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Vantaggi dell’approccio Full Costing

Capitolo 2. Direct costing e Full Costing: due metodi a confronto

2.2 Full Costing

2.2.4 Vantaggi dell’approccio Full Costing

I vantaggi di un sistema di calcolo a costi pieni in cui l’imputazione avviene con un’unica base sono individuabili nell’estrema semplicità di comprensione, di realizzazione e di gestione. Per questo tale metodologia è correntemente applicata in contesti aziendali caratterizzati da un’incidenza non elevata dei costi indiretti e dall’omogeneità di tali costi. Nella pratica, spesso, le aziende tendono ad allocare i costi con un’unica base di riparto individuata, però, applicando criteri commerciali e non funzionali, in questa maniera, difatti, risulta particolarmente facile valutare la redditività in sede consuntiva e preventiva. Tuttavia questo tipo di imputazione è fortemente criticabile in relazione alle premesse concettuali su cui si fonda: il processo di misurazione dei costi, infatti, dovrebbe essere finalizzato a valorizzare il consumo di risorse utilizzate, direttamente o indirettamente, per la produzione di un bene, o l’erogazione di un servizio, pertanto l’imputazione dei costi indiretti dovrebbe tendere a individuare in che misura i fattori produttivi considerati sono stati dedicati a determinati oggetti finali di calcolo. Con l’utilizzo di criteri commerciali i prodotti che assicurano un margine di contribuzione elevato vengono penalizzati ricorrendo ad un maggior ricarico di costi indiretti: questi ultimi vengono distribuiti esclusivamente in relazione alla loro capacità di sopportare l’imputazione di quote di costi più o meno gravose.

L’introduzione della metodologia del Full Costing a base multipla ha come scopo, per l’appunto, migliorare l’attribuzione dei costi indiretti nei contesti aziendali caratterizzati da un

175 A. Marelli, 2009, pag. 181 e ss.

176 Tra i sistemi di contabilità ibridi che combinano i due approcci per “centri di costo” e per “attività”, si ricordano: - la contabilità per “centri di costo e ABC” con doppia localizzazione dei soli costi indiretti. Nel modello gli elementi

di costo specializzabili sono imputati direttamente al prodotto, mentre i restanti elementi di costo sono localizzati prima presso i centri di costo e, poi nelle attività che esplicitano il ruolo delle risorse nel conseguimento di una produzione differenziata.

- La contabilità per “centri di costo e ABC” con doppia localizzazione di tutti i costi aziendali. Questo modello prevede la localizzazione di tutti i costi, sia diretti che indiretti, sui centri di costo (prima intermedi e poi finali) e, successivamente, l’attribuzione alle attività mediante i resource driver, infine sono imputati i costi delle attività ai processi di supporto e ai processi principali, mediante gli activity driver. (A. Marelli, 2009, pag.194 e ss).

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numero più elevato di costi indiretti e di oggetti finali di calcolo. Inserendo un maggior numero di basi di imputazione si cerca di rispettare maggiormente il principio funzionale.177

L’utilità dello schema si basa sull’esistenza di una proporzionalità tra l’impiego di fattori produttivi indiretti e la base di allocazione individuata per l’imputazione.

Nonostante l’utilizzo di un numero maggiore di basi di imputazione, occorre comunque tener presente che, se i fattori produttivi inclusi nelle diverse aggregazioni di costi indiretti sono molto diversificati, ci sono maggiori probabilità che la base di allocazione scelta non sia un driver per tutti i fattori indiretti, con conseguenze distorsive rispetto al principio funzionale.178

L’utilizzo della logica del Full Costing permette di attribuire i costi fissi ai prodotti (o all’oggetto di costo), in base al consumo che essi richiedono di tali costi. La possibilità di attribuire i costi fissi agli oggetti di costo rende possibile analizzare la modalità di partecipazione dei costi all’ottenimento del prodotto. Inoltre, attribuendo il costo fisso al prodotto, lo si rende in un certo senso “variabile” rispetto all’attività aziendale, pertanto nel caso in cui l’azienda decida di eliminare un oggetto di costo non redditizio, può eliminare la quota di costo fisso ad essa imputato, ripensando e riprogrammando l’attività aziendale.

Inoltre l’introduzione delle metodologie basate sulle attività permette di monitorare la variabilità nel consumo di risorse sottostanti a fattori generatori di costi tendenzialmente costanti. Se l’allocazione dei costi indiretti avviene sulla base del consumo a consuntivo di un determinato fattore, i costi finali sono suscettibili di variazione nel tempo a seconda dei livelli di attività domandata dai prodotti. Infatti, l’allocazione integrale dei costi indiretti di produzione può determinare, in presenza di una riduzione dei volumi produttivi e data la permanenza dei costi di struttura, una riduzione meno che proporzionale nei costi di periodo, con il conseguente peggioramento delle condizioni di equilibrio generale e di valore del costo unitario. La soluzione può essere calcolare l’activity costing rate sulla base della capacità pratica, attribuendo il costo di un’attività all’oggetto sulla base di questo coefficiente, indipendentemente dal volume effettivo di domanda di attività. Considerare il volume di driver connesso alla capacità pratica179 consente di ottenere il valore delle risorse utilizzate nello svolgimento delle attività.

Il valore ottenuto dalla differenza tra costo delle risorse disponibili e costo delle risorse utilizzate determina il costo della capacità inutilizzata che sarà coperto con i margini residuanti dai prodotti. La capacità inutilizzata può essere considerata come capacità produttiva disponibile, questo

177 Il principio funzionale cerca di creare un legame causa-effetto tra costo e oggetto, pertanto, secondo tale principio, la base di riparto scelta deve esprimere il contributo del fattore produttivo -al quale corrisponde il costo- rispetto all’oggetto. 178 V. Antonelli, R. D’Alessio, 2004, pp. 104 e ss.

179 La capacità pratica è l’output producibile tenendo conto di interruzioni e cali della produttività dovuti a ragioni tecniche, di mercato e normative. (R. Giannetti, 2009, pag. 84.)

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permette di individuare le aree in cui intervenire richiedendo più risorse, gestendole efficacemente o ridimensionando l’attività aziendale.180

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