

128 Occorre sottolineare, però che centri di costo e centri di responsabilità, essendo individuati per finalità diverse, possono non corrispondere. (L.Cinquini, 2008, pag. 90).

129 L. Brusa, 1995, pag. 56.

Costi di

trasformazione industriale Materie prime e altri

costi diretti di prodotto

Costi commerciali, amministrativi, Vari generali Centri produttivi Centri funzionali Centri ausiliari Prodotti

49 Dalla Figura 2.3 si può vedere che:

- i costi diretti sono attribuiti in maniera diretta ai prodotti,

- i costi di trasformazione industriale130 vengono imputati con criteri specifici in parte ai centri

produttivi ed in parte ai centri ausiliari.

- i costi “generali non industriali”, cioè i costi di risorse impiegate nelle funzioni commerciali, amministrative o di altro tipo vengono imputati ai centri di costo funzionali.131

L’attribuzione del valore dei centri ausiliari a quelli produttivi può avvenire: - direttamente, con appropriata unità di misura dei propri servizi;

- indirettamente, in proporzione all’attività svolta dal centro utente, oppure in base ad altri parametri, relativi a qualche carattere del centro utente.

I costi non industriali, dal punto di vista della destinazione, non possono essere trattati in modo uniforme e solo con una forzatura inaccettabile del principio causale si può pretendere di imputare tutti i costi ai centri. Alcuni costi, infatti, sono costi “aziendali” e il loro collegamento con i centri è dovuto solo al fatto che nelle varie unità organizzative materialmente ci si occupa del problema sottostante. Da questa premessa derivano alcune considerazioni:

- non tutti i costi generali non industriali transitano per i centri, alcuni sono imputati ai prodotti;

- non tutti i costi generali vengono imputati ai prodotti132; ciò significa, tra l’altro, che il

concetto di costo pieno non è assoluto, ma relativo.133

Per quanto riguarda i centri funzionali: se essi prestano ai centri produttivi -e non ai prodotti- servizi misurabili, i loro costi sono ribaltati ai centri produttivi, prima di arrivare ai prodotti, in base alla quantità di servizio erogata, o in maniera indiretta in base a qualche parametro del centro utente che renda possibile l’applicazione del criterio causale.

Infine vengono imputati i costi dei centri produttivi ai prodotti. Per questa imputazione di solito non si segue un approccio analitico, ma il valore dei costi localizzati ai centri viene diviso per il volume di produzione del centro, dando origine ad un costo unitario di centro, impiegato per l’imputazione dei costi ai vari prodotti lavorati nel centro. Il costo di trasformazione di ciascun prodotto è determinato moltiplicando i coefficienti di costo unitario per il numero di volte che l’unità di misura usata è contenuta nel prodotto in questione. Spesso la quantificazione avviene in base ai

130 L’espressione trasformazione industriale va intesa in senso lato, riguarda la produzione in senso stretto, svolta nei reparti produttivi, ma anche i costi dei servizi ausiliari o di supporto, a diretto contatto con la produzione, che si occupano di progettazione, gestione materiali, controllo qualità e manutenzione. (L. Brusa, 1995, pag. 68)

131 L. Brusa, 1995, pp. 56 e ss.

132 Ne sono un esempio i costi di ricerca di base o le imposte sul reddito. 133 L. Brusa, 1995, pag. 69.

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tempi, che possono essere: effettivi o assegnati.134 Non è detto che un coefficiente o tasso orario

rifletta un metodo corretto di addebito, secondo il principio causale: affinché sia corretto ragionare in termini di ore occorre che le ore uomo o le ore macchina siano la causa determinante dei costi accolti nei centri. Tuttavia questo spesso non accade, perché ai centri produttivi confluisce una massa eterogenea di costi, che include molte risorse indirette.135

Si fa notare che, con la logica Full Costing, tutti i costi sono imputati ai prodotti, anche se la loro ripartizione presenta rilevanti difficoltà e avviene secondo criteri ampiamente soggettivi. Si può osservare che:

- i costi localizzati ai centri funzionali possono essere attribuiti ai prodotti mediante criteri differenti, ma la ripartizione avviene su base di centro, di solito unica.

- i costi non localizzati possono essere imputati ai prodotti su base unica o multipla. I criteri di ripartizione136 sono spesso convenzionali e non riflettono il criterio causale, difficilmente individuabile nei costi indiretti.

Si conclude che l’oggetto “centro di costo” non favorisce l’analisi di tali nessi economici, tuttavia occorre considerare che anche con metodologie più sofisticate, ci si trova in difficoltà con l’attribuzione dei costi indiretti non industriali: sono numerose le risorse di “struttura” il cui legame con i prodotti è tenue o inesistente. Questo non significa che per tutte le voci di costo sia precluso un addebito commisurato al consumo di risorse.137

La contabilità per centri di costo costituisce un modello di riferimento utile e significativo in sede di impostazione della Contabilità Analitica, soprattutto per quelle aziende che non dispongono di controllo di gestionale. Infatti, le aziende industriali di piccole e medie dimensioni, le organizzazioni pubbliche e altre realtà aziendali possono trovare nei principi ispiratori e nelle metodologie della contabilità per centri di costo la chiave per il management razionale. La contabilità per centri di costo è il primo passo verso una conduzione aziendale non improvvisata e garantisce un minimo di attendibilità dei calcoli, nonché la disponibilità di informazioni utili sull’efficienza delle unità in cui è suddivisa la struttura aziendale.

L’opportunità di determinare il costo pieno dei prodotti in maniera più aderente al principio causale, rende la contabilità per centri di costo uno strumento utile ai fini della determinazione della redditività dei singoli prodotti. Il valore aggiunto è tanto maggiore quanto più la contabilità permette

134 I tempi effettivi sono i tempi standard per la quantità effettiva di produzione, i tempi assegnati derivano da rilevazioni effettuate e presuppone quindi un’adeguata organizzazione dell’impresa. Esso viene sovente preferito al tempo effettivo perché svincola da inefficienze contingenti. (L. Brusa, 1995, pag. 77).

135 L. Brusa, 1995, pag. 76 e ss.

136 Sono esempi di criteri di ripartizione: il costo di trasformazione industriale dei prodotti, il costo industriale dei prodotti, le ore di manodopera diretta dei prodotti, le “basi commerciali”.

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l’applicazione del principio causale. Con la contabilità in analisi, il principio causale è applicato meglio di altre modalità di calcolo più grossolane, ma questo non è sufficiente a fare della contabilità per centri di costo un modello valido in assoluto, poiché lascia irrisolti alcuni problemi fondamentali e impedisce la visibilità economica di fenomeni di rilevanza manageriale.138