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4. Case study

4.3 Contraffazione

La Figura 4.4 mostra il grado di superamento della friction Contraffazione da parte di ognuno dei dieci case study.

83 Figura 4.4 - Livello Contraffazione per case study.

Il rischio di contraffazione e frode all’interno di una filiera produttiva è notevole ed interessa tutti e tre i principali flussi tra gli attori del network: fisico, informativo e finanziario. Da tale rischio non è possibile escludere nessun settore, è infatti visibile la preoccupazione per tale criticità in ognuno dei case study analizzati. È tuttavia da sottolineare come i prodotti maggiormente soggetti alla contraffazione siano quelli ad alto valore unitario e per i quali vi sia un elevato incentivo finanziario alla creazione di sostituti.

Nel settore della produzione e compra-vendita di diamanti è un fenomeno assai diffuso, dato il valore unitario del prodotto, e facilitato dalla discreta semplicità di sostituzione del pezzo con diamanti sintetici o di modifica dei documenti, prevalentemente paper-based in particolare per il first mile. La piattaforma Everledger [99] si pone l’obiettivo di ridurne l’entità al fine di portare benefici all’economia, settore bancario e assicurativo, ed all’intera società, mediante la limitazione del fenomeno del blood diamond (problematica approfondita nella sezione 4.6 Ethical sourcing e Fair trade) .

Per quanto riguarda il settore food, è da citare la diffusione dello scambio di merce IUU, ossia illegal, unreported e unregolated, che comporta una mancanza di sicurezza per il cliente in primis, oltre che evasione fiscale e assenza di correttezza burocratica. La piattaforma Provenance, grazie alla BCT, permette di eliminare la possibilità di double-spending dei certificati, rischio tradizionalmente presente in quanto gli stessi sono spesso cartacei e scambiati a mano [94]. Una volta inserito sul ledger un certificato ad esso è associato un corrispettivo digitale, comprendente il codice di identificazione univoca, ed è legato indissolubilmente ad un lotto di prodotto. Questa modalità di salvataggio dei dati rende impossibile il riutilizzo del medesimo certificato per merce differente.

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TradeLens Walmart ShipChain Bext360 Everledger Planet Faizod Pointinfinity Fluent Provenance

Contraffazione

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La Blockchain non è senza dubbio la prima tecnologia tramite cui si è cercato di arginare tale fenomeno, si pensi infatti a tutti i sistemi di identificazioni univoca come i barcode o i tag RFID.

Purtroppo anche gli RFID, benchè molto più sicuri dei tradizionali barcode, corrono il rischio della contraffazione, in quanto possono essere clonati o riprodotti ad hoc. A tal proposito l’attività di monitoring teorizzata da Faizod, ma estendibile ad ogni realtà, è la possibilità di controlli incrociati grazie all’utilizzo dell’RFID integrato alla Blockchain. Il caso più semplice di identificazione di una contraffazione consiste nella lettura di un tag RFID che non risulta presente nella banca dati. Il numero seriale di ogni RFID è infatti salvato sulla Blockchain e legato indissolubilmente all’asset digitale relativo all’item fisico in cui è inserito il tag fisico.

La complicazione nell’identificazione della manomissione subentra nel caso in cui l’RFID sia regolarmente salvato, grazie alla Blockchain è tuttavia possibile ridurre la possibilità di frode.

Nel caso in cui uno specifico item sia prodotto in un determinato plant e i vari step del trasporto siano salvati sul ledger è possibile stimare il luogo in cui con maggiore probabilità può trovarsi.

Deriva necessariamente che la lettura contemporanea di due tag RFID aventi la stessa origine in luoghi discretamente lontani tra loro può far dubitare dell’autenticità di entrambi e può permettere l’identificazione preventiva di frodi.

Oltre che alla contraffazione dei prodotti fisici, esiste il rischio di contraffazione dei documenti e dei certificati, ossia delle informazioni legate ai prodotti. La piattaforma TradeLens consente l’upload o la pubblicazione di documenti visibili in tempo reale da coloro che possiedono l’autorizzazione. Al fine di garantire l’autenticità degli stessi, ogni qualvolta un documento è uploadato o pubblicato sulla Blockchain viene altresì salvato un hash crittografico dello stesso sul ledger [96]. Con tale modalità l’attore che visualizza un documento ha la possibilità di verificare autonomamente l’eventuale contraffazione creando l’hash del documento in questione e comparando lo stesso con l’hash salvato sulla Blockchain relativo. Tale peculiarità è fondamentale nel commercio internazionale, si pensi a titolo esemplificativo alle autorità doganali, per il controllo della veridicità delle informazioni riportate. Ovviamente ciò non assicura in generale l’assenza di contraffazione. A titolo esemplificativo si consideri una spedizione di cui i documenti pervenuti nel porto di destinazione si possano considerare autentici, grazie al controllo incrociato tramite gli hash crittografici, e dove si possa ipotizzare che il documento iniziale rispecchi il reale stato della spedizione (a livello di tipologia della merce, quantità,.. ), non può a priori essere esclusa la manomissione manuale della spedizione o il furto della merce. Questo è uno dei motivi per cui la piattaforma TradeLens è perfettamente integrata con il sistema IoT, i cui sensori possono registrare e segnalare variazioni significative

85 delle condizioni interne al container. Per raggiungere una totale trasparenza e facilità di scambio e lettura dei documenti. Mike White, Head di TradeLens, prevede per il futuro la sostituzione dell’upload dei file (effettuata tramite scansione del documento cartaceo) con la compilazione del documento direttamente sulla piattaforma Blockchain tramite dei form standardizzati.

Questa soluzione comporterebbe un giovamento nella comprensione degli stessi da parte di ogni attore e limiterebbe le differenze esistenti nell’impostazione dei file provenienti da realtà diverse per settore e Paese.

Infine un esempio di impresa volta all’obiettivo di limitare le frodi e migliorare la gestione dei flussi di denaro tra i diversi attori operanti in una filiera è la piattaforma Fluent [102].

L’innovazione apportata da tale impresa è la tokenizzazione delle fatture: di ogni singola fattura è salvato all’interno del registro distribuito un corrispettivo digitale. Tale modalità di gestione, consentendo una maggiore tracciabilità dei pagamenti e visibilità delle operazioni lungo la filiera, funge da azione preventiva e di controllo su eventuali frodi. La tokenizzazione infatti limita fortemente il rischio di frode perpetuata da parte dei fornitori dei prodotti/servizi oggetto della fattura stessa. Tramite il factoring, la più classica modalità di finanziamento in una Supply Chain (approfondita nella sezione 4.9 Flusso finanziario), vi è la possibilità che il fornitore riesca a farsi finanziare da due soggetti diversi la stessa fattura, ottenendo quindi illegalmente del profitto. Tale possibilità risulta essere scongiurata grazie all’identificazione univoca di ogni fattura e alla visibilità e immutabilità dei dati salvati sulla Blockchain.